RESOCONTO
RACCOLTO DA VARIE TESTIMONIANZE
L'11
novembre a Milano circa 2000 compagni/e hanno dato la giusta risposta
ai vermi neonazisti di FN che cercavano di uscire dalle fogne mobilitandosi
a livello nazionale. Alle 15:00 a Porta Venezia i compagni e le
compagne sono già molto numerosi/e, la piazza però è completamente
circondata da polizia e carabinieri in assetto antisommossa.
Molte le provocazioni da parte delle forze dell'ordine. Alcuni compagni
infatti vengono condotti in questura durante la fase di concentramento
in piazza e l'intenzione di non far partire un eventuale corteo
antifascista (comunque non autorizzato) si legge chiaramente sui
volti dei poliziotti in borghese. Ore 16:30 il numero dei manifestanti
è notevolmente aumentato e la voglia di impedire ai fascisti di
FN di portare a termine la loro mobilitazione è forte. Partire in
corteo da porta Venezia per raggiungere i fascisti avrebbe sicuramente
determinato uno scontro durissimo con le forze dell'ordine. Uno
scontro però a diversi Km. dal luogo in cui si sarebbero concentrati
i militanti di Forza Nuova. Uno scontro inutile quindi. Si decide
allora di prendere la metro e di andare dai fasci. Dopo aver salutato
i celerini già pronti a caricare, dopo aver gioito guardando le
facce attonite dei gestori di piazza immobili e impotenti di fronte
al non previsto atteggiamento dei manifestanti, la metro si affolla
di compagni/e e Porta Venezia si svuota improvvisamente. Verso le
17:00 tutti i manifestanti sono a pochi metri dal locale che ospita
i neonazisti di Forza Nuova. A proteggerli un ingente spiegamento
di forze dell'ordine. La tensione sale in pochi minuti. Volano le
prime pietre, le bottiglie, i petardi. La celere prova una prima
carica, ma la determinazione dei/lle compagni/e e una valanga di
sampietrini rendono vano questo tentativo. Partono i lacrimogeni,
tutti rigorosamente ad altezza d'uomo, ma i/le compagni/e resistono,
reggono i cordoni e il corteo rimane compatto. Le guardie, costrette
ad indietreggiare, continuano a sparare lacrimogeni. Qualche macchina
finisce in mezzo alla strada ed ostacola la seconda carica. L'aria
è ormai irrespirabile, ma continuano a volare sassi e bottiglie
contro gli agenti. Una compagna colpita in faccia da un lacrimogeno
cade al suolo e finisce in ospedale. Si continua così fino a quando
non viene incendiata una barricata. I manifestanti cominciano ad
allontanarsi, indietreggiano e cercano altri varchi. Improvvisamente
da un angolo della strada sbucano una cinquantina di fascisti veneti
con spranghe in mano. Partono immediatamente raffiche di sassi,
bottiglie e bulloni verso di loro. I/le compagni/e con i caschi
cominciano una carica violentissima. I fascisti scappano via, ma
ad alcuni di loro, raggiunti, vengono impartite lezioni di antifascismo
militante . Dopo
15 minuti, coi fascisti ormai polverizzati, il corteo si ricompatta
e si muove verso piazza Zara. Durante il corteo vengono infrante
le vetrine di un Blockbuster e di un Mc Donald's, simboli del capitale.
Le 18:00 sono passate ormai da un pezzo quando si decide di scendere
di nuovo in metro, lasciando l'amaro in bocca (e qualche punto di
sutura in testa) ai fascisti e a chi intendeva proteggerli. A Milano
si è riusciti a costruire, finalmente, una mobilitazione seria,
non parolaia e capace realmente di impedire ai fasci qualsiasi tipo
di iniziativa.
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CRONACA
DEL FASCISTA PILLI
Marco
Pilli - forzanuova.net In quel giorno di s.martino… (…) 11 Nov.
giorno in cui non solo Forza Nuova, ma tutti coloro che si definiscono
nazionalisti sarebbero dovuti scendere in piazza per testimoniare
la loro fede e difendere il loro diritto di libertà, contro i poteri
forti.Voglio, sempre con questo mio inizio di redazionale, portare
tutto l'onore e la mia stima ai ragazzi del Veneto che sono stati
portati in "pasto" al nemico per alleviare la pressione dell'attacco
che subivano coloro che ci rinchiudevano in un recinto, giustificandosi
nel nome di una nostra "protezione" e di assurdi ordini ricevuti.
La nostra protezione, se solo la avessimo voluta e progettata, sarebbe
stata ben altra ed efficace e sicuramente non avrebbe distrutto
o arrecato nessun danno alla città di Milano. Tutto incominciò,
quando la nostra volontà di opporci alla riunione, con la quale,
senza averne il diritto, la commissione Trilateral, intendeva decidere
sul destino di noi italiani, era stata resa nota chiaramente. Chiaramente
e pacificamente. Mentre noi organizzavamo dei banchetti propagandistici,
in San Babila, una delle zone più frequentate di Milano e distribuivamo
materiale ai suoi cittadini per far conoscere e capire come agiscono
i nemici dell'intera umanità. I centri sociali concordavano, con
ignobili ricatti, di poter apparire con la loro sinistra figura
su una delle più importanti piazze d'Italia, nel nome di un fantomatico
pericolo fascista. Ricavandone solo la conferma, agli occhi di tutti,
di essere il maggiore esempio di inciviltà. Non si illudano di essere
riusciti a nascondere, con le loro bottiglie incendiarie e i sassi,
le vere intenzioni e motivazioni. E' politica solo politica! Nel
nome di un antifascismo cercano di compattare ed attrarre a se i
giovani, che stanno percependo la falsità dei loro ideali, senza
ovviamente escludere come mezzo il libero uso ed abuso di droghe
nei loro centri. Il fine ultimo e principale è un preciso piano
per arginare, con l'ausilio della violenza, la perdita che subiranno
nelle prossime elezioni le sinistre, che tanto maldestramente hanno
governato fin'ora. (...) Noi di Forza Nuova siamo solo il capro
espiatorio di questo loro meschino piano. Noi di Forza Nuova siamo
veramente l'unica opposizione! E' solo il nostro senso del dovere
e disciplina, che trattiene tutti noi dal non cadere nel tranello
che viene ordito nei nostri confronti. Continue provocazioni, informazioni
falsate a mezzo mass-mediatico sulle nostre attività, regolari divieti
di manifestare per motivi di ordine pubblico, provocazioni, ora
anche aggressioni. Questi sono i loro mezzi di persuasione. Mezzi
di persuasione per passare alla legge in cui il sangue chiama sangue
e finire così facendo, nel "baratro" che tante vite ha distrutto
negli anni passati. (…) Per
ritornare a noi…..la nostra preparazione allo "scontro" contro la
globalizzazione è stata una conferenza in un Hotel e anche in quel
caso, mentre si parlava, di come i veri nemici dei popoli riuscivano
con l'aborto, la fame, l'usura a dominare incontrastati. Mentre
si ascoltava come, piccoli ed eroici gruppi, sempre in maggiore
crescita (cito l'esempio dello Youth Defence Irlandese), riuscivano
a contrastare vittoriosi questi enormi nemici. I ragazzi dei centri
sociali, al contrario di assistere ed apprendere come è possibile
vincere contro un nemico così potente, che a detta loro combattono
da sempre, inscenavano un assedio. (...) Era comunque evidente che
l'Hotel non sarebbe stato attaccato, era solo una azione di disturbo
per ottenere la negazione della nostra richiesta di manifestare.
A che scopo questo? Chiaro! Non avendo agibilità sulle piazze, l'unica
soluzione era riunirci in uno spazio privato, cosa che era praticamente
impossibile negarci. Questo qualcuno lo sapeva l'undici di Novembre.
Considerando i tempi di organizzazione, gli armamentari approntati,
il numero delle persone in campo, se tutto si fosse svolto in un
terreno aperto il contatto con il "nemico" sarebbe sicuramente avvenuto.
Non volendo realmente questo, perché all'ora scegliere di assediarlo?
Semplice! Solo per dare una dimostrazione di forza, per far capire
a chi in doppiopetto, stava brindando con lo Champagne, all'Hotel
Principe di Savoia di Milano, che non erano contrari a quello che
ordivano contro l'Italia e il mondo intero, ma che volevano anche
loro una fetta di "torta". Ma questo un ragazzo con un casco in
testa, una "canna" in tasca, un manico di piccone o un fucile subacqueo
in mano non può saperlo. La risonanza delle notizie sulle distruzioni
e dei feriti hanno oscurato la manovra della Trilateral dalla vista
della gente. Anche se solo in maniera parziale, grazie alla nostra
attività di propaganda. Io sono arrivato in via Valtellina, sorridendo
e scherzando, tranquillo come sempre, molto allegramente pur sicuro
di quello che andava formandosi. Anche gli amici erano allegri,
attendevamo con ansia i due autobus dal Veneto e uno da Torino,
ma un imprevisto li aveva bloccati…..un imprevisto in divisa. La
tensione aumentava come aumentavano le forze dell'ordine era ben
visibile da dove sarebbe arrivato l'attacco, si sentiva sulla pelle
di tutti noi, senza scudi, rari caschi e disarmati, con tanta rabbia.
Ancora Carabinieri, poi Polizia e poi ancora fino a che riuscirono
a rinchiuderci nel locale che avevamo preso in affitto. Il comizio
all'interno iniziò fra gli applausi dei presenti, all'esterno una
frenesia di fotografi, giornalisti e cineoperatori. Un gruppo fermo
sul portone di ingresso, "tamponato" da un doppio cordone di forze
dell'ordine intonava dei canti, forse vecchi ma pur sempre facenti
parte della cultura che sempre a contraddistinto chi veramente lotta
per la sua patria. Alcune staffette portavano notizie, contemporaneamente
il crepitio delle radio aumentava era chiaro che mancava poco. Tre
vie, una sola presumibilmente sgombra…la più insidiosa. Le
altre due chiuse da gruppi di manifestanti, uno più piccolo da un
lato, chiaramente di disturbo, sull'altro lato il grosso. Il comizio
volgeva al termine e i ragazzi, che non posso più dire essere tutti
di Forza Nuova, per rispetto e ingraziamento agli amici intervenuti,
fregandosene dei "dictat" di partito (non erano di Azione Giovani),
si accalcavano nel cortile di un disgustoso colore verde ramarro,
della discoteca che ci ospitava. Il sole stava calando, detonazioni
di petardi rumoreggiavano, anche un fuoco d'artificio si è alzato
nel cielo. Probabilmente un segnale al gruppo sull'altro lato della
strada, in vista dell'imminente attacco, sono corso verso il fronte
da cui sarebbe partito l'attacco. Due fotografi mi chiesero cosa
sarebbe successo, gli dissi che mancavano pochi minuti e mi seguirono,
consigliai loro di scattare velocemente le foto che gli occorrevano
e poi di trovarsi un riparo. Insistentemente e nevroticamente chi
stava fra il cordone di Polizia in assetto antisommossa e i ragazzi
dei centri sociali gridava, con un telefono cellulare incollato
all'orecchio…...fermate la Polizia sul l'altro lato, non sul l'altro
lato, non fateli avvicinare o non li tengo più. Era in piena crisi
isterica, ripeteva in continuazione quella frase, i due fotografi
mi si accalcavano alle spalle, per coprirsi spaventati. Gli agenti
con i lacrimogeni erano in posizione, visiere calate, scudi alzati
e manganelli pronti. Arriva un sasso e finisce su uno scudo della
Polizia, una bottiglia si infrange sull'asfalto. Vedo i volti dei
Poliziotti pronti e concentrati, ed è come se sentissi battere il
cuore dei ragazzi di fronte, forti per il numero e le protezioni.
(…) Il lancio di sassi aumenta e cadono sulle macchine parcheggiate
(fortunatamente io sono arrivato in taxi), mi ricorda una grossa
grandinata di molti anni fa, era divertente. Partono i primi razzi
lacrimogeni e l'aria diventa subito irrespirabile, annebbiata dal
fumo denso e bianco. Devo fare rientro, non si respirava più. Una
volta arrivato dai miei amici li ritrovo mentre vengono spinti con
forza, dall'imponente schieramento che li blocca all'interno del
cortile. Anche dove siamo noi arriva il gas lacrimogeno, sospinto
da una leggera brezza e tutti i presenti indistintamente lacrimavano
gli occhi. Sul fondo della strada si vedono i roghi di alcune autovetture
a cui è stato dato fuoco. Tutto è finito in pochi minuti. Accorrono
veloci le prime ambulanze per prestare soccorso ai feriti di ambo
le parti. La troupe di canale cinque è sconvolta, prima si occupavano
solamente di politica…..quella dei salotti, adesso conoscono le
sue conseguenze sulle strade. Cerchiamo freneticamente notizie su
i due autobus mancanti e sappiamo esserci un nostro caro amico ferito,
è difficile mantenere la calma in certi momenti. La richiesta è
categorica: se non tornano i ragazzi che mancano all'appello andiamo
a cercarli noi e scoppierà veramente l'inferno! Dopo grandi insistenze
con i dirigenti di Polizia e dei Servizi, vediamo finalmente arrivare
due autobus, sappiamo dalla loro viva testimonianza che se non fossero
stati bloccati dalle forze dell'ordine e fatti scendere per proseguire
a piedi, avrebbero potuto raggiungerci e non dover essere costretti
ad attaccare per aprirsi un varco nell'accerchiamento che stava
avvenendo nei loro confronti. In numero nettamente inferiore, come
leoni hanno retto fino a che potevano, la moltitudine dei manifestanti
nelle retrovie. Un nostro ragazzo finisce al pronto soccorso contuso,
i Camerati presidiano l'ospedale fino alle sue dimissioni. Quanto
tempo dovrà passare prima che la parte avversa a noi, abbandoni
il suo presidio? (…) La polizia è stata sconfitta, lasciando sul
campo alcuni agenti feriti. (…) Un caloroso saluto e ringraziamento
alla spontanea partecipazione dei giovani Camerati della delegazione
"Junge Nationaldemokraten" di Stoccarda, quella di Nizza dell'"Unitè
Radicale" e sopra a tutto a tutti i partecipanti Forzanovisti.
Luca Pilli www.forzanuova.net
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Scontri
a Milano diciassette arresti, otto denunce - da Repubblica
MILANO
- Diciassette persone arrestate, 8 denunciate e una identificata
e rilasciata: questo il bilancio degli scontri fra centri sociali
e forze dell'ordine avvenuti oggi a Milano. Lacrimogeni e cariche
da una parte, barricate improvvisate, lancio di bottiglie e pietre
dall'altra: polizia e autonomi dei centri sociali si sono fronteggiate
così a Milano, in via Valtellina, per tutta la giornata. Qui, all'interno
della discoteca De Sade, oggi pomeriggio si sono riuniti a convegno
i rappresentanti di Forza Nuova, formazione di destra. Causa
degli scontri, proprio il convegno che non va giù ai ragazzi del
Leoncavallo e degli altri centri sociali che hanno subito organizzato
una contromanifestazione di protesta. Due i punti di ritrovo: in
piazza Oberdan e ai Bastioni. Da qui poi la decisione di muoversi
verso via Valtellina per arrivare davanti alla discoteca. Il contatto
tra ragazzi di sinistra e di destra però è impedito da un nutrito
cordone di polizia e carabinieri. Subito la tensione è salita alle
stelle. I manifestanti hanno eretto una barricata con i carrelli
di un supermercato e poi l'hanno incendiata. La forze dell'ordine
hanno caricato, sparando diversi lacrimogeni, e cercando a più riprese
di disperdere gli autonomi. Negli scontri una ragazza, che manifestava
con i centri sociali, è rimasta ferita. La ragazza, dopo essere
stata a lungo riversa a terra, assistita dagli uomini delle forze
dell'ordine, è stata portata via in ambulanza. Sul selciato, una
macchia di sangue. La situazione resta molto tesa, anche se gruppi
di manifestanti si sono allontanati da via Valtellina. Resta invece
sulle sue posizioni il secondo, consistente gruppo all'angolo di
via Stelvio. Sono intervenuti due mezzi dei vigili del fuoco per
spegnere le fiamme della barricata incendiata dai manifestanti.
Anche tra i poliziotti ci sono i primi feriti e dalla parte opposta
il fermo di alcune cosidette 'madri' del Leoncavallo, venute come
in altre circostanze a dare manforte ai figli. Ma la lunga giornata
degli autonomi non è ancora finita: un presidio di solidarietà si
è formato questa sera davanti agli uffici di una sede della Questura,
in piazza S.Ambrogio, per chiedere il rilascio dei giovani. Verso
le 23 gli autonomi (oltre 200 secondo i promotori dell'iniziativa,
un centinaio per la polizia) si sono radunati nella piazza e hanno
iniziato a scandire slogan. Al momento - secondo la polizia - la
situazione è sotto controllo.
(Repubblica 11.11. 2000)
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