Questa è una narrazione piuttosto completa dai primi momenti dell'occupazione alla fine del 2006, arrichita da link ed immagini quando possibile. In buona parte è il contenuto anche del libro 18 anni senza stato.
Mentre il movimento è sotto botta per la repressione di Genova e l’annichilimento prodotto dalla caduta delle torri gemelle e dalla conseguente caccia all’islamico, la nostra occupazione di periferia sembra invece conoscere una nuova fioritura sociale. Abbiamo accumulato esperienza e i viaggi e le mobilitazioni hanno finalmente prodotto un ottimo spirito di gruppo fra gli occupanti (addirittura molte domeniche dell’anno ci vediamo per fare partite a pallone fra squatters nei campetti del quartiere). Questa energia si tradurrà nella riapertura del posto al quartiere con varie attività, dopo anni di “introspezione”. Partecipano alla vita dello spazio sociale vari ragazzi del quartiere e delle zone limitrofe.
Viene rilanciato l'Infoshop con una ristrutturazione dei locali e con una apertura programmata per due volte a settimana dalle 17 alle 22.
Escono numerose nuove nostre autoproduzioni, a cominciare dalla traduzione di un libricino scritto da K. una nostra compagna canadese sopravvissuta ai pestaggi delle guardie nella scuola Diaz di Genova (G8). Escono inoltre libretti che raccolgono le cronache dei vari controvertici a cui abbiamo partecipato attivamente.
Apre, inoltre, il Fucked Hacking Laboratory (per gli/le amic* F-HACKLAB), cioè un piccolo laboratorio di computer (riciclati e riassemblati) dove condividere conoscenze tecno/informatiche, smontare e rimontare hardware e software, programmare senza limiti. L’appuntamento settimanale e serale del mercoledì del f-hacklab diventerà un riferimento negli anni a seguire per le nostre attività infrasettimanali e avvicinerà giovani ragazzi del quartiere, all’inizio semplicemente con i giochi in rete e poi con vari corsi autogestiti (Html, grafica, linux, etc). Alcuni di questi, all’inizio timidi ospiti, oggi vivono nel L38 Squat.
Riprende a funzionare la BIRRERIA quotidianamente, gestita dai ragazzi del quartiere, ma questa esperienza naufraga più o meno rapidamente.
Nel frattempo la storia ci dà ragione e l’Argentina, guidata dai tempi della dittatura di Videla secondo i “consigli” del FMI e della Banca Mondiale, collassa. Nei TG si parla soprattutto dei risparmiatori italiani che lì avevano investito e perso tutto, ma quello che ci fa godere, e solidarizzare con il popolo argentino, è vedere il presidente fuggire in elicottero dalla Casa Rosada assediata da milioni di persone. Faremo iniziative ed azioni solidali con gli argentini e contro le banche che vi hanno speculato, e qualcuno di noi avrà la possibilità di andare fin lì a conoscere la situazione.
Su questi temi globali (neoliberismo, cambio climatico, movimento noglobal) continuiamo a scendere massicciamente in piazza a Zurigo contro il WEF e poi respinti da Monaco contro la Nato; a Civitavecchia (contro la centrale a carbone con lo striscione: enjoy ecoriot - inquinamento locale sfruttamento globale); al campeggio antirazzista (No Border! No Nation!) di Strasburgo; e alcuni di noi sono fra gli organizzatori della prima Critical Mass romana, che esordisce con più di cinquanta cicloribelli (1° giugno). Sull’onda della repressione post-Genova partecipiamo alla Media Parade, una street con più di 20.000 partecipanti per il diritto alla libertà d’opinione sotto attacco col tentativo di revoca della concessione a Radio Onda Rossa e il sequestro, con gran dispositivo militare, degli archivi di Indymedia Italia. A novembre scendiamo in piazza contro gli arresti per 270bis e andiamo al Forum Sociale Europeo di Firenze; il 7 dicembre manifestiamo contro l’ennesima retata sui fatti di Genova: nove custodie cautelari in carcere, quattro arresti domiciliari, sei obblighi di dimora, quattro obblighi di presentazione all'autorità giudiziaria. E a margine degli arresti e delle notifiche degli altri provvedimenti sono state eseguite anche 45 perquisizioni a La Spezia, Parma, Milano, Pavia, Lecco, Bergamo, Brescia, Padova, Rovigo, Firenze, Roma, Napoli, Avellino, Reggio Calabria, Palermo, Ragusa, Messina e Catania. Le accuse sono di devastazione e saccheggio, fabbricazione, porto e detenzione di materiale esplosivo, porto e detenzione di arma impropria, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
Ma l’attenzione internazionale, e quindi il nostro sforzo politico in tal senso, è concentrata sulla Palestina. Da marzo tutte le maggiori città palestinesi sono state occupate dall'esercito israeliano, che poi estende la sua offensiva anche ai villaggi più piccoli con incursioni e ritiri. In tutte le città e i villaggi l'esercito sta rastrellando casa per casa eliminando i combattenti e le figure rappresentative della società civile palestinese, non disdegnando però l'uccisione di civili inermi e l'uccisione di prigionieri arresi. Le ambulanze vengono bloccate nei garage, i feriti vengono lasciati morire dissanguati. A Ramallah, dove Arafat è sotto assedio, sono stati costretti a scavare una fossa comune dentro il cortile dell'ospedale per seppellire i cadaveri ormai in numero tale da non poter più essere contenuti nell'obitorio. A Betlemme si spara contro la chiesa della Natività e si da fuoco alla Moschea di Omar che gli sta di fronte. Gli israeliani sicuri dell'impunità si abbandonao ad ogni violazione del diritto internazionale e delle convenzioni di guerra (come hanno sempre fatto).
Partecipiamo, nel corso dell’anno, almeno ad una decina di manifestazioni in appoggio al popolo palestinese, scriviamo un numero di A4 Newsbot su questo tema e lo stampiamo anche in inglese per distribuirlo ai turisti nel centro, dove una notte restiamo anche a presidiare la manifestazione permanente che da giorni staziona sotto gli uffici ONU di Roma. Anche la manifestazione del 25 aprile viene dedicata alla liberazione della Palestina, mentre a settembre andiamo un bel gruppo a Marsiglia, partecipando ad un oceanico corteo nella città più araba della Francia contro il genocidio perpetrato dallo Stato di Israele. Da giugno, sulla torre laterale del ponte della nostra occupazione, sventola un’enorme bandierone della Palestina. Alcuni di noi ad aprile vanno nei Territori con un carovana di solidarietà assieme a chi di noi da anni vive tra Roma e la Palestina, lavorando ai progetti di supporto al popolo palestinese.
Nel corso dell’anno partecipiamo a un sano presidio antifascista dove s’è mandato lungo qualche deficiente nazista di Base Autonoma (che chiude là la sua triste vicenda), e partecipiamo al dibattito con l’anarchico primitivista Zerzan (all’Università e a Torre Maura) e, infine, portiamo a dicembre il nostro contributo e il nostro banchetto infoshop al Plastik 8, storico e controverso “rave antagonista”.
Nel posto è un fermento di iniziative, cene e video per alzare i soldi e diffondere tutte le attività svolte in piazza e a casa (f-hacklab e infoshop, Palestina, noborder camp e antirazzismo, globalizzazione).
Una notte di dicembre un boato ci sveglia: una bomba alla bisca che si trova nei locali immediatamente sotto le nostre case fa tremare il ponte, ma non ce l'hanno con noi. Ce la sfanghiamo con tanto fumo, qualche danno e un po’ di spavento e una prova generale di evacuazione d'emergenza
L’anno 2002 si chiude lasciando nella capitale tre nuove zone liberate: a Portonaccio occupano lo Strike, a Marconi l’ex cinodromo diventa il LOA Acrobax e verso il mare, dalle ceneri di Spaziokamino, risorge Zetakappa. Con gli ultimi due posti, sia per vicinanza territoriale e sia per amicizia, manterremo una collaborazione continua nella costruzione di iniziative e mobilitazioni.
Si continua fortemente nelle campagne contro la globalizzazione capitalista e ci si prepara a quello che sarà l’appuntamento dell’anno per gli attivisti/e di tutto il mondo il vertice del G8 a Genova in luglio. L’agenda però è piena anche di altri controvertici: Praga, Davos, Quebec City, Napoli, Gotemborg…
Una parte di noi lavora duramente per la costruzione delle proteste contro il Global Forum di Napoli, alla cui contestazione, a marzo, partecipiamo in massa. Gli scontri sono duri (e per una volta anche molti poliziotti rimangono feriti!) e la repressione sarà un ricco assaggio di quello che ci aspetta a Genova. Molti, nella sinistra ufficiale, hanno dimenticato che le violente cariche sugli studenti, la criminale ed asfissiante chiusura della piazza, le torture nelle caserme, furono pianificate e approvate dal governo Prodi.
Una mattina di febbraio ci svegliamo con lo sgombero di Spaziokamino, per undici anni riferimento della Ostia antagonista e underground. La mozione di sgombero è firmata anche da Rifondazione Comunista ed avallata dalla Giunta Rutelli. Partecipiamo attivamente al corteo successivo allo sgombero, arrabbiati ma anche delusi dalla poca prospettiva politica nella reazione dei compagni. Il litorale dei commercianti borghesi ci fa ribrezzo e la nostra manifestazione a ritmo di techno sembra un grido nel nulla.
A giugno la AS Roma vince lo scudetto, la città è in giubilo e il nostro ponte da grigio che era diventa totalmente giallorosso.
Da L38 Squat partiamo in tantissimi/e per partecipare attivamente alla settimana contro il G8 a Genova che malgrado una città blindata e impaurita vede un’esplosione di centinaia di migliaia di attivisti/e di tutto il mondo. Tutto ciò spaventa il governo italiano (già passato nuovamente nelle mani di Berlusconi) che fa svolgere il vertice in una specie di territorio fortificato dentro la città, la “zona rossa”. Come un esercito assediato e inferocito, poi, la celere irrompe sui manifestanti con incredibile violenza, pestaggi, torture di centinaia e centinaia di persone e l’uccisione di Carlo Giuliani. Torniamo sconvolti, tutti/e testimoni della ferocia dello scontro e dell’aria “cilena” che si respira.
Il capitalismo cominciava ad essere troppo in discussione i ricchi si preoccupano molto di come stanno andando le cose, la partecipazione di massa di gente di ogni dove al movimento contro la globalizzazione capitalista e lo scandalo per le violenze della polizia italiana sono altissimi in tutto il mondo. Poi avviene l’11 settembre tutto crolla e tutto deve tacere, c’è di nuovo IL NEMICO stavolta è l’Islam e subito iniziano le guerre e il lavaggio del cervello generale per creare il nuovo nemico pubblico.
Da noi al Laurentino 38 oltre a partecipare alle grandi manifestazioni a Roma, a Genova e altrove continuiamo A4 Newsbot ed iniziamo un percorso sul sessismo che svilupperemo anche gli anni successivi.
La grande riuscita delle manifestazioni che hanno impedito l’incontro del WTO a Seattle accende l’entusiasmo dei movimenti di trasformazione, la crisi del capitalismo è evidente e ormai non c’è neanche più il pericolo comunista a fare da spauracchio, è tutto un fiorire di azioni, culture, saperi e iniziative in tutto il mondo (nord e sud) e anche il movimento italiano in varie forme è attivissimo e c’è una nuova grande partecipazione della società civile anche con i Social Forum e tante altre piccole associazioni formali e informali che agiranno capillarmente da qui fino al vertice G8 di Genova 2001.
Quasi tutti/e gli occupanti di L38 Squat sono impegnati dentro questo movimento, nella comunicazione come nelle azioni dirette, i blocchi e tutto il resto e spesso si va in grandi gruppi agli appuntamenti di manifestazione, ma anche di discussione, in Italia e in Europa. Nel gennaio del 2000 alcuni di noi andranno a Davos, ad impedire, in mezzo alla neve, il vertice/vacanza del World Economic Forum. Questo appuntamento diventerà immancabile per almeno 4 anni successivi, trasferta a cui parteciperemo sempre più numerosi.
Dopo anni di pubblicazione a periodicità alterna di INFO decidiamo di fare un giornale collettivamente con una periodicità più ridotta e un linguaggio alla portata di tutti: “A4 Newsbot”, molto ispirato a SchNews anche per il formato, la grafica e la distribuzione via PDF su Internet. Sono infatti gli anni in cui si stringono i network creatisi gli anni prima grazie anche all’esposizione della rete e i gruppi di attivisti/e di tutto il mondo si stanno coordinando per bloccare la WTO a partire dall’iniziativa di fine novembre 1999 a Seattle.
Dentro L38 Squat produciamo 3 numeri di A4 newsbot, uno appunto sul movimento anti WTO in fermento, un altro contro il copyright e un terzo sul clima e riscaldamento globale. C’è anche un “imponente” avvicendamento di occupanti e molte case cambiano di inquilino e gli spazi per nuovi attivisti/e che vorrebbero stare qui, che prima erano abbondanti, cominciano a farsi sempre più ridotti.
A Roma come un po’ in tutta Italia malgrado i buoni risultati del movimento, all’interno dello stesso c’è parecchia tensione tra diverse tendenze soprattutto riguardo alle “tute bianche” ed alla spettacolarizzazione & rappresentazione dello scontro da questi inscenato ed anche da diversi episodi di intimidazione portati avanti da questa componente che vuole dominare la scena.
Si inizia con la street per la difesa del Villaggio Globale dove questo monopolio dell’azione diretta da parte della componente tute bianche ci pare insopportabile e la mandiamo in frantumi prendendoci e difendendoci i nostri spazi di azione. Altro momento di scontro è stata la gestione della street parade di carnevale, nei primi di marzo. Il corteo musicale arrabbiato e partecipatissimo sfocia in scontri con la polizia, fiamme e barricate in via Cavour, e, a seguire, anche molta devastazione inutile. Noi del Laurentino pensiamo che dovremmo analizzare questo disagio esplosivo piuttosto che accusarci vicendevolmente di non saper gestire piazza, dall’altra parte ci viene accollata la paternità dello spontaneismo rioter. Si arriva ad una aggressione dentro una sede a Via dei Volsci, è il momento più buio da decine di anni nel movimento romano spaccato in due, l’unità e la grande famiglia dei centri sociali del 1991 è andata a farsi benedire, si è ormai arrivati più di una volta allo scontro fisico. Si mette fine a questa deriva e si riparte con presupposti diversi dopo una tesissima assemblea in strada a Via dei Volsci dove si chiarisce l’autonomia di tutti nel movimento.
Per quanto ci riguarda come da sempre continuiamo con la nostra autonomia da tutto e tutti, ci confrontiamo con chi ha problemi con noi, senza starci a fare pippe mentali e crearci nemici o moloch, pratica che forse ci è più facile perchè alcuni di noi stanno dentro queste storie da tanti anni e ci si conosce tutti. Continuiamo a respingere le pratiche violente dentro al movimento e più di una volta ci troviamo a dover districare i casini che succedono a Roma tra varie componenti.
Altro spiacevole evento in cui ci ritroviamo coinvolti è la rissa che scoppia dentro il Rialto occupato, un centro sociale in pieno centro, di fronte al Quirinale. Da banali incomprensioni si arriva all’accoltellamento di un compagno di Radio Onda Rossa. Il movimento chiede chiarezza, il Rialto si nega e col tempo qualche compagno/a abbandona la struttura che cambia anche sede, scazzando con il Movimento di lotta per la casa e infine diventa una delle tante associazioni/locale del divertimentificio romano. In quanto a noi ci resta una lunga riflessione interna, ancora una volta, su machismo, alcool e super-alcool.
Nell’ottobre del 2000 i più giovani del Laurentinokkupato danno vita al gruppo MW4K (Make way for kids) con una festa elettronica allo Spaziokamino di Ostia, con i cui occupanti nasce una proficua e lunga amicizia/alleanza. Questo gruppo riprenderà la funzione catalizzatrice delle lotte studentesche di zona, sarà un network di realtà giovanili alternative ed antagoniste e avvicinerà altre persone al posto occupato, alcune delle quali diventeranno attivisti ed inquilini negli anni successivi. Lo stile sarà molto “raver” e da allora nella vita dello squat si scateneranno costantemente focose discussioni (e simpatiche prese in giro) fra le nuove generazioni “techno” e la vecchia guardia “punk”.
2001 - Irrompiamo nei vertici delle elite del dominio, NO G8
Una stagione anomala, di ricambio e di svolte, all’alba dei movimenti di critica alla globalizzazione. Noi, un po’ ironicamente, riferendoci a questo periodo lo chiamiamo il “medioevo”. In parte perché rispetto allo splendore dell’età dell’oro dei centri sociali, cioè i primi anni ’90, il posto appare un po’ opaco, trasandato e meno frequentato - come in tutti gli altri csoa romani - e in parte perché il ricambio delle persone attive dentro il posto ancora non è consolidato, dando scarso senso di coesione alla comunità degli occupanti di L38 Squat.
L’onda lunga dei movimenti studenteschi e universitari è finita da un pezzo e l’arrivo dei movimenti noglobal ancora non si percepisce in tutto il suo spessore: eccoci quindi in una fase di mezzo, appiattiti dalla pace sociale del governo di centro-sinistra di D’Alema che interviene militarmente in Kosovo. Non mancheranno amari conflitti tra le anime dell’antagonismo romano degenerando fino al tristemente noto assalto al Forte Prenestino da parte di un gruppo di “compagni”.
Intanto ci si prepara per il Giubileo del 2000 e con tutti i soldi che piovono sulla Capitale per i pellegrini gira voce che tra i tanti interventi che il comune vuole fare ci sia anche la ristrutturazione del 6° ponte... senza di noi dentro. Facciamo una campagna di informazione contro le voci di sgombero che circolano, con volantinaggi al supermercato di zona e striscioni nel quartiere. Alla fine il ponte lo riverniceranno e risistemeranno esternamente nel GIUGNO 2006 e con noi ancora dentro.
Nelle piazze la situazione è tesa e alcune manifestazioni finiscono con incidenti e tafferugli in particolare a piazza Venezia dopo il tentativo di sfondare a via Botteghe Oscure, in protesta contro i bombardamenti Nato in Serbia, sostenuti politicamente e militarmente dal governo del PDS. Saranno moltissime le iniziative pubbliche contro la guerra, dai cortei di quartiere a quelli nazionali, tutti molto tesi, addirittura ad Ostia, in un corteo di quartiere, riusciamo a fare a pizze con la polizia. Ad appesantire il clima contribuiscono le voci di sgombero del Villaggio Globale, che in seguito organizzerà una street parade in cui il movimento parteciperà combattivamente ma anche con i primi scazzi che segneranno l’entrata in scena prepotente delle tute bianche. Di quella street resta indelebile il ricordo di un memorabile illegal rave in piazza del Campidoglio. Benzina sul fuoco la getta infine l’arresto di Ocalan, il corteo che assalta la sede della Turkish Airline e la successiva repressione dell’Operazione Girasole, con perquisizioni e arresti nei centri sociali romani.
Noi partecipiamo attivamente ai cortei e ai momenti di piazza, ma la questione del PKK e della sua dirigenza, nonostante il viscido atteggiamento del governo italiano e il forte risalto mediatico dell’evento, non influenza molto l’agenda delle iniziative dello squat. Facciamo piuttosto una serata per la liberazione di Mumia Abu Jamal, proiettando per la prima volta dal nostro terrazzo al lato senza finestre del palazzo di fronte... un maxi schermo di cemento che riproporremo in seguito con strumenti tecnologici più avanzati! Altre tre significative iniziative segnano la stagione:
- Una tre giorni ad aprile per gli 8 anni d’occupazione culminante con il concerto dei BrutoPop. Un’iniziativa attraversata da mostre (una fotografica sul quartiere Laurentino 38 e l’altra sulla sessualità liberata organizzata dal Gruppo di Autocoscienza Femminile) e concerti anche al mattino (organizzati dal collettivo “Hazet 36”, nella prima Sega Collettiva). La festa, per motivi non proprio felici, segnerà anche l’avvicendamento di alcuni vecchi occupanti con quelli più giovani che iniziano a prendersi le responsabilità di stare dalla parte dell’organizzazione delle iniziative.
- Un formidabile Gran Galà di Boxe, partecipato da centinaia di persone, organizzato a maggio come benefit per finanziare le spese processuali di 4 anarchici espropriatori in Spagna. Uno spettacolo curato nei minimi dettagli, fatto insieme agli squatter del Barocchio di Torino, passato agli annali come esilarante e coinvolgente evento teatrale/sportivo!
- L’altra partecipata iniziativa, indetta per il 16 ottobre - la giornata mondiale d’azione contro McDonald’s, è una mostra/concerto con HIJOS MUERTOS e con una massiccia distribuzione di materiale contro il noto fast food e le multinazionali in genere. Da allora il lavoro di critica al McWorld e al mercato globale diventerà centrale nelle iniziative politiche dello squat e soprattutto dell’Infoshop.
Nell’autunno si scioglie il collettivo autonomo “Hazet 36” per confluire in altri progetti o direttamente nella gestione del posto. Gli ultimi due volantini del collettivo parleranno di CPT e del WTO, due temi che resteranno nell’agenda politica del posto per molti anni e per la cui abolizione tutt’oggi lottiamo. Nel frattempo, la rivoluzione informatica irrompe ai ponti e l’alfabetizzazione digitale coinvolge sempre più attivisti/e dello spazio occupato, rinforzando la crew web di Tactical Media Crew e dando vita, successivamente, a numerosi progetti in rete.
Il vento di Seattle e la gioia dei movimenti che hanno bloccato il vertice del WTO, trasmettono un’energia febbrile che sembra scuotere il posto come il movimento italiano in genere... Banca Mondiale, OGM, FMI, diventano pane quotidiano e ci aspetteranno anni di controvertici in giro per il mondo e l’Europa!
Pubblicazioni - Ad aprile esce info #9 che segnerà la fine della prima (lunga) stagione di questa rivista autoprodotta. Infatti il numero #10 uscirà nel dicembre 2008.
Il 1998 lo viviamo con la tensione di un anno tragico, scosso dalla morte di Edo prima e Sole poi. A Torino infatti per un'inchiesta su degli attentati contro varie nocivita' vengono incarcerati diversi squatters accusati di essere ecoterroristi, con una grande campagna diffamatoria e forcaiola sulla stampa ufficiale. A pochi mesi di distanza l'uno dall'altra, Baleno e Sole, due degli arrestati/e, si suicidano in carcere. I giornalisti che hanno condotto la campagna di criminalizzazione insieme ai magistrati sono coperti dal nostro odio. Ci sono molte manifestazioni rabbiose a marzo e a luglio. A Torino ma anche a Roma e c'e' un grande scambio solidale con gli squat torinesi e la loro radio (Black Out); l'atmosfera tesa e la criminalizzazione del movimento squatter, anarchico e delle occupazioni in genere fanno da collante e la contaminazione darà i suoi frutti, fino, ad esempio, a una grande iniziativa con gli squatter piemontesi che faremo l'anno successivo (il Gran Galà di Boxe) a L38 Squat. Nel nostro posto continuiamo a fare diverse inziative a sostegno degli anarchici ancora in carcere per l'inchiesta ROS-Marini e realizziamo inziative di osteria romana insieme ad altre individualita' anarchiche di Roma.
Nel corso dell'anno nel nostro posto vengono a fare le riunioni gli studenti medi del liceo Platone e delle scuole vicine. Dapprima, col materiale della biblioteca del centro sociale, realizzano una mostra itinerante nelle scuole sulle strutture educative comunitarie del Chiapas e poi fondano il collettivo autonomo "Hazet 36" che catalizza poi le lotte studentesche di zona. Da questa rete di rapporti nel mondo delle scuole, infine, prende vita al Laurentino anche l'esperienza del Gruppo di Autocoscienza Femminile. Alcuni di questi/e ragazzi/e negli anni successivi forniranno un ricambio generazionale dentro il posto.
Quest'anno infatti alcuni degli occupanti che erano qui fin dall'inizio dell'esperienza decidono di andare a vivere insieme in una casa al centro della citta' lasciando la casa ristrutturata dentro L38 Squat e allentando la partecipazione alle attivita' del Laurentinokkupato. Si pensa alla fine di un'era, ci saranno tempi cupi?
Nell'autunno comunque gran fermento di iniziative, alcune realizzate col collettivo antagonista Granello di Sabbia, composto da compagn* del litorale sud. Pero' dopo una serie di gravi incomprensioni smettiamo di collaborare con loro. Parte, inoltre, la rassegna cinematografica preparatoria al gran Giubileo con "Le Notti del Caprone", proiezioni di film horror e satanisti, e facciamo anche due iniziative di sostegno per Radio Onda Rossa, con Prozac e West Coast.
L'infoshop funziona bene, fa anche spedizione dei materiali per posta a gente che li richiede tramite il sito internet. A febbraio pubblichiamo l'Info #7 e a ottobre l'Info #8. Viene realizzata l'attuale versione grafica del sito del Laurentinokkupato.
No Copyright
Via Domenico Giuliotti 8x, 00143, Roma