Questa è una narrazione piuttosto completa dai primi momenti dell'occupazione alla fine del 2006, arrichita da link ed immagini quando possibile. In buona parte è il contenuto anche del libro 18 anni senza stato.
Il 1992 fu un anno di grossa attività dei CSOA; nuovi ne vennero occupati, come, vicino a noi, a Spinaceto, Auro e Marco, mentre altri come Askatasuna a Villa Pamphili venivano sgomberati e poi demoliti.
Nel frattempo continuava un'incessante campagna contro i nazi che oramai venivano fuori dappertutto, gli immigrati venivano continuamente attaccati, a Colle Oppio una banda passò il segno e tentò direttamente di uccidere gli immigrati che trovavano rifugio tra i ruderi del parco. (ecco un nostro volantino di gennaio). E' il periodo dei bomber (giubetto da aviatore) con lo scudetto italiano cucito sulla spalla e delle continue risse per strada, aggressioni e agguati.
E proprio in una trappola preparata dai nazi di Meridiano Zero cade un gruppo di noi che stavano cancellando delle scritte razziste in un quartiere adiacente al nostro (Ferratella). Un paio di noi finiscono in ospedale.
Il giorno dopo c'è la risposta immediata del movimento, un gruppone di due, trecento compagni attraversa quel quartiere, attacchina e fa scritte antifasciste e spazza via nazi e simili.
Da quel giorno i fasci del posto emigrano altrove e non si sono mai più visti. Non che prima, tranne l'agguato organizzato a livello cittadino, avessero fatto qualcos'altro che non essere dei fantasmi che facevano scritte di notte.
Il 28 marzo organizziamo anche un corteo antifascista dentro il Laurentino 38 (il volantino di convocazione), ma anche se partecipato, viene schiacciato dall'urbanistica antisociale del quartiere, nel senso che è stato come fare un corteo in un autostrada (una foto del quartiere dall'alto). In questa occasione abbiamo maturato la convinzione che i cortei in questo quartiere se non spontanei, non sarebbero stati il nostro impegno primario.
Il clima rimane comunque pesante in città e per il 18 aprile prepariamo una importante iniziativa, ancora una volta ANTIFASCISTA, con un dibattito e poi con concerto in serata con Banda Bassotti e Big Feet. Per questa iniziativa facciamo anche il nostro primo manifesto in tipografia, un evento viste le nostre poverissime finanze.
I nazi continuano le aggressioni, soprattutto agli immigrati e la magistratura ovviamente non rimane a guardare la risposta antifascista militante e fa fare perquisizioni a un po' tutti i compagni dei CSOA di Roma.
A maggio avviene un evento che segna profondamente il nostro immaginario. Los Angeles è in fiamme e in rivolta. Dopo il verdetto di assoluzione dei poliziotti che avevano massacrato Rodney King la comunità afro-americana, ma non solo, si ribella e per alcuni giorni insorge e saccheggia la metropoli USA.
A metà maggio l'attenzione degli italiani viene incanalata per le gare di barca a vela dell'America's Cup, l'Italia dopo 500 anni tenta la riconquista dell'America, partecipa con il Moro di Venezia, la barca della Montedison, uno dei principali inquinatori del nostro pianeta, impegnato nel saccheggio dell'Amazzonia. Noi facciamo una campagna di contro-informazione su questo con volantinaggi e con una simpatica iniziativa chiamata Affonda il Moro.
Per la fine di giugno, il 27, insieme a molti CSOA e anche con l'energia dei gruppi e delle posse che si sarebbero esibite (Ak47 e OneLOVE in testa) in un esperimento di condivisione dove i ruoli di attivista e artista andarono finalmente a farsi benedire organizzammo Fuori da Rebbibbia. Un evento, concerto, iniziativa di comunicazione, dopo tanti anni, con chi sta in carcere, con particolare attenzione ai prigionieri rivoluzionari.
Dopo l'estate inizia un nuovo autunno caldo, contro gli accordi sindacato padroni del 31 luglio c'è in tutta Italia una fortissima mobilitazione dal basso. Nelle piazze dove parlano i sindacalisti i lavoratori vogliono prendere la parola e parlare ed esprimere la loro critica radicale alla svendita attuata da CGIL, CISL e UIL. Volano bulloni e sassi in tutte le piazze d'Italia. A Roma il 2 ottobre il sindacato mette in campo tutto il suo servizio d'ordine coordinato con la polizia al fine di non fare arrivare i contestatori a San Giovanni... è una battaglia che dura molte ore sia a Piazza San Giovanni che lungo il percorso del corteo, noi siamo lì, faremo anche, subito dopo, un'iniziativa per controinformare sui brutali metodi di repressione utilizzati il 2 ottobre ed un volantino che spiegava cosa stava succedendo.
A fine ottobre facciamo una bella iniziativa con mostra storica sul Black Panther Party e la produzione di un opuscolo, Con Ogni Mezzo Necessario, che raccoglie gli scritti più significativi sulle lotte della popolazione afro-americana negli USA (Malcolm X, Black Panther Party, Huey P. Newton, Bobby Seale, Assata Sakhur, Angela Davis, George Jackson, Mumia Abu Jamal, MOVE, Mike Davis, Marylin Buck e altri/e). Quindi un'iniziativa sui 500 anni di resistenza dalle navi di schiavi alla rivolta di Los Angeles.
Per quel giorno preparammo anche un volantino che distribuimmo a tutti gli intervenuti, eccone il testo.
Per il resto iniziamo a fare concerti quasi ogni sabato e la gente, soprattutto i giovani delle scuole di zona iniziano a popolare il centro sociale quasi quotidianamente. E' l'inizio di una tendenza che vedrà il suo apice durante il 1993.
A fine dicembre del 1990 uno dei compagni che stava al Casale organizza insieme ad altri compagni della zona un concerto alla rotonda del 6° ponte, che era gestita e occupata dall'associazione "La Scintilla" dell'OPR (l'OPR per chi non la conosce è l'Organizzazione Proletaria Romana, Lista di Lotta, Radio Proletaria poi Radio Città Aperta etc. un gruppo che ha sempre avuto rapporti abbastanza scontrosi con l'autonomia). Dato che questo compagno aveva precedentemente fatto una scelta personale che noi giudicammo, e ne siamo ancora convinti, inammissibile. Quindi andammo a vedere che succedeva e cercammo subito di mettere le cose in chiaro. In sostanza aveva ottenuto una stanza dentro i locali della Scintilla e l'aveva chiamata Centro Sociale La Sveglia. Per evitare ambiguità una decina di noi ci si buttò dentro a vedere che si poteva fare.
Stando ai locali del 6° ponte ci rendemmo conto che tutto il ponte e gran parte degli uffici erano vuoti. Bisogna dire che i ponti erano stati occupati (lo sono nuovamente tutt'oggi) fin dall'inizio, nel 1980 dall'autonomia (tutti quelli che oggi nel 2000 hanno + o - 40 anni avevano occupato le case qui) poi vennero rioccupati e nel 90 assegnate delle case agli occupanti a TorBellaMonaca e i ponti vennero sgomberati e murati.
Insomma perchè accontentarsi di una stanza sotto il controllo dell'OPR quando potevamo prenderci tutto quello spazio, certo era ridotto uno schifo, con acqua e luce a portata di mano e poi eravamo in un nuovo periodo di slancio dei centri sociali con continue nuove occupazioni. E infatti malgrado l'ostilità dell'OPR, a febbraio ci prendemmo quello che è oggi il Laurentinokkupato / L38 Squat.
Era ridotto molto male (foto) e da allora e per molti anni sono andati avanti i lavori per rimetterlo in sesto e tenerlo in piedi. Passammo i primi mesi bellissimi a vivere e lavorare qui dentro, a passare al setaccio i rimanenti ponti abbandonati per prendere i "pezzi di ricambio". Infatti questo quartiere è stato fatto con gli stampini ed è costituito da 11 ponti tutti uguali, questa è una delle sue caratteristiche più alienanti, ma noi la sfruttammo a nostro vantaggio e ogni sera si partiva e si andava al 5° al 7° all'8° e così via a prendere porte, finestre, vetri, sanitari, infissi... insomma tutto quello che mancava e poi con l'occhio attento ai cassonetti, poteva sempre esserci qualcosa che serviva tipo pensili per la cucina, reti per i letti, lampade da riciclare, macchine del gas, una tele mezza funzionante, un materasso non troppo lercio. E poi, naturalmente i cantieri, che fin da piccoli erano stati la nostra passione. Adesso c'era anche la motivazione ideologica, stavano infatti costruendo la chiesa al Laurentino, e noi la notte gliela andavamo a smontare. Non so infatti quante decine di belle tavole da gettata sono diventate i nostri tavoloni, panche, cassepanche, tutto fatto di queste tavolone gialle (foto) che erano molto meglio delle solite palanche (che comunque non ci siamo fatti mancare). Insomma fu un gran periodo di lavori edili dove i pochi che sapevano insegnarono agli altri le proprie abilità di falegnami, muratori, elettricisti, idraulici, fabbri etc.
Fuori c'era la Guerra del Golfo, le manifestazioni contro gli USA, gli italiani in guerra, un grosso fermento artistico attraversava il movimento c'erano un sacco di nuovi gruppi, le posse, i graffiti, i video, la vivacità del movimento aveva dato coraggio all'autoproduzione e così dopo il disco di ONDA ROSSA POSSE, uscivano continuamente nuovi dischi tipo Balla e difendi, che diventarono insieme alle posse la colonna sonora di quei tempi, ed erano cose veramente potenti.
A maggio eravamo pronti per la nostra prima iniziativa seria, avevamo messo a punto la birreria (poi l'abbiamo smontata e rifatta un sacco di volte) e improvvisato al piano di sotto una sala concerto unendo due stanzoni. Quindi dopo esserci messi d'accordo con gli amici, compagni dei gruppi preparammo la locandina suonavano i GAS (che da sempre ci sostenevano), la Banda Bassotti e i Red House. Per noi il meglio che c'era in Europa all'epoca!!!
Lo spirito era molto diverso da oggi, infatti i gruppi erano fatti da compagni/e che ANCHE suonavano. Ad esempio i Bassotti vista la nostra ridicola amplificazione andarono a prendere la loro dall'altra parte di Roma, senza battere ciglio, nessuno neanche pensava a chiedere o a parlare di soldi, ad oggi ne sono rimasti proprio pochi di gruppi che si comportano ancora così. Il concerto fu eccezionale anche perchè tutti tra il pubblico sapevamo tutte le canzoni ed era praticamente un coro dall'inizio alla fine, con qualche interruzione tipo quando arrivavano gli abitanti del 6° che venivano a mostrare il loro dissenso (ve sparo) per il casino infernale che facevamo. Noi infatti, da criminali quali eravamo all'epoca non avevamo insonorizzato un cazzo e i gruppi praticamente suonavano dentro casa di quelli del palazzo di fronte, poi già immediatamente dopo e negli anni abbiamo molto migliorato le cose ed abbiamo capito che non dovevamo farci odiare dal vicinato per il casino o approfittarcene perchè la gente da queste parti non chiama la polizia e non va a farti le denuncie.
La mattina del 19 maggio scoprimmo una cosa terribile ascoltando Onda Rossa, nella notte i fasci avevano incendiato il CS Corto Circuito e dentro era stato ucciso un ragazzo, Auro. Andammo tutti al corteo per il quartiere di Lamaro nel pomeriggio, fu l'inizio di un lungo periodo di mobilitazioni antifasciste e di scontri di strada.
Per il 7, 8 e 9 giugno chiudemmo il CSOA e partimmo tutti per Venezia dove c'era l'International Meeting organizzato dagli autonomi padovani. Fu un esperienza importantissima di contatto diretto con i compagni e le compagne di altri paesi, gli infoshop, tante commissioni, la manifestazione dentro Venezia con slogan in diverse lingue, i vaporetti con la bandiera pirata... Noi rimanemmo particolarmente attratti dagli e dalle Autonomen, anche perchè (vedi foto) stavamo vicini, comunque erano venuti in tantissimi dalla Germania e colpirono il nostro immaginario per la loro radicalità, determinazione, coerenza ed il fregarsene delle istituzioni e del rapporto con la gente "normale", loro occupavano interi quartieri e ci facevano quello che gli pareva. Ad agosto molti di noi andarono a passare le vacanze a Berlino.
Tra le cose che facevamo all'epoca c'era la campagna contro le celebrazioni della scoperta/conquista dell'America, noi avevamo fatto parecchi adesivi ed una bella locandina ripresa da uno spot di Onda Rossa e poi avevamo anche rifatto "la firma" per tutte le successive locandine. Le parole d'ordine erano NON SI PUO' CELEBRARE UN GENOCIDIO e 500 anni di resistenza indigena e popolare. Ad ottobre andammo di nuovo tutti ad una manifestazione di due giorni a Genova, ma fu un po' una delusione.
Tra le tante cose a giugno realizzammo anche il numero zero di Laurentinokkupato INFO... ne abbiamo digitalizzato qualche articolo.
Sempre ad ottobre ci fu una mobilitazione antifascista a San Lorenzo che poi arrivò fino al piazzale di fronte il Verano e l'Università. La parola d'ordine per quel giorno era farli a pezzi, se fossero venuti come avevano annunciato gli avremmo fatto pagare tutte le aggressioni che stavano facendo in città, e dato che sarebbero dovuti venire in tanti Movimento Politico, Meridiano Zero, i naziskin vari che giravano all'epoca preparammo un corteo autodifeso che avrebbe spazzato via con facilità chiunque. Tutti con i caschi, bastoni, tubi di ferro, fionde (ed era solo quello che venne tirato fuori) la tensione era bella alta e la polizia si tenne a distanza di sicurezza. Noi preparammo uno strisicione che ci ha accompagnato per tanti anni, degli adesivi e poi, naturalmente, il nostro "armamentario", questa è una foto pubblicata anni dopo da Repubblica con didascalia errata (giovani del 1977), ma invece era proprio la foto del blocco del Laurentinokkupato quel giorno a piazzale del Verano. Poi la settimana dopo andammo a Frascati dove ci doveva essere un convegno di MP e così continuò per parecchio.
Il 1989 fu caratterizzato politicamente da tre cose il sostegno continuo all'Intifada, la campagna NE' EROINA, NE' POLIZIAcontro le leggi proibizioniste, la legge Craxi Jervolino e poi ad agosto quello che è rimasto un passo importante della storia del movimento di quegli anni, la resistenza, lo sgombero, la demolizione, la rioccupazione e la ricostruzione del Leoncavallo.
Noi stavamo ancora al Casale per i primi mesi dell'anno, poi il cantiere dove prendevamo la luce chiuse, e così rimanemmo al buio, non mi ricordo da quale mese, ma mi ricordo che ormai eravamo coinvolti in così tante cose che il fatto di avere o no un posto attivo, in quel momento, non era così importante, perchè di posti ce ne erano tanti e si stava bene in tutti quanti e così piano pianolasciammo il Casale.
Continuammo a stare insieme come collettivo, andavamo a sfondare ai concerti, mi ricordo che a quello dei Ramones ci ritrovammo li insieme a quelli del Forte e ad altri e che alla fine il cancello crollò addosso ai celerini che stavano dietro e ci rimasero sotto, senza farsi troppo male (noi naturalmente gli camminammo sopra).
Nel frattempo ci fu la repressione di Piazza Tienamen e tutti i paesi dell'europa dell'est che insorgevano, fino al crollo del muro di Berlino. Per noi del Centro Sociale che eravamo cresciuti ascoltando Radio Onda Rossa che aveva sempre definito l'URSS uno stato imperialista ed il socialismo reale come qualcosa che non aveva assolutamente nulla a che vedere con quello che volevamo noi, non fu un grosso trauma, tutt'altro. Uno degli slogan dell'epoca, che non sentiremo mai più vista la scomparsa dell'Unione Sovietivca era: USA URSS, la terra non è vostra, Palestina libera, Palestina Rossa.
Contro la legge proibizionista tutto il movimento si mosse con forza, il nostro slogan NE' EROINA NE' POLIZIA riassumeva la nostra soluzione, noi eravamo la soluzione all'emarginazione. Ai quartieri ghetto contrapponevamo i centri sociali occupati, l'aggregazione autogestita, mentre al governo Craxi rubava a mani basse e per distogliere l'attenzione puntava il mirino contro i tossicodipendenti già emarginati dalla società.
Fu la guerra totale ai socialisti, Craxi Boia (dove la x diventava una svastica) fu la scritta più diffusa d'Italia, le sezioni del PSI vennero imbrattate, la contrapposizione arrivò fin nelle nostre famiglie... questa legge non doveva passare.
Poi i socialisti si vendicarono, il cognato di Craxi, sindaco di Milano, diede l'ordine per il 16/8/89... ci fu lo sgombero del Leoncavallo, che cambiò tutto. Adesso gli spazi bisognava tenerli o cercare di tenerli come avevano fatto dai tetti del Leoncavallo. Mi ricordo che i più scafati di noi partirono per il Leoncavallo(vedi foto), andammo su a Milano il 22 settembre per il convegno nazionale dei Centri Sociali Autogestiti CONTRO I PADRONI DELLA CITTA'.
Dai primi di novembre tornammo a vederci collettivamente nei locali occupati di Via Lipparini al terzo ponte, che erano poi gli spogliatoi del campetto di pallone, che erano stati riadattati prima a sede di un giornaletto locale (il nettare) e poi il grosso dei locali (piuttosto piccoli) vennero via via trasformati in sala prove dai pischelli che suonavano al Casale e che non potevano fisicamente stare senza suonare o senza stare insieme (loro erano proprio piccoli 14, 15 anni e si muovevano poco dal quartiere).
Ci vedevamo quelli che avevano occupato il Casale con altri compagni, e stavolta quelli che facevano riferimento alla LSR, ma che non avevano molto partecipato al Casale erano venuti più determinati.
Facemmo riunioni tutti i giovedi di quell'autunno, tirammo fuori anche un volantino che distribuimmo in quartiere, che "invocava" il bisogno di un centro sociale autogestito. Mi ricordo anche che scazzammo con alcuni della LSR perchè avevamo fatto il volantino con scritto in fondo APRIRE DIFENDERE DIFFONDERE SPAZI SOCIALI AUTOGESTITI che loro ritenevano essere uno slogan che li accostasse troppo agli autonomi, per forza molti di noi lo erano!
Poi tra la fine del 1989 ed il 1990 tutti i nostri programmi di piccoli passi e riunioni pallose andarono a farsi benedire arrivava il movimento...
Come detto tra la fine del 1989 e l'inizio del 1990 in un periodo che stava diventando un po' consuetudinario irruppe, all'improvviso LA PANTERA, le facoltà dell'Università vennero occupate, ogni giorno c'erano feste, cortei, mobilitazioni. Alcuni di noi dormivano a lettere altri a Scienze Naturali altri ancora dove capitava. Non bisognava essere iscritti, e comunque l'Università era un posto che all'epoca tra presidi antifascisti e assemblee era molto sentito come proprio dal movimento, anche perchè iscriversi non costava molto e quindi dentro c'erano un sacco di compagni.
La Sapienza era diventato il più grande CSOA di Roma c'erano i concerti in ogni facoltà, qualche centinaio di persone, un'amplificazione e vai suona l'ONDA ROSSA POSSE. Ma anche durante i cortei Public Enemy a palla. Radio Onda Rossa che esplode di trasmissioni, tutto meraviglioso tranne le assemblee generali torturate dalle mozioni e dai giochini delle varie componenti. Il movimento si diffonde anche agli studenti medi... ma la storia è abbastanza nota, comunque credo che tutti, come noi, in quel periodo hanno mollato tutto e stavano sempre all'Università.
Mentre finiva con l'estate la Pantera iniziavamo a mobilitarci contro i mondiali di Italia 90 che sono costati la vita a decine di operai edili uccisi dalla fretta dei padroni di mettere a punto questo business miliardario, le opere inutili costruite allora sono ancora oggi così inutili che sono ancora inutilizzate.
D'estate in quartiere alcuni di noi del Casale, non io, ossia non ci ho abitato, quindi non potrò darne la giusta descrizione, occupano insieme a delle famiglie di giovani coppie e senza casa le palazzine e le torri IACP vuote di Via Paolo Buzzi, è un'esperienza controversa con pro e contro che andrà avanti fino ad aprile 1991 giorno dello sgombero.
Di sicuro ci siamo conosciuti a fondo con tanti altri/e compagni con i quali poi è nata anche un'amicizia forte, abbiamo preso atto della durezza delle condizioni di vita di molte famiglie, della devastante forza dell'eroina, che non ti fa guardare in faccia nessuno ed anche dei forti limiti che può avere una struttura di tipo bolscevico, ossia un comitato di piccoli Lenin che decide per tutti quanti la giusta strada.
Alla fine di settembre occupiamo la XII circoscrizione per chiedere soluzione al bisogno di casa di tutti.
Nel frattempo l'Intifada continuava incessantemente e all'inizio di ottobre l'esecito israeliano fece una strage a Gerusalemme, per risposta si convocò subito a Roma una manifestazione al Pantheon, la tensione fu subito altissima, la rabbia troppa, vogliamo andare al Parlamento a prendercela con i complici di Israele, in mezzo ci si mette tutta la dirigenza della questura di Roma, che avrà ciò che merita e che poi per risposta alle botte prese mette su un processo (il processo Pantheon) che durerà a lungo e alla fine condannerà alcuni compagni per reati improbabili come rapina (di manganello) ed anche gente che quella sera non c'era, ma si dovevano vendicare. Infatti al corteo dopo il Pantheon ricordo che ci trovammo tutta la Digos schierata con i caschi e i passamontagna pronti a prendersi la rivincita, che non ebbero.
Comunque tutt'intorno era un fiorire di nuovi gruppi musicali, nuovi collettivi, la Pantera aveva attivato un sacco di gente era ora di tornare a prenderci uno spazio.
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