brani tratti da PFALL
La guerra in outsourcing
Le uccisioni di Falluja hanno portato alla ribalta un aspetto della guerra irachena di cui finora si è parlato molto poco. I notiziari hanno insistito molto sul fatto che si trattava di «civili» americani. Tecnicamente sì, erano civili: nel senso che non appartenevano alle forze armate del governo. Ma in realtà erano soldati. Soldati di ventura. Mercenari.
Siccome usare certe parole fa brutto, le compagnie che assumono ex militari, come la Blackwater di cui erano dipendenti i quattro di Falluja, non si fanno chiamare eserciti privati che sarebbe la descrizione esatta della loro attività ma security contractors, come le agenzie di metronotte e i vigilantes delle banche.
Ma sono mercenari, soldati che lasciano lesercito ufficiale e si arruolano negli eserciti privati per amore dei soldi e delladrenalina. Perché, come tutti i mercenari, sono pagati molto bene, stanno al Palestine o allo Sheraton e sono impiegati per i compiti più pericolosi. Oltre che per le operazioni più difficili da raccontare di fronte a una Commissione parlamentare, dovesse mai saltarne fuori una.
Non sorprendentemente, in Iraq la Blackwater e unaltra ventina di eserciti privati concorrenti stanno facendo affari come nessun altro. Forze armate e altre agenzie governative non amano affatto i loro dipendenti, anche per certi atteggiamenti non proprio charming:
«Quei tipi della Blackwater,» dice un ufficiale dellintelligence in Iraq, «se ne vanno in giro sfoggiando i loro Oakley e puntando le armi dai finestrini delle auto. Hanno puntato le armi contro di me, e la cosa mi ha fatto incazzare. Figuratevi cosa ne può pensare uno di Falluja.»
riferimento ad un articolo di Time: When Private Armies Take to the Front Lines
Una lettera
dall'Iraq
Questa è la lettera che un ex militare, uno che ha combattuto nella prima
guerra del Golfo e ora è in Iraq a lavorare alla ricostruzione ha mandato
a sua moglie il giorno dopo le uccisioni di Falluja. Leggetela con attenzione,
parola per parola. Vi fa capire quello che sta davvero capitando in Iraq fuori
dalla «zona verde.» Altro che i bollettini alla camomilla diffusi
dagli inviati che si spostano solo fra un piano e laltro del Palestine.
Conosco la
notizia. Bisogna che Colin Powell riprenda il comando. La disciplina delle truppe
sta degenerando e riporta alla memoria le vecchie immagini del Vietnam. Invece
di militari professionali qui abbiamo un branco di cowboys e vigilantes che
scorrazzano senza freni per le strade. The ugly American («lamericano
cattivo», ndr) non è mai stato così prominente. Bisogna
che qualcuno al comando cali la mazza su questa mancanza di disciplina, specialmente
quella mostrata dalle forze speciali, dalle guardie private e dalle «altre
agenzie governative.» Abbiamo vinto la guerra ma questo non vuol dire
che possiamo trattare la gente di questo paese con disprezzo e brutalità
senza pensare alle conseguenze. Quelle guardie private, proprio come le ultime
che sono state uccise, erano fuori a scorrazzare liberi senza scorta militare.
Armati o meno, questa è una violazione dei protocolli e un grave rischio.
Sono addolorato per le famiglie di quelle persone, ma vorrei vedere la persona
che ha deciso che potevano andarsene in giro là fuori senza scorta militare
trascinata davanti a un tribunale, a meno che quella persona non fosse nel convoglio,
nel qual caso almeno non provocherà più la morte di nessuno. Sono
furioso per come stiamo trattando la gente qui. So che non sono tutti i militari,
in effetti si tratta di una piccola parte circoscritta che crede in qualche
modo di essere al di sopra della legge, non solo della legge di questa terra
ma anche della legge militare e delle leggi che ci sono care nel nostro paese.
Se qualcuno provasse a trattare i nostri compatrioti americani come questa gente
sta trattando gli iracheni, le corti lo sbatterebbero di sicuro in galera. Mi
verrebbe da esprimere lultima frase in maniera più forte, ma alla
luce degli eventi recenti sarebbe una crudeltà. Qui cè bisogno
di disciplina e non sono sicuro che lattuale amministrazione abbia la
volontà di fare quello che occorre per fermare tutto questo. Per ripristinare
la disciplina credo davvero che Donald Rumsfeld dovrebbe ammettere che forse
le regole di guerra di Powell in effetti erano valide.
Sentiti pure autorizzata a mandare queste considerazioni a tutti i senatori,
parlamentare, governatori, presidente o ministri della Difesa che vuoi.
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