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[24-04-2007 16:50] - III Foro internazionale per i Diritti Umani a Oaxaca

20 e 21 Aprile, Oaxaca - Messico

Nell'edificio centrale della Facolta' di Diritto dell'Universita' Autonoma di Oaxaca, vicino allo Zocalo, si riunisce il terzo Foro per i Diritti Umani nella citta', gravemente violati nel corso delle mobilitazioni ancora in corso. La APPO ha convocato qui le organizzazioni non governative, i gruppi di supporto legale e gli attivisti internazionali per trovare un percorso congiunto che porti le violazioni del regime fino all'istanza del Tribunale dell'Aya, se necessario. E per dare la possibilita' alle vittime dei soprusi di testimoniare pubblicamente le aggressioni subite.
Cosi' mentre fuori dalla facolta' pattugliano agenti in borghese e alcuni dei paramilitari coinvolti nelle violazioni, dentro il cortile dell'antico palazzo va in scena un tunnel degli orrori. Una dopo l'altra le testimonianze lasciano un'impronta dolente nel pubblico. La storia la si conosce bene ormai, quella della repressione violenta che subisce il popolo oaxaquegno, ma nel Foro ci si rende conto di come questa violenza sia stata di massa, capillare, terrificante, fisicamente e psicologicamente opprimente per ogni donna e uomo che l'ha subita. Il racconto dei soprusi, degli scontri in piazza, delle torture in carcere, dei sequestri personali e degli omicidi mirati e' un coro doloroso composto da una infinita' di lacrime, dalla singola e sofferta canzone di ogni persona violata.
C'e' una ragazza che piangendo ricorda la detenzione in massa a Nayarit, migliaia di chilometri da Oaxaca e dunque irraggiungibile da familiari e avvocati: cibo gettato a terra, celle sovraffollate, l'obbligo di denudarsi ogni qualvolta si necessitava andare al bagno o all'ora d'aria, le molestie sessuali nel trasporto da una prigione all'altra in totalia balia dei bruti di turno, il trasferimento in elicottero con la minaccia di gettarli in mare e farli sparire e, infine, anche il furto di tutti i beni personali e i soldi che tenevano al momento dell'arresto. Un signore col volto sfregiato da una grande ustione e' di per se una orripilante testimonianza: con gli anfibi gli schiacciarono il volto sulle rovine fumanti della barricata che difendeva. Uno studente racconta del suo sequestro organizzato dai paramilitari, il trasferimento bendato in un casale lontano dalla citta', la roulette russa, l'immensa paura di sparire nel nulla...

Il castigo non viene affidato solo nelle mani della giustizia istituzionale, dalla quale e' difficile accettare e immaginare un verdetto favorevole dopo anni di impunita' dei colpevoli e a considerazione degli apparati di potere in cui difesa e' nato il Tribunale. Dunque e' sorta la Procura Popolare di Giustizia che, raccolte le testimonianze, emana una sentenza di condanna ai potenti e ai loro cani da guardia: "la vendetta sara' la vergogna, quella che ricoprira' i figli dei poliziotti quando studiando storia sapranno dell'infame ruolo di repressori del popolo esercitato dai padri". E inoltre: la liberazione immediata di tutti i detenuti politici e di coscienza, fino all'ultimo, in tutto il paese; la destituzione del governatorre dello stato e il divieto di transito e d'apparizione in strada per lui e la sua banda di assassini. Questo per dire, traducendo la metafora del tribunale popolare, che non ci sara' pace finche' non cadra' Ulises Ruiz Ortiz e un nuovo orizzonte di autogoverno offrira' al popolo la gestione delle proprie risorse, costumi e tradizioni.

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Segue da esempio la traduzione che abbiamo fatto dell'intervento dell'OIDHO, Organizzazione India per i Diritti Umani di Oaxaca. La scelta, parziale, cade su questo coordinamento per l'ampia base indigena che rappresenta (circa 30 comunita'), per i principi orizzontali e democratici che lo regolano, per essere tra le organizzazioni in prima fila dentro la APPO ad aver combattuto contro la deriva elettorale o divisionista. Infine perche' la OIDHO e' membra dell'Alleanza Magonista Zapatista, a cui siamo politicamente vicini (autorganizzazione, zapatismo e modalita' assembleari nella convivenza comunitaria).

Dicono di se: "...promuoviamo la creazione di basi collettive autonome, cioe', ognuna delle comunita' che integrano il nostro raggrupamento ha una propria organizzazione comunitaria e locale, nella quale si prendono accordi, i quali sono riportati posteriormente all'assemblea generale dell'OIDHO. I diritti umani, per la nostra organizzazione, non sono solo un concetto giuridico ma, soprattutto, sono un concetto di giustizia sociale e lotta politica. Consideriamo che la resistenza deve essere esercitata da parte del nostro popolo e al suo fianco, per questo non accettiamo e non cerchiamo nessun posto di potere."


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OIDHO - denunciamo i seguenti fatti, che sono sommamente gravi e poniamo in dubbio tutto quello che il Governo del Messico ha voluto diffondere a livello internazionale sopra la supposta democrazia e il supposto rispetto dei diritti umani nel nostro paese:

1. Repressione contro il popolo di Oaxaca e l'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO)

La nostra organizzazione indigena-contadina ha un percorso di piu' di quindici anni di lotta pacifica per i diritti dei Popoli Indio in decine delle piu' emarginate comunita' dello stato; membra della COMPA (Coordinamento Magonista Popolare Antineoliberale), della Promotora-Oaxaca e aderente all'Altra Campagna, forma parte integrante dell'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca - APPO e i nostri membri hanno partecipato nelle attivita' del movimento popolare oaxaqueño durante tutti questi mesi, durante i quali siamo stati vittime, come migliaia di oaxaqueños e oaxaqueñas, della repressione massiccia e della persecuzione costante del regime autoritario di Ulises Ruiz Ortiz.

Qui non c'e' spazio sufficiente per dettagliare uno per uno tutti i terribili oltraggi e vili attacchi criminali del regime illegittimo di Ulises Ruiz e delle sue bande di assassini conto il popolo oaxaqueño. Gia' risulta a tutti che qui ci furono e ci sono 17 morti recenti e piu' di cinquanta assassinii politici dalla presa del potere di Ulises Ruiz. Gia' risulta a tutti c'e' stato un numero incalcolabile di desaparecidos, torturati, feriti, minacciati, perseguiti. Centinaia di prigionieri e incarcerati ingiustamente. Tutto e' stato denunciato nei media indipendenti e incluso in quelli commerciali. Tutto e' stato denunciato formalmente e in tempo di fronte agli organismi dei diritti umani nazionali e internazionali. Tutto e' rimasto chiaro di fronte alle istanze competenti delle nostre mal chiamate istituzioni, incluso il Senato della Repubblica, i cui rappresentanti agirono contro ogni evidenza condannandoci a continuare a patire una dittatura di fatto. Tutti i partiti politici, TUTTI, permisero E INOLTRE SOLLECITARONO che si reprimisse veementemente e con pieno appoggio
federale uno dei movimenti popolari piu' di massa e piu' legittimi nella storia del paese, con un'invasione massiccia della militarizzada Polizia Federale Preventiva.

Resta chiaro allora che qui si giocano grandi interessi economici nazionali e transnazionali, che hanno bisogno delle mafie statali per placare la maggioranza del popolo, che subisce la repressione e la miseria a tal punto che si sta sollevando per difendere il proprio diritto a una vita degna. L'insolita entrata delle forze repressive federali per sostenere un governo insostenibile ha lasciato una ferita tanto grande nel cuore degli oaxaqueños e delle oaxaqueñas che prima o poi esplodera' in ribellione, come ha fatto lo scorso hanno.

Questo e' quello che temono coloro che ostentano il potere e il denaro nel nostro stato e nel nostro paese, e per questo cercano di preparare la scena decapitando il movimento e diffamando le organizzazioni che partecipano in questa lotta e tutta la APPO nel suo complesso.

MOLTI, inclusi gli intellettuali di "sinistra", ci tacciono di radicalita' e intransigenza, o ci danno dei vandali uguale come il regime, osservano tranquillamente e si fanno complici della scomparsa di quanto del diritto costituzionale sara' esistito alcune volte a Oaxaca. MOLTI media si dedicano a ripetere quello che dice uno o un altro supposto leader della APPO, ma neanche fanno lo sforzo di conoscere la APPO nel suo complesso piu' ampio e plurale e il lavoro arduo che richiede organizzare un movimento di queste dimensioni sotto condizioni di costante repressione. MOLTI celebrano verbalmente la lotta della APPO quando gli conviene, mentre nelle vie di fatto si fanno complici del regime, sia federale sia statale, che tiene come obbiettivo precisamente la sradicazione di questo gran movimento
popolare-magistrale e la distruzione dell'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca. C'e' gia' chi abbandono' la APPO perche' gia' ha lasciato di servirlo per i suoi fini. E c'e' chi solo calcola come potrebbe approfittare della lotta del popolo per i suoi fini elettorali e per la sua cuota di potere, anche a costo del tradimento.

Nel mentre il regime avanza con i suoi piani di ottenere qui un silenzio assoluto. Durante le ultime settimane abbiamo potuto constatare che la strategia ora e' l'infiltrazione degli aggruppamenti partecipanti nella APPO al fine di dividere e "consegnare" gli attivisti chiave - e incomodi per chi
li consegna - ai corpi repressivi. Tale e' il caso della detenzione arbitraria del compagno David Venegas, consigliere della APPO, che nel movimento chiamiamo con affetto "el alebrije", che e' stato perseguito per settimane e detenuto il 13 aprile dopo alcune telefonate nel parco El Llano con l'assurda accusa di essere narcotrafficante. E' stato detenuto violando tutte le garanzie individuali ed e' stato crudelmente torturato per ottenere informazioni sopra altri membri della APPO. Siamo indignati di fronte a una simile bassezza ed esigiamo la sua liberazione immediata e incondizionata.

Intanto che il regime statale si preoccupa di simulare una calma idillica con pseudo-eventi culturali nella citta' di Oaxaca; mentre che i priisti (uomini del partito PRI, ndt) cercano di dividere le scuole una per una con l'avallo delle autorita' e il governo federale e statale in piena armonia
provano a comprare le autorita' municipali e comunali con la promessa di una infinita' di progetti; nel mentre che Calderon militarizza l'Istmo di Tehuntepec affinche' possano trasportare merci coloro che applaudono il suo Piano Puebla Panama; insomma, nel mentre, la persecuzione contro gli attivisti visibili della APPO e specialmente contro i suoi consiglieri si intensifica ogni giorno di piu' e le minaccie telefoniche e la perquisizione dei loro domicili personali e' pane di tutti i giorni. Le minaccie per Internet sono un altro strumento del regime per intensificare la guerra sporca contro questo movimento cittadino, come ad esempio le pagine che appaiono con immagini della compagna Carolina del CODEDI-Xanica e le minaccie di morte contro il compagno Ulises del CODEP. Non bastando tutto cio', tre compagni di questa organizzazione, membra della COMPA come noi, risultarono gravemente feriti in un incidente premeditato e provocato dagli assassini del regime statale. A OAXACA NON REGNA LA CALMA, MA L'IMPUNITA' E LA TOTALE ASSENZA DI UNO STATO DI DIRITTO.

2. Repressione contro la OIDHO - Organizzazione India per i Diritti Umani di Oaxaca

Per la nostra organizzazione OIDHO, la lotta per i diritti fondamentali dei popoli indio e' stata il nostro compito durante molti anni, e la repressione non e' niente di nuovo; negli ultimi quindici anni gran parte del nostro lavoro e' stato per la liberazione di decine di detenuti e incarcerati ingiustamente, e i nostri membri sono stati vittima delle persecuzione dei regimi statali precedenti, i quali ci hanno assassinato sei rappresentanti dei comitati comunitari dei diritti umani e hanno incarcerato decine di contadini che unicamente difendevano i propri diritti.
Tuttavia l'incornata dell'attuale regime oaxaqueño contro tutte le organizzazioni popolari di Oaxaca, attacco che inizio' in quei giorni che prese il potere Ulises Ruiz e la sua cricca che se la prese
precisamente contro le comunita' e le organizzazioni indigene in tutto lo stato, e' massiccia e senza precedenti.

In questo contesto si inseriscono le costanti minaccie di morte e attacchi violenti, anche armati, delle autorita' priiste contro i membri e i rappresentanti della nostra organizzazione OIDHO nelle diverse comunita' e municipi dove la nostra organizzazione porta a termine un lavoro di
organizzazione, manifestazione, promozione e difesa dei diritti umani in maniera tanto legale quanto legittima. E' il caso delle minaccie di morte contro membri dell'OIDHO a Santiago Xanica, distretto di Miahuatlan, San Miguel Panixtlahuaca, distretto di Juquila, Santiago Cuixtla, municipio di Santos Reyes Nopala, per menzionarne solo alcuni.

Nel caso di Santiago Xanica, le minaccie sono cotro le attiviste dell'OIDHO e dell'organizzazione fraterna CODEDI-Xanica; entrambe le organizzazioni denunciamo energicamente che continuano a essere detenuti nella carcere di San Pedro de Pochutla dal 15 marzo del 2005 nostri compagni zapotechi
(popolo indio, ndt) Abraham Ramirez Vazquez, Noel y Juventino Garcia, vittime del primo assalto armato del regime di Ulises Ruiz contro le comunita' indigene organizzate. Manca da dire che questi compagni sono costantemente perseguiti e minacciati con il trasferimento illegale a un altro penitenziario. Esigiamo la loro liberta' senza condizioni e immediata, perche' e' comprovata la loro innocenza.

Nel caso di San Miguel Panixtlahuaca, denunciamo attacchi con arma da fuoco dei sicari del PRI contro le case private dei/lle rappresentanti comunitari della nostra organizzazione, Guadalupe Mendoza e Felipe Mendoza Ruiz, cosi' come le reiterate minaccie di stupro e di morte contro varie membre della
nostra organizzazione. La compagna Guadalupe Mendoza e' consigliera della APPO per la regione della Costa.

Nel caso di Santiago Cuixtla esistono minaccie di morte contro gli ex detenuti del marzo 2005; in questa data fu fatta oggetto di pallottole e spari l'assemblea comunale della comunita' Chatina della Costa da parte del presidente municipale priista di Santo Reyes Nopala, il noto cacique e ex-porro Fredy Gil Gopar, che per certo gode della piena impunita'. E non bastando questo furono incarcerate le vittime dell'attacco e non i colpevoli.

E' sommamente delicata la situazione del nostro compagno Alejandro E. Cruz Lopez, zapoteco, avvocato difensore dei Diritti Umani da piu' di 15 anni, due volte prigioniero politico e torturato sotto i governi di Diodoro Carrasco (1998) e di Ulises Ruiz (2005), e che nel corso degli ultimi mesi e' stato vittima di un attentato con bombe molotov da parte dei sicari di Ulises Ruiz contro la sua abitazione personale (come risulta dall'azione urgente di Amnesty International del mese di giugno del 2006); allo stesso tempo ricevette un nuovo ordine di cattura fabbricati su menzogne e poi fu minacciato che "questa volta non ti tocchera' solo il carcere", la quale e' una chiara minaccia di morte.
In un'intervista con una televisione nazionale, Ulises Ruiz segnalo' Alejandro Cruz Lopez come principale responsabile del movimento a Oaxaca (insieme con Samuel Hernandez e Jacqueline Lopez Almanzan, compagni ex-detenuti del CODEP). Consideriamo che cio' si deve al fatto che questi compagni spinsero con successo all'alleanza tra organizzazioni sociali, civili e il corpo magistrale oaxaqueño. C'e' da sottolineare che il compagno Alejandro, membro della "commissione dei quaranta" nominata dalla APPO per il dialogo con la Segreteria di Governo e inoltre membro eletto del consiglio statale della APPO, ha dovuto abbandonare lo stato di Oaxaca, non puo' uscire allo scoperto e tutta la sua famiglia ha abbandonato le case dove viveva di fronte alle costanti minaccie del regime.

Denunciamo la persecuzione del regime contro la nostra compagna Felipa Cruz Zaragoza, consigliera della APPO che sta continuamente pedinata con chiamate telefoniche e individui in abiti civili che la vigilano. Ugualmente denunciamo la persecuzione contro la nostra compagna Guadalupe Mendoza, consigliera della APPO, che fu attacata in piena via pubblica da individui in borghese che trattarono di ottenere informazioni sopra personaggi chiave della COMPA.

E cosi', nel corso di tutti questi mesi e' stata istrumentata una campagna di linciamento contro di noi per mezzo di intellettuali del CISEN (servizio di inteligence messicano, ndt). In una serie di articoli della stampa siamo stati diffamati come gruppo intransigente e radicale, gruppo armato (alternamente relazionato con l'EZLN o l'EPR) o come aggrupamento di comunita' dove presumibilmente c'e' lotta armata. Per queste diffamazioni lo stato utilizza il fatto che formiamo parte di una piccola alleanza politica pacifica di nome Alleanza Magonista Zapatista - AMZ e segnala direttamente i membri del nostro consiglio politico.

Allo stesso regime le risulta falsa questa informazione, giacche' durante piu' di 15 anni nessun membro della nostra organizzazione in nessuna comunita' ha realizzato atti violenti e ne spinto per la lotta armata. Pero' queste menzogne sono diffuse per preparare il terreno verso la repressione selettiva del nostro raggrupamento, perche' mai ci siamo prestati ad "accordi all'oscuro" con i governanti.

E' particolarmente preoccupante che questa informazione fu pubblica anche in quotidiani, come si dice, "confidabili" quali Noticias de Oaxaca e La Jornada, il che mostra la strategia infame dei circoli piu' repressivi dello stato per dividere i movimenti e seminare dubbi circa quelle organizzazioni sociali che difendono i diritti umani e che si', abbiamo dialogato con il governo in altri tempi, con altri governi, in altre circostanze, pero' non siamo d'accordo con "trattative" che tradiscano il movimento popolare.

Temiamo che la persecuzione contro di noi possa recrudire nel corso dei prossimi mesi di congiuntura elettorale a Oaxaca, giacche' siamo membri attivi dell'APPO che pero' respingiamo ogni copertura dei partiti politici; noi, insieme con gli altri Popoli Indio di Oaxaca continueremo a lottare per il rispetto dell'organizzazione politica autentica degli indigeni di Oaxaca: la presa di decisioni in assemblee popolari e gli incarichi di autorita' come servizio gratuito al popolo e no come posto di potere. Allo stesso modo, continueremo a difendere i diritti costituzionali e la sovranita' del
popolo oaxaqueño contro la dittatura di fatto protetta dal governo federale in flagrante violazione dello "stato di diritto".

Come membri e consiglieri della APPO denunciamo energicamente lo stato d'eccezione e repressione che vive la nostra entita', esigiamo il ristabilimento delle garanzie costituzionali, il fermo dell'impunita' e delle mafie al potere, la liberta' incondizionata di tutti i prigionieri politici.

Allo stesso modo esigiamo la liberta' senza condizioni di tutti gli uomini e le donne detenute in Messico, specialmente le vittime del bestiale attacco a San Salvador Atenco.

Ci rivolgiamo alla solidarieta' di tutte le organizzazioni che difendono i diritti umani e facciamo un energico e fraterno appello all'unita' del movimento popolare in lotta per un Messico con democrazia, giustizia e liberta'.

Link:

Alianza Magonista Zapatista: http://espora.org/amz/
Documenti dell'OIDHO: http://espora.org/amz/rubrique.php3?id_rubrique=13
Sito della APPO: http://www.asambleapopulardeoaxaca.com/


posted by: fz
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