Lugano
31 gennaio 2002
Zurigo 01 febbraio 2002
Monaco 02 febbraio 2002
[
cronache ]
[ foto demo Lugano
e Zurigo
di tmcrew ]
[ leggi il nostro comunicato]
[ leggi il comunicato delle mobilitazioni
svizzere]
[ leggi il comunicato e le adesioni contro
la Nato ]
[ info legali
]
W.E.F.
e NATO ovvero i magnati dell'economia globale e i signori della
guerra e del terrore.
Due vertici separati, ben organizzati e difesi. Incontri internazionali
che rappresentano ovviamente due facce della stessa medaglia. Da
una parte si fanno affari e si pianificano le linee guida che tuteleranno
per qualche mese gli interessi delle multinazionali, dall'altra
si ottimizzano i sistemi di repressione e distruzione globale da
contrapporre ai nemici del progresso. Quest'anno il W.E.F., tradizionalmente
ospitato nella cittadina svizzera di Davos, viene trasferito a New
York. Le autorità fanno intendere che lo spostamento del
vertice è un atto simbolico derivante dalla volontà
di rendere omaggio alle vittime dell'11 settembre. In realtà
ci sembra piuttosto che i signori del WEF abbiano il timore che
mantenendo il vertice a Davos si possano ripetere i disordini di
un anno fa. Trasferito il vertice però incredibilmente le
mobilitazioni raddoppiano. Una New York completamente blindata dovrà
infatti vedersela con migliaia di contestatori e contestatrici mentre
in molte città della Svizzera si sfilerà per le strade
cercando di scacciare per sempre il WEF dalla storia dell'umanità.
Ma non è finita: a Monaco, in Germania, c'è il vertice
della NATO. In pratica i responsabili dei più barbari massacri
degli ultimi anni si riuniranno e pianificheranno nuovi spettacolari
raid aerei ai danni di popolazioni già ridotte allo stremo.
Uno, due e tre. Bisogna rimetterci in viaggio.Ci aspettano lunghe
giornate di lotta ed attimi intensi da vivere come sempre con l'incoscienza
della nostra età e del nostro carattere. Raggruppiamo i nostri
risparmi. Euro, lire, qualche spiccio. Per New York i soldi non
bastano.
La grande mela farà quindi a meno di noi e delle nostre vivaci
pratiche di piazza. Decidiamo quindi che il nostro riot tour toccherà
comunque Lugano, Zurigo e Monaco. Tutti pronti, risparmi in tasca
e zaini in spalla.
31
gennaio - Lugano:
Arriviamo
in Svizzera in due piccoli gruppi. Alcuni di noi scorrazzano per
le vie deserte e gelide di Lugano già dalle prime ore del
mattino, gli altri un po' più pigri arrivano nel pomeriggio.
I compagni e le compagne del CSOA il Molino hanno organizzato alcuni
banchetti di controinformazione che rimarranno in strada per tutto
il pomeriggio. Intanto striscioni e volantini ricordano alla città
che fra un anno il WEF tornerà ad essere ospitato e difeso
dal governo svizzero e che quindi i criminali che animano quel vertice
sono solo temporaneamente trasferiti altrove. In piazza è
un continuo via vai di gente. Dai megafoni si spiegano le ragioni
della contestazione e ci prepariamo tutti al piccolo corteo che
sfilerà rumorosamente per le vie di Lugano. Pentole, tegami,
coperchi, scodelle e barattoli creano un immenso frastuono e mentre
quest'improvvisato cacerolazo europeo solidarizza con la lotta del
popolo argentino una manciata di agenti ci segue in ordine sparso
confondendosi tra i passanti. Il corteo è vivace, rumoroso
e comunicativo. Lugano è una città vetrina dove fanno
la loro bella figura banche, multinazionali d'ogni genere e naturalmente
gli immancabili Mc donald's. Il corteo si ferma spesso a contestare
questi simboli del capitalismo globale. Cartocci di carta finiscono
simpaticamente in faccia alle guardie che, a turno, difendono l'ingresso
degli edifici contestati. Si va avanti per quasi un ora e mentre
c'è chi volantina, chi megafona, chi scuote pentole e padelle
noi cantiamo a squarcia gola canzoncine e motivetti simpatici e
non proprio a tema con l'iniziativa. In un marasma generale i nostri
deliri melodici non sembrano però sfigurare e anzi contribuiscono
positivamente alla riuscita del cacerolazo.
Finalmente il corteo finisce e le nostre corde vocali si riposano
un po'. Ci dividiamo e raggiungiamo con le auto dei compagn* di
Lugano il CSOA il Molino. Il posto è favoloso, ma non ve
lo descriviamo perché non ci va e perché se lo andate
a vedere coi vostri occhi vi farete un'idea di cosa può essere
un'occupazione in mezzo alle Alpi. Siamo stanchi e prima di andare
a dormire c'è giusto il tempo di fare qualche partita a bigliardino
e di seguire in rete le info che arrivano da Monaco e New York.
1
febbraio - Zurigo:
Alle
15:00 puntuali partiamo da Lugano per raggiungere la manifestazione
di Zurigo. Il viaggio è lungo, i nostri amichevoli, fastidiosi
ed incessanti battibecchi non danno mai tregua ai compagni di viaggio
che siedono con noi sul pulman. I cori da stadio, le filastrocche
romane, le urla immotivate che spesso rompono il silenzio o la tranquillità
diventano la colonna sonora con cui mw4k intende rendere omaggio
ai paesaggi mozzafiato che dai finestrini si materializzano ai nostri
occhi. Alle 19:00 siamo a Zurigo. La manifestazione non è
autorizzata e quindi ci muoviamo in gruppo per raggiungere il luogo
del concentramento. La piazza è circondata da un discreto
numero di poliziotti in assetto antisommossa. A dire il vero non
fanno molta paura con quegli scudi di paglia e quei furgoncini blu,
ma naturalmente non sottovalutiamo assolutamente le pratiche repressive
di un corpo di polizia che solo alcuni di noi conoscono per esperienze
passate. Al concentramento ci sono circa mille persone, quasi tutte
col volto coperto da fazzoletti o passamontagna. Il corteo parte
puntuale alle 19:30 e sfila per le vie di una città distesa
ed incuriosita. Dalle casse di un impianto si susseguono gli interventi
in tedesco. Noi non comprendiamo niente, ma la determinazione di
chi urla al microfono ci piace lo stesso. Si va avanti lentamente,
senza particolari momenti di tensione. Improvvisamente ci fermiamo.
Le guardie sbarrano le vie laterali e presidiano la stazione. L'intervento
di una compagna di Zurigo dura qualche minuto poi si torna indietro
e l'atmosfera cambia. Iniziano varie azioni. Vernice sui vetri di
qualche negozio di lusso, cassonetti ribaltati, traffico bloccato.
I vetri delle banche vanno tutti giù, viene devastata una
ferrari e una concessionaria Rolls Royce. Altre azioni vengono fatte
con particolare accanimento contro il Credit Suisse e un locale
quotidiano di destra. Ovunque vetri in frantumi e sassi volanti.
Nessuno si scandalizza, e soprattutto nessuno, diversamente da come
succede in Italia, grida all'infiltrato da isolare. Il corteo si
muove così per una manciata di minuti poi però arrivano
gli idranti, che spruzzano acqua e solventi chimici tipo lacrimogeni,
e gli inseguimenti della polizia. Il corteo si spacca in due , ma
continua le azioni. Gli scontri si diffondono a macchia di leopardo
e gli idranti senza tregua inseguono anche piccolissimi gruppi di
persone. Alle 21:30 le sirene e le urla dei manifestanti rompono
ancora la tranquillità di Zurigo. Rastrellamenti ed inseguimenti
dureranno fino alle 23:00 e il bilancio finale sarà di 200
fermi ed un poliziotto ferito. Tornata la calma ci ricompattiamo
tutt* all'infoladen caffe' Kasama (infoshop zurighese) e dopo un'
ora ci rimettiamo in viaggio destinazione Monaco.
2
febbraio - verso Monaco:
Siamo
di nuovo in viaggio, stanchissimi, affamati e questa volta senza
alcuna voglia di urlare gratuitamente. Ci addormentiamo agli ultimi
posti del pulman. Una scomodissima posizione condiziona il nostro
riposo, ma per qualche minuto riusciamo pure a sognare. Ci lasciamo
alle spalle una Zurigo addormentata dopo qualche ora di confusione
urbana.
Dalla frontiera non arrivano buone notizie. Un pulman austriaco
è stato bloccato alla frontiera con la Germania e intanto
giungono notizie di numerosi arresti a Monaco. Arriviamo alla frontiera.
Tocca a noi. L'atmosfera non è affatto tranquilla. Diversi
mezzi della polizia tedesca circondano il nostro pulman e quello
davanti a noi con a bordo i/le compagn* svizzer*. Gli sbirri si
avvicinano, i cani sono sotto anfetamina, ringhiano e si dimenano
ad ogni battito di ciglia mentre un'incomprensibile ed inquietante
voce ci dice in tedesco che dobbiamo farci identificare e perquisire.
Ognuno di noi viene schedato dopo aver mostrato il suo documento.
Poi a gruppi da due si scende dal pulman per la perquisizione. Gli
sbirri guardano ovunque. Svuotano tasche, frugano dentro gli zaini,
ci fanno togliere le scarpe e slacciare i pantaloni. Sequestrano
foglietti, e un paio di volantini, ma non trovano nulla di compromettente.
Passano un ora, due, poi le guardie trovano una canna nella tasca
di un compagno e se lo portano via. Dicono che noi possiamo andare,
ma ovviamente rimaniamo ad aspettarlo. Verso le 5 del mattino il
compagno viene rilasciato e si riparte per Monaco. Siamo devastati
dal sonno e abbiamo ancora 150 chilometri davanti a noi. Proviamo
ad addormentarci, ma la polizia tedesca ci sveglia alle 7:00, a
20 km da Monaco. Siamo di nuovo in mezzo agli sbirri e subiamo una
seconda perquisizione.
Salgono sul pulman, buttano tutto all'aria e naturalmente oltre
a qualche calzino sporco e ad alcuni volantini non trovano nulla
di interessante. Sequestrano una videocassetta qualche cappello
e poi ci dicono che dobbiamo tornare indietro perché il nostro
autista ha guidato troppo e per la legge tedesca è un reato.
Gli facciamo presente che a Monaco mancano solo 10 minuti e che
se la legge che ci hanno citato esiste veramente sarebbe meglio
fare 20 km in avanti piuttosto che 150 indietro. Non ci ascoltano
e ci scortano fino alla frontiera impedendoci di raggiungere la
città Bavarese. Mentre torniamo indietro scortati da due
auto della polizia ci arrivano notizie inquietanti da Monaco. Le
autorità hanno vietato tutte le manifestazioni e col trascorrere
dei minuti gli arresti aumentano fino a raggiungere numeri impressionanti.
In serata purtroppo veniamo a sapere che anche due nostri compagni,
Fabrizio e Stefano, arrivati a Monaco qualche giorno prima, sono
stati arrestati e rischiano dalle 3 settimane ai 5 mesi di carcere
per lesioni a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata.
Siamo sporchi, stanchissimi ed affamati, ma tutto sembra passare
in secondo piano di fronte ad una sequenza di notizie vaghe ed imprecise.
Fabrizio e Stefano sono rinchiusi in una galera tedesca, cariche
e retate hanno impedito qualunque forma di manifestazione del dissenso
e la democrazia occidentale ha mostrato di nuovo il suo volto, basta
pensare ai 984 fermi effettuati. Alcuni di noi si fermano a Bologna
altri proseguono per Roma. Cerchiamo notizie, informazioni più
precise, ma i compagni rimasti a Monaco che riusciamo a contattare
telefonicamente ci confermano uno scenario assurdo dopo una giornata
di straordinaria e violenta repressione. Anche questa volta assassini
e mafiosi sono stati difesi dai loro fedeli cani da guardia. I nostri
compagni però sono ancora detenuti nelle carceri tedesche
e questo significa che per noi il viaggio non è ancora finito.
Mw4k
crew
Ps
La notte seguente ci è arrivata la notizia della morte di
un compagno di Genova che era in pulman con noi verso Zurigo. Il
ragazzo, che aveva preso in faccia l'idrante lacrimogeno, è
stato colto da un malore durante il sonno. Non sappiamo se la sua
morte è collegata alla repressione della polizia zurighese,
comunque a lui va il nostro silenzioso ricordo, e anche per lui
continueremo a lottare
ciao Edo!
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