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le
cronache e le foto:
mercoledì
14 marzo
E'
un ottima giornata di sole per "allenarci" per l'inizio
effettivo del NoGlobal. In una Napoli blindata da 5.500 guardie,
dove per evitare fermi bisogna giocare a nascondino, ci siamo
visti intorno alle 8:30 per un blocco ferroviario sulla Circumvesuviana
nella stazione di Barra.
Circa 200 disoccupati autorganizzati di Acerra e della zona, più
noi e qualche compagno dei centri sociali, sono rimasti circa
3 ore a fermare la circolazione ferroviaria metropolitana e provinciale
(un bel intoppo, insomma!).
Dopo di che si è formato un corteo per le strade della
zona che ha raggiunto Ponticelli intasando, questa volta, il traffico
stradale.
I disoccupati sfilano come sempre in lotta per il diritto al lavoro,
per il salario garantito e in particolar modo per l'accesso ai
corsi di formazione specializzati. Ma questa volta si manifesta
per far sentire la voce della precarietà anche ai padroni
del mondo che si accingono a partecipare alla gran cerimonia di
inaugurazione del Global Forum di stasera e per gridare lo scempio
della loro opulenza proprio in una città come Napoli con
soglie di povertà estrema e con uno scenario di precarietà
allarmante.
Ma stiamo solo all'inizio.
Sono
le 20:00 e arrivano i carri con la musica a palla a piazza del
Gesù.
Nel pomeriggio è arrivata voce di un compagno arrestato
e la tensione nell'aria è salita notevolmente e lì
a poco metri dallo Ska abbiamo trovato più di una quindicina
di cellulari e blindati schierati.
Tutto sembra volgere per il peggio.
Invece a piazza del Gesù, nonostante quindi le provocazioni
continue delle guardie e le loro irritanti esibizioni di forza,
c'è una grande festa.
La gente arriva a fiumi e il posto è gremito, arriveremo
ad essere 4000.
L'atmosfera è quella di ogni street parade che riesce bene,
cioè quella di una festa trascinante, coinvolgente che
ti spinge a mescolarti nella folla dei corpi. C'è un carro
raggamuffin, enorme con una pannocchia transgenica gigantesca,
c'è un camion sovrastato da un ragno nero alto 4 metri
che spara tecno, c'è inoltre un carro con un pugno chiuso
gigante di cartapesta che manda musica di tutti i generi... tutto
questo senza contare gli svariati musicisti che percorrono in
lungo e largo il corteo con tamburelli, trombe e simili insieme
a clown e danzatori di capoeira.
Migliaia di facce colorate, mascherate, sorridenti e anche inkazzate
percorrono il centro di Napoli, dunque.
Intanto i bastardi ricchi stanno festeggiando con la loro fottuta
serata di gala il loro dominio sul mondo, ma noi ci avviciniamo.
Siamo vicinissimi alla questura, la rabbia e la tensione salgono.
Si scheggiano i vetri di una banca, un fermento attraversa una
parte del corteo e, guarda caso, passano tre gazzelle dei carabinieri
attrraverso il corteo. Volano sassi, bastoni, caschi e aggeggi
non meglio identificati che colpiscono in pieno gli sbirri. Loro
dicono che qualche commilitone si è pure ferito, bah!
Poco più avanti la scena si ripete con le altre forze dell'ordine
più amate del paese: la polizia di stato. Gruppi di celerini
vengono assaltati a petardi, bottigliate e legnate mentre un paio
di loro volanti vengono frantumate. La celere subisce e fortunatamente
non carica.
Ma ancora durante tutto questo c'è chi sceglie e preferisce
ballare e la festa va avanti ininterrotta fino a piazza Municipio.
Prima di tornare a piazza del Gesù si presidia e si alzano
i volumi per un paio di ore di fronte a uno schieramento esagerato
di forze dell'ordine, migliaia di divise in difesa della festa
dei porci.
Tanto ci vediamo domani.
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giovedì
15 marzo
La
giornata comincia con un fuggi fuggi di notizie, appuntamenti
rinnovati e rinviati. E' un totale gioco di anticipi l'uno con
l'altro tra noi e le guardie.
Verso le 11:00 parte, nonostante ovviamente la grande blindatura
della polizia, la caccia al grande fratello.
300 persone festose si aggirano per il centro di Napoli "armati"
di vernice e spray nero ad oscurare i mille occhi del potere.
Vengono spennellate numerosissime telecamere sparse per il cuore
della città.
Verso le 13:00, invece, davanti alla facoltà di Architettura,
totalmente in nostro possesso, tra un cordone e l'altro di sbirri
si improvvisa, spontaneamente, una partita di calcio fra manifestanti
con un Santos arrivato da chissà dove e usando le guardie
come limiti del campo. Nel bel mezzo del big match viene calato
dal terazzo della facoltà uno striscione enorme (ma enorme
veramente!!!!) con scritto gigantesco "No al controllo capitalista
della tecnologia multimediale SABOTIAMO IL GLOBAL FORUM!!".
Le guardie, i dimostranti e la gente rimangono sbigottiti.
Ma il cuore della contestazione oggi è spostato tutto su
altre forme.
Dalle 15 alle 17:30 c'è, come già da tempo preannunciato,
un Netstrike contro il trading online, in particolare contro il
sito della Fineco (che si occupa di transizioni economiche su
internet).
Già dalle 13:00 partono le prime occupazioni delle aulette
multimediali per consentire a più persone possibile di
partecipare. All'Orientale, Psicologia, a Lettere, e ad Architettura
arriviamo fomentatissimi e ci colleghiamo con tutta Italia con
i canali irc. L'avvio è convincente e promette bene. In
chat siamo numerossisimi.
Passa più di un ora e mezza e la tensione, pure online,
cala notevolmente e il sito dei bastardi sembra decisamente riprendersi
dal primo forte "attacco".
Va via via sempre peggio (ma comunque non male) fino a quando
proprio negli ultimi minuti il sito della Fineco ci crolla sotto
gli occhi: cominciano ad apparire una dietro l'altra le tanto
agognate finestrelle con scritto "Impossibile visualizzare
il sito www.fineco.it. Impossibile connetersi con il Server".
L'abbiamo intoppato!!!
Almeno da Napoli, il sito è irragiungibile!
Sono le 18:00, stiracchiamo le nostre schiene curve sui pc e andiamo
a festeggiare.
Ad Architettura arrivano musica e casse e si preannuncia una festa
per questa notte mentre fuori la porta della facoltà troviamo
un cartello con scritto "FACOLTA' OKKUPATA".
E' solo l'ufficializzazione di un dato di fatto visto il continuo
via vai di gente, compagni, iniziative e manifestanti che hanno
riempito dalla notte di ieri questo edificio.
venerdì
16 marzo
from Vomero:
Oggi non è poi una così bella giornata di sole,
fa un po' freschetto.
Ma il tempo è sempre buono per portare al pascolo un paio
di pecore e così ci si vede alle 10:45 al Vomero davanti
alla catena di plastica commestibile più famosa del mondo:
il Mc Donald's.
In poche parole siamo lì, armati di sedano, carciofi, pomodori
e soprattutto con escrementi di pecora (e due pecore vere, Sally
e Dolly).
Sul posto ci si parano davanti due cordoni di guardie disposti
alla difesa eroica dello spacciamerda. Davanti all'ingresso vengono
aperti tavoli per distribuire cibo biologico ai passanti in una
simpatica atmosfera tipicamente partonopea, fatta di allegre risate
e cori ironici sulle forze dell'ordine e sul loro quotidiano adoperarsi
in difesa di tutti i Mc del mondo.
Poi ci si muove in un corteo improvvisato, bloccando tutte le
strade per muoversi verso la funicolare (con tanto di ortaggi
e pecore). Arriviamo nei pressi della zona rossa (quella proibita),
attraversando le vie del centro.
Giungiamo alla barriera "umana" di sbirri e ci scontriamo
con una fitta sassaiola di ortaggi (sedano in particolare). I
carabinieri, vista la pericolosità degli "oggetti"
lanciati, sfoggiano strane spranghette in ferro pieno. Meno male
che non gli diamo il tempo di usarle.
Trovandoci
chiusi alle spalle, blindati da cordoni di polizia che ci correvano
ai lati impazzendo, cerchiamo di aprirci un varco nel senso opposto
alla zona rossa. Sulla destra spunta quasi subito il Banco di
Napoli e si improvvisa un'entrata. La celere non gradisce e carica
a difesa di 4 o 5 Digos che facevano da cuscinetto. La carica
è rapida e chirurgica, ovvero dura un attimo ma fa male.
Qualche compagno rimane contuso.
Si ritorna compatti, ma anche inkazzati, alla facoltà di
Architettura Okkupata.
from Napoli centro:
Si parte la mattina in da P.zza del Gesù per controinformare
la città sull'infamità dei padroni del mondo. Si
cerca di passare per tutti i vicoletti del centro, per volantinare.
Si passa un po' ovunque per un oretta lasciando scritte sui muri
tra la folla del centro. Ad ogni incrocio con qualche via più
trafficata si improvvisano brevi blocchi stradali. Il tutto procede
nella più assoluta tranquillità, anche da parte
delle guardie (perchè non c'erano proprio!!!).
Si
raggiunge un viale principale nel cuore della città e anche
in questo caso facciamo un blocco. Appena si riparte, si accodano
3 blindati preceduti da due cordoni di celere.
La tensione, comunque, non sale e gli sbirri ci "scortano"
per tutta la nostra permanenza lungo il viale.
Appena svoltiamo per Porta Alba, una via secondaria decorata da
pittoreschi negozietti locali, bancarelle, mamme a spasso con
i bambini, una volante pretende di sorpassarci. Ci si oppone tranquillamente
non accettando la chiara provocazione. Ci si mette davanti l'auto
per impedirgli di passare. La celere interpreta questo gesto come
se fosse una violenza inamissibile e, alla faccia del posto affollato,
carica. Si corre, disarmati e sorpresi, fino in fondo al viale.
Ci si ferma un attimo, ci giriamo per vedere se si placa la situazione
e riparte un'altra carica.
Arretriamo fino a un posto okkupato della zona scorgiamo arrivare
uno dietro l'altro una decina di blindati. Le guardie chiudono
la via da entrambe le corsie, fanno chiudere i negozi, indossano
i caschi e gli scudi. Si teme il peggio e ci si barrica nello
spazio.
Fortunatamente la tensione cala e dopo un po' l'esagerato dispiegamento
di forze dell'ordine si scioglie.
sabato
17 marzo
La
sveglia questa mattina e' alle 8:00 e nella stracolma Arkitettura
Okkupata l'atmosfera e' fibrillante. Stiamo all'ultimo dei 4 giorni
contro il Global Forum, il piu' significativo.
Alla facolta' sono arrivati, la sera prima, una marea di compagni
da tutta Italia e anche dall'estero. Si e' dormiti ammassati ma
anche piu' che felici. I preparativi sono frenetici, arrivano
notizie confortanti dai treni: saremo migliaia.
Facciamo un gruppone all'ingresso, qualche centinaio di persone,
praticamente un corteo e ci avviamo verso p.zza Garibaldi a raggiungere
chi e' venuto da tutta Italia.
Strada facendo cogliamo l'enorme dispiegamento di polizia, una
vera prova di forza da parte della questura. I potenti del mondo
vogliono sentirsi tranquilli e siccome sono democratici hanno
dispiegato tutte le 5500 guardie a disposizione.
Ogni "obbiettivo sensibile", ovvero ogni banca, negozio di lusso,
agenzia interinale, McDonald's è protetto da minimo tre blindati
e due cordoni di guardie. Stessa cosa per ogni strada, vicolo
che confluisce su Corso Umberto, la strada del corteo. E' difficile
descrivere a parole questo esagerato e provocatorio ma soprattutto
enorme dispiegamento. Tutte i celerini (ma ci sono anche centinaia
di carabinieri e finanzieri) hanno casco in testa, manganello
e scudo in mano. Messa in questi termini la massa violenta sono
loro, non noi come scrivono da giorni i giornali.
Sfiliamo tranquilli e raggiungiamo i compagni da fuori che hanno
strabordato piazza Garibaldi e gia' confluiscono sui primi metri
di corso Umberto. Ci fermiamo e si forma la testa del corteo.
All'apertura uno striscione grosso con scritto "No pasaran - Iatevenne!!"
della rete campana, poi segue un carro con la superpannocchia
della street parade, e poi tutti gli altri.
La composizione del corteo e' ricchissima, ci sono gli immigrati,
i kurdi, gli studenti delle scuole di Napoli, i centri sociali,
gli autonomi, i disoccupati, gli LSU, gli anarchici (tra cui greci
e austriaci), i Cobas, i collettivi e le associazioni pacifiste
e del mercato equo-solidale e infine i Giovani Comunisti.
Si tirano le somme: siamo 20.000!!!!!!
Dal centro del corteo, arrampicandosi da qualche parte, e' impossibile
scorgere la testa e la coda.
Questo ci gasa tantissimo e quelle guardie ai nostri lati a bloccare
tutti i vicoli e presidiare tutte le vetrine del potere, delle
multi e dei bastardi in genere, da solo che fastidio.
Si sfila sempre piu' inkazzati, sempre piu' decisi a voler raggiungere
p.zza Plebiscito, nel cuore della zona rossa (l'autorizzazione
e' fino a p.zza Municipio 500 metri prima circa).
Strada facendo un gruppo scopre una banca, ahime!, senza "scorta".
Trenta secondi dopo le vetrine sono giu' e sull'unica rimasta
in piedi, scheggiata, e' apparsa una scritta "INSERT COIN - GAME
OVER". Ma il vicolo dopo e' presidiato dai finanzieri in formato
celerino che cominciano ad agitarsi. Una sassaiola di sampietrini
li seppelisce e i loro blindati risulteranno inutilizzabili.
Questo da il via alle danze.
Sempre piu' spesso dal centro del corteo, dove sta il blocco anarchico,
si attaccano tutti gli obbiettivi possibili, indifferentemente
se presidiati o meno, e continuamente si creano sassaiole contro
le guardie e, ovviamente, relative cariche.
Ma a p.zza Borsa la situazione sfugge di mano e la celere, questa
volta dispiegata su una strada molto piu' larga, carica violentemente.
Il corteo, nella sua parte centrale quella del blocco anarchico,
sbanda e avanza caoticamente. I Cobas, subito dietro, intervengono
nella carica e resistono alla violenza dlle guardie. Respinti
gli sbirri in maniera piu' che pesante, la parte centrale, rimasta
appunto divisa, riesce a ricompattarsi. Intanto il corteo in generale
non si scompone e deciso e sempre stracolmo di gente va avanti.
Verso p.zza Municipio si passa davanti l'Adecco, bastardissima
agenzia interinale, e le sue vetrine crollano giu' che e' una
meraviglia. Ennesimo conflitto a sampietrini con i celerini segue
questa azione.
La testa del corteo intanto e' gia' giunta davanti al muro di
guardie che delimita la zona rossa.
Anche qui, ovviamente, la scena e' surreale: migliaia di agenti
sono schierati lungo tutto il perimetro della piazza, ovvero lungo
centinaia di metri. Sono alle nostre spalle, alla nostra sinistra
(lungo il porticciolo), lungo il Maschio Angioino, dietro il castello,
prima di via Medina. Nei paraggi della Palazzo Reale ovviamente
stanno messi in triplice schiera dietro a enormi reti che sbarrano
il passaggio anche in altezza. Sono reti in metallo spesso fissate
ai blindati: totalmente inamovibili.
Ci si prepara a cercare di raggiungere p.zza Plebiscito comunque,
anche attraverso una via laterale. Vengono sistemati 3 enormi
scudi e la superpannocchia si trasforma in un morbidissimo cuscino
paracolpi.
Le scene dopo le avete viste al telegiornale.
La prima carica della polizia viene respinta, la seconda no, ma
si resiste... la terza sbaraglia tutta la piazza.
I bastardi caricano violentemente da tutti i lati e partono al
pestaggio di tutte le migliaia di persone presenti. Si tenta qualcosa
ma i lacrimogeni sono decine e decine e le manganellate arrivano
da tutti i fronti. Si scappa dove si puo', mentre molti che stavano
davanti con gli scudi vengono chiusi a ridosso del fossato del
Castello e massacrati di botte li'. Molti scendono giu' verso
il centro, o verso il porto. La polizia, la finanza, i carabinieri,
la Digos, ci inseguono senza sosta, ci caricano e prendono chiunque
capiti sotto tiro sbattendolo al muro e picchiandolo in massa.
Scene di solita follia amfetaminica delle guardie e giu' con arresti,
fermi e feriti. Al porto molti studenti di 15 e 16 anni vengono
bastonati da una carica improvvisa di agenti in borghese. Nei
pressi della caserma della Finanza sorgono piccole barricate e
la polizia ricarica. Pestaggi brutali e a freddo avvengono un
po' ovunque e si sa anche di cariche nei vicoli.
Ci si concentra ad Arkitettura, allo Ska e a piazza del Gesu',
comunque ci si ricompatta in quella zona. La tensione cala un
po', la polizia si allontana (ma neanche troppo), si cerca di
capire la situazione (immaginate il caos piu' totale).
I fermi in questura risultano essere circa 80, i feriti sono tantissimi
(anche la questura dichiara di avere oltre 100 agenti feriti)
tra cui 4 o 5 compagni gravi (ricoverati all'ospedale con fratture
multiple), gli spazi okkupati assediati e a rischio di sgombero
immediato (voce poi smentita).
Intanto viene detto a chiare lettere a questurini e digosotti
che nonostante tutto siamo pronti ad andare a piazza Cavour a
impedire che le merde fasciste di Forza Nuova sfilino per il centro.
Questa volta le guardie preferiscono far stare a casa i loro amichetti
forzanuovisti e noi ci risparmiamo quest'altra battaglia. Si va
in assemblea e si discute sul da farsi, su la possibilita' di
fare pressione in questura per la liberazione immediata dei compagni
e delle compagne prese, si ascoltano referti medici e le delegazioni
incaricate di dialogare coi bastardi per cercare di capirci qualcosa
di piu'.
Alla fine vengono rilasciati quasi tutti. Per gli altri ancora
non si sa.
Tirare le somme della giornata e' dura, perche' se da un lato
abbiamo vinto, deleggittimando i "global leaders" con 20.000 persone
in piazza, coinvolgendo tutta la citta' (tutt'altro che ostile),
rendendo palese, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che la loro
democrazia si esprime attraverso l'azzeramento delle critiche
dal basso e dispiegando migliaia di guardie, dall'altro abbiamo
visto centinaia di compagni/e feriti e abbiamo subito cariche
devastanti. Ma, ormai si sa, non sara' mai la repressione, per
quanto violenta, a fermarci.