Questa è una narrazione piuttosto completa dai primi momenti dell'occupazione alla fine del 2006, arrichita da link ed immagini quando possibile. In buona parte è il contenuto anche del libro 18 anni senza stato.
L'idea di aprire un CENTRO SOCIALE OCCUPATO e AUTOGESTITO al Laurentino 38 nasce nell'autunno del 1987, già allora in quartiere sono attivi diversi gruppetti di giovani compagni, molti usciti dal movimento degli studenti del 1985 e da diversi tipi di aggregazione. L'inizio fu una riunione che facemmo con tutti e tre i gruppi (bande giovanili) più consistenti e che inevitabilmente essendo tutti cresciuti nello stesso quartiere ci conoscevamo e... si vedevano le "attività politiche" degli altri... scritte sui muri e sui muretti, attacchinaggi di manifesti e striscioni, e qualchevolta ci si era visti, come per andare ad attaccare i manifesti contro l'oscuramento di Radio Onda Rossa da parte della Radio Vaticana, mi ricordo che quella volta finì con una rissa con dei coatti per qualche parola messa male.
Inizio descrivendo il gruppo dove stavo io che era il più numeroso, unito, "temuto"... e anche un po' pazzo. Praticamente ci stavano dentro tutti i ragazzi della via dove abitavo e anche quelli dei palazzi intorno, cresciuti tutti i giorni insieme in strada o al campetto ed insieme maturati politicamente. All'estrema sinistra ci siamo arrivati per diversi fattori... la musica (i CLASH), lo stadio (la CURVA SUD della Roma tricolore ed i suoi ULTRA') allora dominava l'Autonomia, la scuola, i collettivi, la ribellione etc.
“Una delle cose che mi ricordo bene è che noi facevamo scritte ovunque, oltre alle bombolette, che rubavamo, rubavamo la vernice ai cantieri (il quartiere era tutto in costruzione) e poi, la notte giù a fare scrittoni tipo NO AL NUCLEARE AUT. OP., oppure la nostra preferita USCIRE DAL GHETTO, e per farle usavamo questi materiali da cantiere tipo marzocca e quarzo così venivano fuori delle scritte enormi, con delle falci e martello, delle A cerchiate e delle stelle gigantesche (non sempre riuscitissime) il tutto condito, se capitava di fare un po' tardi e con un po' di freddo con slogan gridati a squarciagola in mezzo ai palazzi... e cassonetti che mandavano a fuoco di continuo. Il tutto tra una partita di pallone e l'altra e tante altre bellissime cose.
Un'altro gruppo anch'esso abbastanza numeroso era quello che riuniva molti dei giovani di un'altra via, a duecento metri in linea d'aria dal palazzo dove abitavo io, ma all'epoca il quartiere trabboccava di pischelli e così bastavano un paio di palazzine per fare una comitiva di una trentina di ragazzi/e. Quello che li univa più di ogni cosa lo si capiva solo guardandoli, avevano quasi tutti il chiodo, erano metallari (fan della musica Heavy Metal), ed infatti noi (quando eravamo più pischelli) li chiamavamo... i metallari. “Adesso eravamo tutti più grandi di un paio d'anni e quella che prima aveva potuto essere una rivalità di bande giovanili, adesso vedeva l'affinità politica. In quest'altro gruppo c'era qualche ragazzo un po' più grandicello (sui 22 anni) che insieme ad altri del gruppo faceva riferimento ai troskisti della LSR (Lega Socialista Rivoluzionaria) e di conseguenza molti di loro ci facevano riferimento.
La terza componente era costituita da altri compagni di un'altra zona del Laurentino 38, che facevano riferimento all'area di Autonomia Operaia (per il ns. quartiere il riferimento era Zona Ovest, quindi la sede di Magliana o le case occupate di Spinaceto), questi terzi erano molto più seri, nel senso che andavano alle riunioni di zona, mentre noi facevamo sì i cortei con gli autonomi, e quindi anche gli scontri, e seguivamo le campagne di ROR, ma eravamo molto diffidenti di quelli più grandi che si sparavano mezz'ora di intervento, così le riunioni ce le facevamo tra noi pischelli e tiravamo fuori le cose dalla nostra testa.
Beh, una volta presentati i gruppi bisogna dire che la prima riunione la facemmo alle panchine sotto casa mia, ci conoscemmo tutti un po' meglio, si può dire che quella giornata segnò la fine del nostro essere bande di pischelli e divenire collettivi. Era esigenza di tutti aprire uno spazio per noi che eravamo tanti, e per fare lotte nel quartiere e nella città. Si decise di passare un periodo "di presentazione" al quartiere, anche se ci conoscevano tutti, e poi passare all'azione ed occupare un casale che stava all'interno del quartiere ed era da qualche mese abbandonato.“Passammo così tutte le successive domeniche con un banchetto a raccogliere firme sotto una petizione per la richiesta di un Centro Sociale, e soldi per i primi lavori.“Dopo un mese o due, raccolte circa 1500 firme convocammo un'assemblea al Casale, con classica mostra fotografica sul degrado del quartiere, poi 15 giorni dopo di nuovo iniziativa al Casale (mostra fotografica) e nel pomeriggio un concerto (e qui la componente HM si fece sentire) alla rotonda del settimo ponte (un locale che la XII circoscrizione rilasciava per fare feste e cose simili) con gruppi come i GAS, che facevano parte del comitato promotore per il centro sociale ed altri (vedi locandina).
A quella riunione ci venne un bel po' di gente (vedi foto), e anche altri che non parteciparono alla riunione si interessarono alla mostra sul quartiere, tra gli altri vennero anche i rappresentanti dei partiti di opposizione al pentapartito (in crisi) che governava la XII circoscrizione, PCI, DP e Lista di Lotta, tutti ci diedero il loro appoggio formale, anche perchè eravamo una marea di pischelli (quindi possibili loro futuri elettori, se non militanti) e noi già dai giorni successivi iniziammo ad andare al Casale... anche se per la luce c'erano le candele, praticamente avevamo iniziato l'occupazione dato che il Casale l'avevamo ripulito e avevamo iniziato i lavori.
Il concerto del pomeriggio con GAS, Dirty Gang, Ankara Ships e Psycho J me lo ricordo come una specie di muraglia di suono a tutto volume sparata dall'amplificazione. Grazie a questo... adesso si erano aggregati al gruppone del Centro Sociale tutti i rimanenti ragazzini metallaro punk hardcore del quartiere. Il concerto servì anche per integrare la cassa, arrivammo fino a quasi 300.000 lire.
La differenza tra gli altri gruppi e gli autonomi la iniziammo a vedere subito, infatti vennero a trovarci un po' di compagni dell'occupazione di Spinaceto, si guardarono un po' in giro per vedere dove si poteva fare un'allaccio di corrente, comprammo il cavo coi soldi alzati con il concerto e loro ci fecero un allaccio pirata alla cabina di un cantiere lì vicino con tanto di passaggio volante ad una ventina di metri di altezza per attraversare la strada. “Da quel giorno avevamo la luce... eravamo uno dei nuovi CSOA di Roma, mi pare che nello stesso periodo sempre in Zona Ovest stavano iniziando ad occupare il cinema Faro al Trullo, e altri che mi ricordo erano (per me erano tutti posti mitici) i Centri Sociali Occupati ed Autogestiti di Primavalle (Break Out), Colli Aniene (Blitz), Val Melaina (Hai Visto Quinto?), Centocelle (Forte Prenestino), Garbatella (Karl...Lotta) e poi c'erano quelle che erano state sedi dei Comitati Autonomi Operai e di Quartiere e che adesso diventavano Centri Sociali (ma ho sempre avuto l'impressione che gli mancasse qualcosa) come Torre Maura, Magliana e Casal Bernocchi (che a noi era noto solo per la meravigliosa stazione della metro sulla Roma Ostia completamete ricoperta da scritte e stampi di Autonomia Operaia).
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