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2014 - Continua la lotta dei facchini Ikea di Piacenza
CAMPAGNA NAZIONALE DI BOICOTTAGGIO IKEA IN SOSTEGNO ALLA LOTTA DEI FACCHINI LICENZIATI
Nei magazzini Ikea le condizioni di lavoro e quelle salariali, come avviene in gran parte del comparto della logistica-facchinaggio, sono di pesante sfruttamento e ai limiti dello schiavismo organizzato dalle cooperative. Ma i facchini di Piacenza, organizzati nel sindacato di base SI. Cobas e sostenuti da settori del movimento antagonista, hanno alzato la testa e iniziato le proteste contro lo sfruttamento della multinazionale svedese. La risposta di Ikea non si è fatta aspettare: licenziamenti politici, manganellate delle forze dell’ordine e criminalizzazione attraverso la stampa degli scioperi, dei picchetti e delle forme di lotta autorganizzate che tendono a migliorare le condizioni di lavoro e di vita.
Come se dovessimo abbassare la testa e accettare in silenzio lo sfruttamento, la fame e la schiavitù che ci impongono i padroni.
Di fronte ai magazzini e ai punti vendita della multinazionale svedese, ci sono state in tutta Italia numerose azioni di solidarietà.
IL 26 LUGLIO E' STATA INDETTA UNA GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE IN SOSTEGNO ALLA LOTTA DEI LAVORATORI DELL'IKEA DI PIACENZA
Appello della campagna di boicottaggio pubblicato dal S.I.Cobas (link), per adesioni scrivere a smontaikea@gmail.com
Come nelle altre città anche da Roma facciamo arrivare la nostra solidarietà!!!
SIETE TUTT* INVITAT* SABATO 26 LUGLIO ORE 17:00 AL PRESIDIO DAVANTI L’IKEA DI ANAGNINA IN SOLIDARIETA’ DEI FACCHINI DI PIACENZA E DI TUTTE LE LAVORATRICI E TUTTI I LAVORATORI IN LOTTA.
Assemblea Romana di sostegno alle lotte nella logistica
http://smontaikea.noblogs.org/
facebook.com/smontaikea
facebook.com/LogisticaRoma
@Logisticaroma
2012 #ikeainlotta
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Articolo su Infoaut
Sciopero e sit-in dei lavoratori Ikea
alla sede di Anagnina
ROMA (27 dicembre 2008) - Sciopero e sit-in dei lavoratori Ikea davanti la sede
di al sede Anagnina. Motivo della protesta di una quarantina di lavoratori
«esempi di sfruttamento del lavoro che l'azienda sta appliacando senza
pari nel panorama, anche esacerbato, delle altre multinazionali di vendita
al minuto». Il tutto nonostante i «principi etici diffusi sulle
pubblicità» dell'azienda. E per questo che gli impiigati nei loro slogan e
manifesti hanno preso a prestito le frasi della pubblicità Ikea: «Ikea:
lavoratori italiani, mobili svedesi, stipendi cinesi» o «Fissati con gli
stipendi bassi, mobili ad un euro lavoratori alla neuro».
I lavoratori denunciano, inoltre, che alcuni colleghi sono stati «sospesi
e non retribuiti dal medico aziendale, nonostante l'attestazione di
idoneità dei medici Asl oppure invio di lettere di contestazione
disciplinare ai dipendenti usando pretestuosi motivi come un solo minuto
di ritardo».
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=39826&sez=HOME_ROMA |
Ikea? Cattiva idea!!!
McWorld
I negozi
IKEA (140 in 22 paesi), come McDonald's, Blockbuster,
MTV, i centri commerciali, i grandi cine multisala... insomma come tutte
le mini Disneyland del McMondo ci danno forte l'illusione, almeno per
il tempo che rimaniamo lì dentro, che il mondo sia veramente
così... un
parco tematico.
L'immagine
qui accanto raffigura in maniera esauriente quello che intendiamo con
il concetto shopping come parco tematico. Rappresenta un lavoratore
dentro il negozio IKEA vestito, in perfetto stile Disneyland, da alce/renna
che distribuisce biscotti ai clienti grandi e piccoli.
McWorld è un mondo di commessi/e gentili e sorridenti pronti
a esaudire ogni nostra richiesta, dove tutto è liscio pulito
e colorato... come la nostra carta di credito, che è poi l'unica
cosa che conta.
Difatti ci troviamo in un tempio del consumo, non siamo più persone
(brave o stronze non importa) lì siamo solo dei consumatori e
finchè abbiamo qualche credito da spendere, un aspetto nei canoni
di McWorld, ed un colore di pelle giusto, saremo i benvenuti/e. Ma appena
perdiamo la nostra condizione di consumatore e portiamo un po'
di "REAL WORLD" lì dentro subito una guardia privata...
un McPoliziotto, ci sbatterà fuori, o ci marcherà strettissimo
in attesa dell'arrivo della Polizia di Stato che farà la parte
sporca del lavoro. È così nel centro commerciale come
nel quartiere elegante o nelle enclavi fortificate dalla California
alla Brianza.
Micronuclei familiari o single, psicotici senza rapporti sociali alienati
dal mondo, reificati in ogni rapporto, trovano nel piccolo e ordinato
appartamento con arredo di design (!) IKEA la giusta coronazione al
proprio essere non persona, ma consumatore.
Troppo spesso però questo piccolo McMondo ci crolla addosso e
se siamo del tutto ignari della nostra condizione trovarci all'improvviso
nudi davanti allo specchio può essere troppo dura (anche se è
uno specchio di design IKEA). |





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Genocidio
culturale
"Creare
una vita quotidiana migliore" o "creare una vita migliore per
la maggioranza della gente", questo è lo slogan alla base
della "filosofia IKEA", in realtà ci troviamo davanti,
come nel caso di McDonald's, ad un vero e proprio genocidio culturale
che colpisce ancora più in profondità di McDonald's. Infatti
se McDonald's distrugge le nostre abitudini alimentari salutari, con IKEA
ci portiamo McWorld dentro casa, e ce lo teniamo con orgoglio...
lo stesso piatto, la stessa libreria, lo stesso letto a Roma, Sydney,
Stoccolma, Tokyo...
Milioni
e milioni di copie del catalogo IKEA (il catalogo dell'IKEA è
la pubblicazione a più alta tiratura del mondo 130 milioni di copie)
finiscono nelle case di quasi tutti noi. Spediti per posta, allegati ad
una rivista, dentro un ufficio, sul treno, tra le letture da WC di un
amico... ovunque può capitare, e capita di imbattersi nel fottuto
catalogo dove potremo comprare
tutte quelle cose di cui non abbiamo bisogno... ma che fanno sembrare
la casa che abitiamo un po' film americano, un po' centro commerciale,
un po' rivista d'arredamento.
Insomma
sembriamo sempre più la famigliola dei Jettson (i Pronipoti) chiusi
in casa a parlare con i robot, in città sotto cupole protettive
invece là fuori è sempre più un ghetto di tutti contro
tutti, in un ambiente sempre più nocivo e senza scampo. E sarà
difficile che le grandi innovazioni tecnologiche come i "pacchi
piatti" di IKEA, le suole AIR di Nike, o il nuovo McMenù possano
modificare minimamente l'isolamento, la frustrazione, l'odio, le insicurezze,
le ansie e la malattia che lo stesso McMondo produce. |
Do
It Yourself
Farsi
il proprio arredamento, inventare, migliorare, riciclare è una
delle cose che possono fare tutti/e traendone anche soddisfazione, nonchè
un enorme risparmio >> prossimi al costo 0.
Certamente una soddisfazione "unica", ben altra cosa che rimirare
il divano Ektrop che hai a casa tu, tuo cugino, John Smith,
Abdul Ben Hassan, Chin Lai Tu, Manolo Rodriguez e altre migliaia di umanoidi
consumatori ormai ridotti ad obbedienti macchine produci-consuma-crepa.
Non bisogna dimenticare che tutti gli artigiani (specialmente i falegnami)
che lavorano in città dove apre un megastore IKEA non sono proprio
per niente contenti di come cambia la loro vita... provate a chiederglielo.
Poi naturalmente potremo piangere lacrime di coccodrillo sulla scomparsa
degli antichi mestieri etc. etc. |
Fight
IKEA
Nel
film "Fight Club" il protagonista vive una vita comune, comunemente
alienante, di colletto bianco che si realizza nell'essere un consumatore
da manuale.
Non fa sforzi, segue solo il flusso imposto dal bombardamento mediatico
omologante.
Diventa "Mr. Ikea" mette su una bell'appartamentino con tutti
gli oggettini di design al loro posto, fino a che, fortunatamente, sbrokka.
Il film è una riflessione su McWorld fatta, in effetti, dal cuore
pulsante di McWorld, Hollywood, ma... da vedere. |
Non
dare i tuoi soldi ad un nazista
Solo recentemente Ingvar Kamprad, boss, proprietario, fondatore etc.
etc. di IKEA ha (immaginiamo per motivi di marketing globale) fatto
ammenda del suo credo nazista... cosa che non è mai stata un
segreto per nessuno.
Vedi ad esempio questo profilo
di Ingvar Kamprad redatto da BBC.
"It was she [la madre] who infected the young Ingvar with enthusiasm
for Adolf Hitler, whose seizure of her Sudeten homeland she regarded
as liberation. Kamprad recently apologised for this youthful aberration."
Oppure alcune note dell'Observer:
"Kamprad himself was an enthusiastic Nazi sympathiser, though he
now calls this youthful folly".
Nello stesso articolo di BBC, ma anche su Forbes si parla inoltre
del fatto che oggi il buon Ingvar Kamprad (MULTImiliardario 2.6
miliardi di dollari secondo Forbes) vive in Svizzera per non
pagare le tasse, che brav'uomo. |
Visitando
IKEA town
Se
abitate in una città dove c'è un "negozio" IKEA
la visita è d'obbligo. Infatti solo dal vivo si può assaporare
tutta la potenza del capitalismo, della merce, dell'omologazione culturale,
dello shopping dentro McWorld.
Dentro troverete il "ristorante self service" con qualche
pietanza nordica (polpette e patate), la bottega svedese, i lavoratori
IKEA vestiti con vestiti folkloristici svedesi, o da renne che danno
biscotti, altri vestiti da gnomi incartano e imballano pacchi, cartelli
ripetuti infinite volte che vi spiegano come è possibile che
la merce costi così poco (in realtà costa come altrove
basta girare un po') e la risposta è: produzione in numeri enormi
(quando dicevamo lo stesso tavolo per tutto il mondo...), il
taglio delle spese di trasporto e montaggio... che tocca a voi, ma non
vi preoccupate appena passata la cassa potete affittare un furgone se
avete esagerato con le spese.
Ovunque nel negozio trovate scritto che Ikea protegge l'ambiente e fa
di tutto per questo... affermazione piuttosto azzardata per una compagnia
che produce il 70% dei suoi prodotti in legno, è il terzo maggiore acquirente mondiale di legno, e non nasconde neanche
di utilizzare legno tropicale (come il TEK) che proviene dall'isola
di Giava in Indonesia (ai più sarà venuta in mente la
parola "foreste pluviali") ma ci assicurano che: "il
tek utilizzato per i prodotti IKEA proviene da piantagioni ben gestite"
le solite belle parole che non dicono però niente.
Almeno
da quel che si capisce leggendo il sito www.ikea.it la premurosa cura ambientale sembra essere del tipo che probabilmente
prima di segare gli alberi gli danno un bacio sulla corteccia in segno
di affetto, poi zac.
Infatti solo una parte del legname utilizzato ha la certificazione FSC tutto il resto sono belle parole, lungamente studiate dagli staff di public realtions, da mettere sui siti, sui depliant, e sulle tonnellate e tonnellate di carta utilizzata per i cataloghi, come: "In futuro tutto il legno usato nei prodotti IKEA sarà ricavato da foreste certificate"* in futuro...
Comunque
l'esperienza più devastante è girare per chilometri di
scaffali dove ogni stronzata ha un suo nome proprio (il che fa molto
design di stile) dallo scopettino del cesso Tidan, alla scrivania
Bialitt al divano Sundborn a qualsiasi altra cosa.
Leggere il nome di tutti gli oggetti che ci capitano sotto gli occhi,
ascoltare i discorsi di chi ti passa vicino, vedere la famigliola che
si commuove davanti al bidone di latta che fa tanto casa americana e
così via è una vera e propria cura
Ludovico contro questo mondo di merce.
Per non spendere nulla e resistere ai tentacoli ben orchestrati di IKEA
potete recitare come un mantra, o un rosario queste parole di conforto:
COMPRO COSE DI CUI NON HO BISOGNO - COMPRO COSE DI CUI NON HO BISOGNO
- COMPRO COSE DI CUI NON HO BISOGNO...
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 |
IKEA è socialmente responsabile. IKEA è impegnata nella difesa dell’ambiente. IKEA è al servizio del maggior numero possibile di persone. IKEA vuole migliorare il nostro quotidiano. IKEA ci ama.
Bailly O. , Caudron J.-M. , Lambert D.
IKEA. Che cosa nasconde il mito della casa che piace a tutti?
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