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Il mondo che sogniamo è inarrestabile!
sugli arresti di Lecce

Mainstream >>> Da Repubblica.it:

Tra le accuse il danneggiamento di negozi Benetton di distributori Esso e di diverse filiali di Banca Intesa

Arrestati a Lecce cinque anarchici. Fomentarono rivolte tra gli immigrati

Numerose le perquisizioni effettuate dalla Puglia alla Valle d'Aosta

LECCE - La polizia di Lecce ha arrestato cinque anarchici insurrezionalisti, ritenuti responsabili di aver costituito e di far parte di un'associazione "finalizzata al compimento di atti di violenza a fini di eversione dell'ordine democratico", e di altri gravi reati.

L'operazione, condotta dalla Digos della questura di Lecce e coordinata dal Servizio Centrale Antiterrorismo della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, ha permesso di accertare che i destinatari delle misure restrittive sono ritenuti gli autori di diversi episodi delittuosi, tra i quali le numerose rivolte scoppiate tra gli immigrati trattenuti all'interno del Centro di permanenza Temporanea "Regina Pacis" di San Foca di Melendugno (Lecce). Sono inoltre accusati di minacce gravi perpetrate nei confronti del personale del Centro.

Gli altri reati contestati sono il danneggiamento di diversi negozi Benetton, azienda che gli anarchici arrestati accusano di essersi appropriata di vaste aree sudamericane, appartenenti in origine al popolo "Mapuche"; il danneggiamento, compiuto anche con una serie di incendi, di numerosi sportelli bancomat della Banca Intesa sull'intero territorio nazionale, e infine di danneggiamenti e furti di pompe erogatrici ai danni di distributori della compagnia petrolifera Esso, accusata di fornire carburanti alla coalizione militare operante in Iraq.

Nel corso dell'operazione sono stati impiegate circa 150 unità della Polizia di Stato che hanno inoltre eseguito oltre venti perquisizioni a carico di altri anarchici residenti nelle province di Lecce, Aosta, Torino, Trento, Trieste, Chieti, Cagliari, Taranto e Catania.



Comunicati di solidarietà:


Aggiornamenti da Lecce
da "Anarchici del Capolinea"

Il 12 maggio,a conclusione dell'operazione denominata "nottetempo" sono state eseguite 16 perquisizioni domiciliari. Le case dei compagni sono state perquisite con i soliti modi violenti caratteristici della polizia; uomini della digos,tra cui alcuni incapucciati,che rovistavano ovunque, elicotteristi ed artificieri per uno spiegamento di 150 uiomini per la sola provincia di Lecce. Un compagno è stato condotto nella sede del Capolinea in via Adua (i poliziotti hanno aperto la porta con le proprie chiavi) dove ha assistito alla perquisizione, alle riprese video e al sequestro degli oggetti presenti nel locale (libri, magliette, spillette e volantini).

Sono stati arrestati 5 compagni con l'accusa di associazione sovversiva con finalità di terrorismo, altri 8 indagati a piede libero con la stessa accusa e due per manifestazione non autorizzata. Le accuse si reggono su prove assolutamente congetturali, derivanti da intercettazioni telefoniche e ambientali, nonchè da un rilevatore gps installato nell'auto di un compagno.

Da questo materiale gli inquirenti evincono la responsabilità dei compagni negli attacchi ai bancomat di Banca Intesa, alla pompa del distributore Esso, alla porta del duomo di Lecce e alla casa della sorella di don Cesare Lodeserto.

Scritte murali sono state attribuite in modo ridicolmente arbitrario.

E' chiaro che l'operazione, condita dallo strombazzare della stampa locale, è un ennesimo esempio di montatura giudiziaria basata su prove inesistenti. Sappiano lor signori, che gli anarchici non conoscono ne capi ne dirigenti, per cui in carcere non hanno portato nessun "vertice" o "mente" che dir si voglia. Le menti dei compagni sono distinte, iindipendenti e unite nella lotta quotidiana contro ogni forma di sfruttamento.

Lo scopo di questa messinscena è scoraggiare ogni tipo di espressione di dissenso, criminalizare i compagni facendo terra bruciata attorno a loro. Sappiamo che in una società in cui tutto è merce la galera è lo strumento deterrente di ogni forma di dissenso, funzionale a garantire un omologazione, un'apatia sociale necessaria al capitalismo.Vorrebbero che ci accontentassimo mestamente delle briciole che cadono dal banchetto dei potenti, invece cio' che vogliamo è un mondo diverso, egualitario ed antiaautoritario.I compagni sono stati brutalmente attaccati per aver solidarizzato con gli altri esclusi, gli sfruttati, glli immigrati deportati e rinchiusi perchè sprovvisti di permesso, dileggiati come sub-umanità e coperti dall'indifferenza sociale. La solidarietà fra gli sfruttati è cio che piu' teme il potere, è l'eventualita che fa tremare la terra sotto ai piedi a coloro che ci chiamano terroristi.

Oggi esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai compagni attaccati e detenuti, domani saremo di nuovo insieme nella lotta di sempre.

LIBERTA' per Marina, Annalisa, Saverio, Salvatore e Cristian.
LIBERTA' PER TUTTE-I FUOCO AI LAGER E ALLE GALERE

L'indirizzo del carcere è:
Casa circondariale Borgo S.Nicola - 73100 - Lecce

Marina e Annalisa si trovano ai domiciliari.
Per le spese legali usare il c.c.p. num.56391345 intestato a Marina Ferrari

Anarchici del capolinea


da: http://italy.indymedia.org/news/2005/05/790147.php

Libertà per Salvatore, Saverio e gli altri compagni di Lecce

A quanto pare è diventata una moda. Una moda che servi in toga e in divisa amano seguire. Per questo in tutta Italia Procure e sbirri si trovano la loro associazione sovversiva da perseguire: d'altronde come possono giustificare il loro "lavoro" senza un 270bis d'ordinanza? Stavolta è toccato a Lecce, e così 5 compagni anarchici si ritrovano privati della loro libertà!

Le motivazioni sono le solite: aver costituito, organizzato e partecipato ad un'associazione sovversiva con finalita' di eversione dell'ordine democratico.
Ma i veri motivi sono altri, e cioè l'aver manifestato solidarietà attiva con i fratelli immigrati rinchiusi in quei lager denominati CPT in attesa di espulsione a causa di quel reato gravissimo, che è la fuga dalla fame e l'entrata in Italia alla ricerca di un tozzo di pane per sè e i loro familiari.
Non piangiamo nè ci lamentiamo per gli arresti di questi compagni, d'altra parte sappiamo che anche loro non ci chiedono piagnistei e lamentazioni: sono e siamo abituati al fatto che lottare contro questo sistema criminale della fame, del carcere e della guerra non ci può portare ad altro che alla repressione. Noi lotteremo per la libertà dei compagni di Lecce nel solo modo che conosciamo: continuando dovunque la loro battaglia di libertà e giustizia.
Sappiamo che questo comporta dei rischi e ci espone al solerte interessamento dei servi dello Stato, ma andremo avanti: non potranno arrestarci tutti ed alla fine verrà il dì della riscossa. Noi non dimentichiamo.

Libertà per i compagni di Lecce
Libertà per Francesco e gli altri indagati di Pisa
Liberi tutti.

L'avamposto degli Incompatibili
http://www.controappunto.org


sugli arresti di lecce, liberi tutti!

La notizia dell'arresto di 5 anarchici di Lecce e delle numerose perquisizioni in tutta Italia ci ha sùbito colpito per la sua gravità.
Pur avendo assistito negli anni alla costruzione di diverse montature e teoremi accusatori contro le varie componenti del movimento, registriamo oggi una pericolosa novità in quest'ultimo atto repressivo scatenato contro gli anarchici pugliesi.
Per la prima volta l'articolo 270bis viene applicato specificamente contro compagne e compagni impegnati nelle lotte antirazziste per la chiusura dei Centri di Permanenza Temporanea, i lager per immigrati.
Da quel che è dato capire, tutto il teorema si fonda sulla lotta che gli arrestati conducono da anni contro il lugubre CPT "Regina Pacis" di Lecce. Questo è il vero attacco politico sferrato non solo agli anarchici ma all'intero movimento antirazzista.
Questa criminalizzazione serve a distogliere l'attenzione dalla verità: in Puglia, a Lecce, c'è un lager in cui gli immigrati vengono imprigionati e seviziati. Un lager gestito da un prete recentemente arrestato e per il quale i poteri forti non hanno esitato ad esprimere e procurare la loro complice solidarietà. Gli anarchici pagano dunque con il carcere il loro impegno antirazzista per smascherare la vergogna del "Regina Pacis", di tutti i CPT e del razzismo di Stato.
Nel solidarizzare con i compagni arrestati pretendiamo la loro immediata scarcerazione, respingiamo fermamente la criminalizzazione del movimento anarchico e libertario e facciamo appello a tutto il movimento antirazzista per una solidarietà militante che sappia fare fronte agli attacchi della repressione dello Stato.

NESSUNA FRONTIERA, NESSUNA GALERA!
LIBERI I COMPAGNI, SUBITO!

Commissione Antirazzista della Federazione Anarchica Italiana - FAI


Le frontiere della democrazia: immigrati uccisi, ribelli in carcere

Giovedi' 12 maggio, cinque anarchici leccesi sono stati arrestati nel quadro dell'ennesima inchiesta per "associazione sovversiva con finalita' di terrorismo" (270 bis), in base alla quale sono stati perquisiti case e spazi anarchici in mezza Italia. Il Capolinea occupato di Lecce e' stato chiuso e sottoposto a sequestro giudiziario. Conosciuti per la loro opposizione costante e senza compromessi a quei lager che la lingua di Stato chiama "centri di permanenza temporanea", questi compagni stavano dando troppo fastidio. Ora che le brutalita' del CPT di Lecce sono emerse in modo talmente evidente che il suo direttore, don Cesare Lodeserto, e' stato arrestato con l'accusa di violenza privata e sequestro di persona; ora che diversi immigrati rinchiusi hanno cominciato a ribellarsi con coraggio e continuita' , la voce di chi da tempo smaschera le responsabilita' di un intero sistema concentrazionario andava zittita.

Questi compagni vengono accusati di una serie di attacchi contro le proprieta' dei gestori e finanziatori del CPT di Lecce, di alcuni sabotaggi contro la Esso e di qualche azione diretta contro la Benetton. Non sappiamo se siano innocenti o colpevoli, e nemmeno ci interessa. Cio' che consideriamo giusto non lo cerchiamo tra le righe dei codici dello Stato. Se sono innocenti, hanno la nostra solidarieta' . Se sono colpevoli, ce l'hanno ancora di piu'.
Rispondere con determinazione a chi rinchiude donne e uomini la cui unica colpa e' quella di essere poveri e di non avere i documenti in regola; presentare un piccolo conto a chi si arricchisce con il genocidio della popolazione irachena (come la Esso) o con la deportazione dei Mapuche (come la Benetton), sono pratiche assolutamente condivisibili. Dai bombardamenti ai CPT, dalle banche alle multinazionali, i nemici degli sfruttati non sono forse ovunque gli stessi?

Mentre questi nostri compagni vengono arrestati, in un solo giorno a Torino la polizia sgombera un campo nomadi, uccide a freddo un senegalese a un posto di blocco, provoca la morte di un altro immigrato che cerca di sottrarsi ad un rastrellamento. Vi basta? Da settimane gli internati di via Corelli a Milano sono in sciopero della fame, protestano sui tetti, urlano la loro voglia di liberta'. Intanto centinaia di profughi vengono internati in "centri di accoglienza" da cui cercano ad ogni costo di evadere.

Sono urla che ci giungono dalle macerie di questo mondo in rovina.

Possiamo fare finta di non sentirle. Possiamo festeggiare ipocritamente la lotta armata contro il nazifascismo senza accorgerci che i lager non sono il nostro passato, ma il nostro presente. Possiamo rifugiarci dietro il rispetto della legge, quella stessa legge in nome della quale si affama e si bombarda, quella stessa legge che viene quotidianamente sospesa per milioni di dannati della Terra. Oppure possiamo decidere di alzare la testa, trovando in noi stessi il senso di cio' che e' giusto, armando il nostro cuore e le nostre braccia. Possiamo nasconderci, oppure batterci.

Il modo migliore per essere solidali con gli anarchici di Lecce ci sembra quello di continuare la lotta per la chiusura dei lager, per inceppare la macchina delle espulsioni. Per un mondo senza frontiere.

SALVATORE, SAVERIO, CHRISTIAN, MARINA, ANNALISA LIBERI!
FUOCO AI CPT, LIBERI TUTTI!

anarchici a piede libero


Comunicato FAS su arresti e perquisizioni

Ancora una volta la repressione dello Stato e dei suoi apparati si abbatte sugli anarchici. Con cinque arresti, quindici indagati e perquisizioni in tutta Italia si vogliono attaccare tutti quelli che non rinunciano a costruire percorsi di libertà con l'azione diretta e l'impegno militante. In particolare, sono stati colpiti gli anarchici di Lecce che si sono sempre battuti contro la presenza del Centro di Permanenza Temporanea "Regina Pacis" denunciando pubblicamente le vergognose pratiche di annientamento che vi si perpetrano dietro la regia e la copertura delle gerarchie ecclesiastiche.

Si tratta di un attacco rivolto a tutto il monvimento antirazzista in un momento in cui lo stesso ministro Pisanu ha ufficialmente ribadito che chi si pone contro i CPT si pone automaticamente contro l'intera collettività. Attraverso un teorema menzognero che si avvale di dati altrettanto fuorvianti Pisanu scarica sulle spalle dei cosiddetti immigrati "clandestini" la responsabilità di tutta la criminalità presente in Italia. Dopo la collaudata equazione che identifica nell'immigrato un soggetto pericoloso per la società si è passati ad una fase in cui tutti quelli che stanno dalla parte degli immigrati, degli oppressi, degli sfruttati sono ugualmente criminali e socialmente pericolosi.

A queste accuse rispondiamo denunciando la natura criminale dello Stato italiano che con il suo terrorismo vuole annientare le vite degli immigrati e di tutti coloro che scelgono la libertà alla sopraffazione.

Pretendiamo l'immediata scarcerazione delle compagne e dei compagni arrestati.
Respingiamo ogni tentativo di criminalizzazione degli anarchici.
Ribadiamo l'impegno antirazzista contro i Centri di Permanenza Temporanea per una società senza frontiere.

FUORI I COMPAGNI DALLE GALERE! LIBERI TUTTI!

Federazione Anarchica Siciliana


La nostra solidarietà ai compagni anarchici di Lecce

Puntualmente, appena rifluisce l'onda lunga di una mobilitazione di massa, o quantomeno allargata, la macchina giudiziaria dello stato si occupa di colpire qualche militante con accuse spropositate e pene esemplari. Di questi giorni l'ennesima conferma con arresti e incriminazioni in varie parti d'Italia, con un uso disinvolto e agghiacciante di contestazioni di reati e di supposte prove. E' la stessa magistratura che assolve Trenitalia e convalida il licenziamento dei lavoratori che si espongono e lottano, come i ferrovieri, per migliorare le proprie condizioni di lavoro e quelle di sicurezza per i pendolari, che assolve i fascisti e lo stato e condanna i parenti delle vittime a pagare le spese processuali.

Mentre crescono le intimidazioni nei posti di lavoro, mentre l'ossessione della sicurezza viene cavalcata da destra e da sinistra mentre cresce il controllo sociale e la criminalizzazione degli immigrati, le mobilitazioni di lotta, le occupazioni abitative e le lotte antirazziste sono nel mirino, a tentare di insegnare che non c'è scampo e non c'è spazio per alcun tentativo di cambiamento dell'ordine sociale esistente. Lo spazio per il conflitto sociale si riduce quanto si riducono le lotte, quanto la paura e l'ineluttabilità aumentano. E mentre la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ipocritamente "sorveglia" l’Italia, il cui governo è fin troppo zelante nel proteggere la Fortezza Europa come concordato nei trattati, dovremo continuare ad assistere impotenti alla pesca di cadaveri a largo delle nostre coste e alla cattura, alla prigionia e ai rimpatri forzati di uomini e donne? L'esistenza stessa dei CPT è un crimine, assolutamente analogo ai lager di sessant'anni fa, i nostri campi di pomodori assomigliano sempre più a piantagioni di cotone di qualche secolo fa, dove si mescolano sorveglianti, schiavi del lavoro e schiave del sesso, vittime della clandestinità. E chi come allora ha fatto finta di nulla o ha obbedito alla legge è responsabile di quei crimini, chi come allora combatte per aprire i cancelli o far sgusciare dalle maglie di una legislazione insensata e inumana più persone possibile è per la legge un criminale. Come lo era Harriet Tubman con il suo fucile, come lo erano i quacqueri disarmati che tanti lavoratori hanno guadagnato alla libertà se non alla liberazione dallo sfruttamento. Perché dietro al razzismo, dietro la repressione, oggi come allora, c'è il sogno per qualcuno di un'assoluta ricattabilità della classe lavoratrice, c'è il bisogno di impedire qualunque vagito di autorganizzazione, il disegno in gran parte perseguito con successo di rompere qualunque legame di solidarietà di classe.

E duramente viene colpito chi ostacola questo disegno. Che a tutti noi spetta di rompere, per costruire una società di liberi ed uguali.

Ciascuno per la sua parte.

FEDERAZIONE DEI COMUNISTI ANARCHICI



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