<
NEWS >
Appello
alla manifestazione del 28.12 a Trapani
"Per noi non vi
sono stranieri. Noi vogliamo che tutti gli
uomini, qualunque sia il loro luogo di nascita,
qualunque sia il ceppo etnico da cui derivano,
qualunque la lingua che parlano, si considerino
come fratelli, e si aggruppino liberamente
e cooperino insieme per il maggior benessere,
la maggiore libertà, la maggiore
civiltà di tutti (...). Se di stranieri
vuol parlarsi, allora per noi lo straniero
non è colui che è nato al
di là di una frontiera e parla una
lingua diversa, o ha la pelle di diverso
colore; lo straniero, il nemico, è
l'oppressore, è lo sfruttatore, è
chiunque, in qualunque paese, sottomette
a sé un altr'uomo".
(Errico Malatesta)
DISTRUGGERE
LA FORTEZZA EUROPA
COSTRUIRE LIBERTA' E GIUSTIZIA SOCIALE
Il
quinto anniversario della strage del "Serraino
Vulpitta" di Trapani cade in un momento
in cui la repressione dello Stato nei confronti
degli immigrati ha assunto contorni sempre
più barbari.
L'internamento
nei Centri di Permanenza Temporanea (CPT)
- i lager del nuovo millennio - non è
più la sola terribile opzione di
fronte alla quale un immigrato può
trovarsi.
Adesso la strategia repressiva passa attraverso
le deportazioni di massa. Così come
accaduto a Lampedusa quest'estate e ancora
più recentemente, il governo italiano
ha disposto l'espulsione forzata verso la
Libia di centinaia di persone stivate in
aerei militari.
E
così, mentre Berlusconi stringe la
mano al colonnello Gheddafi e Ciampi auspica
l'apertura dei mercati di armi verso la
Cina, vengono stipulati gli affari d'oro
della Fortezza Europa la cui costituzione
è stata firmata col sangue di milioni
di immigrati sfruttati, umiliati, respinti,
uccisi.
Il
bisogno di libertà è più
forte di ogni repressione: negli ultimi
mesi le fughe dai Centri di detenzione si
sono moltiplicate, da Trapani, da Crotone,
da Lecce, da Ragusa a dimostrazione del
fatto che tutti i CPT sono posti intollerabili
che devono essere smantellati e chiusi.
Le
esperienze di autorganizzazione e autogestione
delle lotte messe in moto dalle/dagli immigrati/e
in tutta Italia dimostrano chiaramente come
l'azione diretta sia lo strumento più
radicale e dunque più incisivo per
conquistare quei diritti universali che
gli Stati e il Capitale continuano a calpestare
ogni giorno.
Torniamo a Trapani per non dimenticare la
strage di Stato del 28 dicembre 1999.
Torniamo a Trapani perché non archiviamo
l'assoluzione in primo grado dell'ex prefetto
Cerenzìa e perché rimane la
nostra condanna politica e morale a questo
sistema assassino.
Lottiamo
al fianco dei migranti e rivendichiamo con
loro il diritto alla libertà di circolazione,
di costruire e progettare la vita a prescindere
dal luogo in cui si è nati, di fuggire
dalla precarietà economica e sociale,
dalle guerre, dai contesti di miseria e
arretratezza.
Da
Trapani rilanciamo la lotta antirazzista
per distruggere la Fortezza Europa.
Nessuno
è clandestino.
Federazione
Anarchica Siciliana
Federazione dei Comunisti Anarchici - sezione
di Palermo
Da:
FdCA Palermo fdcapalermo@fdca.it
|