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Sgombero dei migranti in lotta in Catalogna
E' tempo di combattere per i Permessi!

[ tradotto da http://www.noborder.org/item_fresh.php?id=297 ]

lo sgombero della cattedrale

Sabato 5 giugno, più di 2000 "Sin Papeles" hanno occupato la cattedrale di Barcellona e la chiesa di Santa Maria del Pie, a seguito di un'assemblea di 5000, persone e dopo un'assemblea pubblica tenutasi la scorsa settimana.

La polizia ha sgomberato violentemente la cattedrale nelle prime ore della mattina, e la chiesa il giorno successivo. Un numero imprecisato di persone è in stato di detenzione, e verranno sicuramente deportate. L'assemblea per la messa in regola senza condizioni ha convocato una "Notte di Riflessione" per l´11 giugno.

Gli/le immigrat* non hanno avuto il sostegno della chiesa, ma molte organizzazioni della società civile hanno espresso la loro solidarietà. Molte manifestazioni si sono susseguite nei giorni successivi a Barcellona, Madrid, Murcia, Huelva, Siviglia, Palma di Mallorca, Almeria e Valencia.

la polizia nella chiesaMentre il “Foro culturale di Barcellona 2004“ (sponsorizzato dalle multinazionali) ha luogo per celebrare la cultura, la pace, e la sostenibilità, rimane ovvio che alcun@ non sono i/le benvenut@. Infatti molti/e migranti che vivevano “illegalmente“ in edifici abbandonati che avevano occupato nei quartieri Poble nou e di San Andreu, sono stati sgomberati brutalmente e gli edifici demoliti per far posto ai progetti di sviluppo edilizio legati al foro culturale.

I Sin Papeles ed i loro sostenitori/trici fanno appello per un immediato ed incondizionato riconoscimento ed accettazione della responsabilità da parte delle autorità riguardo questa situazione instabile (guarda il manifesto che segue). Senza documenti regolari ­ permesso di soggiorno e di lavoro ­ nessuno può portare avanti transazioni bancarie, o firmare contratti di lavoro, o viaggiare fuori dai confini statali, non possono prelevare i loro soldi dalle banche, o semplicemente muoversi liberamente.

MANIFESTO PER LA REGOLARIZZAZIONE INCONDIZIONATA DEi/LLE MIGRANTI

In Spagna più del 50% dei/lle migranti non hanno documenti legali. Noi siamo la punta visibile di un iceberg che simbolizza la precarietà della vita che affligge egualmente tutti/e.

l'assemblea nella chiesaPer combattere contro questa situazione, siamo scesi/e nelle strade, abbiamo risconosciuto i/le nostr* simili, abbiamo costruito una piattaforma di lotta, abbiamo ascoltato, durante l'assemblea popolare, i racconti delle lotte delle altre persone, abbiamo chiesto un dialogo diretto con l'amministrazione, abbiamo fatto casino prima delle elezioni, abbiamo ricevuto da Zapatero promesse che ci riguardavano direttamente, abbiamo tenuto un incontro con la rinnovata Generalitat di Catalogna... Ora la Generalitat ci tratta ancora come “un problema“, e si rimangia, insieme al governo centrale, la campagna di promesse e di annunci mediatici. Abbiamo bussato a tutte le porte. (Faced with silence and denial of our fundamental rights, for citizenship is achieved through the very exercising of itself...)

SE NECESSARIO, CI BARRICHEREMO!

L'Assemblea per la Regolarizzazione senza condizioni raccoglie insieme differenti comunità, organizzazioni e cittadin* migranti . Il suo scopo è di combattere per un pieno accesso a tutti i diritti (civili, finanziari, sociali e politici) e doveri per i/le migranti in Spagna.

Noi chiediamo:

  1. la regolarizzazione per tutte le persone che vivono in Spagna;
  2. che nessun@ venga privat@ dei propri diritti a causa dell'inefficienza dell'Amministrazione;
  3. la cancellazione degli ordini di deportazione non ancora intrapresi e la la fine di tutte le deportazioni;
  4. l'immediata fine degli attacchi polizieschi;
  5. la chiusura di tuttti i centri di permanenza temporanea;
  6. l'abrogazione della legge sull´immigrazione;
  7. un cambiamento delle politiche sulla migrazione.

1) La messa in regola di tutte le persone che vivono in Spagna. In Spagna ci sono circa un milione di migranti illegali, non protetti/e in alcun modo, privi di diritti e in un'apartheid legale. E' una situazione umanamente intollerabile ed inaccettabile per un cosiddetto stato democratico. Il nuovo governo del PSOE sta discutendo di una apparente e confusa regolarizzazione individuale che riguarderebbe i/le migranti con opportunità di lavoro, ed ha scartato qualsiasi progetto di regolarizzazione straordinaria. La maggior parte die/lle migranti non ha lavoro. Donne e bambini sono vittime di una doppia ineguaglianza. In conclusione, il progetto di regolarizzazione di quelli/e con opportunità di lavoro non risolve nulla; quello di cui c'è bisogno, è una regolarizzazione generale senza condizioni. Bambini, donne, disabili vengono sfruttati dalle mafie nelle profondità dell'economia parallela.

2) Porre una fine alla improvvisa irregolarità: le persone con i "documenti" che, in seguito a degli sbagli dell'Amministrazione, sono diventati/e senza documenti o illegali. Il ritardo nel rilascio dei documenti, le barriere burocratiche e le eccessive spese legate al rilascio dei documenti, finiscono nella mancanza di documenti di identità, in condizioni di vita traumatiche, nella soffereza e nella paura. Il ministero per l'immigrazione ha più di 43,000 e-mail a cui non ha risposto, e 53,000 richieste per il rinnovo del permesso di residenza che aspettano di essere esaminate. Moltissime persone hanno perso occasioni di lavoro, non hanno potuto viaggiare all'estero, o hanno avuto problemi con la polizia. Più di 20,000 persone hanno già perso il loro permesso di lavoro e di residenza, o sono su questa soglia, secondo il sottosegretario del consiglio di Barcellona. Questo numero continua a crescere di giorno in giorno, dato che ci sono sempre più richieste che arrivano a cui deve essere data risposta.

3) La cancellazione degli ordini di deportazione che ancora non sono stati applicati e la fine di tutte le deportazioni. Il ministro dell'interno apre procedure di deportazione verso le persone che vengono fermate arbitrariamente per strada. Queste persone non saranno mai in grado di essere messe in regola. Questa riduce a "homeless" migliaia di persone, senza una chance di avere un lavoro, di affittare un casa etc.....

4) La fine degli attacchi polizieschi. Il controllo costante, gli attacchi e la detenzione portate avanti dalla polizia, provoca una paura giornaliera, ed un senso di persecuzione continua. Inoltre, l'immagine della migrazione viene ritratta come legata al terrorismo ed alla criminalità.

5) La chiusura di tutti i centri di detenzione temporanea. I/le migranti con un ordine di deportazione, che non è un crimine, ma piuttosto un errore amministrativo, vengono tenuti in condizioni allucinanti. Molti di questi centri si trovano in edifici che originariamente erano carceri, ma che adesso svolgono un'altra funzione legale. La rappresentante speciale dell'UN, ha recentemente reso noto che questi centri sono troppo pieni e che una volta all'interno, gli/le immigrat* non usufruiscono di alcuna protezione giudiziaria o consolare, ne' hanno alcuna appropriata difesa legale, ne' interpreti, ne' le informazioni riguardo le necessarie procedure per la regolarizzazione della loro situazione.

la polizia nella chiesa6) L´abrogazione della legge sull´immigrazione. Questa legge istiutuzionalizza l'ineguaglianza e stabilisce un sistema di caste all'interno di una seria apartheid legale, che vede i/le cittadin@ degli stati membri dell'EU usufruire di pieni diritti; e i/le "senza documenti" e gli/le illegali, privi di alcun diritto e legalmente inesistenti. La legge sull'immigrazione considera gli/stranier@ alla stregua delle merci: il loro "benvenuto" viene subordinato solamente ai criteri produttivi. Ciò suppone l'infrazione dei principi fondamentali dei diritti umani e costituzionali. Le distinzioni vengono fatte in base alla razza, all'origine ed alle condizioni sociali. Non sorprende che più di un centinaio di gruppi, inclusi alcuni partiti politici, abbiano richiesto al difensore pubblico dei diritti delle genti, di portare avanti una inchiesta per incostituzionalità. Anche il parlamento basco ha fatto così. L'ultima riforma, contrattata tra il PP ed il PSOE, è il riflesso di come i poteri politici percepiscano il fenomeno della migrazione ed il fatto che quasi un milione di persone vengano considerate “illegali“.

7) Un nuovo modello delle politiche sulla migrazione. Noi denunciamo il modello delle politiche sulla migrazione attualmente sviluppate, ristrette ad una legge ed alla sua applicazione nella maniera più rigida, non facendo attenzione minimamente a tutti i restanti aspetti: stato sociale, condizioni di lavoro, integrazione e scambio interculturale. Chiediamo che ogni individuo abbia pienamente garantiti i suoi diritti (civili, politici,e sociali) e condizioni di doveri uguali a quelle dei cittadini del paese di accoglienza, incluso il diritto di voto. Chiediamo che il diritto alla migrazione sia riconosciuto, e che rivendicarlo in Spagna cessi di essere un trauma e un attentato alla dignità per le persone che lo chiedono. Chiediamo l'abolizione del trattato razzista di Schengen, libertà di movimento e residenza per tutti/e, il riconoscimento di cittadinanza universale ed il rispetto di un autentico diritto d'asilo in tutti i paesi.

Considerando l'attuale situazione, l'Assemblea ritiene legittima ogni opzione, compresa quella di barricarsi e occupare.


articolo di STATEWATCH tradotto da:
http://www.statewatch.org/news/2004/jun/06spain.htm

corteo di solidarietà

Un'azione di circa 1.500 lavoratori migranti senza documenti e partecipanti della società civile, che hanno inscenato una pacifIca occupazione nella Cattedrale di Barcellona la sera di sabato 5 giugno, dopo la manifestazione che chiedeva la regolarizzazione, è finita con un raid della polizia. Il raid è stato eseguito dalla Guardia Civile (polizia municipale di Barcellona) e dal reparto anti-sommossa della Policia Nacional nella prima mattinata, dopo aver cordonato l'edificio alle 4 di mattina e aver invitato gli occupanti ad andarsene.

Sebbene i dimostranti avessero affermato che avrebbero lasciato la chiesa verso le nove, e il parroco avesse autorizzato la loro azione, la polizia è entrata nella cattedrale per sgomberare i partecipanti con la forza dopo una lunga notte di negoziati e minacce da parte di ufficiali di alto grado del Generalitat (consiglio di città di Barcellona), secondo l'affermazione rilasciata alla stampa, in seguito allo sgombero, da parte dell'Asamblea por la Regularización sin Condiciones (ARC, Assemblea per la Regolarizzazione Incodizionata).

Rappresentanti del governo spagnolo e di quello regionale catalan, così come i sindacati UGT e CCOO, hanno provato a convincere i dimostranti a lasciare la chiesa. Gli ufficiali hanno minacciato di arrestare e processare i manifestanti se non avessero lasciato la chiesa.

La protesta mirava a stabilire un dialogo con il governo nazionale riguardo a sette rivendicazioni che i partecipanti ritengono "urgenti" e "prioritarie": queste includono la regolarizziozione senza condizioni dei lavoratori migranti; che nessuno debba perdere i propri diritti come risultato dell'inefficienza della pubblica amministrazione, e la sospensione degli ordini di espulsione che non sono stati eseguiti, nonche la fine delle espulsioni; il termine delle vessazioni da parte dello polizia; la chiusura dei centri di detenzione; la deroga alla Ley de Extranjería (la legge spagnola sull'immigrazione); un sostanziale cambiamento nella politica spagnola per i migranti.

I manifestanti che sono usciti dalla cattedrale per supportare i migranti durante l'espulsione sono stati caricati e fatto oggetto del lancio di gas lacrimogeni da parte della polizia, che ha anche caricato e disperso una successiva manifestazione all'esterno di una seconda chiesa (Iglesia del Pi), dove si è tenuto un altra occupazione simultanea di circa 200 persone, che è terminata prima delle nove di domenica mattina senza interventi da parte della polizia.

Le dichiarazioni alla stampa dell'ARC riportano che alcune delle persone che hanno messo in scena l'occupazione sono rimaste ferite durante lo sgombero da parte della polizia e molti migranti sono stati portati al centro di detenzione La Verneda di Barcellona. Queste affermazioni sono state confermate da successivi articoli sul giornale di Barcellona "la Vanguardia", il quale indica che 25 partecipanti sono stati arrestati e che i procedimenti per l'espulsione sono in corso. Il portavoce dell'ARC Enrique Mosquera ha descritto l'aperura dei procedimenti per l'espulsione dei migranti come "atroce", affermando che la polizia aveva "assicurato che i migranti non sarebbero stati identificati, nè avrebbero avuto alcun problema relativo alla legge sull'immigrazione".

Joan Rangel, l'inviato del governo in Catalunya, ha detto che "coloro che chiedono le carte per tutti ingannano la gente. Né la Spagna , né alcun altro stato nell'UE approverebbe mai questa politica, affermando che i migranti sono "manipolati e utilizzati" da certe organizzazioni, e che "mentre la migrazione non dovrebbe mai essere una questione di ordine pubblico, alcune persone provocano questo tipo di situazione, e poi hanno la sfacciataggine di condannarla".

Zapatero, il primo ministro spagnolo, ha escluso la possibilita di "carte per tutti", o addirittura di un regolarizzazione straordinaria, argomentendo che il problema dell'immigrazione deve essere organizzato attraverso "immigrazione legale, mentre una regolarizzazione straordinaria potrebbe incoraggiare un aumento dell'immigrazione illegale nel futuro".

Articoli sul giornale "El Pais" indicano che ritardi nelle decisioni amministrative coinvolgono 374.749 migranti, spesso riguardano il rinnovo dei loro permessi di lavoro e di soggiorno, che stanno subendo ritardi fino nove mesi. La situazione è particolarmente evidente a Barcellona, dove le decisioni sulla situazione di 48.860 migranti (il 28 Aprile 2004) non sono state risolte. Questa situazione determina, per molti migranti che erano in una situazione regolare nel passato, una serie di difficoltà, come risultato della loro impossibilità di fornire documenti validi in vari campi, come l'apertura di conti bancari, l'ottenimento di servizi sanitari e sociali, i viaggi nei paesi di origine durante le vacanze.

Azioni simili da parte di migranti che inscenarono occupazioni in dieci chiese a Barcellona nel Gennaio del 2001, che durarono fino a 47 giorni, ebbero come risultato l'apertura da parte del Partido Popular di un processo straordinario di regolarizzazione, conclusosi con circa 14.000 migranti che ottennero il permesso di soggiorno nella provincia di Barcellona, sebbene la maggior parte delle richieste furono negate. Anche gli ecuadoregni si chiusero nelle chiese all'inizio del 2001, dopo che il governo del P.P. rispose alla morte di dodici migranti ecuadoregni "illegali" (deceduti in un furgone investito da un treno, mentre viaggiavano su una strada secondaria per evitare i controlli stradali della polizia) prommettendo un "crackdown" (fallimento? ndt) ai datori di lavoro che avessero impiegato migranti "illegali", rendendone cosi molti non impiegabili (vedi Statewatch vol. 11 no. 1).

Un'occupazione di due mesi, da parte di migranti che reclamavano la loro regolarizzazione, nell'università Pablo de Olavide di Siviglia (Andalusia), iniziato a Giugno del 2002, è terminata in un raid della polizia per sgomberare gli occupanti, molti dei quali furono successivamente espulsi (vedi Statewatch vol. 12 no. 5, e Statewatch news online, August 2002)

Fonti:
El País 5-8.6.2004; La Vanguardia, 8.6.2004; Press statement,
Asamblea por la Regularización Sin Condiciones, 6.6.2004; Statewatch vols.
11 no. 1 & vol. 12 no. 5; Statewatch news online, August 2002



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