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La Storia

Questa è una narrazione piuttosto completa dai primi momenti dell'occupazione alla fine del 2006, arrichita da link ed immagini quando possibile. In buona parte è il contenuto anche del libro 18 anni senza stato.

2003 - Guerra in Iraq, Fortezza Europa, squat messo a nuovo

Anno nuovo, spazio rinnovato. A fine gennaio iniziano i lavori di ristrutturazione dentro l’edificio che occupiamo ormai da 12 anni. Negli anni si sono realizzate spesso opere di “manteinance” e aggiustamenti vari, però questa volta decidiamo di cambiare stile e volto al posto intero, imbiancando non sappiamo bene quanti metri quadrati di pareti (non è piccolo il nostro squat!). E’ la “fiera” del DIY, un importante apprendistato per tutti - soprattutto per la seconda generazione di occupanti che non aveva partecipato ai lavori iniziali degli anni ’90. Come è ovvio in un posto che non paga professionisti, ci dobbiamo cimentare a tutto campo: nuove stanze, nuove porte, apriamo la tromba dell’ascensore in disuso, nuovi bagni per le case di nuovi inquilini, impianti rifatti da zero, cupole in plexiglas per le parti aperte del tetto del ponte (chiuse finalmente dopo 12 anni!), connessione internet (hurrà!), fortificazioni all’esterno, etc. I lavori coinvolgono anche il piano sotto, quello della sala concerti da anni inutilizzata. Il vecchio bar diventerà una nuova casa e, successivamente, si tornerà ad utilizzare socialmente questo ampio spazio.
Tutto ciò significa uno scambio continuo di conoscenze pratiche senza distinzioni di ruoli e di genere: giovani, meno giovani, uomini e donne impariamo qualcosa di elettricità, idraulica, muratura, falegnameria, arte, stencil e pittura. E grandi mangiate collettive nella nuova cucina, equipaggiata in maniera più dignitosa (grazie ai regali di alcune mamme).
Tra le nuove stanze un posto d’onore lo riceve il Jolly Roger's Cocktail Bar, un nuovo stile di somministrare alcool nei posti occupati. Infatti piuttosto che vendere birraccia a basso costo (prende vita infatti anche una ironica campagna di boicottaggio della Forst e del suo gusto cartonato nei posti occupati), decidiamo di approfittare delle conoscenze di barman di alcuni squatters; da allora abbiamo rinunciato alla birreria “vecchio stile” (moretti in lattina) per far posto a bibite (alcoliche e non) di buona/alta qualità accompagnate da serate soft, con video, mostre, dibattiti. Non è solo una questione di stile (e di autofinanziamento), anche piuttosto una riflessione sull’abuso dell’alcool che a volte si vive nei centri sociali e nei posti occupati. Forse questa non è la soluzione, ma è una nostra mediazione, soprattutto scegliamo la qualità al profitto, come potrebbe essere altrimenti e, al contrario di ciò che fanno molti i locali, usiamo nei cocktail alcolici di ottima qualità e non bottiglie rabboccate prestigiose con strozzabudella del discount... dopo un po' il superalcool del discount comincia a sparire anche negli altri spazi occupati dato che li martelliamo parecchio al bancone, dove siamo sempre in prima fila, di non avvelenarci con l'Iguana anziché l'Avana e così via :-)
Il gruppo del F-hacklab anima un percorso contro la privatizzazione dei saperi e organizza la prima edizione dei F-hackDays, a febbraio, in sostegno del progetto Autistici/Inventati sul quale appoggiamo ancora oggi liste e siti web. Sulla stessa onda partecipiamo al CopyRiot, a giugno, nel LOA Acrobax, un incontro contro i diritti d’autore e la musica indipendente ed autoprodotta, intesa in un senso molto ampio (forse troppo per dei “fotocopiari” come noi). Più in sintonia ci troviamo con Audioresistance (organizzando un workshop da noi), con i quali arriviamo a parlare di “antiproduzione” rispetto all’idea di “autoproduzione” a cui spesso si richiamano tanti musicisti che mettono su la propria casa discografica indipendente (un microbusiness che spesso ripete le leggi del mercato). Non spetterà a noi approfondire molto il discorso, perché di fatto rimaniamo sempre nei limiti della sperimentazione casereccia, come lo è il nostro primo disco di musica elettronica prodotto nel f-hacklab: Phonodisconnection. Piuttosto che badare alla qualità musicale (Zero Pretese, si proclama in copertina), pensiamo nell’idea entusiasmante di far avvicinare i ragazzi del quartiere all’uso del computer attraverso la loro musica preferita: la techno. Il disco è uno sforzo collettivo, di squatters e pischelli dei ponti, una piccola grande soddisfazione, considerando i risultati.
Intanto, fuori dalla vita del quartiere, succede il peggio: il governo USA dichiara guerra all’Iraq, occupando quei giacimenti petroliferi tanto agognati. A Roma il 15 febbraio manifestano almeno un milione di persone per la pace e nasce un movimento globale contro la guerra, visto che in ogni angolo del pianeta si rifiuta l’aggressione USA. Il movimento no-war non riuscirà ad incidere sul destino del mondo già deciso dai potenti. Per tutta la primavera si susseguono cortei molto tesi (non senza i soliti scazzi interni al movimento) e con qualche tafferuglio. Più che le manifestazioni oceaniche, per impedire le guerre del petrolio, pensiamo che bisogna ridurre drasticamente la dipendenza da questo: nello squat aumentano i ciclisti e la bicicletta è il mezzo di trasporto più usato nella nostra occupazione.
L’11 marzo ospitiamo un dibattito con un gruppo di giovani palestinesi di organizzazioni di sinistra, venuti per uno scambio (dormono ad Acrobax e vengono un paio di volte da noi). L’esperienza è esilarante, soprattutto il confronto fra le ragazze del quartiere ed i giovani arabi; ovviamente anche il dibattito politico che poi scaturisce rimarrà negli annali per la sua profondità: parliamo di scuola, sessualità e diritti delle donne, stato/frontiere, vita quotidiana e militanza politica.
Il 16 marzo, padre e figlio fascisti, ammazzano a coltellate Dax, compagno antifascista milanese. Sarà l’inizio di una pratica infame, quello delle lame, contro cui dovremmo lottare negli anni successivi e che, disgraziatamente, si diffonderà anche a Roma.
Sul fronte internazionale non ci facciamo mancare la classica gitarella a Davos, che, dopo anni, riusciamo a raggiungere fisicamente ed occupare senza essere respinti dalla polizia svizzera in qualche paesino innevato. A giugno torneremo in Svizzera al G8 di Ginevra, con il consueto campeggio internazionale, i cortei, i black bloc, i pink, il corteo chilometrico, la repressione e via dicendo…
Alcuni squatters inoltre parteciperanno al vertice UE di Salonicco, dove l’Europa dei Potenti si sigillerà dietro una serie di norme migratorie restrittive che, tradotte, significano ancora più morti nel Mediterraneo. Il vertice di Salonicco si chiude con una pioggia di molotov (lo stile greco!).
Su questo tema, della Fortezza Europa, insisteremo per qualche tempo con molte iniziative, produzioni dell’Infoshop, manifestazioni e una serie di riunioni nei posti occupati. Alcun* occupanti curano la sezione “Border Zero” di Tactical Media Crew.
Ad ottobre, contro la Fortezza Europa e la riunione dei capi di Stato europei all’Eur, proprio dietro casa, diamo vita al DIY Weeks, un ostello autogestito organizzato per accogliere gli/le attivisti/e antiautoritar* che vengono a Roma per il 4 ottobre e per le altre giornate contro i vertici dell'Unione Europea. Quella giornata poi si caratterizzerà per le azioni dirette e per un corteo massiccio che verrà caricato sulla Cristoforo Colombo. Nel quadro del DIY Weeks si organizzeranno nel nostro posto molte iniziative ed interessanti dibattiti/workshop alcuni dei quali verranno ripresi in altri posti ed approfonditi (tra i workshop realizzati: 2/10 “Anti UE Banner contest”; 3/10 “Abbattere le frontiere dal basso”; 6/10 "Ultras, antirazzismo e laboratorio di repressione"; 15/10 "Antisessismo, dal movimento ai quartieri popolari";).
Il dibattito sull’antisessismo diventa molto partecipato e si decide di trasformarlo in un confronto continuo in alcuni posti occupati di Roma. Nasce così il Workshop Itinerante Antisessista, che toccherà, tra il 2003 e il 2004, l’L38 Squat, Torre Maura, ZK ed Acrobax. Ne uscirà, pubblicato dal nostro infoshop, un sostanzioso libretto ed una pagina su TM Crew. La consideriamo un’esperienza interessante su un tema difficile e spinoso, spesso evitato anche nel circuito di movimento, soprattutto dai maschi.

2004 - Lotta di quartiere, diritto alla casa e difesa del centro sociale

2002 - L38 reload!

Mentre il movimento è sotto botta per la repressione di Genova e l’annichilimento prodotto dalla caduta delle torri gemelle e dalla conseguente caccia all’islamico, la nostra occupazione di periferia sembra invece conoscere una nuova fioritura sociale. Abbiamo accumulato esperienza e i viaggi e le mobilitazioni hanno finalmente prodotto un ottimo spirito di gruppo fra gli occupanti (addirittura molte domeniche dell’anno ci vediamo per fare partite a pallone fra squatters nei campetti del quartiere). Questa energia si tradurrà nella riapertura del posto al quartiere con varie attività, dopo anni di “introspezione”. Partecipano alla vita dello spazio sociale vari ragazzi del quartiere e delle zone limitrofe.
Viene rilanciato l'Infoshop con una ristrutturazione dei locali e con una apertura programmata per due volte a settimana dalle 17 alle 22.
Escono numerose nuove nostre autoproduzioni, a cominciare dalla traduzione di un libricino scritto da K. una nostra compagna canadese sopravvissuta ai pestaggi delle guardie nella scuola Diaz di Genova (G8). Escono inoltre libretti che raccolgono le cronache dei vari controvertici a cui abbiamo partecipato attivamente.
Apre, inoltre, il Fucked Hacking Laboratory (per gli/le amic* F-HACKLAB), cioè un piccolo laboratorio di computer (riciclati e riassemblati) dove condividere conoscenze tecno/informatiche, smontare e rimontare hardware e software, programmare senza limiti. L’appuntamento settimanale e serale del mercoledì del f-hacklab diventerà un riferimento negli anni a seguire per le nostre attività infrasettimanali e avvicinerà giovani ragazzi del quartiere, all’inizio semplicemente con i giochi in rete e poi con vari corsi autogestiti (Html, grafica, linux, etc). Alcuni di questi, all’inizio timidi ospiti, oggi vivono nel L38 Squat.
Riprende a funzionare la BIRRERIA quotidianamente, gestita dai ragazzi del quartiere, ma questa esperienza naufraga più o meno rapidamente.
Nel frattempo la storia ci dà ragione e l’Argentina, guidata dai tempi della dittatura di Videla secondo i “consigli” del FMI e della Banca Mondiale, collassa. Nei TG si parla soprattutto dei risparmiatori italiani che lì avevano investito e perso tutto, ma quello che ci fa godere, e solidarizzare con il popolo argentino, è vedere il presidente fuggire in elicottero dalla Casa Rosada assediata da milioni di persone. Faremo iniziative ed azioni solidali con gli argentini e contro le banche che vi hanno speculato, e qualcuno di noi avrà la possibilità di andare fin lì a conoscere la situazione.
Su questi temi globali (neoliberismo, cambio climatico, movimento noglobal) continuiamo a scendere massicciamente in piazza a Zurigo contro il WEF e poi respinti da Monaco contro la Nato; a Civitavecchia (contro la centrale a carbone con lo striscione: enjoy ecoriot - inquinamento locale sfruttamento globale); al campeggio antirazzista (No Border! No Nation!) di Strasburgo; e alcuni di noi sono fra gli organizzatori della prima Critical Mass romana, che esordisce con più di cinquanta cicloribelli (1° giugno). Sull’onda della repressione post-Genova partecipiamo alla Media Parade, una street con più di 20.000 partecipanti per il diritto alla libertà d’opinione sotto attacco col tentativo di revoca della concessione a Radio Onda Rossa e il sequestro, con gran dispositivo militare, degli archivi di Indymedia Italia. A novembre scendiamo in piazza contro gli arresti per 270bis e andiamo al Forum Sociale Europeo di Firenze; il 7 dicembre manifestiamo contro l’ennesima retata sui fatti di Genova: nove custodie cautelari in carcere, quattro arresti domiciliari, sei obblighi di dimora, quattro obblighi di presentazione all'autorità giudiziaria. E a margine degli arresti e delle notifiche degli altri provvedimenti sono state eseguite anche 45 perquisizioni a La Spezia, Parma, Milano, Pavia, Lecco, Bergamo, Brescia, Padova, Rovigo, Firenze, Roma, Napoli, Avellino, Reggio Calabria, Palermo, Ragusa, Messina e Catania. Le accuse sono di devastazione e saccheggio, fabbricazione, porto e detenzione di materiale esplosivo, porto e detenzione di arma impropria, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
Ma l’attenzione internazionale, e quindi il nostro sforzo politico in tal senso, è concentrata sulla Palestina. Da marzo tutte le maggiori città palestinesi sono state occupate dall'esercito israeliano, che poi estende la sua offensiva anche ai villaggi più piccoli con incursioni e ritiri. In tutte le città e i villaggi l'esercito sta rastrellando casa per casa eliminando i combattenti e le figure rappresentative della società civile palestinese, non disdegnando però l'uccisione di civili inermi e l'uccisione di prigionieri arresi. Le ambulanze vengono bloccate nei garage, i feriti vengono lasciati morire dissanguati. A Ramallah, dove Arafat è sotto assedio, sono stati costretti a scavare una fossa comune dentro il cortile dell'ospedale per seppellire i cadaveri ormai in numero tale da non poter più essere contenuti nell'obitorio. A Betlemme si spara contro la chiesa della Natività e si da fuoco alla Moschea di Omar che gli sta di fronte. Gli israeliani sicuri dell'impunità si abbandonao ad ogni violazione del diritto internazionale e delle convenzioni di guerra (come hanno sempre fatto).
Partecipiamo, nel corso dell’anno, almeno ad una decina di manifestazioni in appoggio al popolo palestinese, scriviamo un numero di A4 Newsbot su questo tema e lo stampiamo anche in inglese per distribuirlo ai turisti nel centro, dove una notte restiamo anche a presidiare la manifestazione  permanente che da giorni staziona sotto gli uffici ONU di Roma. Anche la manifestazione del 25 aprile viene dedicata alla liberazione della Palestina, mentre a settembre andiamo un bel gruppo a Marsiglia, partecipando ad un oceanico corteo nella città più araba della Francia contro il genocidio perpetrato dallo Stato di Israele. Da giugno, sulla torre laterale del ponte della nostra occupazione, sventola un’enorme bandierone della Palestina. Alcuni di noi ad aprile vanno nei Territori con un carovana di solidarietà assieme a chi di noi da anni vive tra Roma e la Palestina, lavorando ai progetti di supporto al popolo palestinese.
Nel corso dell’anno partecipiamo a un sano presidio antifascista dove s’è mandato lungo qualche deficiente nazista di Base Autonoma (che chiude là la sua triste vicenda), e partecipiamo al dibattito con l’anarchico primitivista Zerzan (all’Università e a Torre Maura) e, infine, portiamo a dicembre il nostro contributo e il nostro banchetto infoshop al Plastik 8, storico e controverso “rave antagonista”.
Nel posto è un fermento di iniziative, cene e video per alzare i soldi e diffondere tutte le attività svolte in piazza e a casa (f-hacklab e infoshop, Palestina, noborder camp e antirazzismo, globalizzazione).
Una notte di dicembre un boato ci sveglia: una bomba alla bisca che si trova  nei locali immediatamente sotto le nostre case fa tremare il ponte, ma non ce l'hanno con noi. Ce la sfanghiamo con tanto fumo, qualche danno e un po’ di spavento e una prova generale di evacuazione d'emergenza
L’anno 2002 si chiude lasciando nella capitale tre nuove zone liberate: a Portonaccio occupano lo Strike, a Marconi l’ex cinodromo diventa il LOA Acrobax e verso il mare, dalle ceneri di Spaziokamino, risorge Zetakappa. Con gli ultimi due posti, sia per vicinanza territoriale e sia per amicizia, manterremo una collaborazione continua nella costruzione di iniziative e mobilitazioni.

2003 - Guerra in Iraq, Fortezza Europa, squat messo a nuovo

2001 - Irrompiamo nei vertici delle elite del dominio, NO G8

Si continua fortemente nelle campagne contro la globalizzazione capitalista e ci si prepara a quello che sarà l’appuntamento dell’anno per gli attivisti/e di tutto il mondo il vertice del G8 a Genova in luglio. L’agenda però è piena anche di altri controvertici: Praga, Davos, Quebec City, Napoli, Gotemborg…
Una parte di noi lavora duramente per la costruzione delle proteste contro il Global Forum di Napoli, alla cui contestazione, a marzo, partecipiamo in massa. Gli scontri sono duri (e per una volta anche molti poliziotti rimangono feriti!) e la repressione sarà un ricco assaggio di quello che ci aspetta a Genova. Molti, nella sinistra ufficiale, hanno dimenticato che le violente cariche sugli studenti, la criminale ed asfissiante chiusura della piazza, le torture nelle caserme, furono pianificate e approvate dal governo Prodi.

Una mattina di febbraio ci svegliamo con lo sgombero di Spaziokamino, per undici anni riferimento della Ostia antagonista e underground. La mozione di sgombero è firmata anche da Rifondazione Comunista ed avallata dalla Giunta Rutelli. Partecipiamo attivamente al corteo successivo allo sgombero, arrabbiati ma anche delusi dalla poca prospettiva politica nella reazione dei compagni. Il litorale dei commercianti borghesi ci fa ribrezzo e la nostra manifestazione a ritmo di techno sembra un grido nel nulla.

A giugno la AS Roma vince lo scudetto, la città è in giubilo e il nostro ponte da grigio che era diventa totalmente giallorosso.
Da L38 Squat partiamo in tantissimi/e per partecipare attivamente alla settimana contro il G8 a Genova che malgrado una città blindata e impaurita vede un’esplosione di centinaia di migliaia di attivisti/e di tutto il mondo. Tutto ciò spaventa il governo italiano (già passato nuovamente nelle mani di Berlusconi) che fa svolgere il vertice in una specie di territorio fortificato dentro la città, la “zona rossa”. Come un esercito assediato e inferocito, poi, la celere irrompe sui manifestanti con incredibile violenza, pestaggi, torture di centinaia e centinaia di persone e l’uccisione di Carlo Giuliani. Torniamo sconvolti, tutti/e testimoni della ferocia dello scontro e dell’aria “cilena” che si respira.

Il capitalismo cominciava ad essere troppo in discussione i ricchi si preoccupano molto di come stanno andando le cose, la partecipazione di massa di gente di ogni dove al movimento contro la globalizzazione capitalista e lo scandalo per le violenze della polizia italiana sono altissimi in tutto il mondo. Poi avviene l’11 settembre tutto crolla e tutto deve tacere, c’è di nuovo IL NEMICO stavolta è l’Islam e subito iniziano le guerre e il lavaggio del cervello generale per creare il nuovo nemico pubblico. 
Da noi al Laurentino 38 oltre a partecipare alle grandi manifestazioni a Roma, a Genova e altrove continuiamo A4 Newsbot ed iniziamo un percorso sul sessismo che svilupperemo anche gli anni successivi.

2002 - L38 reload!

Welcome in Laurentino38's Heart

 


L38Squat was squatted in 1991 and became a freed space in a popular neighbourhood, downsouth suburb of Rome.

The space is set into areas: one is the area of living together, the others are everyday opened zones, centre of activities shaped and shared by the people, mostly teens of the neighbourhood.

The DIY ethic is the basic of the living here.
''DIY stands for "do it yourself", as opposed to paying a professional to do it for you.''
maybe the simplest way of finding solutions for composing sounds and visuals and spaces, learning bicycle repairs, recycling/repairing/modifying, starting gardens, hardware assembling and networking, new cooking combinations, fairplaying sports, building, plumbering, and roofmaking...

 

spray su cemento - L38 Squat 2005

 

Welcome in the heart of Laurentino 38, a district of public housing built in 1980/1981

 

torri_e_cielo_luglio7-98The Laurentino/L38 squat's web site trys to collect about 25 years of occupation, that is still going on now; antagonist information, direct actions and life lived in collectivity in a continuous growth and transformation extremely connected and radicated to this place.

In the years we have always thought with our own heads without taking any campaign or mobilisation for granted.
For this reason we often find ourselves in uncomfortable situations. We are not attracted by the "union-against", or the unity of our "small-strenght".
We globally think that our strength is everything but small.
We don't have the presumption to know more but we have the presumption to express who we are, what we feel and what we want, with no compromise with anyone.

 

In this place there are no leaders or hierarchies (explicit or not), and it is obvious that we put in act a daily attention to not fall in the mechanisms of a McWorld which bombards us in every way without hesitation.

 

In our web site we have put, in an orderly way, what we have chaotically done in the past years.
Who can, those who pass by or live in Rome, are strongly welcome to visit not only our site but also to come to the outskirts of Rome to Where We Are to meet us.
You can come and see what we've been able to build, and what can be built without coming up to compromises with the state or other forms of power.

 

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