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I DATI 5/7


1. I DATI STRUTTURALI DEL CAMPIONE DEI FREQUENTATORI DEI CENTRI SOCIALI

1.5. La condizione professionale
La distribuzione degli intervistati secondo la condizione professionale (tabella 10) consente di evidenziare l'importanza della componente studentesca: “studenti” si sono infatti dichiarati il 45,3% degli intervistati; tale percentuale arriva al 57,6% se si tiene conto degli studenti-lavoratori. Il 13,8% degli intervistati è lavoratore dipendente e il 6,3% è lavoratore autonomo. Lavoratori occasionali si sono dichiarati il 5,5% degli intervistati. Fra disoccupati e sottoccupati la percentuale complessiva è del 13,7%.

Tabella 10

Può essere interessante provare a operare il calcolo del tasso di disoccupazione degli intervistati. Com’è noto questo tasso misura la percentuale delle persone che non lavorano (i cosiddetti non occupati) sul totale delle persone in condizione di lavorare (la cosiddetta popolazione attiva). Il numero dei non occupati è dato dalla somma del numero dei disoccupati e di coloro che sono in cerca di prima occupazione. La popolazione attiva, nel nostro caso, è pari al totale degli intervistati esclusi gli studenti e gli studenti-lavoratori i quali, per definizione, vengono esclusi nelle statistiche ufficiali dalla popolazione “attiva”. Nella tabella che segue viene riportata la scomposizione della popolazione degli intervistati popolazione in “non attiva” e “attiva” e la suddivisione di quest’ultima fra “occupati” e “non occupati” .

Tabella 11

Nel caso del nostro campione di intervistati, la popolazione attiva è risultata essere pari al 57,7% degli intervistati (52,3% per la popolazione maschile e 68,6% per quella femminile): si tratta di percentuali molto elevate e fortemente influenzate dall’ampia presenza di studenti. Il tasso di disoccupazione si ottiene facendo il rapporto fra non occupati e totale della popolazione attiva. Così calcolato esso risulta pari al 34,8% per il complesso degli intervistati. Vi è una qualche differenza tuttavia fra i due sessi: il tasso di disoccupazione è del 33% fra i maschi e del 40,7% fra le femmine . Riassumendo in modo più chiaro e semplice quanto detto finora, più della metà degli intervistati non fa ufficialmente parte del mercato del lavoro perché in condizione studentesca: della parte restante, due terzi lavorano e un terzo è disoccupato. Nel caso delle intervistate, due su tre non fa parte del mercato del lavoro e del restante terzo il 40% è disoccupato. Questa evidenza da un lato è un’ulteriore dimostrazione di un elevato grado di precarietà per l'intera popolazione giovanile non studentesca (e di quella femminile in particolare) per ciò che riguarda l'inserimento nella vita lavorativa; dall’altro va ricollegata con la già richiamata diversità nel livello di istruzione riscontrato fra gli intervistati dei due sessi e che si riscontra nella più esigua porzione di popolazione attiva fra le intervistate. Nel complesso infatti le intervistate sono maggiormente presenti rispetto ai maschi nelle categorie degli studenti e studenti-lavoratori (68,6% contro il 52,3%). Soprattutto fra gli studenti-lavoratori, la percentuale delle femmine che ha dichiarato di appartenere a tale categoria è quasi doppia rispetto a quella dei maschi. Viceversa i maschi sono relativamente più presenti nelle categorie dei lavoratori dipendenti e, soprattutto, dei lavoratori autonomi. Un panorama più completo può essere ottenuto dal confronto fra il livello di istruzione e la condizione professionale, riportato nella tabella 12. Si può notare il fatto che dei nove intervistati che non sono in possesso nemmeno del titolo di media inferiore sette si sono dichiarati disoccupati. Percentuali elevate di intervistati che si dichiarano disoccupati o in cerca di prima occupazione sono riscontrabili fra i laureati (36,4%) e fra coloro i quali sono in possesso di un diploma di formazione professionale (31,7%). Da notare in particolare che la metà di coloro che dichiarano di essere in cerca di prima occupazione sono laureati.

tabella 12

Fra i possessori del solo titolo di media inferiore, il 58,3% si dichiara studente, il che conferma quanto si diceva in precedenza nel paragrafo 1.4: e cioè si può ragionevolmente ipotizzare che buona parte degli intervistati in possesso del titolo di scuola media inferiore stia attualmente frequentando una scuola media superiore o altro. Il resto degli intervistati, in possesso del solo titolo di scuola media inferiore, sono prevalentemente o lavoratori dipendenti (15%) o disoccupati (13%). L'incidenza del lavoro dipendente è ampia presso i laureati (24%) e presso i possessori di diplomi professionali (27%). Il 74% degli intervistati che dichiarano di avere frequentato alcuni anni di università afferma di essere studenti o studenti-lavoratori: due terzi degli studenti-lavoratori sono del resto studenti universitari, gli altri hanno il diploma di scuola media superiore. Passando agli intervistati che hanno dichiarato di possedere il diploma di scuola media superiore, il 60% circa di questi ha dichiarato di essere ancora studente: si tratta con ogni probabilità di persone iscritte per lo più al primo anno o al secondo anno di università.
Un ulteriore dato interessante riguarda i tassi di disoccupazione. Per gli individui che hanno come titolo di studio al più la scuola media inferiore il tasso di disoccupazione è risultato del 40,3%, molto vicino al tasso riscontrato per gli individui in possesso di laurea (43,3%). E’ più basso invece (30,9%) il tasso di disoccupazione per gli altri intervistati, quelli in possesso del diploma di scuola media superiore, o di un diploma di formazione professionale o che hanno frequentato alcuni anni di università. È interessante inoltre vedere come si dispongono gli intervistati con riferimento alla condizione professionale e a quella abitativa (tabella 13). Non sembra che la condizione professionale sia determinante per la condizione abitativa: ancora una volta prevale la convivenza con i genitori, che riguarda l'83% degli studenti, il 71% dei disoccupati e di quelli in cerca di prima occupazione, i due terzi dei lavoratori occasionali, la metà dei lavoratori dipendenti e di quelli autonomi. La percentuale di coloro i quali vivono da soli o con un partner è decisamente più elevata fra i lavoratori dipendenti (rispettivamente 22% e 19%).

tabella 13

Vale la pena infine osservare la distribuzione degli intervistati per classi di età e condizione professionale, riportata nella tabella 14.

tabella 14

Quasi l'85% di quanti hanno dichiarato di avere meno di 20 anni è studente. Questa percentuale, com'è lecito attendersi, scende rapidamente con l'avanzare dell'età, mentre aumenta di pari passo la presenza di studenti lavoratori: fra i 20 e i 22 anni il 70% degli intervistati si dichiara studente, e di questi il 21% sono studenti lavoratori; fra i 23 e i 25 anni le due percentuali sono rispettivamente del 62% e del 32%; fra i 26 e i 28 anni, età in cui gli studenti costituiscono il 41% degli intervistati, poco meno di uno studente su due si dichiara studente-lavoratore. Infine, i tassi di disoccupazione osservano un andamento decrescente con l’età (tabella 15 ): fino a 25 i tassi sono di poco inferiori al 50%, scende al 35,4% per la classe 26-28 anni per arrivare al 21,3% nell’ultima classe di età. Includendo gli occupati occasionali fra i disoccupati, tale tassi crescono ovviamente fra i 5 e i 10 punti percentuali.

Tabella 15


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