Questa è una narrazione piuttosto completa dai primi momenti dell'occupazione alla fine del 2006, arrichita da link ed immagini quando possibile. In buona parte è il contenuto anche del libro 18 anni senza stato.
Il 1989 fu caratterizzato politicamente da tre cose il sostegno continuo all'Intifada, la campagna NE' EROINA, NE' POLIZIAcontro le leggi proibizioniste, la legge Craxi Jervolino e poi ad agosto quello che è rimasto un passo importante della storia del movimento di quegli anni, la resistenza, lo sgombero, la demolizione, la rioccupazione e la ricostruzione del Leoncavallo.
Noi stavamo ancora al Casale per i primi mesi dell'anno, poi il cantiere dove prendevamo la luce chiuse, e così rimanemmo al buio, non mi ricordo da quale mese, ma mi ricordo che ormai eravamo coinvolti in così tante cose che il fatto di avere o no un posto attivo, in quel momento, non era così importante, perchè di posti ce ne erano tanti e si stava bene in tutti quanti e così piano pianolasciammo il Casale.
Continuammo a stare insieme come collettivo, andavamo a sfondare ai concerti, mi ricordo che a quello dei Ramones ci ritrovammo li insieme a quelli del Forte e ad altri e che alla fine il cancello crollò addosso ai celerini che stavano dietro e ci rimasero sotto, senza farsi troppo male (noi naturalmente gli camminammo sopra).
Nel frattempo ci fu la repressione di Piazza Tienamen e tutti i paesi dell'europa dell'est che insorgevano, fino al crollo del muro di Berlino. Per noi del Centro Sociale che eravamo cresciuti ascoltando Radio Onda Rossa che aveva sempre definito l'URSS uno stato imperialista ed il socialismo reale come qualcosa che non aveva assolutamente nulla a che vedere con quello che volevamo noi, non fu un grosso trauma, tutt'altro. Uno degli slogan dell'epoca, che non sentiremo mai più vista la scomparsa dell'Unione Sovietivca era: USA URSS, la terra non è vostra, Palestina libera, Palestina Rossa.
Contro la legge proibizionista tutto il movimento si mosse con forza, il nostro slogan NE' EROINA NE' POLIZIA riassumeva la nostra soluzione, noi eravamo la soluzione all'emarginazione. Ai quartieri ghetto contrapponevamo i centri sociali occupati, l'aggregazione autogestita, mentre al governo Craxi rubava a mani basse e per distogliere l'attenzione puntava il mirino contro i tossicodipendenti già emarginati dalla società.
Fu la guerra totale ai socialisti, Craxi Boia (dove la x diventava una svastica) fu la scritta più diffusa d'Italia, le sezioni del PSI vennero imbrattate, la contrapposizione arrivò fin nelle nostre famiglie... questa legge non doveva passare.
Poi i socialisti si vendicarono, il cognato di Craxi, sindaco di Milano, diede l'ordine per il 16/8/89... ci fu lo sgombero del Leoncavallo, che cambiò tutto. Adesso gli spazi bisognava tenerli o cercare di tenerli come avevano fatto dai tetti del Leoncavallo. Mi ricordo che i più scafati di noi partirono per il Leoncavallo(vedi foto), andammo su a Milano il 22 settembre per il convegno nazionale dei Centri Sociali Autogestiti CONTRO I PADRONI DELLA CITTA'.
Dai primi di novembre tornammo a vederci collettivamente nei locali occupati di Via Lipparini al terzo ponte, che erano poi gli spogliatoi del campetto di pallone, che erano stati riadattati prima a sede di un giornaletto locale (il nettare) e poi il grosso dei locali (piuttosto piccoli) vennero via via trasformati in sala prove dai pischelli che suonavano al Casale e che non potevano fisicamente stare senza suonare o senza stare insieme (loro erano proprio piccoli 14, 15 anni e si muovevano poco dal quartiere).
Ci vedevamo quelli che avevano occupato il Casale con altri compagni, e stavolta quelli che facevano riferimento alla LSR, ma che non avevano molto partecipato al Casale erano venuti più determinati.
Facemmo riunioni tutti i giovedi di quell'autunno, tirammo fuori anche un volantino che distribuimmo in quartiere, che "invocava" il bisogno di un centro sociale autogestito. Mi ricordo anche che scazzammo con alcuni della LSR perchè avevamo fatto il volantino con scritto in fondo APRIRE DIFENDERE DIFFONDERE SPAZI SOCIALI AUTOGESTITI che loro ritenevano essere uno slogan che li accostasse troppo agli autonomi, per forza molti di noi lo erano!
Poi tra la fine del 1989 ed il 1990 tutti i nostri programmi di piccoli passi e riunioni pallose andarono a farsi benedire arrivava il movimento...
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