La privatizzazione della guerra

di Tactical Media Crew - http://www.tmcrew.org


Dopo essere finite sotto gli occhi degli osservatori dei media indipendenti o di quelli più attenti delle riviste specializzate in sicurezza e guerra durante il conflitto in Sierra Leone o per il loro utilizzo nei Balcani; negli ultimi tempi la questione dei mercenari e della privatizzazione delle forze combattenti ha trovato spazio anche nelle pagine interne dei media principali.
Soprattutto dopo che 4 mercenari americani, il 31 marzo 2004, sono stati uccisi in un attacco a Falluja in Iraq e che la folla si è accanita sui cadaveri.

In tutto questo però i telegiornali italiani hanno descritto l'evento come se fosse successo che quattro impiegati civili americani fossero stati uccisi... più o meno come fossero personale di qualche compagnia petrolifera o di qualcuno della cooperazione internazionale e quindi non si capiva perchè questi arabi (che ci descrivono sempre più mostruosi) si fossero così accaniti o perchè li avessero uccisi.


Un mercenario della Blackwater, una compagnia alla quale è stata appaltata addirittura la sicurezza del proconsole dell’Autorità Provvisoria della Coalizione (Coalition Provisional Authority, CPA) in Iraq, Paul Bremer III

Il motivo c'era, si trattava infatti di uomini della compagnia Blackwater, tutti ex-appartenenti ai reparti d'elite americani, che svolgono sul territorio occupato dalle forze USA in Iraq compiti che vanno dalla logistica, alla protezione e difesa di obiettivi fino a veri e propri combattimenti essendo dispiegate anche in zona d'operazione oltre a indicibili operazioni coperte.

Il boom di queste Compagnie Militari Private (PMC) è un fenomeno piuttosto recente che deriva dalla smobilitazione e privatizzazione di parte dei servizi di logistica da parte del Pentagono al termine della Guerra Fredda.
Se infatti sulla linea di combattimento delle armate USA troviamo ancora i soldati dell'esercito, nelle immediate retrovie, cucine, campi, bagni, lavanderia, infrastrutture, tende, logistica e tutto quello che potete immaginare possa portarsi appresso un esercito, ci sono delle ditte private che si occupano di queste incombenze.
Ovviamente quando parliamo di ditta privata dobbiamo pensare ai grandi numeri delle operazioni militari USA nel mondo dall'Iraq, all'Afganistan ai Balcani etc. e quindi queste ditte private sono delle gigantesche corporations che seguono l'esercito imperiale americano.
Multinazionali piuttosto note come Halliburton, DynCorp, Vinnel etc., che ricevono commesse per centinaia di milioni di dollari dal Dipartimento della Difesa Americano.
Un po' tutti sanno che Halliburton Industries era la compagnia dove era CEO (amministratore delegato) Dick Cheney fino a che non si è candidato a fare il vice-presidente nella campagna per la Casa Bianca con George W. Bush del 2000.

Se la privatizzazione della logistica rimane un fatto inquietante, abbiamo infatti questo particolare "personale civile" nelle immediate retrovie del fronte, ancor più inquietante è il fatto che le forze combattenti non facciano parte di eserciti nazionali o di guerriglie o milizie locali, ma siano PMC e che queste PMC siano assoldate non, come avvenuto da sempre, da dittatori locali, ma dalle "democrazie occidentali" ed affiancate ai loro eserciti sul campo per compiti, che a volte, non sono per niente chiari.
Comunque sia dai resoconti dei giornalisti che dei militari presenti in Iraq queste forze paramilitari private viene riferito che si comportano con arroganza e violenza verso le popolazioni locali con la forza delle loro armi e dei loro truci addestramenti da truppe speciali.

Najaf - IRAQ - Mercenari e marines fronteggiano l'insurrezione
Najaf - IRAQ - Mercenari e un marine fronteggiano l'insurrezione

Per rispondere all'imbarazzante utilizzo di eserciti privati alcuni stati come Sud Africa e Gran Bretagna dove il fenomeno dei mercenari è più diffuso hanno dovuto pensare delle regole.

Il Sud Africa ha ultimamente fatto una legge che vieta ai suoi cittadini di combattere all'estero - ciò è dovuto alla storia recente del Sud Africa ed al surplus di forze d'elite del vecchio esercito del Sud Africa razzista dell'apartheid che combatteva in tutta l'Africa meridionale contro i guerriglieri dell'African National Congress ed in tutti i conflitti africani a partire da Angola e Mozambico. Tutta questa "esperienza" di morte, sangue e terrore si è trovata libera sul mercato ed ha trovato subito collocazione nei molteplici teatri di guerra oggi aperti.

L'esperienza avuta con la disciolta Executive Outcomes (EO), una PMC sudafricana, in Sierra Leone dovrebbe far riflettere, intervenuta pagata dal governo per addestrare l'esercito e guidare la controffensiva ai ribelli dopo quattro anni di guerra civile, EO riuscì in breve tempo a guidare l'esercito a riconquistare il territorio in mano ai ribelli (soprattutto le ricchissime miniere di Kono di cui si dice EO abbia ottenuto partecipazioni nei diritti di sfruttamento) fino a creare un clima di relativa stabilità e tenere elezioni, poi EO lascia il paese, pochi mesi dopo il governo viene rovesciato e ricomincia la guerra civile.
Morale la forza della EO non ha radicato nulla nel tessuto sociale e tutto è tornato come prima.

Anche negli USA i senatori democratici sono preoccupati del fatto che in Iraq oggi ci sono migliaia di elementi di personale di corpi d'elite che rispondono solo a chi li paga infischiandone del fatto di seminare odio tra i locali e che hanno "regole d'ingaggio" differenti da quelli delle truppe "ufficiali". Per non parlare del danno economico di formare queste truppe speciali nell'esercito e poi vederli migrare nelle compagnie militari private, spesso dirette da ex-generali e legati a doppio filo col Dipartimento della Difesa, troppo da non pensare che non vengano utilizzate per covert actions imbarazzanti. Per avere un idea di questo travaso di uomini basta citare i numeri della MPRI una della PMC americane più grandi: 6.200 ufficiali di cui 340 generali, 200 sergenti maggiori ecc.

Attualmente in Iraq ci sono circa 20.000 persone coinvolte nella sicurezza privata militare (mercenari), tra iracheni e stranieri, e quando il 30 giugno ci dovrebbe essere il formale passaggio dei poteri dagli USA alle autorità irachene questo numero dovrebbe aggirarsi attorno alle 30.000 unità.
Trentamila soldati privati che si muovono al di fuori del diritto internazionale e fuori anch'essi dalla convenzione di Ginevra - non vengono infatti trattati come POW (prigionieri di guerra).
Un esercito preparato, rapido, efficiente, senza scrupoli ne etica, fuori da ogni codice... il sogno di ogni governo forte.


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