Uno dei nostri
primi diritti, in quanto donne, è quello di scegliere se e quando
avere figli.
Solo questa libertà di scelta ci consente di realizzarci per noi
stesse, per i figli che già abbiamo o che avremo in futuro, per
il nostro compagno, per la comunità in cui viviamo.
Lo strumento migliore per operare questa scelta è la contraccezione;
ma la dolorosa verità, è che a tutt'oggi, i metodi contraccettivi
non sono sufficientemente efficaci da consentirci di evitare tutte
le gravidanze non desiderate, mentre l'atteggiamento della nostra
società verso la sessualità, l'educazione sessuale e l'assistenza
sanitaria, rendono difficile alla donna, specialmente se molto giovane
o povera, la scelta, l'acquisto e l'uso dei metodi contraccettivi
più adatti.
Ecco perchè per molte di noi è indispensabile un secondo strumento
di controllo della fecondità, ossia l'aborto o interruzione della
gravidanza per via medica.
La scelta dell'aborto non si compie mai senza conflitti. Anche se
l'intervento, operato entro le dodici settimane da personale specializzato,
richiede soltanto 10-15 minuti e non comporta nessun pericolo, si
preferirebbe sempre prevenire la gravidanza piuttosto che interromperla;
d'altra parte, quando non si riesce a prevenirla, molte di noi ritengono
che mettere al mondo un figlio senza poterlo allevare nel modo migliore
significhi, per loro e per il bambino, una esperienza ancor pia
dolorosa.
Perciò, siamo convinte che la donna debba essere libera di scegliere
l'aborto, e vogliamo l'aborto legale, a poco prezzo (gratuito sarebbe
l'ideale, come tutte le forme di assistenza medica), volontario
e sicuro, in un ambiente comprensivo, aperto a uno scambio soddisfacente
di informazioni e di consigli.
Oggi in Italia l'aborto è legale con la legge
194
Chiunque lo voglia può interrompere la gravidanza
non desiderata con un aborto sicuro e relativamente economico in
ospedale, in clinica o nello studio ginecologico.
Non sempre però è così. In molte parti del paese l'aborto
è tuttora meno facile, meno economico e piu' traumatizzante del
necessario; e inoltre, il governo attuale di destra sta cercando
di rivedere la legge 194 sottoponendola agli attacchi di un esiguo
ma potente movimento anti- abortista.
Abbiamo fatto molta strada, dai tempi dell'incubo degli aborti illegali,
ma ne dobbiamo fare ancora tanta per riuscire a mantenere e a migliorare
ancora l'attuale legge. Noi ci rendiamo conto che sono in tanti,
donne e uomini, a credere sinceramente che l'aborto non sia giusto,
che significhi violare il "diritto alla vita" del feto non nato,
"uccidere" una persona, compiere un altro inaccettabile atto di
violenza in una società violenta; ma non possiamo accettare l'idea
che il feto non nato abbia più diritti della donna che lo
porta dentro di sè, e crediamo che la qualità della vita offerta
ai figli - compresa la nostra maturità emotiva o situazionale per
un primo figlio o per un figlio in più - sia importante quanto la
vita stessa. Noi difendiamo il diritto della donna a non porre fine
alla gravidanza se crede ingiusto l'aborto, ma crediamo che limitare
la libertà altrui, solo perchè non si vuole l'aborto per sè, sia
profondamente sbagliato.
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