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La platea di genitori e figli si va ingrandendo a vista d'occhio e noi abbiamo intenzione di continuare le iniziative anche quest'anno... (by: con...tatto) Bollettino bisettimanale
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Materiale per l'iniziativa del 4 ottobre 2009 a ZK (children free zone). (by: crz) SUL SETTE...
RACCOLTA CASUALE RANDOMICA NON RILETTA E MOLTO PROBABILMENTE ASSOLUTAMENTE INUTILE (PUR TUTTAVIA INTERESSANTE) DEDICATA AL NUMERO SETTE.
A CURA DI ZKSQUATT in occasione del suo settimo compleanno... (by: zksquatt) La notte di Gaza, articolo tratto da l'internazionale. (by: da internazionale) Lettera dei lavoratori di Atene agli studenti in rivolta (by: preso in rete) Breve articolo in relazione all'anniversario del lancio della prima bomba atomica su Hiroshima. (by: Sek) In occasione del G8 che si sta tenendo in Giappone in questi giorni, ho potuto notare per le strade di tokyo in considerevole aumento di repressione e di controllo.
Questo aspetto si evidenzia in modo particolare nei confronti degli stranieri, spesso fermati dalla polizia per fastidiosi e lunghi controlli. (a me e' successo) ed e' la testimonianza di quanto sia alto qui il livello di repressione.
Qui alcune news sul G8 da indymedia japan:
IN INGLESE:
http://japan.indymedia.org/
IN SPAGNOLO:
http://japan.indymedia.org/newswire/display/4579/index.php
Come contributo molto molto esplicativo di quanto sia tosta la situazione in allegato posto un piccolo manuale di resistenza civile e autotutela ricco di consigli pratici (e riflessioni) per affrontare un arresto in Giappone. Una guida non convenzionale su come comportarsi in caso di arresto in Giappone, carcerazione preventiva e metodi di confessione.
E' molto interessante, vi consiglio di dargli un occhiata perche' rende bene l'idea...
Non invento nulla di nuovo se dico che anche in Italia abbiamo ben poco da stare allegri. Tuttavia i problemi italiani e quelli giapponesi, pur non mancando certo in Italia un uso veramente eccessivo di carcerazione preventiva, sono un po' diversi. Entrambi meritano attenzione ma non mi soffermero' in un complesso confronto.
E' stato pubblicato la prima volta in inglese a questo indirizzo (http://www.debito.org/?p=1437) e l'autore ha acconsentito alla traduzione in Italiano.
Prima un paio di considerazioni del traduttore (non io...):
Giustizia in Giappone.
Sebbene il Giappone sia un paese avanzato, con tante persone gentili e disponibili, che ha spesso una eccellente organizzazione sociale, non tutti gli aspetti di un paese progrediscono di pari passo.
In particolare nel sistema di gestione della giustizia penale, molte ombre si addensano sul Giappone, per una serie di aspetti che e' lungo esporre. La piu' eclatante cosa nota al grande pubblico e' che in Giappone vige la pena di morte per impiccaggione. Ma molte piccole e grandi insidie, ingiustizie, angherie ed abusi attendono chi finisca nelle maglie della giustizia giapponese.
Importanti chiarimenti per comprendere il testo.
Per capire il perche' l'autore del seguente testo e' tanto deciso a suggerire una linea di completo di ostacolo e di non collaborazione alle indagini, si possono usare le sue stesse parole:
"Agli occhi del (sistema giudiziario) giapponese, collaborare significa che stai mostrando segni di debolezza, che possono portarti a firmare la confessione e infine che sei colpevole. Questo e' il motivo per cui anche un giudice non troppo severo non ha bisogno di una confessione firmata per trovarti colpevole, ogni indicazione che tu hai collaborato con loro sara' interpretato come un indizio della tua colpevolezza."
Va detto inoltre che il sistema di fermo giapponese prevede ben tre giorni di carcerazione in cui la polizia puo' interrogare l'indiziato senza che sia tenuto ad essere presente un avvocato, e senza che vi sia la possibilita' per l'indiziato di comunicare con nessuno.
A questi tre giorni, se un giudice convalida l'arresto e chiede la proroga della detenzione per esigenze istruttorie, seguono 10 giorni spesso rinnovati di altri 10 giorni di carcerazione. Un indiziato di un qualunque crimine quindi rischia 23 giorni di carcere e interrogatori notturni e diurni, che possono mettere a dura prova la fermezza di chiunque.
Ma 23 giorni possono diventare mesi se poi un pubblico ministero formalizza l'accusa, a quel punto si e' davvero nei guai, la detenzione prosegue durante la fase istruttoria fino al processo.
Altre importanti cose da sapere per comprendere il durissimo ostruzionismo che viene suggerito dalla guida, sono:
- Se uno non conosce un avvocato da chiamare in caso di arresto, legge giapponese prevede un avvocato d'ufficio solo dopo il rinvio a giudizio, cioe' quando ormai e' troppo tardi.
- Un avvocato puo' venire a visitare il suo cliente ma non puo' assistere agli interrogatori.
- Nel sistema giuridico giapponese una persona indiziata e' colpevole fino a prova contraria. La polizia si preoccupa soprattutto di ottenere una confessione dall'indiziato. Grazie ai suoi metodi, vanta, dicono le statistiche, di produrre il 99% di condanne, una volta che il caso arriva in tribunale.
- Il sistema delle confessioni e' probabilmente uno dei punti piu' gravi e difficili da affrontare, per cui fa bene l'autore a consigliare di non firmare nulla, soprattutto se scritto in giapponese. In cambio della firma viene spesso promessa la liberta', ma casi storici come quello di Sakae Menda, per 33 anni nel braccio della morte per aver firmato una confessione estorta durante dieci giorni di interrogatori, dimostrano che e' bene non fidarsi di chi dice di firmare, ritrattare e' quasi impossibile.
- Il detenuto straniero ha diritto a un interprete, ma questi non puo' ovviamente essere presente giorno e notte per 23 giorni, senza contare che se l'indiziato parla una lingua poco parlata, questo diritto puo' comportare la necessita' di una attesa ancora piu' lunga.
Inoltre:
- L'esperienze qui riportate sono fatti ed episodi realmente accaduti. Non si conoscono il caso specifico e le accuse mosse all'autore di questa guida.
Buona lettura.
(by: anonimo) search! |
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