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[22-07-2011 11:23] - Un pensiero per Carlo, ragazzo
Moriva dieci anni fa durante il controvertice organizzato dal forum internazionale del "movimento dei movimenti". E' stato assassinato perchè manifestava per un altro mondo possibile, come centinaia di migliaia di persone giunte a Genova, militarizzata e violentata dagli eserciti del potere, tra recinzioni alte decine di metri e zone invalicabili, per rivendicare la libertà collettiva delle popolazioni della terra; per non lasciare e non delegare agli "otto grandi" la prepotente pretesa di poter decidere per sei miliardi di uomini e donne. Oggi, dieci anni dopo, siamo ancora qui. L'area araba del mondo si è ribellata rovesciando le dittature e le prepotenza dei governi autoritari, in Europa la crisi economica sta causando un disagio popolare che sta portando agli sgoccioli la sopportazione dei cittadini, e noi continuiamo a dimostrare attraverso le molteplici attività e mobilitazioni che ribaltare questa realtà è possibile. Riportando negli spazi e nelle città un "que se vayan todos" che fa da specchio al sentimento popolare, che fa da pilastro ai movimenti attuali, dal NO TAV in Val di Susa alla lotta contro la costruzione di inceneritori, passando attraverso la Riforma dell'Istruzione e alla diffusione del precariato. Tutto questo, dimostrando che ogni uomo o donna che cadrà vittima del'arroganza dei governi occidentali, di qualunque età-religione-parte del mondo-classe sociale appartenga, continuerà a vivere attraverso le esperienze e i sentimenti di chi continuerà a ricordarlo/a. Non per niente, Carlo è vivo. E i morti sono loro. Carlo era nel vento che portò i gas cs sulle guardie in Val di Susa, Carlo era nel raggio più affascinante e travolgente che trapassò le nuvole per illuminare Piazza del Popolo il 14/12, nell'ultimo sguardo di Tabhet su Sidi Bouzid, nelle lacrime versate su Piazza Tahir, nei morsi canini di Kanellos sulle cavaglie della polizia greca. Ormai lo avranno capito, o forse solo immaginato, che non si spegne il sole se gli spari addosso. Pienamente consapevoli che senza memoria non c'è futuro, continueremo perpetuamente a raccontare la tua storia, ad incidere il tuo nome in ogni angolo di mondo. Insieme a quello di Valerio, Giorgiana, Fausto, Iaio, Federico, Dax, Renato, Gabriele, Stefano e tutti gli altri fratelli e sorelle la cui vita è stata spezzata dalla violenza fascista dello stato -o mossa dallo stato-. Senza nessuna giustizia, senza nessuna pace, un pezzetto dei nostri cuori continua a battere per loro. Fino al giorno in cui pagheranno per il dolore, la paura, la disperazione che hanno prodotto in nome della globalizzazione, della circolazione del denaro e del capitalismo, attraverso il controllo e la repressione sociale. Domani, porteremo i nostri fiori a Piazza Alimonda. "Noi non abbiamo bisogno dei lacrimogeni, sappiamo piangere da soli. Ed è senza vergogna, che oggi piangiamo il sangue di Carlo sulle sponde del nostro mare, che non può non ridisegnare il desiderio "criminale" di libertà per cui ha dato la vita. Il 23 saremo a Genova, assalteremo il cielo in cui sarà inciso il suo nome." Contro chi delimita gli orizzonti di questo mondo. Ciao Carlè, la faremo questa rivolta. posted by: i compagni di Carlo
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