Continuiamo il nostro spostamento sempre dritti, tranquilli e riposati sulla pista ciclabile che passa sulla riva del Tevere. Da qui cominciate a correre parallelamente alla Via Portuense e se ci fate caso tutto quello che c'è di sopra si affaccia in qualche modo anche sul lato fiume, i ristoranti, il canile (che si fa notevolmente sentire) etc.. Iniziamo
subito a dire che da qui e per un bel tratto le indicazioni di direzione
sono superflue dato che si tira dritti sulla pista e ci sono da segnalare
solamente i ponti sotto i quali si passa, o le rampe di accesso/uscita
dalla pista sull'argine verso il lungotevere. Qui la pista è in uno dei punti migliori, la vegetazione è notevole, si corre abbastanza, solitamente da qui fino a fine pista si incontrano solo altri ciclisti o al massimo qualcuno che porta il suo cane qui sotto a passeggiare. Quindi c'è
da prendere in considerazione questo fatto: si viaggia per lunghi tratti
da soli. Certamente si tratta di un evento inaspettato in una città
affollata da quasi 4 milioni di persone, ma è così, quindi
bisogna anche regolarsi di conseguenza (ad esempio se si capisce che sta
per arrivare un temporale io preferisco uscire dalla pista così
se vedo che la pioggia è tanta posso anche legare la bici ad un
palo e prendere un bus e non sono costretto a rimanere solo sotto un ponte
per un'ora). L'ambiente
urbano offre anche qualche svago ulteriore. Continuando arriviamo a Ponte Sublicio dove "ufficialmente" finisce la pista comunale, anche perchè qui c'è la rampa che sale sul lungotevere fatta senza scalini. Se si va su in questo punto siete a Testaccio (Piazza dell'Emporio) da una parte e Porta Portese (proprio la porta) dall'altra e potete quindi anche utilizzare questa uscita per le direzioni verso Piramide o verso Trastevere (altezza Gianicolo). In effetti però l'argine ciclabile continua, anzi come fondo stradale, è migliore di quello con i sanpietrini che si ritrovava a Ponte Sublicio, da qui poi si incontra un po' di gente, per lo più turisti che scendono sull'argine dalla rampa di Ponte Graibaldi e si mettono a prendere il sole, disegnare, fare i romantici etc. Proseguendo si arriva al Ponte Palatino con accanto il "Ponte rotto" qui c'è qualche piccola buca e una pozzanghera perenne che scansate con facilità passando vicini alla sponda (cercando di non finire in acqua :-) ) Se vi girate
verso destra potete vedere quel che resta dell'antico ponte adesso colonizzato
dai gabbiani che sono abbastanza diffusi su questo tratto del Tevere e
sono anche parecchio grandi. Superato il ponte ci si trova davanti all'Isola Tiberina. Godetevi il panorama, gli automobilsti anche se passano lunghe ore in fila sul lungotevere fermi o quasi non possono vedere nulla perchè è tutto al di sotto del muro dell'argine. Il bello in questo punto è che si sente solo il suono, forte, dello scorrere del fiume, che qui fa un piccolo salto, mentre del rumore del traffico tipico del lungotevere quasi nulla arriva qui sotto. Da qui si potrebbe proseguire ancora dritti lungo l'argine fino a Castel S.Angelo ed oltre, sta a voi se volete rimanere nella calma irreale dell'argine tirate dritto e poi salirete da una delle rampe a scala nel punto dove volete uscire (Regina Coeli, San Pietro, Castel Sant'Angelo etc.) A me invece va di tornare su e salgo dallo scalone a gradoni di Ponte Garibaldi. Qui non serve nemmeno tirar su la bici basta scendere e accompagnarla con una mano (in discesa potete invece tranquillamente cimentarvi in un downhill di questo scalone!!) arrivati su attraversate il fiume sul marciapiede del Ponte Garibaldi e arrivate al semaforo tra Lungotevere de Cenci e Via Arenula, varco controllato dai vigili che fanno passare solo gli autorizzati (ciclisti compresi) entrate quindi nella zona a traffico limitato del centro di Roma dove potete divertirvi molto a girare per vicoli e arrivare ovunque, senza essere assillati dalle macchine che si limitano a percorrere Corso Vittorio Emanuele e poche altre strade. Infatti chi abita qui usa spesso la bici per muoversi, dato che anche in motorino la cosa sta diventando sempre più difficile. Quindi dritti per Via Arenula e si prosegue con la prossima tavola |
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