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ANTI-LAGER ACTION TOUR
CONTRO LE ESPULSIONI E L’EMARGINAZIONE

PARTE CON SUCCESSO L’ANTI-LAGER ACTION TOUR

21 AGOSTO 2004 >>>

Sabato 21 agosto ha Avuto luogo la prima manifestazione dell’Anti-lager action tour a Bramsche-Hesepe, presso il centro per le espulsioni.
La manifestazione è cominciata alla stazione ed ha attraversato il villaggio di Hesepe fino al cosiddetto “centro di accoglienza”, il più grosso centro di detenzione in Germania che può accogliere fino a 550 persone.

Verso le 12 si sono radunati i/le manifestanti antirazzist* alla stazione di Hesepe, a circa 15 km a nord da Osnabrueck. Nonostante la pioggia, il corteo verso quello che eufemisticamente viene chiamato “centro d’accoglienza” ha raccolto circa 600 persone.

Questo centro di detenzione si trova, come spesso accade, isolato in un bosco, poco fuori del villaggio. Negli ultimi tempi è stato spesso al centro di cronache a causa della resistenza attiva dei/lle rifugiat*, che più di una volta hanno bloccato l’ingresso agli addetti del centro in segno di protesta contro le condizioni disumane, e contro l’espulsione di un ceceno, deportato in Austria e separato dai familiari.

Dal giornale dell’anti-lager tour:
Come stabilito dalle autorità al centro di detenzione di Bramsche vengono introdotti solo migranti le cui richieste d’asilo non hanno alcuna possibilità di successo. In concreto questo significa che sin dall’inizio si esercita sui rifugiati una pressione psicologica tale da indurli a scegliere la via dell’espatrio “volontario”. A questo scopo vengono usati diversi mezzi di convincimento: la riduzione dei contributi in denaro ad esempio, o la mensa, che per 6 giorni a settimana serve lo stesso cibo (per il vitto non si presta alcuna attenzione alle attitudini culturali o personali). […] Già da molto tempo si ribellano soprattutto le famiglie cecene lì rinchiuse alle impensabili condizioni di vita a Bramsche. L’anti-lager action tour supporta questa battaglia”.

Alla manifestazione volevano partecipare anche migranti detenuti nel lager, ma quando una delegazione dal camp è andata a prenderli hanno risposto solo in 30; tutti erano spaventati dalle intimidazioni delle autorità del centro, che li hanno minacciati avvertendoli che una partecipazione alle manifestazioni o un contatto coi manifestanti non li avrebbe portati a nulla di buono.

La manifestazione è risultata rumorosa e colorata, c’era un blocco blue-silver con tamburi samba. Sono stati scanditi molti slogan, e l’atmosfera era grintosa. Dopo alcuni interventi alla stazione si ha proseguito alla volta del lager, dove si incitava ad attaccare la recinzione. Al villaggio gli/le abitanti incontrati rimanevano fermi sui loro balconi e dietro gli steccati dei giardini; reazioni e commenti in ogni caso non lasciano dubbi sul fatto che la manifestazione riscuotesse poco consenso da parte loro, a volte anche risentimento.

Nei giorni precedenti abbiamo assistito ad una campagna diffamatoria da parte della stampa locale contro il camp e i/le suoi/e partecipanti, antirazzist* di sinistra. Sembra quasi che sia stata ingaggiata una battaglia per proteggere il patrimonio dei residenti locali dai manifestanti. Il direttore del lager prepara un incremento del personale e lo schieramento di forze di polizia sul territorio del lager per tutta la durata del camp.

Arrivati al lager infatti abbiamo notato un grosso schieramento di polizia (circa 300), alcuni con cavalli. L’accesso alla zona del lager era ostacolato da numerosi blindati, e la polizia sembrava in stato di all’erta. Appena arrivate alcune attiviste hanno cominciato ad attaccare la recinzione, e non mancava molto perché questa cadesse. Ma quando il recinto era quasi distrutto è intervenuta la polizia con tutta la brutalità di cui è capace e spingendo i/le manifestanti indietro verso il parcheggio, dove è cominciata una manifestazione conclusiva con interventi di alcuni rifugiati.

Gli sbirri hanno permesso ai rifugiati di uscire dal lager, ma poi non hanno più permesso loro di rientrare. Dopo circa un’ora l’azione si è conclusa e i/le manifestanti sono tornati/e al campo.

Una persona è stata fermata con l’accusa di resistenza.

Foto:
http://noborder.org/item_fresh.php?id=302
http://www.de.indymedia.org/2004/08/90201.shtml

MANIFESTAZIONE AL CENTRO DI DETENZIONE FEMMINILE DI NEUSS

22 AGOSTO >>>

Domenica 22 agosto a Neuss nel contesto delle azioni dell’Anti-lager tour ha avuto luogo una manifestazione contro il centro di detenzione femminile, alla quale hanno partecipato circa 350 persone. Davanti al lager e anche al centro della città hanno avuto luogo manifestazioni con interventi.

Verso le 14.30 i/le manifestant* antirazzist* si sono radunat* nel piazzale davanti alla stazione. Da Bramsche sono arrivat* circa 100 manifestanti con il treno. In diversi treni e autobus, di volta in volta sono state realizzate piccole azioni all’interno o all’esterno della stazione. Il blocco blue-silver e i tamburi vivacizzavano l’atmosfera, sono stati distribuiti giornali dell’anti-lager tour agli altri passeggeri; l’atmosfera nonostante il lungo viaggio era positiva.

Arrivati a Neuss parte il corteo, con i/le manifestanti provenienti dal camp insieme ad altr* antirazzist*, in direzione del lager, che si trova dentro la città di Neuss.

Il carcere ospita 80 donne, il 70% delle quali sono state prese nel corso di incursioni in “bordelli” o per strada. Fanno parte delle circa 1,5 milioni di persone che vivono in Germania senza documenti. Molte delle clandestine in Germania lavorano come colf, badanti, babysitter. […] Sia famiglie che aziende approfittano di questo potenziale di forza lavoro privato di ogni diritto ed assolutamente economico.

La manifestazione attraverso la città scorre tranquilla fino all’arrivo al carcere. Nelle strade strette i marciapiedi sono bloccati con transenne, cosa che non impedisce ai/lle manifestanti di farsi largo fino al muro del carcere. Alcuni poliziotti stanno di fronte agli/lle attivist* senza transenne, mostrando un atteggiamento tra il cauto e l’aggressivo. Nel complesso la polizia non è così numerosa.

Dopo un breve intervento orale si continua la manifestazione; nel frattempo le donne sono state trasferite nella parte posteriore dell’edificio. Inoltre non sono autorizzate ad andare nel cortile interno: si dimostra così come i funzionari vogliano a tutti i costi impedire una percezione delle manifestazioni di solidarietà, ed isolare le donne detenute dal mondo esterno.

Dal carcere ci si sposta verso una piazza al centro della città, dove si intrecciano ancora interventi. Tra le altre cose si parla di questioni relative alla detenzione e all’evasione in particolare di donne, della discriminazione nei confronti di omosessuali (fino alla pena di morte) in numerosi paesi, e delle condizioni di vita in carcere. Donne curde parte di una rete curda femminista riportano la loro testimonianza; parlano anche alcun* migranti da diverse regioni della Germania. I clienti del caffè nella zona antistante mostrano per lo più atteggiamento di rifiuto o ignoranza.

La manifestazione finisce alle 18 circa.

Unico incidente: un uomo in tenuta da tiro a segno (usanza tipica della città) è stato riportato tempestivamente fino alla sua abitazione da un poliziotto. L’uomo voleva partecipare assolutamente alla manifestazione, cosa che ­ come lo sbirro ha giustamente predetto ­ sarebbe stata controproducente per lui… visto che antifascismo a volte significa anche dar una lezione ai cacciatori.

Foto: http://de.indymedia.org/2004/08/90383.shtml

DIRETTORE DEL LAGER SI SOTTRAE ALL'ESPULSIONE

22 AGOSTO 2004 >>>

Domenica mattina è fallita l’espulsione del direttore del cpt di Bramsche-Hesepe Conrad Bramm.

Circa 60 persone si erano radunate davanti alla sua abitazione in Finkerstasse 14 a Bramsche, per mettere in pratica l’espulsione accompagnata. Un esame delle generalità dell’uomo che da semplice membro dell’FDP (partito liberale/centro ndt) è riuscito oggi a fare carriera, ha rivelato che esse erano false. Gli è stato consegnato un avviso di espulsione, nonché la sospensione da ogni incarico in vista dei guadagni ricavati finora.

Nonostante la massiccia presenza di gente attorno, forze di polizia e di un gruppo di assistenti sociali del lager, il signor Bramm è riuscito a sottrarsi al provvedimento di espulsione. Al momento è latitante e ricercato.

Il “teatro di strada” ha avuto luogo in occasione dell’Anti-lager action tour. […] Lo spettacolo era mirato a sottolineare la responsabilità del direttore Bramm per le condizioni del lager di Bramsche-Hesepe.

Come già detto nel lager si trovano i/le rifuguat* che hanno fatto richiesta d’asilo ma che hanno ben poca speranza di ottenerlo. Essi vengono persuasi tramite frequenti interrogatori, perquisizioni arbitrarie delle stanze ed ogni mezzo possibile ad optare per il rimpatrio “volontario”. Gli assistenti sociali ricevono premi in base alla quantità di detenuti che riescono a “convincere”.

A Conrad Bramm è stato dato il foglio di via, in quanto identificato come soggetto non desiderato né capace di integrarsi nella presente cultura della resistenza. […]

GIORNATA D’AZIONI AD OSNA ­ CENTRO CITTA’

23 AGOSTO >>>

Oggi verso le 14 al centro della città di Osnabruecker ha avuto luogo una giornata di azioni. Si è trattato di una manifestazione con uno “speaker’s corner”, tutt* gli/le interessat* erano invitat* ad esprimersi al microfono a proposito della situazione dei centri di detenzione, dei rifugiati e della politica tedesca sulle espulsioni.

Si è cominciato con un intervento sulla situazione dei rifugiati in Germania; poi sono stati presentati casi personali per descrivere le condizioni disumane di vita nei lager, prestando attenzione anche alla particolare situazione delle donne rifugiate. Più volte abbiamo invitato la popolazione ad unirsi alla lotta dei/lle migranti.

Alla manifestazione hanno partecipato circa 150 persone, l’atmosfera era ­ come in tutte le azioni dell’Anti-lager tour finora ­ molto buona. Il blocco blue-silver ha animato la situazione con tamburi, canti e balli [come sempre…! ndt] Sono stati distribuiti molti giornali del camp e allestiti pannelli con cartelloni. Hanno partecipato anche alcun* migranti dal lager di Bramsche-Hesepe; ci sono stati interventi in francese, tedesco, inglese e turco, poi tradotti.

E’ positivo il fatto che molt* passanti si sono fermat* e hanno mostrato interesse ­ si chiedevano “cosa si festeggia qui?” -. Forse questa è una modalità d’azione positiva.

Come conclusione dell’azione c’è stato un corteo rumoroso e dinamico verso la stazione. Alla manifestazione del lunedì [in Germania stanno avendo luogo una serie di manifestazioni ogni lunedì per protestare contro Hartz, la riforma economica - ndt] che ha avuto luogo nelle vicinanze, in centro, due persone sono state brutalmente portate via dalla polizia; una persona che ha scattato foto della carica è stata presa, ma un grosso gruppo è riuscito rumorosamente a riprenderla. L’altra è stata arrestata, e non è ancora stata rilasciata.

GIORNATA DI AZIONI A BRAMSCHE-HESEPE

24 AGOSTO >>>

Martedì 24 agosto a Bramsche-Hesepe vicino ad Osnabrueck ha avuto luogo un’altra giornata di azioni contro il cpt, in cui si trovano 550 detenuti. Abbiamo organizzato una colazione nel parcheggio davanti al lager, una partita di pallone nell’area accanto al camp, e per il momento si tengono workshop e dibattiti. La tappa del tour ad Hesepe si conclude stasera con un concerto e un party a seguire.

Verso le 9.30 alcun* attivst* del campo hanno cominciato ad allestire una colazione davanti al lager, con tavoli e banchetti. E’ stato portato il miglior cibo e la determinazione per creare un’atmosfera rilassata, che neanche i pochi poliziotti presenti sono riusciti a rovinare, nonostante gli atteggiamenti sempre provocatori dei giorni scorsi.

Inizialmente la presenza di polizia (che è salita poi fino a un centinaio di individui) all’ingresso del lager è riuscita ad intimidire molt* detenut*, che erano titubanti nel partecipare alla colazione. Dopo un po’ la paura di eventuali provvedimenti repressivi si è dissolta, e sempre più migranti hanno preso parte all’azione. Fortunatamente si è riusciti a rompere il ghiaccio, parlando alcuni di loro hanno cominciato a raccontare le proprie storie personali. Addirittura gli operatori nel lager hanno raccontato loro che il camp è stato organizzato da gruppi di destra, ed è contro gli immigrati. Alcuni di loro ci credevano fino all’incontro di stamattina, quando hanno potuto farsi un’idea più esatta. Questo è solo l’ennesima dimostrazione di come la direzione del lager, gli addetti, le autorità e la polizia cerchino in ogni modo di mantenere la condizione d’isolamento e d’emarginazione dei/lle detenut*.

Col tempo l’atmosfera migliora progressivamente, si radunano nel complesso un centinaio di persone. In strada viene riproposto il “balletto delle tenaglie” ed il cartello di entrata del lager viene graficamente “modificato”.

Verso le 12,30 la colazione si conclude; è stata sicuramente un confronto molto interessante tra attivist* e migranti, e un passo importante nello stabilire un contatto mediante una pratica di comunicazione di questo tipo. Alcun* migranti sono dispiaciuti che l’anti-lager tour si trasferisca già oggi altrove.

Il pomeriggio nel campo da calcio adiacente al campeggio si è giocata una partita tra migranti e partecipanti al camp. Le squadre erano miste; è mancata partecipazione da parte dei ragazzi del posto, che non hanno voluto o potuto partecipare, anche perché non c’è stato preavviso della partita. Il match è finito 4 a 5 per una delle due squadre.

In questo momento sta avendo luogo una mostra informativa sulla situazione in Nepal e la resistenza della popolazione contro l’oppressione monarchica e le violazioni di diritti umani. Più tardi avremo altre mostre e dibattiti, e per concludere la tappa del camp qui a Bramsche un concerto punk e un dj set. Domani il tour si trasferisce ad Hannover. […]

Foto:
http://de.indymedia.org/2004/08/90581.shtml
http://de.indymedia.org/2004/08/90894.shtml

L’ANTI-LAGER TOUR CONTINUA

26 AGOSTO >>>

Mercoledì 25 agosto l’anti-lager tour si sposta da Bramsche ad Hannover. L’anti-lager action tour continua. […] Dopo anni di noBorder camps ora un camptour, esperienza del tutto nuova. Oggi quest’esperienza vuol dire in concreto sveglia alle 7, smontare le tende, salire su autobus e mezzi propri; alle 11,30 la carovana è pronta a partire, tutto sotto gli attenti occhi della Legge.

Dal lager un detenuto viene a salutarci, e ci racconta che questa notte sono spariti 15 metri della recinzione esterna della prigione.

[…] Arrivati ad Hannover dall’autostrada si va diretti al centro per le espulsioni Langenhagen presso l’aeroporto di Hannover, che è già ampiamente circondato dalle forze dell’ordine. Non manca neanche una pattuglia a cavallo.

Il lager sembra un carcere di massima sicurezza. Barriere di filo spinato alte diversi metri circondano il blocco di edifici (3 diversi fabbricati: 2 per uomini e 1 per donne), piazzato in una zona deserta tra l’aeroporto e il bosco.

Un paio di info dal giornale del tour:
Dal maggio 2000 all’aeroporto di Hannover si trova un centro per le espulsioni che imprigiona 143 uomini e 42 donne. Vivono in celle che contengono da 2 a 5 persone, hanno 2 ore d’aria al giorno, e il permesso di ricevere visite per 1 ora alla settimana”.

La demo, con circa 200 persone, si dirige verso il carcere. Rumorosa e colorata, grazie anche al blocco blue-silver, è stata partecipata anche da molt* migranti. Davanti ad ogni edificio una lunga sosta, tamburi, saluti e grida rivolti ai/lle detenut*, che si affacciano alle finestre e fanno cenni di saluto. Leggiamo comunicati di solidarietà in diverse lingue, e cerchiamo di comunicare con le persone internate attraverso la recinzione.

Un uomo tiene un cartello da una finestra: “Nel mio paese ho una condanna a morte”. Chiamiamo: Di dove sei? Che lingua parli? Alcun* manifestanti arab* cominciano una comunicazione fatta di grida. Viene dall’Iraq… un uomo grida dei consigli, cosa fare in caso di deportazione. Un guardiano cerca per tutto il tempo di disturbare la comunicazione, di far tacere il detenuto, e quando gli vengono dati i consigli chiude la finestra. Un uomo di lingua russa, dalla zona dei caucasici, comincia a gridare per comunicare, una donna che parla russo gli risponde.
Le guardie all’interno sono infastidite da questa comunicazione; fuori con la polizia non mancano i soliti spintoni quando arriviamo all’altezza del cancello d’entrata.

Dopo aver fatto il giro del blocco di edifici, si torna indietro verso l’aeroporto e poi in centro, dove dalle 17 è stato allestito un info-point a Kroepke, per informare i/le passanti sul tour, sul lager e sulla quotidianità del razzismo in Germania.

Verso le 18.30 si sono radunati circa 300 attivist*; un corteo è partito per le vie del centro per sensibilizzare gli abitanti sulla situazioni di rifugiati e migranti, fuori e dentro i centri di detenzione. Sono state raccontate esperienze di immigrat* e tenuti diversi interventi.
La manifestazione si è conclusa nei pressi di quella che una volta era la fabbrica occupata “Faust”, oggi un centro culturale, dove il camp è ospitato.

Foto:
http://de.indymedia.org/2004/08/90911.shtml
http://de.indymedia.org/2004/08/90907.shtml

L’ANTI-LAGER TOUR INCONTRA CONTROLLI DI POLIZIA

28 AGOSTO >>>

L’Anti-lager tour a Mecklenburg-Vorpommen viene “salutato“ da blocchi di polizia e controlli. Impedito l'accesso ad un lager per migranti da parte della polizia.

In questi giorni persone da tutta la Germania vengono in occasione dell'Anti-lager tour nazionale a Crivitz, per sensibilizzare sulle condizioni disumane dei detenuti nei centri di detenzione per migranti. Qui nella regione di Mecklenburg-Vorpommen la tappa del tour è il centro di detenzione di Tramm-Zapel, dove alcune delle persone rinchiuse si trovano costrette a vivere lì da otto anni in condizioni carcerarie.

Esattamente per l'intera durata della tappa del tour a Tramm, il direttore del servizio d’ordine di Parchim, sig. Leuschner, ha avuto il coraggio di imporre un divieto di visitare i rifugiati all’interno del centro (cosa peraltro illegale). L’Anti-lager tour protesta contro le condizioni di vita carecerarie all’interno del centro, e la limitazione della libertà di movimento per gli/le immigrat*.

Il pomeriggio del 27 agosto era prevista una sosta del tour al centro di accoglienza (ZASt) di Boizenburg-Horst, ma un massiccio schieramento di polizia ha impedito che i/le partecipanti al tour incontrassero i/le rifugiat* all’interno del centro, e li invitassero a partecipare al camp.

In contrapposizione con le dichiarazioni dei partner PDS della coalizione al governo (Partito Socialisti democratici, ex partito comunista della Germania dell’est ­ ndt), i quali hanno supportato le richieste dell’Anti-lager tour, due manifestanti sono stati fermati e denunciati per violazione della legge sul Residenzpflicht ("soggiorno coatto").

Per protesta contro i metodi sbirreschi la sera dello stesso giorno una manifestazione spontanea è passata a Schwerin per le vie del centro e davanti al ministero degli interni, nel corso della demo abbiamo lasciato graffiti sui muri del ministero. Ci auguriamo che questo valga per i prossimi giorni come prova delle potenzialità d’azione dei partecipanti al camp, e come giustificazione (?) per l’impiego smisurato di forze di polizia.

Anche davanti e all’interno della zona del campeggio sono stati effettuati per tutta la giornata di sabato controlli da parte della polizia, con un massiccio spiegamento di forze piazzato proprio all’entrata del camp. Venivano effettuati continuamente controlli a persone e mezzi di passaggio. Mentre si tenevano workshop e assemblee per preparare le azioni dei giorni seguenti, una camionetta della polizia è sfrecciata sul sentiero tra il campeggio e la zona delle cucine; un partecipante al camp ha chiesto all’agente di andare più piano, e la cosa è stata presa come un’offesa. Da lì è iniziato l’attacco al campeggio, la cucina è stata presa di mira e sono state filmate diverse persone; intanto avvenivano anche controlli con elicotteri. Alla fine grazie alla resistenza decisa siamo riusciti a cacciarli dalla zona, al grido dello slogan: “Controllo! Controllo! Controllo documenti! Ogni controllo è un controllo di troppo!!”

L’attuale divieto di visita al centro di Tramm-Zapel testimonia la volontà delle autorità di regolare con soprusi burocratici e di rendere insostenibile la vita di persone la cui colpa è di essere venuti in Germania fuggendo dal proprio paese, con la speranza di trovare sicurezza. Se in questo caso si trattasse di alloggi, come sostengono politici e autorità, e non di un lager, perché non potrebbero decidere autonomamente le persone che vi abitano da chi ricevere visite? Il sig. Leuschner mira evidentemente all’umiliazione dei rifugiati, e ad un incremento del conflitto. Nel corso del fine settimana centinaia di membri del servizio d’ordine dell’anti-lager tour cercheranno di convincere il loro superiore Leuschner a ritirare il divieto.

Un’attivista: “Siamo qui per mostrare la nostra solidarietà alle persone che vivono a Tramm, per trascorrere con loro il weekend, e perché sentiamo come nostre le loro esigenze di una casa e di crescita. Il divieto di visitarli non fermerà la nostra solidarietà, ma renderà ancora più visibili a tutti le condizioni di vita dei/lle rifugiat*”.

Foto: http://de.indymedia.org/2004/08/91118.shtml

29 AGOSTO 2004 >>>

Nel primo pomeriggio è partito il corteo nella piccola città di Crivitz. Con tamburi e altoparlanti abbiamo cercato di comunicare con la popolazione, per sensibilizzare sull’attuale situazione dei/lle migranti in Germania. Nella Marktplatz si è tenuta una manifestazione con interventi e musica, sotto lo sguardo diffidente sia della polizia che degli abitanti della città.

In concomitanza nella piccola località di Zapel, vicino al centro di detenzione, si è giocata una partita di calcio amichevole con una squadra locale. Persino queste attività sono un po’ sospette per le forze dell’ordine: durante la partita infatti un cordone di sbirri era posizionato a un lato del campo. La squadra del camp ha vinto per 4 a 2. Da lì i/le partecipanti al camp si sono spostati al centro per i richiedenti asilo, che era ovviamente protetto da un grosso blocco di polizia.

Foto: http://de.indymedia.org/2004/08/91515.shtml

30 AGOSTO>>>

In questa giornata è stata programmata una manifestazione a Schwerin.

Mezz’ora più tardi del previsto è partito il corteo dalla stazione centrale in direzione centro. 180 poliziotti sono presenti, compresi reparti speciali armati, antisommossa, polizia civile e l’onnipresente videosorveglianza, per tenere d’occhio circa 250 pericolosissimi manifestanti.

Un’azione del teatro di strada che doveva avvenire in un piccolo lago nelle vicinanze, per rappresentare la fuga dei/lle migranti attraverso il mar mediterraneo, è stata impedita dalla polizia. Le barche non potevano essere messe in acqua, tuttavia si è riusciti a buttarne una. Questo ha portato ad alcune lesioni per gli/le attivist*.

Alcun* manifestanti di pelle bianca sono riuscit* a passare oltre il cordone di polizia, altr* di pelle nera sono stati respinti ­ trattamenti razzisti della polizia di Schwerin…

In conclusione molt* di noi hanno preso parte alla manifestazione di protesta contro Hartz (insieme di leggi per la riforma del mercato del lavoro, ndt). Durante la demo c’è stato anche un intervento a sostegno dell’Anti-lager tour. Da parte di alcun* manifestant* invece abbiamo ricevuto opinioni razziste.

BERLINO ­ COLORI PER ACCOR, CHE GUADAGNA SULLE DEPORTAZIONI

31 AGOSTO >>>

Nella notte del 31 agosto a Berlino ci sono state diverse azioni per segnalare gli hotel del gruppo industriale Accor. Sono state impiegate a questo scopo vernici, bombolette e una pietra, o addirittura più di una.

L’Accor è al centro di critiche a causa dei suoi affari con tessere magnetiche e alloggi per migranti. Inoltre in Francia è in atto una battaglia per il lavoro portata avanti dal personale addetto alle pulizie - costituito per lo più da immigrati ­ che lotta contro le condizioni di sfruttamento negli hotel della catena Accor (Ibis, Mercure, Novotel, Etap, Sofitel, Formule1).

Foto: http://de.indymedia.org/2004/08/91676.shtml

ALCUNE INFO SUL GRUPPO INDUSTRIALE ACCOR

Accor è un’impresa francese tra i maggiori gruppi industriali nel campo della fornitura di servizi. Secondo alcune fonti è leader nel mercato europeo per i settori di turismo e fornitura di servizi (alberghi, agenzie viaggi, ristoranti, casinò e buoni pasto). Famose catene di alberghi sotto la Accor sono Sofitel, Novotel, Mercure, Pannonia, Ibis, Etap, Formule 1. La Accor ha 84.100 azionisti, possiede 3700 hotel in 72 paesi, dà lavoro a 145 mila dipendenti in 140 paesi, e il suo fatturato nel 2001 è stato di 7,29 miliardi di euro. […]

GLI AFFARI DI ACCOR CON MIGRANTI E DEPORTAZIONI

Una parte del suo enorme fatturato Accor lo ricava da affari sporchi e razzisti: nel 1999 in Francia sono cominciate le azioni di protesta contro la catena di hotel Ibis, del gruppo Accor, la quale affittava al ministero degli Interni edifici da utilizzare come alloggi per persone in attesa di espulsione.

Inoltre l’impresa era anche coinvolta nella costruzione di centri di detenzione. Ci sono state proteste anche contro l’agenzia di viaggi Wagon-Lits-Travel del gruppo Accor ­ come durante il No border camp del 2003 a Colonia - che prenotava posti in treni ed aerei per le deportazioni.

In Germania Accor collabora anche nel sistema di tessere magnetiche e buoni pasto per rifugiati. (Questo significa che ai migranti non viene dato alcun denaro contante, e che gli è permesso fare la spesa solo in alcuni negozi, di solito cari).

http://www.chipkartenini.squat.net

GLI AFFARI DI ACCOR CON L’ESTREMA DESTRA

Il gruppo industriale in Francia si è distinto anche per aver messo a disposizione i suoi hotel al Front National, partito di estrema destra di LePen, per convegni e conferenze.

GLI AFFARI DI ACCOR ALLE SPALLE DI LAVORATORI PRECARI E IMMIGRATI

Con tutto questo gli affari di Accor non sono ancora abbastanza: nel 2002 è cominciato uno sciopero di lavoratori di un’impresa di nome Arcade (in gran parte immigrati e in parte sans-papier clandestini), che si occupa delle pulizie in tutti gli hotel del gruppo Accor; essi chiedevano migliori condizioni di lavoro e salari più alti rispetto a quelli minimi di allora. In solidarietà con questo sciopero sono state messe in pratica azioni davanti o dentro agli hotel della catena Accor, soprattutto in Francia ma anche durante il No border camp del 2003 a Colonia.

Nell’estate 2004 una delle lavoratrici che aveva partecipato agli scioperi è stata licenziata; cosa che offre un’ulteriore motivazione per boicottare la catena di alberghi Accor! Alcune settimane fa ha avuto luogo una giornata d’azione internazionale a riguardo; tra le molte proteste è stata organizzata una manifestazione a Lipsia.

AZIONE DEL 1 SETTEMBRE A BERLINO

1 SETTEMBRE >>>

Oggi al centro di Berlino ha avuto luogo una manifestazione incentrata su il sistema delle espulsioni, i controlli razzisti, i non-tedeschi come vittime di discriminazione sociale e sfruttamento, le migliaia di morti ai confini europei, ecc.

La demo è cominciata il pomeriggio in Alexanderplatz, dove già da ieri era stato costruito un muro, a simboleggiare i confini esterni dell’Europa. Vi è stata appesa anche una lista delle molte migliaia di vittime del sistema dei confini. Alcun* manifestanti hanno dovuto correre in aiuto di un bus che era stato fermato dalla polizia, dopo questo fatto la manifestazione ha proceduto un po’ in ritardo verso la centrale dell’SPD. Hanno partecipato tra le 500 e le 800 persone (stime diverse).

Quando verso le 16.30 si erano raccolte circa 300 persone in piazza, ha cominciato a circolare la notizia che un autobus di manifestanti era stato fermato dalla polizia in un parcheggio nelle vicinanze. Per l’ennesima volta dall’inizio del tour ricominciano le perquisizioni e gli abusi di potere. Subito l’intero gruppo di persone si è raccolto per andare ad affrontare la situazione. Gli sbirri, nettamente inferiori in numero, non avevano previsto una resistenza così numerosa, e si sono lasciati convincere a lasciar perdere la situazione.

Dopo essere tornati tutti ad Alexanderplatz è cominciata la manifestazione, che si è fermata tra le altre tappe anche davanti al municipio e davanti al ministero degli esteri, davanti ai quali sono stati tenuti degli interventi. Poi proseguendo per Friederichstrasse siamo arrivati alla centrale dell’SPD, dove era stato programmato un blocco stradale in stile Reclaim The Streets…

La demo era ­ come al solito ­ molto colorata e piena di voci, grazie al blocco samba pink-silver e ai molti interventi. Tuttavia molti passanti hanno capito i contenuti della demo solo dopo aver letto i flyer, il giornale del tour e i volantini con notizie da indymedia.de. Ho trovato terribile il fatto che alcune persone più anziane hanno reagito dicendo cose come “la Germania non ha soldi, gli immigrati se ne devono andare” […]. Anche se questo tipo di reazioni non sono state così frequenti, colpiscono comunque per la loro franchezza.

Foto:
http://de.indymedia.org/2004/09/91870.shtml
http://de.indymedia.org/2004/09/91894.shtml

L’ANTI-LAGER TOUR AD EISENHUETTENSTADT

5 SETTEMBRE >>>

L’Anti-lager tour raggiunge la sua ultima tappa: Eisenhuettenstadt, con il centro di prima accoglienza ed il centro di detenzione. Di nuovo si presenta la solita situazione: polizia tra noi e gli/le internat* dentro il lager. Tuttavia alcuni di loro riescono a passare attraverso i blocchi. Il tour finisce con un attacco ingiustificato ai/lle manifestanti da parte della polizia. Un internato nel centro di detenzione il giorno dopo entrerà in sciopero della fame.

Domenica 5 settembre si è concluso l’Anti-lager action tour, ad Eisenhuettenstadt. Circa 300/400 persone da tutta la regione federale hanno protestato dal 2 al 5 settembre per l’abolizione di ogni lager in Germania. “Ognuno deve poter risiedere dove vuole” è la principale richiesta dei/lle manifestanti, nessuno dovrebbe essere costretto a vivere in lager. “Anche se la città ci ha messo spesso i bastoni tra le ruote, non ci siamo lasciati intimorire e abbiamo uralto la nostra protesta”. […]

La sera nel corso della manifestazione di chiusura presso il cpa ci sono stati numerosi arresti totalmente arbitrari da parte della polizia. Nove partecipanti al camp sono stati fermati dietro la zona del campeggio. Sono stati rilasciati solo nella notte, e dopo l’intervento di una legale. Diverse persone hanno ricevuto un provvedimento di allontanamento dalla zona del campo.

Nel corso di alcune visite al centro per le espulsioni (vd. racconto sotto) abbiamo incontrato un uomo palestinese, da alcuni giorni in sciopero della fame e della sete […], che con questa protesta richiede la sua scarcerazione.

La risonanza sulle persone è stata minima. Ci sono state alcune dimostrazioni di buona volontà da parte di alcuni esponenti del PDS e da associazioni religiose, ma nessuna azione concreta. Tuttavia alcuni abitanti della città si sono uniti alle manifestazioni, e alcuni hanno fatto visita al campo. Spesso è venuto alla luce l’atteggiamento di estrema destra di alcuni abitanti di Eisenhuettenstadt, che ci dicevano “Io voto DVU!” (=Unione del popolo tedesco, partito di estrema destra, ndt) ecc. […]

Come misura concreta i/le partecipanti all’Anti-lager action tour progettano di istituire una consulenza legale per gli/le internat* del lager.

IL CAMPO AD EISENHUETTENSTADT

3 SETTEMBRE [ore 17] >>>

Una demo per le strade di Eisenhuettenstadt è finita circa 4 ore e mezzo fa. Circa 200 manifestanti vi hanno partecipato, cercando il riscontro e l’interesse degli abitanti della città; alcuni di loro sono usciti dalle case per vedere che succedeva; molt* detenut* del centro per le espulsioni hanno partecipato alla manifestazione, e alcun* di loro hanno contribuito con interventi.

LA VISITA AL CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA, VENERDì 3 SETTEMBRE

Mentre venerdì si svolgeva la prima manifestazione ad Eisenhuettenstadt, con una piccola delegazione di 6 persone siamo andati al centro di prima accoglienza della città, passando dal recinto posteriore. Da quel punto potevamo comunicare con alcun* dei/lle detenut*. Abbiamo spiegato in diverse lingue perché ci trovavamo lì e che cos’è l’anti-lager tour. Abbiamo cercato di esortare le persone internate ad auto-organizzarsi all’interno della prigione, e consigliato possibili forme di resistenza alle espulsioni.

Soprattutto un ceceno ed un palestinese dalla Siria hanno comunicato con noi, ci hanno raccontato la struttura del lager ­ diviso in 3 blocchi, uno con circa 30 donne, uno con circa 30 uomini e l’altro più piccolo con 15 uomini ­ e le condizioni delle celle ­ occupate da 3 o 4 persone. Il palestinese era riuscito a resistere 2 giorni prima ad un tentativo di espulsione. Ci ha raccontato che da poco ha avuto una causa in tribunale per ottenere l’affidamento parziale dei suoi due bambini, avuti con una donna tedesca; ma le autorità straniere non hanno nemmeno preso in considerazione la richiesta. Alcuni cechi ci parlano della storia di una donna armena, detenuta al cpa, il cui figlio si trova al centro per le espulsioni. Promettiamo loro che torneremo, per parlare meglio della questione. In chiusura ci fermiamo davanti agli edifici del cpa, comunichiamo anche lì in diverse lingue a proposito del tour e dei suoi obbiettivi.

RISULTATI DELLE VISITE SEGUENTI, SABATO 4 E DOMENICA 5 SETTEMBRE

Abbiamo parlato con quattro diversi uomini. Tutti si trovano in condizioni molto precarie e hanno molte domande sul procedimento di richiesta d’asilo, alle quali noi purtroppo possiamo rispondere solo in parte. Le persone sono alloggiate in quattro edifici, all’interno dei quali possono muoversi liberamente. La sera hanno una cella singola; un’ora d’aria al giorno e una visita. Scopriamo che ai/lle detenut* non viene fornita alcuna traduzione, sia le comunicazioni ufficiali che la posta degli avvocati sono in tedesco. I/le detenut* cercano di tradurre le parole cercandone una ad una sul vocabolario; la situazione è inaccettabile.

Nei casi di due persone mettiamo in dubbio la legalità della detenzione: […come se negli altri casi ci fosse una legittimità!!! ndt] nel caso del palestinese di cui sopra, egli ha acquisito in quanto sposato ad una tedesca e padre di figli che ha diritto a mantenere, il diritto di soggiorno in Germania. Tuttavia è internato qui.

Un armeno invece ha fatto domanda d’asilo quando ha attraversato il confine tra Polonia e Germania, e due giorni fa ha avuto l’udienza. Secondo la legge avrebbe dovuto vivere libero fino al momento della sentenza; invece è detenuto. Queste sono violazioni del diritto.

Tutti quelli con cui abbiamo parlato hanno sentito raccontare di una cella speciale per i detenuti renitenti, dotata di manette per mani e piedi e senza finestre. Ci hanno raccontato di un detenuto che si è ribellato perché non poteva leggere la sua posta e non gli venivano tradotte le lettere, quindi si è rifiutato di andare nella sua cella. Per tre giorni non è stato visto, ed è stato probabilmente segregato in questa cella speciale.

L’ANTI-LAGER ACTION TOUR DISTURBA PLATZEK

Sabato 4 settembre nel corso di un comizio elettorale di Matthias Platzek (SPD) si è cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni di vita degli/lle internat* in Brandeburgo. Servizio d’ordine e violenza sono stati la risposta.

Con un gruppo di circa 40 attivist* abbiamo fatto visita al comizio elettorale. Quando siamo arrivati stava suonando una band; proprio in apertura un* di noi sale sul palco, ringrazia per la musica, e dichiara la posizione dell’SPD di Brandeburgo rispetto ai centri di detenzione: “Denunciamo le condizioni di vita inaccettabili all’interno dei lager per rifugiati, siamo contro la legge sul soggiorno coatto (cioè il fatto che le persone possano lasciare il distretto assegnato loro solo con un permesso speciale), e soprattutto siamo contro l’istituzione di lager per l’espatrio, contro le espulsioni, e per un diritto di soggiorno duraturo”.

Dopo questa dichiarazione è arrivato un gruppo western-country, che ha ballato di fronte al palco. Noi abbiamo ballato con loro; ma questo il servizio d’ordine non l’ha trovato così divertente e ha cominciato a spintonarci per mandarci via. Nel frattempo sono arrivat* davanti al palco alcun* di noi che portano cartelli e uno striscione. Due di loro vengono portati via. Nel frattempo viene dato l’ordine di prendere solo il nucleo del gruppo; la situazione si calma un po’. Poi arriva una delegazione di colletti blu; che cercano di toglierci dai piedi ­ cosa che però non gli riesce.

Di nuovo caos, insulti e slogan davanti al palco. A questo punto un membro dell’SPD sale sul palco, saluta la nostra presenza e afferma che anche la loro sezione giovanile si occupa del problema. E che bisogna difendere le conquiste del 1989 (caduta del muro ndt). […] A un tratto spunta a lato il sindaco che tenta di farci tacere in maniera energica. Ci propone di parlare con lei a lato del palco; non rispondiamo.

Poi Platzek sale sul palco, ci invita al rispetto e alla disponibilità all’ascolto - proprio ciò che viene negato ai rifugiati. Al posto del discorso a lato del palco col sindaco, che non abbiamo accettato, avremmo dovuto ­ come abbiamo pensato poi ­ tenere un discorso sul palco. Cosa che purtroppo non era stata preparata.



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