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Non ci potete rinchiudere tutte/i!
Rivolte, cariche e repressione a Torino

Solidarietà alle lotte degli immigrati. Solidarietà al compagno arrestato.

Questa mattina i detenuti del centro di permanenza temporanea (cpt) di corso Brunelleschi sono insorti dando inizio allo sciopero della fame come forma di protesta contro le pessime condizioni in cui sono costretti a vivere e contro l’istituzione stessa dei centri di detenzione, vere e proprie prigioni per immigrati. Alcuni detenuti questa mattina hanno ingoiato del vetro per andare in infermeria ed evitare di essere espulsi. Le realtà antagoniste torinesi si sono date appuntamento davanti al cpt per portare solidarietà ai detenuti e estendere la loro lotta al di fuori di quei muri che li isolano e li rinchiudono.

Intorno alle 18 il presidio ha inizio davanti all’entrata del cpt. Subito partono slogan contro il carcere e in solidarietà agli immigrati, vengono battute pietre contro i lampioni per farsi sentire all’interno del centro. La risposta dei detenuti non si fa attendere, gli immigrati intonano cori e battono sulle sbarre. I manifestanti per rendersi più visibili all’interno riescono a salire sulle mura del cpt per appendere uno striscione con scritto: “Solidarietà agli immigrati, complicità con chi lotta”. Nel frattempo una camionetta della celere entra nel centro per sedare la rivolta degli immigrati. Mentre alcuni compagni fanno un buco nel muro esterno del cpt la celere in assetto antisommossa si avvicina ai manifestanti caricandoli. I compagni e le compagne non si sono però intimoriti di fronte all’attacco delle forze dell’ordine e hanno reagito alla carica rimanendo compatti e rispondendo all’aggressione con un fitto lancio di pietre sulla polizia. Seguono momenti di tensione al termine dei quali i manifestanti, sempre uniti e determinati, decidono di partire in corteo per rendere partecipe la cittadinanza di quanto avviene quotidianamente nei centri di detenzione per immigrati.

Durante il corteo non si è smesso di ricordare i due senegalesi assassinati dalla polizia la scorsa settimana, ribadendo sempre di più la rabbia per queste uccisioni che già sabato scorso aveva portato centinaia di immigrati in piazza al fianco delle realtà torinesi. Si è anche ricordato, nonostante l’appoggio alle lotte dei ferrotranvieri, che il clima xenofobo e razzista si è inasprito ulteriormente da quando ai controllori della gtt (gruppo trasporti torino) è stata data la possibilità, in accordo con la questura, di fermare gli immigrati senza documenti e consegnarli direttamente alle forze dell’ordine le quali si incaricano di trasportarli nei cpt da cui verranno poi espulsi.

La digos aspetta la fine del corteo e l’allontanarsi dei manifestanti per accanirsi su un compagno che tornava a casa. Dopo averlo fermato e identificato i digos lo portano in questura. Per alcune ore non si riesce a sapere nulla, di poco fa la notizia che il compagno è stato arrestato con le accuse di violenza aggravata e lesioni e che verrà trasferito stasera nel carcere delle Vallette dove dovrebbe rimanere fino a lunedi. A lui va naturalmente tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno attivo. Dovrebbero inoltre partire altre 19 denuncie ai danni dei manifestanti. Per sabato pomeriggio è indetto un presidio davanti alle Vallette a sostegno del compagno arrestato.

LE LOTTE NON SI PROCESSANO, FUORI I COMPAGNI DALLE GALERE, SUBITO!

SOLIDARIETA’ ALLE LOTTE DEGLI IMMIGRATI! CHIUDERE I CPT ADESSO!

Network Antagonista Torinese
C.s.o.a. Askatasuna
C.s.a. Murazzi
Collettivo Universitario Autonomo

Per aggiornamenti ascolta Radio BlackOut 105.250 fm o http://www.ecn.org/blackout


Comunicato dopo presidio sotto il lager per migranti di corso Brunelleschi a Torino

Corso Brunelleschi deve essere chiuso immediatamente. Con un presidio sotto le mura del lager per migranti le realtà dell'antagonismo e dell'auto-organizzazione hanno ancora una volta lanciato un segnale chiaro a quanti governano questa città con la mano ferma della legalità e dell'ordine pubblico, reprimendo e incarcerando ogni anno migliaia di uomini e donne migranti “colpevoli” di non avere un documento e spogliati di ogni dignità.

Da sempre Torino è laboratorio di repressione delle istanze migranti: quartieri militarizzati, retate ed un CPT, quello di corso Brunelleschi appunto, tra i più efficienti d'Italia per numero di espulsioni e rapidit nei rimpatri. Politiche repressive chiare e preordinate a cui si aggiungono episodi gravissimi come l'uccisione a sangue freddo da parte della Polizia di un giovane senegalese e l'annegamento nel Po di un giovane nord africano inseguito e braccato dalle forze dell'ordine: episodi ai quali abbiamo dovuto assistere altre volte in passato, che sempre aumentano la nostra rabbia anche per il clima di impunità e tacita condivisione che molti sembrano voler creare.

Il presidio di oggi voleva rispondere a tutto questo, e voleva anche essere una risposta tangibile alla rivolta scoppiata la scorsa notte in corso Brunelleschi, una rivolta contro le inumane condizioni di vita cui i migranti sono sottoposti, una risposta da fuori ai tanti che rinchiusi dentro le mura hanno alzato la testa, rivendicando la propria dignità.

Voleva essere ed è stato tutto questo. In molti discuteranno se fosse o meno legittimo bucare il muro di corso Brunelleschi, se fosse o meno legittimo difendere il presidio dall'aggressione dei solerti tutori dell'ordine. Per noi i CPT sono lager di stato che vanno chiusi immediatamente: legittimo è solidarizzare con chi lotta dentro quelle mura, legittimo è abbattere quelle mura e difenderci da chi vuole impedircelo.

Corso Brunelleschi ha visto decine di iniziative -presidi, azioni, manifestazioni di massa- eppure continua ad esercitare a pieno regime la sua funzione repressiva: questo è oggi l'unico problema che ci poniamo. E lo poniamo anche a chi oggi non era davanti al CPT: contro i lager, contro le deportazioni, gli omicidi nelle strade, la criminalizzazione delle istanze sociali, rivendichiamo un diritto collettivo di resistenza; chi si illude ancora su possibili mediazioni sceglie automaticamente da quale parte stare.

Ancora la rabbia è l'unico sentimento che sentiamo di poter esprimere per l'arresto di un compagno al termine di una giornata di lotta che chiedeva libertà per tutte e tutti: a lui va la nostra totale solidarietà.

SOLIDIERTA' CON IL COMPAGNO ARRESTATO e CON TUTT* I/LE RINCHIUS* NEL CPT!

CHIUDERE CORSO BRUNELLESCHI, CHIUDERE TUTTI I CPT!

CON TUTTI I MIGRANTI IN LOTTA PER LA DIGNITA'!

csoa Gabrio ­ L.S.O.



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