Parlare
di lavoro nel nuovo millennio significa essenzialmente parlare di
precariato e flessibilità.
E' infatti grazie ad un ricambio generazionale tanto rapido quanto
forzato e doloroso, che la vecchia concezione di lavoro sta lasciando
spazio a più innovative, dinamiche e sperimentali forme di
sfruttamento.
La precarietà (cioè l'assenza di garanzie, posti fissi
e turni e prestazioni di lavoro prevedibili) diventa quindi la caratteristica
capace di identificare tutti quei soggetti che superata la fase
di formazione nei vari gradi (licenza media, superiori, università)
cercano, in mille modi, fonti di reddito, indipendenza e stabilità
economica.
Si cerca una sicurezza quindi, una via di fuga verso l'autonomia.
Si comincia così ad inseguire una chimera che regala solo
illusioni e delusioni.
In questa parte di sezione, tutta dedicata al lavoro, proveremo
ad analizzare il sistema di schiavitù piu' diffuso e subdolo
della storia, l'essenza stessa della proprietà privata, del
capitalismo e del dominio.
Cercheremo di dare alcuni spunti alle discussioni che ruotano attorno
alle vicende legate al mondo del lavoro, del precariato e del non
lavoro.
Analizzeremo le nuove forme del lavoro flessibile ed immateriale
partendo dalle nostre esperienze e cercando di stimolare discussioni
capaci di mettere a confronto tutte quelle entità non garantite
che popolano l'eterogeneo cosmo dei nuovi lavoratori.
Cominciamo
così una riflessione in costante evoluzione che partiraà
e si svilupperà dentro le insicurezze e le paranoie, i saperi
e i conflitti di una generazione (la nostra) che fa i conti ogni
giorno con il furto della propria esistenza.
|