1.6. La condizione professionale dei genitori degli intervistati
Per dare una rappresentazione approssimativa della condizione e della provenienza sociale degli intervistati è stato loro chiesto di indicare, separatamente, la condizione professionale attuale del padre e della madre. Agli intervistati non è stato fornito alcuno schema di risposte preconfezionate, e perciò i dati qualitativi così raccolti sono stati successivamente postcodificati e riuniti in classi omogenee. Il risultato di tale classificazione è riportato nella tabella che segue. Nell'appendice H è riportato il dettaglio del criterio di classificazione: in sostanza in questa appendice, di cui è consigliata la consultazione, sono indicate le professioni dei genitori dichiarate da ciascun intervistato. E’ così possibile avere un metro di valutazione senz’altro soggettivo, ma comunque non limitato come quello rappresentato nelle tabelle che seguono.
Dai dati emergono alcuni elementi interessanti. Anzitutto la forte presenza del ceto impiegatizio: quasi il 40% degli intervistati che hanno risposto alla domanda hanno dichiarato che il proprio padre fa l'impiegato; solo di poco inferiore l'analoga percentuale con riferimento alla professione della madre. Si tratta di un dato che certamente non sorprende, sia per la particolare configurazione socio-lavorativa di una città come Roma, sia per l'estrema ampiezza della categoria impiegati (si veda l'appendice) Fra i padri emerge anche il peso relativamente elevato di categorie quali i professionisti (poco meno di un intervistato su cinque) e i pensionati (quasi il 16%). Fra i primi sono stati inclusi soprattutto coloro i quali svolgono professioni caratterizzate dalla necessità di avere almeno una laurea e da un livello di reddito elevato (es. avvocati, medici, professori universitari, geologi, biologi, ecc.). Dei secondi in realtà si sa ben poco oltre al fatto che sono pensionati, anche se presumibilmente la provenienza sociale non dovrebbe discostarsi molto da quella complessiva. Poco meno del 10% degli intervistati ha dichiarato che il proprio genitore fa l'operaio. Artigiani e commercianti danno conto insieme di poco più dell'11% delle professioni svolte dei padri. Meno del 2% dei padri degli intervistati è disoccupato. Per quanto riguarda le madri, si è già detto dell'elevato peso del ceto impiegatizio. Va sottolineato poi che più di una madre su tre svolge attività di casalinga. Rispetto ai padri va notato il fatto che le madri sono molto meno presenti nella categoria dei professionisti, un dato questo peraltro largamente atteso. Se si calcolano le percentuali escludendo sia le non risposte che le casalinghe si può notare che risultano analoghe le percentuali di madri e di padri nelle singole classi professionali. La tabella che segue mostra le caratterizzazioni professionali delle varie coppie di genitori.
Nella tabella può essere notata una relativa omogeneità delle coppie. Circa otto famiglie su dieci con un padre impiegato hanno una madre a sua volta impiegata o casalinga. Per le famiglie con il padre operaio la proporzione si riduce di poco. Le madri professioniste si trovano quasi esclusivamente nelle famiglie in cui anche il padre è professionista: l’inverso però non vale. La presenza di madri casalinghe è relativamente più frequente presso le famiglie con padre operaio, artigiano o pensionato. I tassi di disoccupazione sono risultati pari al 3,7% per le madri e al 2,2% per i padri. Escludendo le non risposte, la tabella 17 dà conto della situazione di 504 famiglie. Da un rapido confronto emerge che 310 di queste (pari a poco meno di due terzi del totale) sono famiglie con due redditi, comprendendo anche i redditi da pensione: in più della metà delle famiglie entrambi i genitori lavorano. Vi sono poi 188 famiglie con un solo reddito (circa il 37% del totale) e 6 famiglie senza redditi da lavoro (1%). In 88 famiglie (pari al 18%) almeno uno dei genitori è un pensionato. In 180 famiglie (circa il 35%) la madre è casalinga.
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