"Il
dramma immigrazione: problemi e prospettive" L'immigrazione... non
è una gita di piacere!! punto di partenza per ogni discorso sull'immigrazione
non può essere che questo. Non stiamo parlando di una scampagnata
fuori porta, di un normale periodo di lavoro all'estero ben retribuito,
né di una vacanza che si affronta col sorriso sulle labbra. L'immigrazione
è un fenomeno doloroso che prevede viaggi incredibili e pericolosi;
che vede migliaia di vittime morire durante il percorso, stipate
in navi anguste e maleodoranti, in carovane della disperazione guidate
da negrieri spietati e affamati di denaro; che riduce sul lastrico
chi deve pagarsi il biglietto di sola andata per il presunto paradiso
occidentale.Questa è la prima realtà da tenere bene in mente quando
si parla di immigrazione."
Immaginiamo
che questo discorso venga proposto anche quando una decina di “italici
militanti” affrontino, spranga in mano, un solitario clandestino.
La verità è che le imprese italiane hanno bisogno di nuova “forza
lavoro” da sfruttare sul mercato. Gli stessi industriali invocano
70/80 mila immigrati all’anno da immettere all’interno del sistema
produttivo. Naturalmente a sbarcare sulle coste italiane ci saranno
sempre numeri molto più consistenti di uomini e donne in fuga dai
loro paesi. Per questi “esuberi” è già prevista l’espulsione dopo
un simpatico soggiorno nei centri di detenzione per clandestini
(LAGER) sparsi in tutta Italia. I lavoratori stranieri costano molto
meno agli imprenditori ed inoltrie accettano volentieri le mansioni
che gli italiani oggi si rifiutano di svolgere.
"L'immigrazione non è una libera scelta Ripulita l'immagine dell'immigrazione
dai toni pastello con i quali i fautori della società multirazziale
la imbellettano per farla digerire alle masse tramite quotidiani
e televisioni a loro asservite, passiamo al secondo punto della
nostra trattazione, tanto elementare quanto fondamentale.Comunemente
si ritiene che laddove vi sia costrizione, quando manchi libertà
di scelta, ci si trovi di fronte ad una situazione dai connotati
fortemente negativi, ad una realtà che obbliga senza lasciar decidere.
Ci pare quindi assai strano che una società come la nostra, libertaria
per eccellenza, si trovi ad esaltare una situazione quale quella
degli immigrati, i quali certamente non hanno scelto da soli di
abbandonare il proprio popolo e la propria famiglia, bensì vi sono
stati costretti da circostanze che per il momento definiamo solo
esterne al loro volere.Le cause che spingono all'immigrazione sono
molto serie: la povertà, il sottosviluppo e la fame. Ci riferiamo
a persone che non hanno possibilità di scelta, uomini e donne che,
attratti dalla propaganda diffusa dal mondialismo e sollecitati
da organizzazioni internazionali sono obbligati a tagliare i ponti
con la propria storia, in maniera consapevole o per via inconscia.È
evidente quindi che l'equiparazione tra le parole libertà ed immigrazione
non ha alcun motivo di essere sostenuta. Anzi, possiamo certamente
affermare che emigrazione vuol dire schiavitù."
E’
il lavoro salariato, la ragione dei profitti, il ricatto degli imprenditori,
la guerra tra poveri, questi sono i fattori che determinano la schiavitù.
Finché ci sarà questo sistema basato sullo sfruttamento dell’uomo
sull’uomo non ci saranno né libertà, né paesi da raggiungere alla
ricerca del paradiso. Il funambolico discorso dei fascisti rispetto
alla questione immigrazione nasconde solo una semplicistica volontà
di chiudere le frontiere ai migranti. Altro che difendere la libertà
di chi deve forzatamente abbandonare il suo paese.
“…Lo scontro (perché di scontro si tratta) con una cultura diversa
e con ritmi di vita assai più frenetici di quelli a cui si era abituati,
non può portare all'integrazione, ma conduce all'autoisolamento
ed alla frustrazione…”
I ritmi di vita sono quelli imposti dal capitalismo: Produci, consuma,
crepa. Lo sfruttamento non ha nazionalità e le diversità quando
interagiscono sono una ricchezza per le esperienze di tutt@. Chi
lascia il proprio paese, perché sconvolto da una guerra, perché
ridotto alla fame, dovrà sicuramente prepararsi allo scontro. E’
lo scontro quotidiano che, a diversi km. di distanza dalla sua casa
si manifesta in altre mille forme, ma che è causato sempre dallo
stesso male. Fame, guerra e umiliazione si trasformeranno in sfruttamento,
discriminazione e precarietà. Poi ancora guerre coi datori di lavoro
(nero), umiliazioni, sacrifici, guardie infami che chiedono documenti,
ronde di bravi cittadini che difendono la loro identità nazionale.
E’ uno scontro radicale che si vive giorno dopo giorno. Un conflitto
determinato unicamente da una società che utilizza l’uomo e l’ambiente
per produrre profitti. A cosa servirebbe lo scontro tra etnie, popoli
e culture diverse se poi questa guerra tra poveri renderebbe sempre
più forti gli unici responsabili dello sfruttamento globale. Se
integrazione significa rassegnarsi alle regole del buon lavoratore,
sottomesso e sottopagato allora siamo contro l’integrazione. Che
non si illudano di imporre una integrazione agli stranieri, che
non pensino di cacciare chi non si integra con le regole, le leggi
e l’identità della nazione perché dovranno cacciare anche noi, nati
in Italia, ma senza nazionalità, senza regole e naturalmente allergici
alla legge.
“…Basta pensare a ciò che avviene nelle grandi metropoli statunitensi
nelle quali, contrariamente alle favole narrate dalla propaganda,
l'integrazione razziale è assai in là dall'essere conseguita. I
vari gruppi etnici che formano la nazione americana ancora oggi,
dopo vari secoli di "convivenza" forzata, si dividono in quartieri
ben precisi e dai confini attentamente circoscritti dove non si
fa che tentare di ricostruire ciò che si è lasciato in patria…”
Negli Stati Uniti i ghetti rappresentano il cassonetto delle ricche
metropoli. Si rinchiudono tra mille isolati decorati da casermoni
popolari, migliaia di persone. In quei quartieri si creano delle
zone ben delineate: neri, portoricani, asiatici….ognuno il suo spazio
nel ghetto, tutti costretti a formare quella massa umana da immettere,
a fasi alterne, sul mercato del lavoro. In America chi non è produttivo
per la società viene relegato in un ghetto, costretto magari a combattere
inutili battaglie contro chi ha i suoi stessi problemi. Gli sbirri
non hanno interessi a ripristinare l’ordine pubblico in quei luoghi
perché fomentare divisioni etniche significa difendere la pace sociale
delle metropoli evitando che dai ghetti escano orde di emarginati
pronti a distruggere la tranquillità plastificata della società
USA. Altro che identità da difendere. C’è un intero sistema da abbattere
e per sabotare i meccanismi che lo tengono in vita non servono certo
favolette su nazioni, etnie e culture incompatibili. Ci piace immaginare
una barricata e mentre da un lato i global leader decideranno come
sfruttare il pianeta e l’umanità dall’altro milioni di individualità
(non etnie) si scaglieranno contro l’ordine e contro chi, fino a
quel momento a diviso le loro esperienze.
"Aspetto economico" "È il punto che consideriamo meno importante,
soprattutto perché a motivare il nostro rifiuto della società multirazziale
non sono certo i meschini calcoli di una nazione ricca e industrializzata
che teme di dover dividere la torta con nuovi invitati, ma ragioni
ben più profonde."
Poveracci i forzanuovisti…tutta la vita a combattere contro i mulini
a vento!
"Ma, visto che ci siamo, parliamo di costi. Secondo molti esponenti
del "buonismo" emergente, si tratterebbe di "sistemare" dignitosamente
circa due milioni di extracomunitari regolari ed altrettanti clandestini
Sistemazione dignitosa vuol dire casa, lavoro, scuole ed assistenza
sanitaria. Forse che lo Stato italiano può, ragionevolmente, affrontare
una spesa simile? Tralasciamo le ulteriori obiezioni logiche, cioè
se sia moralmente legittimo anteporre alle esigenze delle migliaia
e migliaia di cittadini italiani senza casa, disoccupati, cassintegrati,
pensionati e via dicendo le esigenze di persone appartenenti ad
altri paesi. Non possiamo poi tacere i costi notevolissimi per il
mantenimento dell'ordine pubblico, causati dalla presenza di centinaia
di migliaia di extracomunitari che vivono ai margini della legalità,
come dimostrano chiaramente i dati del Ministero degli Interni.
Un ulteriore, conseguente problema è dato poi dall'affollamento
delle carceri statali, già di per sé inadeguate alle necessità interne.Tali
discorsi sembrano di bassa lega, ma bisogna tener ben presente che
lo Stato, che gestisce il denaro pubblico, ne è depositario e non
proprietario e deve quindi renderne conto ai cittadini. La beneficenza
è una grande virtù, ma va fatta con i soldi propri e non con quelli
degli altri."
Questa squallida sequela di lamentele e preoccupazioni non ci sembra
affatto una cosa seria ! Evitiamo discorsi noiosi su come l’economia
determina giorno dopo giorno l’andamento della nostra vita. Evitiamo
anche di commentare il fatto che questo ennesimo tentativo di mascherare
la xenofobia in un artificiale concentrato di altruismo e bontà
sia naufragato in un mare di chiacchiere. Evidentemente
i pericolosi clandestini, secondo gli “economisti” di FN potrebbero
essere accolti solo se lo stato italiano fosse capace di garantirgli
casa e lavoro, prigioni ed inquisitori. Solo in queste condizioni
sarebbero cittadini garantiti. Per garantire questi servizi (galere
comprese) lo stato italiano dovrebbe aumentare notevolmente la spesa
pubblica, cosa che influirebbe molto sullo stato economico e finanziario
del paese. La questione quindi si riduce alla spesa che lo stato
italiano dovrà sostenere se milioni di immigrati invaderanno la
nazione. FN non fa una proposta, ma immaginiamo che sul mercato
costi meno costruire una decina di Lager piuttosto che case e ospedali.
Intuiamo dunque che quello di Forza Nuova sia una proposta pragmatica:
Ci sono già gli italiani ad essere sfruttati in piccole, medie e
grandi imprese, gli stranieri costerebbero troppo e starebbero in
giro a bighellonare senza garantire profitti agli imprenditori;
invece di sprecar soldi per garantirgli una vita dignitosa bisogna
rinchiuderli in un campo di concentramento dove, dopo pochi giorni,
sarebbero rispediti nei loro paesi d’origine. Un discorso molto
coerente da parte di Forza Nuova che però è stata ampiamente anticipata
dai governi di centro/sinistra Prodi/D’Alema/Amato. Di Lager per
migranti in Italia ne esistono già e moltissime persone sono già
state espulse perché non in regola con i documenti richiesti dallo
stato italiano. Paradossalmente però, una fetta di società civile,
benpensante e tradizionalmente “di destra”, invoca più immigrati.
Perché questa richiesta da parte degli imprenditori?? La risposta
è semplice: c’è bisogno di risorse umane da sfruttare e da ricattare
nell’ambito di mansioni poco care agli italiani. Lavori stagionali,
a basso costo per le imprese, lavoro nero, precario, saltuario,
lavoro letale. Immaginiamo che in un futuro prossimo si pianificherà
un numero preciso di immigrati da immettere sul mercato del lavoro,
magari dopo un’accurata selezione, consentendo quindi l’ingresso
ad un preciso numero di stranieri e respingendo con ogni mezzo gli
altri.
" Aspetto sociale" "L'arrivo massiccio di extracomunitari sta
creando una serie di tumulti e sollevazioni da parte dei cittadini
locali, di cui ogni giorno fanno testimonianza i giornali. In alcune
zone la presenza degli immigrati ha addirittura creato vere e proprie
aree "a rischio", quartieri nei quali è consigliabile non circolare."
Saremo l’incubo delle vostre città. Adolescenti sbandati, rioters
kids, senza distinzioni di nazionalità e/o colore della pelle. Comodo
cercare il capro espiatorio in un innocuo clandestino. Cercate il
male nelle vostre casette immerse nel verde dei vostri quartieri
residenziali.Rinchiudete pure tutti iclandestini in galera tanto
chi non ha nulla da perdere e soprattutto, chi ha bisogno di vivere
verrà sempre a fare la spesa a casa vostra…senza pagare naturalmente!
“…Inoltre, al di là dell'aspetto folkloristico dei vu' cumpra',
i delinquenti extracomunitari operano sotto la protezione di potenti
organizzazioni malavitose. Di fronte a questo stato di illegalità
tollerata con condiscendenza dalle autorità, non ci si può stupire
se il cittadino italiano, esasperato, finisce con il reagire. Infatti
ogni consesso civile si basa sul rispetto di alcune norme che debbono
essere universalmente accettate. Tali norme non nascono dal nulla,
ma sono il risultato di una lunga evoluzione culturale e giuridica.
Nel momento in cui corpi estranei ad una certa società, lontani
da essi per cultura, civiltà e tradizione, portatori anch'essi di
una mentalità giuridica specifica, si vengono a scontrare con una
realtà dissimile, inevitabilmente si crea uno stato di tensione
sociale inaccettabile che può portare allo smembramento dello stesso
Stato.Sperare che popoli e culture diverse tra loro possano integrarsi
al tocco di una bacchetta magica è pura e semplice follia. Follia
omicida per di più, perché la storia ci dimostra (ex Jugoslavia,
Ruanda, Los Angeles, Sri Lanka, etc.) quanto sia pericoloso giocare
con le differenze etniche. Gli ammiratori della società multirazziale
sono solo sognatori incoscenti se non criminali, che rifiutano il
mondo per quello che è effettivamente, creandosene uno di fantasia
che non ha nulla a che fare con la realtà.”
La critica di Forza Nuova alla società multietnica nasce dal fatto
che, secondo loro, una miscela di culture diverse causerebbe lo
smembramento dello Stato. Inoltre creerebbe un permanente clima
di tensione insopportabile per i cittadini. Niente di più falso,
naturalmente. Forse amano dimenticare che le loro origini italiche
non sono altro che la fusione di mille civiltà e popoli radicalmente
diversi (arabi, normanni, africani, longobardi, visigoti, greci,
latini, etruschi, ecc.). E poi siamo noi quelli che sognano il mondo
per ciò che non è! Fin dalla nascita dell’uomo esistono spostamenti
e flussi migratori che hanno coinvolto tribù e popoli interi. Come
si può pretendere di arrestare quello che può essere considerato
il motore della storia? Tra l’altro sarebbe assurdo anche pensare
di programmare annualmente i flussi migratori, ingabbiando la spontanea
tendenza delle persone allo spostamento nei calcoli certosini di
qualche ragioniere. Se poi la società multietnica contribuisce alla
distruzione dello stato, per quello che ci riguarda, abbiamo una
raggione in più per sostenerne la validità.
"Impoverimento culturale" "I boxer cinesi che si batterono contro
la penetrazione degli occidentali nel loro Paese, non fecero che
difendere la propria cultura e indipendenza. Così è oggi per i nazionalisti
italiani: dimostrare quanto l'immigrazione sia una catastrofe per
la cultura occidentale è fin troppo facile: basta riflettere sulla
influenza negativa che la pseudo-cultura americana ha prodotto nel
nostro Paese per comprendere cosa sia la colonizzazione culturale.
Tradizioni secolari scomparse o messe alla berlina; depauperamento
del nostro patrimonio linguistico, americanizzazione galoppante
di costumi e abitudini propagandata da cinema e televisione.Ma tutto
ciò è paragonabile ad un granello di sabbia nel deserto se contrapposto
alle conseguenze gravissime di una immigrazione incontrollata in
Italia da parte di extracomunitari africani e asiatici.Valutando
il calo delle nascite che affligge la popolazione italiana e paragonandolo
alla fertilità tradizionale dei popoli arabi, africani ed asiatici,
nell'arco di pochi decenni ci troveremo con una popolazione italiana
ridotta ad essere minoranza in casa propria. Difficilmente i nuovi
dominatori prenderanno a cuore l'estinzione della nostra etnia come
facciamo noi oggi per gli indios dell'Amazzonia.Alcuni folli, sapientemente
manovrati da organizzazioni internazionale con idee molto chiare,
pretenderebbero addirittura di mescolare la tradizione cattolica,
sharia musulmana, animismo tribale e filosofie orientali in un grande
cocktail multiculturale che produrrebbe l'avvento di un paradiso
terrestre chiamato new age. In realtà da questo melting pot esplosivo
dal punto di vista sociale uscirebbero sconfitte proprio le culture
e tradizioni dei singoli popoli, edulcorate e contaminate da influenze
tra le più disparate.Qui dobbiamo metterci d'accordo su un punto
ben preciso: se riteniamo che la varietà delle culture sia un bene
oppure un male. Se pensiamo che la ricchezza dell'umanità sia composta
dal patrimonio culturale di ogni singolo popolo, non possiamo accettare
l'avvento di una società multirazziale, che per sua natura è livellatrice
e massificante.Se al contrario ci attira la prospettiva orwelliana
di un mondo riunito sotto il potere di un Grande Fratello, allora
dobbiamo abbattere le barriere culturali e linguistiche che si oppongono
a tale progetto di dittatura universale.Per quanto ci riguarda,
il nostro compito, oggi come sempre, è quello di lottare per la
vera libertà che non è quella introdotta dalla rivoluzione francese
né quella imposta dai liberatori dopo il 1945. Nonostante tutto
continuiamo a ritenere che in Egitto debbano vivere Egiziani, in
Cambogia Cambogiani, in Italia Italiani. Il nostro nazionalismo
non si esaurisce nella difesa della nostra indipendenza, ma assume
un rilievo ben più ampio in quanto difesa di tutte le etnie minacciate
dal mondialismo massonico."
La nascita e l’evoluzione stessa della cultura di un popolo
sono la conseguenza della fusione di più identità. Anche le comunità
più piccole hanno da sempre interagito con culture diverse. Magari
lo hanno fatto solo ed esclusivamente per scopi commerciali, ma
è evidente che il solo scambio di prodotti (alimentari, artigianali
ecc.) estremamente diversi tra loro determina una fusione tra culture
diverse. Una fusione che esiste da sempre e che ha dato vita a civiltà
complesse e pronte a nuove fusioni ed evoluzioni.Non si può immaginare
un mondo dove gli spostamenti da un paese ad un altro siano solo
per scopi turistici, perché questo sarebbe solo il frutto della
fantasia di qualche illuso ed anche se fosse così, come impedire
che il fascino di un paese lontano influisca sulla vita di qualche
individuo?!? Al di là di questa banale considerazione è evidente
che non esistono culture e civiltà che non hanno mai subito l’influenza
di un altro popolo. Evidentemente gli storici di forza nuova credono
che la “nostra” identità nazionale sia il frutto della crescita
culturale di un popolo che non ha mai subito invasioni, che non
ha mai commerciato con l’esterno e che non si è mai miscelato con
le popolazioni mediterranee. Una cretinata, naturalmente, come tutti
i concetti che tentano di esprimere.
"A CHI GIOVA L'IMMIGRAZIONE“ "Dietro il dramma umano di milioni
di persone si celano enormi interessi di carattere politico ed economico.
Senza dubbio l'immigrazione rientra in un piano molto articolato
gestito, come detto, dalle centrali mondialiste. Abbattute le barriere
linguistiche e culturali, mescolati i popoli fino a far loro perdere
le caratteristiche etniche, ecco che si è creato il perfetto apolide,
un individuo reso pura materia, semplice manovalanza da spostare
e trasferire qua e là come una pedina sulla scacchiera.Un mondo
senza confini, e quindi senza Stati autonomi, diventerebbe facile
preda della grande finanza e non è una forzatura prevedere un totale
tracollo della civiltà occidentale. Scendendo nel dettaglio della
situazione italiana, l'immigrazione giova all'industria, che si
procura in questo modo manodopera a buon mercato e senza pretese,
sottopagata e "in nero", da utilizzare anche per tenere freno le
legittime richieste del lavoratore italiano.L'immigrazione giova
ai partiti di sinistra, che vedono le loro sezioni vuotarsi di iscritti
e militanti. La proposta dell'Ulivo di concedere agli immigrati
il diritto di voto è una dimostrazione lampante di quanto interessato
e falsamente caritatevole sia l'aiuto offerto dagli ex comunisti
agli extracomunitari.L'immigrazione giova ad una certa parte della
Chiesa cattolica, che ha necessità di colmare i vuoti aperti dalla
crisi delle vocazioni che la affligge ormai dagli anni '60. La strategia
di questa corrente modernista, attualmente maggioritaria nella gerarchia
ecclesiastica, si evidenzia con l'utilizzo di strutture quali la
Caritas, che appoggiano apertamente l'immigrazione e fanno dell'ecumenismo
un cavallo di battaglia. Questo si inquadra nella politica intrapresa
a partire dal Concilio Vaticano II, con la quale si sta trasformando
la Chiesa di Roma in una sorta di nuovo "esercito della salvezza",
preoccupato più della cura delle condizioni materiali dell'uomo
che della sua vita spirituale."
Come abbiamo già detto, l’immigrazione clandestina giova solo a
quei personaggi costantemente alla ricerca di uomini e donne da
sfruttare. Un clandestino è più ricattabile, costa meno agli imprenditori
e non ha diritti sindacali. E’ un affare per quelle imprese che
hanno bisogno di mano d’opera flessibile e di lavoratori stagionali.
In un mondo senza frontiere e senza padroni l’immigrazione sarebbe
una scelta individuale e gioverebbe solo all’umore del viaggiatore.
"SIAMO RAZZISTI?“ "La recente riesumazione del termine razzista
ed il suo uso indiscriminato, rivolto come una condanna di infamia
contro chiunque osi criticare la società multirazziale, rientra
in una strategia ben mirata: si vuole eliminare alla radice qualsiasi
forma di dissenso."
Ma quale dissenso?? I fascisti sono da sempre coperti e finanziati
dallo stato. Amici e colleghi dei peggiori spioni del mondo. I loro
legami coi servizi segreti sono una cosa che spesso rivendicano
come scelta tattiche. Relazioni strette con massoneria, associazioni
segrete e corpi paramilitari sono ormai alla luce del giorno e sotto
gli occhi di tutti. E dunque di quale dissenso parlano??? Stragisti
al servizio del sistema, questo è il loro ruolo!
"LA NOSTRA PROPOSTA" "È importante essere chiari: non ci sono
varie soluzioni al fenomeno dell'immigrazione, né ci deve essere
spazio per il soggettivismo od il sentimentalismo spicciolo. Alcune
prese di posizione, secondo le quali si potrebbe utilizzare l'elemento
islamico presente in Italia in funzione antimondialista, comportano
rischi che non si possono correre: ciò significherebbe infatti consegnarci
all'Islam con le mani ed i piedi legati.C'è un'unica via da percorrere:
il rimpatrio. Gli emigrati entrati nel nostro Paese devono essere
rimpatriati ai luoghi di provenienza."
Il presunto pericolo Islam, il rimpatrio forzato, l’ostilità totale
verso la diversità. Oggi l’estrema destra usa questi argomenti,
questi linguaggi. Una squallida demagogia populista che cerca di
aggregare tradizionalisti e moralisti, sbandierando un’identità
nazionale che secondo loro va difesa dalle ondate di infedeli che
arrivano dai paesi più martoriati della terra. Rimpatrio forzato,
violento e senza discussioni, questa la loro proposta. Una proposta
che nonostante arrivi dalle frange più estreme della destra fascista
trova sicuramente consensi alla base di quei partiti, di destra
e di sinistra, che in questi anni si sono sfidati a colpi di espulsioni,
carcerazioni, gommoni speronati e morti ammazzati.
Per
ora terminiamo qui le nostre riflessioni su Forza Nuova. Vorremmo
comunque continuare a raccogliere spunti, critiche ed osservazioni.
Quindi, se vi va, mandateci quello che volete al nostro indirizzo
di posta elettronica (mw4k@bastardi.net)
. Non è necessario esprimere concetti politicamente corretti, ci
bastano le vostre impressioni. Mandateci le vostre reazioni a caldo
dopo aver letto il “programma” di FN: commenti, insulti ai fasci,
e riflessioni d’ogni genere.
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