Il movimento antiabortista
in America
Contro l'aborto
si è levata una minoranza rumorosa, potente, ben finanziata. Sono
raggruppamenti (noti sotto nomi quali Birthright, National Right
to Life Committee, ecc.) che comprendono molti cattolici ma anche
protestanti ed ebrei, e che vengono spalleggiati, pare, dalla gerarchia
cattolica, dalla Catholic Hospital Association e dai Knights of
Columbus. L'argomento centrale della teoria del diritto alla vita
è che il feto è una persona fin dall'attimo del concepimento e che
come tale ha diritto a essere protetto dall"'assassinio," perchè
tale è considerato l'aborto a ogni stadio. Non accontentandosi del
fatto che la decisione della Corte suprema non costringe nessuno
nè a subire nè a praticare l'aborto, questi gruppi vogliono assicurarsi
che nessuno sia in grado di scegliere. Alcuni arrivano a negare
l'aborto anche quando la vita della madre è in pericolo.
Il movimento
per il "diritto alla vita" fa appello alle emozioni dei legislatori
mediante diapositive e fotografie di feti mutilati (mentre di fatto
l'aborto precoce rimuove del tessuto fetale che al massimo raggiunge
i 2- 2,5 cm di lunghezza). Con le loro massicce campagne epistolari
gli aderenti assediano la posta del Congresso con montagne di messaggi
antiabortisti; e benchè il 64% degli intervistati da un sondaggio
Gallup del 1972 considerasse l'aborto una scelta privata da compiere
tra la donna e il suo medico, si tratta di una maggioranza meno
rumorosa e assorbita da altri impegni, mentre la minoranza del "diritto
alla vita" - ossessiva, rabbiosa, accanita - si fa vedere e sentire.
A livello federale, il movimento si è battuto senza sosta per degli
emendamenti costituzionali che ribalterebbero la decisione della
Corte suprema, e per delle limitazioni del finanziamento che proibirebbe
l'uso dei fondi federali per l'assistenza all'aborto. Le clausole
relative ai finanziamento applicano quasi tutte una discriminazione
così odiosa contro le donne povere che si è riusciti, malgrado la
difficoltà, a sconfiggerle; e sono stati sconfitti anche gli emendamenti
che avrebbero reso illegale l'aborto. Ma la battaglia ha stancato
i legislatori, mentre tra conservatori e moderati incontra notevole
favore un emendamento costituzionale (presentato da G. William Whitehurst,
deputato repubblicano della Virginia) che restituirebbe agli Stati
federali la questione dell'aborto - un grave passo indietro, questo,
per la donna.
Chi sceglie l'aborto?
Mentre in passato
il soggetto tipo era la donna giovane, bianca, non sposata, alla
sua prima gravidanza, con la legalizzazione dell'aborto le pazienti
sono:
- in proporzione
relativamente alta, donne di mezz'età vicine alla menopausa;
- in proporzione
relativamente alta, donne di colore;
- in proporzione
leggermente pi· alta della percentuale della popolaziorie, donne
cattoliche;
- in proporzione
notevolmente elevata (30%), donne sposate. Questi dati dimostrano
che a richiedere l'aborto sono donne di ogni genere; e inoltre,
che troppe adottano una contraccezione inefficace, oppure, per
una serie di ragioni sia personali che societarie, non sono in
grado di servirsene correttamente.
Le elezioni
del novembre 1974 hanno visto una sensibile riduzione del numero
dei legislatori antiabortisti, ma è certo che le pressioni a livello
federale continueranno.
A livello statale, le pressioni antiabortiste hanno fatto passare
molte leggi restrittive della libertà di scelta e della disponibilità
dell'aborto: leggi che violano il principio, sancito dalla Corte
suprema, secondo il quale l'autorità degli Stati federali non può
intervenire in caso di aborto entro il primo trimestre di gravidanza,
e solo con facoltà di regolamentazione entro il secondo trimestre.
Sono invece passate le "norme di attuazione" che specificano il
luogo in cui deve avvenire l'aborto, le "leggi del consenso" che
richiedono il consenso dei genitori o del coniuge, clausole sull"'obiezione
di coscienza" che consentono agli ospedali e agli altri istituti
di cura di negare le proprie attrezzature in caso di aborto.
In alcuni Stati è sorta una polemica sul riml?orso delle spese da
parte degli istituti di previdenza sociale. In tutti questi casi,
una vertenza davanti alla corte federale o alla Corte suprema ha
condannato la legge o la procedura federale per violazione delle
disposizioni della Corte suprema. Senonchè queste vertenze richiedono
tempo e denaro che il movimento abortista potrebbe impiegare per
migliorare l'assistenza medica e per operare a livello federale;
e in certi casi queste leggi "illegali" hanno la meglio perchè la
gente (e i legislatori) non vogliono essere identificati come favorevoli
all'aborto.
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