Questa è una narrazione piuttosto completa dai primi momenti dell'occupazione alla fine del 2006, arrichita da link ed immagini quando possibile. In buona parte è il contenuto anche del libro 18 anni senza stato.
A fine dicembre del 1990 uno dei compagni che stava al Casale organizza insieme ad altri compagni della zona un concerto alla rotonda del 6° ponte, che era gestita e occupata dall'associazione "La Scintilla" dell'OPR (l'OPR per chi non la conosce è l'Organizzazione Proletaria Romana, Lista di Lotta, Radio Proletaria poi Radio Città Aperta etc. un gruppo che ha sempre avuto rapporti abbastanza scontrosi con l'autonomia). Dato che questo compagno aveva precedentemente fatto una scelta personale che noi giudicammo, e ne siamo ancora convinti, inammissibile. Quindi andammo a vedere che succedeva e cercammo subito di mettere le cose in chiaro. In sostanza aveva ottenuto una stanza dentro i locali della Scintilla e l'aveva chiamata Centro Sociale La Sveglia. Per evitare ambiguità una decina di noi ci si buttò dentro a vedere che si poteva fare.
Stando ai locali del 6° ponte ci rendemmo conto che tutto il ponte e gran parte degli uffici erano vuoti. Bisogna dire che i ponti erano stati occupati (lo sono nuovamente tutt'oggi) fin dall'inizio, nel 1980 dall'autonomia (tutti quelli che oggi nel 2000 hanno + o - 40 anni avevano occupato le case qui) poi vennero rioccupati e nel 90 assegnate delle case agli occupanti a TorBellaMonaca e i ponti vennero sgomberati e murati.
Insomma perchè accontentarsi di una stanza sotto il controllo dell'OPR quando potevamo prenderci tutto quello spazio, certo era ridotto uno schifo, con acqua e luce a portata di mano e poi eravamo in un nuovo periodo di slancio dei centri sociali con continue nuove occupazioni. E infatti malgrado l'ostilità dell'OPR, a febbraio ci prendemmo quello che è oggi il Laurentinokkupato / L38 Squat.
Era ridotto molto male (foto) e da allora e per molti anni sono andati avanti i lavori per rimetterlo in sesto e tenerlo in piedi. Passammo i primi mesi bellissimi a vivere e lavorare qui dentro, a passare al setaccio i rimanenti ponti abbandonati per prendere i "pezzi di ricambio". Infatti questo quartiere è stato fatto con gli stampini ed è costituito da 11 ponti tutti uguali, questa è una delle sue caratteristiche più alienanti, ma noi la sfruttammo a nostro vantaggio e ogni sera si partiva e si andava al 5° al 7° all'8° e così via a prendere porte, finestre, vetri, sanitari, infissi... insomma tutto quello che mancava e poi con l'occhio attento ai cassonetti, poteva sempre esserci qualcosa che serviva tipo pensili per la cucina, reti per i letti, lampade da riciclare, macchine del gas, una tele mezza funzionante, un materasso non troppo lercio. E poi, naturalmente i cantieri, che fin da piccoli erano stati la nostra passione. Adesso c'era anche la motivazione ideologica, stavano infatti costruendo la chiesa al Laurentino, e noi la notte gliela andavamo a smontare. Non so infatti quante decine di belle tavole da gettata sono diventate i nostri tavoloni, panche, cassepanche, tutto fatto di queste tavolone gialle (foto) che erano molto meglio delle solite palanche (che comunque non ci siamo fatti mancare). Insomma fu un gran periodo di lavori edili dove i pochi che sapevano insegnarono agli altri le proprie abilità di falegnami, muratori, elettricisti, idraulici, fabbri etc.
Fuori c'era la Guerra del Golfo, le manifestazioni contro gli USA, gli italiani in guerra, un grosso fermento artistico attraversava il movimento c'erano un sacco di nuovi gruppi, le posse, i graffiti, i video, la vivacità del movimento aveva dato coraggio all'autoproduzione e così dopo il disco di ONDA ROSSA POSSE, uscivano continuamente nuovi dischi tipo Balla e difendi, che diventarono insieme alle posse la colonna sonora di quei tempi, ed erano cose veramente potenti.
A maggio eravamo pronti per la nostra prima iniziativa seria, avevamo messo a punto la birreria (poi l'abbiamo smontata e rifatta un sacco di volte) e improvvisato al piano di sotto una sala concerto unendo due stanzoni. Quindi dopo esserci messi d'accordo con gli amici, compagni dei gruppi preparammo la locandina suonavano i GAS (che da sempre ci sostenevano), la Banda Bassotti e i Red House. Per noi il meglio che c'era in Europa all'epoca!!!
Lo spirito era molto diverso da oggi, infatti i gruppi erano fatti da compagni/e che ANCHE suonavano. Ad esempio i Bassotti vista la nostra ridicola amplificazione andarono a prendere la loro dall'altra parte di Roma, senza battere ciglio, nessuno neanche pensava a chiedere o a parlare di soldi, ad oggi ne sono rimasti proprio pochi di gruppi che si comportano ancora così. Il concerto fu eccezionale anche perchè tutti tra il pubblico sapevamo tutte le canzoni ed era praticamente un coro dall'inizio alla fine, con qualche interruzione tipo quando arrivavano gli abitanti del 6° che venivano a mostrare il loro dissenso (ve sparo) per il casino infernale che facevamo. Noi infatti, da criminali quali eravamo all'epoca non avevamo insonorizzato un cazzo e i gruppi praticamente suonavano dentro casa di quelli del palazzo di fronte, poi già immediatamente dopo e negli anni abbiamo molto migliorato le cose ed abbiamo capito che non dovevamo farci odiare dal vicinato per il casino o approfittarcene perchè la gente da queste parti non chiama la polizia e non va a farti le denuncie.
La mattina del 19 maggio scoprimmo una cosa terribile ascoltando Onda Rossa, nella notte i fasci avevano incendiato il CS Corto Circuito e dentro era stato ucciso un ragazzo, Auro. Andammo tutti al corteo per il quartiere di Lamaro nel pomeriggio, fu l'inizio di un lungo periodo di mobilitazioni antifasciste e di scontri di strada.
Per il 7, 8 e 9 giugno chiudemmo il CSOA e partimmo tutti per Venezia dove c'era l'International Meeting organizzato dagli autonomi padovani. Fu un esperienza importantissima di contatto diretto con i compagni e le compagne di altri paesi, gli infoshop, tante commissioni, la manifestazione dentro Venezia con slogan in diverse lingue, i vaporetti con la bandiera pirata... Noi rimanemmo particolarmente attratti dagli e dalle Autonomen, anche perchè (vedi foto) stavamo vicini, comunque erano venuti in tantissimi dalla Germania e colpirono il nostro immaginario per la loro radicalità, determinazione, coerenza ed il fregarsene delle istituzioni e del rapporto con la gente "normale", loro occupavano interi quartieri e ci facevano quello che gli pareva. Ad agosto molti di noi andarono a passare le vacanze a Berlino.
Tra le cose che facevamo all'epoca c'era la campagna contro le celebrazioni della scoperta/conquista dell'America, noi avevamo fatto parecchi adesivi ed una bella locandina ripresa da uno spot di Onda Rossa e poi avevamo anche rifatto "la firma" per tutte le successive locandine. Le parole d'ordine erano NON SI PUO' CELEBRARE UN GENOCIDIO e 500 anni di resistenza indigena e popolare. Ad ottobre andammo di nuovo tutti ad una manifestazione di due giorni a Genova, ma fu un po' una delusione.
Tra le tante cose a giugno realizzammo anche il numero zero di Laurentinokkupato INFO... ne abbiamo digitalizzato qualche articolo.
Sempre ad ottobre ci fu una mobilitazione antifascista a San Lorenzo che poi arrivò fino al piazzale di fronte il Verano e l'Università. La parola d'ordine per quel giorno era farli a pezzi, se fossero venuti come avevano annunciato gli avremmo fatto pagare tutte le aggressioni che stavano facendo in città, e dato che sarebbero dovuti venire in tanti Movimento Politico, Meridiano Zero, i naziskin vari che giravano all'epoca preparammo un corteo autodifeso che avrebbe spazzato via con facilità chiunque. Tutti con i caschi, bastoni, tubi di ferro, fionde (ed era solo quello che venne tirato fuori) la tensione era bella alta e la polizia si tenne a distanza di sicurezza. Noi preparammo uno strisicione che ci ha accompagnato per tanti anni, degli adesivi e poi, naturalmente, il nostro "armamentario", questa è una foto pubblicata anni dopo da Repubblica con didascalia errata (giovani del 1977), ma invece era proprio la foto del blocco del Laurentinokkupato quel giorno a piazzale del Verano. Poi la settimana dopo andammo a Frascati dove ci doveva essere un convegno di MP e così continuò per parecchio.
Come detto tra la fine del 1989 e l'inizio del 1990 in un periodo che stava diventando un po' consuetudinario irruppe, all'improvviso LA PANTERA, le facoltà dell'Università vennero occupate, ogni giorno c'erano feste, cortei, mobilitazioni. Alcuni di noi dormivano a lettere altri a Scienze Naturali altri ancora dove capitava. Non bisognava essere iscritti, e comunque l'Università era un posto che all'epoca tra presidi antifascisti e assemblee era molto sentito come proprio dal movimento, anche perchè iscriversi non costava molto e quindi dentro c'erano un sacco di compagni.
La Sapienza era diventato il più grande CSOA di Roma c'erano i concerti in ogni facoltà, qualche centinaio di persone, un'amplificazione e vai suona l'ONDA ROSSA POSSE. Ma anche durante i cortei Public Enemy a palla. Radio Onda Rossa che esplode di trasmissioni, tutto meraviglioso tranne le assemblee generali torturate dalle mozioni e dai giochini delle varie componenti. Il movimento si diffonde anche agli studenti medi... ma la storia è abbastanza nota, comunque credo che tutti, come noi, in quel periodo hanno mollato tutto e stavano sempre all'Università.
Mentre finiva con l'estate la Pantera iniziavamo a mobilitarci contro i mondiali di Italia 90 che sono costati la vita a decine di operai edili uccisi dalla fretta dei padroni di mettere a punto questo business miliardario, le opere inutili costruite allora sono ancora oggi così inutili che sono ancora inutilizzate.
D'estate in quartiere alcuni di noi del Casale, non io, ossia non ci ho abitato, quindi non potrò darne la giusta descrizione, occupano insieme a delle famiglie di giovani coppie e senza casa le palazzine e le torri IACP vuote di Via Paolo Buzzi, è un'esperienza controversa con pro e contro che andrà avanti fino ad aprile 1991 giorno dello sgombero.
Di sicuro ci siamo conosciuti a fondo con tanti altri/e compagni con i quali poi è nata anche un'amicizia forte, abbiamo preso atto della durezza delle condizioni di vita di molte famiglie, della devastante forza dell'eroina, che non ti fa guardare in faccia nessuno ed anche dei forti limiti che può avere una struttura di tipo bolscevico, ossia un comitato di piccoli Lenin che decide per tutti quanti la giusta strada.
Alla fine di settembre occupiamo la XII circoscrizione per chiedere soluzione al bisogno di casa di tutti.
Nel frattempo l'Intifada continuava incessantemente e all'inizio di ottobre l'esecito israeliano fece una strage a Gerusalemme, per risposta si convocò subito a Roma una manifestazione al Pantheon, la tensione fu subito altissima, la rabbia troppa, vogliamo andare al Parlamento a prendercela con i complici di Israele, in mezzo ci si mette tutta la dirigenza della questura di Roma, che avrà ciò che merita e che poi per risposta alle botte prese mette su un processo (il processo Pantheon) che durerà a lungo e alla fine condannerà alcuni compagni per reati improbabili come rapina (di manganello) ed anche gente che quella sera non c'era, ma si dovevano vendicare. Infatti al corteo dopo il Pantheon ricordo che ci trovammo tutta la Digos schierata con i caschi e i passamontagna pronti a prendersi la rivincita, che non ebbero.
Comunque tutt'intorno era un fiorire di nuovi gruppi musicali, nuovi collettivi, la Pantera aveva attivato un sacco di gente era ora di tornare a prenderci uno spazio.
Una delle prime cose che facemmo fu tirare fuori un giornale (venne fuori una fanzine) per comunicare a tutti oltre le brevi parole dei manifesti e degli striscioni perchè avevamo occupato, perchè la musica doveva essere gratis, perchè volevamo distruggere questo quartiere ghetto. Il giornale si chiamò Deflagrazione (sulla copertina ci scrivemmo Numero 0 Anno 1) e fu invece un numero unico, come tanti giornali autoprodotti dell'epoca.
La prima iniziativa del Centro Sociale, che noi chiamavamo il Casale, poi CSOA Deflagrazione e poi Centro Sociale Laurentino Occupato, mentre tutti quanti ci hanno sempre chiamato CSOA Laurentino, fu un'iniziativa a sostegno della lotta del popolo palestinese e la facemmo il 23 gennaio 1988 (vedi locandina) la settimana prima c'era stato un corteo a Roma di circa 10,000 persone veramente entusiasmante.
Infatti nei primi giorni di dicembre del 1987 era scoppiata l'Intifada e questa dura lotta dei palestinesi impegnò per diversi anni le attività di un po' tutti. Noi ci unimmo al Coord. di Solidarietà con l'Intifada di Zona Ovest che si impegnò nel progetto di raccogliere i soldi per comprare un'ambulanza da utilizzare nei territori occupati, bisogna ricordare che durante l'Intifada sono morti più di 300 palestinesi, moltissimi dei quali ragazzini, ed i feriti sono stati innumerevoli, l'esercito israeliano aveva l'ordine di spezzare le braccia ai palestinesi arrestati.
Col Coordinamento andavamo ogni sabato nei mercati o davanti ai supermercati della zona, mettevamo degli striscioni e volantinavamo per far conoscere le ragioni dei palestinesi e per boicottare le merci israeliane (sopra ogni cosa i pompelmi Jaffa) e raccoglievamo un po' di soldi anche vendendo il manifesto che avevamo fatto stampare come Coord., che però a noi del Laurentino non era piaciuto perchè c'era una vecchia immagine di ragazzini in addestramento con le armi sullo sfondo di un campo profughi, un immagine da anni '70, mentre questa era la rivolta delle pietre, le armi non vennero quasi mai utilizzate. Comunque con il Coordinamento mi ricordo che facemmo tantissime iniziative ed un numero infinito di riunioni nella sede di Magliana, ed era così per tutti in città nel 88 e negli anni che seguirono.
Al Casale ci si vedeva tutti i pomeriggi fino a sera, ora avevamo la luce. Utilizzavamo soprattutto il piano di sotto perchè sopra era un po' traballante comunque per il momento ci bastava il sotto, formato da quattro stanze che dividemmo in cucina/birreria, sala riunioni che era poi la stanza dove stavamo sempre, sala ping pong e sala prove. Decisamente la sala prove era un bel posto, uno stanzone con scritti sui muri tutti i nomi dei gruppi che ci suonavano, e dei gruppi che andavano per la maggiore tra chi lì suonava (Circle Jerks, DRI, Anthrax etc.) ed ogni mattina mi ricordo che noi ci guardavamo le prove dei GAS che sparavano a tutto volume il loro hard core verso la strada sotto il casale dove passava la gente che andava in chiesa e subiva infastidita questo casino demoniaco. Anche la sala ping-pong era riuscita bene con la sua "parete giamaicana", infatti avevamo verniciato tutta la parete con tre bande orizzontali rosso, giallo e verde. Poi le altre due sale erano abbastanza normali con i divani, qualche manifesto, qualche tavolo, il camino (che però tirava male e riempiva di fumo tutte le stanze) e la tele dove ci vedevamo e rivedevamo video musicali e concerti, infatti facemmo poi una rassegna video (vedi locandina) dai Dead Kennedys ai Pink Floyd etc.
In circoscrizione si accorsero di noi votando un ordine di sgombero, motivazione il casale era pericolante e noi potevamo farci male... cosa del tutto pretestuosa perchè il Casale è tutt'oggi in piedi malgrado che più o meno nel 1995 c'è stato un incendio che ne ha fatto crollare il tetto (ecco le foto di un paio dei murales che erano rimasti - nucleare - FSLN - )Comunque verso metà aprile arrivamo un pomeriggio e trovammo i sigilli che ci dissero avevano messo la mattina i vigli urbani, non ci pensammo neanche un secondo e il primo che arrivò riapri tutto.
Sempre in quel periodo mi ricordo che alcuni di noi andarono a Montalto ad uno delle ultime giornate di azione diretta e blocco dei lavori di quella che avrebbe dovuto essere, e grazie alle nostre lotte non è stata, la centrale nucleare di Montalto di Castro.
Tra le altre cose di questo periodo mi ricordo che ci fu un continuo tentativo di far avvicinare il Centro Sociale ad altre strutture politiche che non fossero quelle del Coordinamento dei CSOA (che era abbastanza vicino, ossia quasi tutti i partecipanti provenivano o facevano riferimento all'area di autonomia). Questo perchè eravamo tutti pischelli e facevamo gola e sembravamo sicuramente una facile preda... così per settimane venivano dei compagni a fare le riunioni con noi e poi, credo quando capivano che continuavamo di testa nostra, non venivano più di punto in bianco, questo successe sicuramente, e ce ne accorgemmo perfino noi nella nostra ingenuità dell'epoca, da parte di alcuni gruppi dell'epoca come l'OPR e l'OCI. E questo era causa di interminabili assemblee di gestione e scazzi iperpolitici, che erano poi fuori dalla vita quotidiana del gruppo di giovani compagni che stava al Casale tutti gli altri giorni della settimana.
A maggio, il 13, ci fu la nostra prima iniziativa concerto, dato che le stanze erano non molto grandi bisognava suonare all'aperto e per questo sistemammo un rialzo del giardino intorno al casale come un palco, lo ricoprimmo di pedane, tavole e moquette ed eravamo pronti. In qualche modo ottenemmo l'amplificazione della circoscrizione (abbastanza potente) e la piazzammo su. Mi ricordo che il suono si sentiva perfettamente (a palla) anche da casa mia che stava a quasi un chilometro di distanza. Insomma passammo la mattina a cazzeggiare conl'amplificazione tipo prendere per il culo il papa e provare gli effetti dell'ampli, e prepararci all'evento (vedi locandina) dovevano suonare due band del nostro posto i GAS (hard-core) e i Terror Street & Agony Way (Psychobilly) e in più i Gronge (che erano uno dei gruppi forti della scena romana dell'epoca)... i Gronge diedero la sola, e per anni hanno avuto il nostro disprezzo per questo. Mentre gli altri due gruppi suonarono, venne un bel po' di gente, tanta anche del quartiere, comunque ci stavano sentendo tutti perchè il volume era, come al solito, al massimo. E infatti arrivarono due macchine dei carabinieri e ne scesero quattro o cinque militari imbracciando il mitra che interruppero il concerto, sequestrarono la videocassetta che riprendeva i musicisti e la loro irruzione e se ne andarono via con le macchine contornate di gente che reclamava (soprattutto adulti che non vedevano bene che i pischelli del quartiere che facevano musica venissero trattati così). Comunque fu una grande giornata, che fu anche di propaganda per il giorno successivo...
Infatti il 14 maggio c'era il corteo dei CSOA di Roma, era un'iniziativa molto importante, indetta dal Coordinamento Cittadino dei Centri Sociali al quale partecipavamo. Una delle cose importanti era che veniva convocato ed organizzato dai CSOA senza passare per la classica convocazione di altre strutture, tipo i Comitati Autonomi Operai o il Coordinamento Nazionale Antinucleare Antimperialista, insomma i CSOA si ponevano come entità politica autonoma e indipendente.
Il corteo era per diffondere a tutti il boicottaggio di chi: industrie, aziende, banche etc. collaborava con i governi razzisti di Israele e Sud-Africa. E il manifesto dell'iniziativa era quello che pensavamo dovesse essere stato anche quello del Coord., una bella immagine dell'Intifada, ne giravano tantissime dato che ogni giorno in tutta la Palestina c'erano scontri con l'esercito israeliano.
Da notare come nel manifesto c'era scritto contro i governi di Israele e SudAfrica, e questo dimostra comunque quale altro tipo di intelligenza e attenzione ci fosse allora... oggi invece ci tocca vedere striscioni con scritto su Turchi assassini o cose simili (sigh!)
Insomma ci fu questo corteo e noi eravamo li con i Centri Sociali di Roma, nomi che poi negli anni successivi fecero parte della nostra storia e delle nostre vite. Il manifesto era firmato da: Coordinamento Centri Sociali Autogestiti di Roma, Centro Sociale Forte Prenestino, Centro Sociale Hai visto Quinto, Centro Sociale Break Out, Centro Sociale Casal Bernocchi, Centro Sociale Torre Maura, Centro Sociale Ipò, Centro Sociale Laurentino (Casale), Centro Sociale Ricomincio dal Faro (vedi il volantino di convocazione).
Poi arriva l'estate ad agosto al casale rimane solo il cane Raya, che ci avevano mollato a tradimento (reggetemelo per un po' domani vi porto da mangiare per il cane, faccio il macellaio, mai più visto) e che poi ci ha seguito fino ad oggi in tutte le nostre vicissitudini.
Riprendiamo le attività e ci incentriamo soprattutto su una lotta per una diversa gestione dei fondi per la cultura della circoscrizione, che dedicava quasi tutto per finanziare iniziative culturali nel quartiere già straricco dell'EUR e non spendeva una lira in quartieri ghetto come il Laurentino 38. D'estate avevamo tutti boicottato queste iniziative come Euritmia alla quale si doveva pure pagare il biglietto, e mi ricordo che stavamo li ogni volta a sfondare o a litigare con la loro security.
Per questo periodo facemmo delle iniziative con il Centro Sociale di Vitinia, la loro Associazione Culturale "La Gramigna" e la nostra "Tovarisc" (all'epoca era normale avere una Ass. Cult. per fare questa lotta sui fondi che non ci davano, ce l'avevano pure quelli del Forte Prenestino e si chiamava A.C.A.B. che sembrava una sigla tipo Ass. Cult. ... ma che in realtà stava per All Cops Are Bastards). Noi sostanzialmente chiedevamo che i fondi venissero usati anche per aprire una biblioteca nel quartiere (vedi locandina), per la quale già raccoglievamo dei libri per farcela da soli, autogestita. Insieme ai compagni di Vitinia facemmo una iniziativa contro il degrado, molto puntata verso l'istituzione (vedi locandina) e la gente del quartiere... soprattutto la serata di ballo liscio di domenica fu una cosa devastante, ci venne un bel po' di gente, un bel po' di anziani, ma noi... noi eravamo tutti punk, metallari, combat e così via e quella fu proprio una finzione. Penso che da li capimmo che da allora in poi avremmo fatto solo quello che ci sentivamo e ci piaceva fare, che non avremmo mai più fatto qualcosa per sembrare e che le istituzioni ed i loro soldi potevano andare a farsi fottere. E anche per quanto riguardava il grosso di noi l'Associazione Culturale "Tovarisc" moriva lì, sotto i colpi della mazurka.
Già dall'autunno iniziammo un percorso che ci portò negli anni a seguire più da vicino le vicende dei prigionieri politici in Italia, partecipammo al Comitato per la battaglia di libertà, che era uno dei comitati per la liberazione dei prigionieri, che all'epoca erano ancora tantissimi.
Era successo che ad agosto erano stati arrestati dei compagni del quartiere, parecchio più grandi di noi (una ventina d'anni) con l'accusa di appartenere alle BR Pcc e per approfondire la vicenda dei prigionieri facemmo un'iniziativa sugli anni '70 e la lotta armata il 26 novembre (vedi locandina), per la prima volta utilizzammo anche il piano di sopra del Casale, per metterci una mostra. Da quello che mi ricordo il dibattito fu molto partecipato e ci fu anche un intervento molto incazzato da parte degli autonomi rispetto all'ambiguità di questi che avevano arrestato ad agosto e che per un periodo, nell'inverno erano venuti al Centro Sociale e poi erano spariti (come tanti altri però).
A dicembre ci fu, tra le altre cose, il corteo e fu grandissimo, per il primo anno di Intifada, noi che stavamo dentro il Coordinamento di Solidarietà della Ovest partecipammo in massa (vedi foto) con strisicioni e tutto il resto.
E per il 1988 è tutto! Se vi sembra poco per un gruppetto di ragazzi di massimo vent'anni che erano impegnati nel Centro Sociale, nel Coordinamento Cittadino dei CSOA, nel Comitato di Solidarietà con l'Intifada di Zona Ovest, nella battaglia per i fondi della cultura, nel comitato per i prigionieri, nei collettivi delle scuole, lo stadio, la musica, il/la ragazzo/a, la scuola e chissà che altro.
Per questo quando parliamo oggi con i pischelli che hanno l'età nostra di allora li prendiamo in giro e gli diciamo cose da antichi tipo: all'età tua piavamo i lacrimogeni in petto, tritavamo i fasci, pogavamo come dannati, ci tuffavamo da non so dove, andavamo in giro in due sul Ciao d'inverno a torso nudo coi capelli bagnati... e altre cazzate del genere.
Il 1989 fu caratterizzato politicamente da tre cose il sostegno continuo all'Intifada, la campagna NE' EROINA, NE' POLIZIAcontro le leggi proibizioniste, la legge Craxi Jervolino e poi ad agosto quello che è rimasto un passo importante della storia del movimento di quegli anni, la resistenza, lo sgombero, la demolizione, la rioccupazione e la ricostruzione del Leoncavallo.
Noi stavamo ancora al Casale per i primi mesi dell'anno, poi il cantiere dove prendevamo la luce chiuse, e così rimanemmo al buio, non mi ricordo da quale mese, ma mi ricordo che ormai eravamo coinvolti in così tante cose che il fatto di avere o no un posto attivo, in quel momento, non era così importante, perchè di posti ce ne erano tanti e si stava bene in tutti quanti e così piano pianolasciammo il Casale.
Continuammo a stare insieme come collettivo, andavamo a sfondare ai concerti, mi ricordo che a quello dei Ramones ci ritrovammo li insieme a quelli del Forte e ad altri e che alla fine il cancello crollò addosso ai celerini che stavano dietro e ci rimasero sotto, senza farsi troppo male (noi naturalmente gli camminammo sopra).
Nel frattempo ci fu la repressione di Piazza Tienamen e tutti i paesi dell'europa dell'est che insorgevano, fino al crollo del muro di Berlino. Per noi del Centro Sociale che eravamo cresciuti ascoltando Radio Onda Rossa che aveva sempre definito l'URSS uno stato imperialista ed il socialismo reale come qualcosa che non aveva assolutamente nulla a che vedere con quello che volevamo noi, non fu un grosso trauma, tutt'altro. Uno degli slogan dell'epoca, che non sentiremo mai più vista la scomparsa dell'Unione Sovietivca era: USA URSS, la terra non è vostra, Palestina libera, Palestina Rossa.
Contro la legge proibizionista tutto il movimento si mosse con forza, il nostro slogan NE' EROINA NE' POLIZIA riassumeva la nostra soluzione, noi eravamo la soluzione all'emarginazione. Ai quartieri ghetto contrapponevamo i centri sociali occupati, l'aggregazione autogestita, mentre al governo Craxi rubava a mani basse e per distogliere l'attenzione puntava il mirino contro i tossicodipendenti già emarginati dalla società.
Fu la guerra totale ai socialisti, Craxi Boia (dove la x diventava una svastica) fu la scritta più diffusa d'Italia, le sezioni del PSI vennero imbrattate, la contrapposizione arrivò fin nelle nostre famiglie... questa legge non doveva passare.
Poi i socialisti si vendicarono, il cognato di Craxi, sindaco di Milano, diede l'ordine per il 16/8/89... ci fu lo sgombero del Leoncavallo, che cambiò tutto. Adesso gli spazi bisognava tenerli o cercare di tenerli come avevano fatto dai tetti del Leoncavallo. Mi ricordo che i più scafati di noi partirono per il Leoncavallo(vedi foto), andammo su a Milano il 22 settembre per il convegno nazionale dei Centri Sociali Autogestiti CONTRO I PADRONI DELLA CITTA'.
Dai primi di novembre tornammo a vederci collettivamente nei locali occupati di Via Lipparini al terzo ponte, che erano poi gli spogliatoi del campetto di pallone, che erano stati riadattati prima a sede di un giornaletto locale (il nettare) e poi il grosso dei locali (piuttosto piccoli) vennero via via trasformati in sala prove dai pischelli che suonavano al Casale e che non potevano fisicamente stare senza suonare o senza stare insieme (loro erano proprio piccoli 14, 15 anni e si muovevano poco dal quartiere).
Ci vedevamo quelli che avevano occupato il Casale con altri compagni, e stavolta quelli che facevano riferimento alla LSR, ma che non avevano molto partecipato al Casale erano venuti più determinati.
Facemmo riunioni tutti i giovedi di quell'autunno, tirammo fuori anche un volantino che distribuimmo in quartiere, che "invocava" il bisogno di un centro sociale autogestito. Mi ricordo anche che scazzammo con alcuni della LSR perchè avevamo fatto il volantino con scritto in fondo APRIRE DIFENDERE DIFFONDERE SPAZI SOCIALI AUTOGESTITI che loro ritenevano essere uno slogan che li accostasse troppo agli autonomi, per forza molti di noi lo erano!
Poi tra la fine del 1989 ed il 1990 tutti i nostri programmi di piccoli passi e riunioni pallose andarono a farsi benedire arrivava il movimento...
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