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NEWS >
No
alla chiusura di Arcoveggio!
Quello
che segue sono le cronache, le news e i
comunicati che ci giungono dalla comunità
in lotta degli immigrati di Arcoveggio,
contro lo sgombero del Centro di Prima Accoglienza.
Per seguire il più in diretta possibile
gli aggiornamenti vi consigliamo di leggere
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DA
BARACCA A BARACCA? NON PASSA!
Secondo
il Comune di Bologna entro il 15 giugno
il Centro di Prima Accoglienza di via Arcoveggio
dovrà essere raso al suolo. Una cooperativa,
la CESI di Imola, dovrà costruire
sulle macerie del Cpa nuovi edifici (senza
barriere architettoniche!). Ad Arcoveggio
sono ospitati più di
cento immigrati. Da tredici anni le baracche
del cpa funzionano da prima accoglienza
per la comunità. Container di lamiera
arrugginita in piena periferia, questa la
prima accoglienza bolognese! Durante la
deportazione da baracca a baracca i migranti
perderanno i diritti minimi (come quello
alla residenza) che in 13 anni di lotte
erano riusciti a conquistare, vedranno quadruplicarsi
il prezzo dell affitto (più
di 200 euro), gli sarà negato il
diritto alla preghiera (al cpa ce
ora un edificio adibito a moschea) e allautogestione
delle strutture abitative (si parla di una
cooperativa di guardie giurate).
La
legge Bossi-Fini comincia a mettere radici:
ferocia razzista nelle condizioni della
deportazione, smembramento coatto e violento
di intere comunità, costruzione cosciente
di un regime di Apartheid. Un mio coetaneo
immigrato esiste solo per produrre, finito
l orario lavorativo per lo stato e
i padroni non esiste più, può
dormire nei cartoni, può finire al
Cpt o tra le mani di qualche sbirro, può
andare a riposare in stanzoni dove dormono
in massa. La dignità, il diritto
alla casa e alla libertà di movimento,
alla felicit sono negati con frontiere armate.
Le città sono piene di frontiere
ovunque, il potere non fa altro che produrle
e armarle, fabbricando attraverso luso
criminale dei media un odioso e complice
consenso sociale. Ma fino a quando?
Dalle
assemblee della comunità di via Arcoveggio
emerge con determinazione il desiderio di
resistere allapartheid, di impedire
che la deportazione, progettata dallassessore
Pannuti e soci, possa passare. Diverse iniziative
sono in cantiere e il percorso di lotta
è già iniziato. Sabato scorso
eravamo sotto la prefettura, striscioni
e slogan per ricordare alle istituzioni
locali chi sono i veri clandestini e denunciare
le politiche criminali a cui sono sottoposti
i ragazzi di via Arcoveggio. E solo
l inizio, la Bologna senza frontiere
esce dai ghetti e dalla periferie militarizzate,
torna ad invadere il centro città.
DA BARACCA A BARACCA? NON PASSA!
...
Mercoledì
6 luglio, si è svolto un primo
incontro tra l' assessore Pannuti e Collina
presso l'assessorato di viale Vicini 20,
era presente una delegazione degli immigrati
del Cpa di via Arcoveggio. Si è discusso
del trasferimento degli immigrati e della
chiusura definitiva del Cpa. [leggi
il comunicato]
...
lunedi'
23 giugno - Ancora una volta, al consiglio
comunale. Dopo l azione razzista di
mercoledi scorso, la nostra lotta
non ha fatto un passo in dientro, anzi
ieri abbiamo bloccato la seduta del consiglio
denunciando pubblicamente l attacco razzista
al cpa e ribadendo con forza e determinazione
i punti che volgiamo discutere con le istituzioni
rispetto alla questione del trasferimento-deportazione
agli altri cpa. La pazienza ha un limite
e ieri chi lo voleva capire l ha capito
sono due mesi ormai che continuiamo ad affermare
l urgenza dell apertura di un
tavolo di confronto!Di fronte agli assessori
abbiamo spiegato che la molotov lanciata
contro i migranti di Arcoveggio, contro
la nostra lotta, gode di un intollerabile
complicita istituzionale, non ci stupisce
infatti che un Centro di Prima Accoglienza
abbandonato nella miseria da 13 anni divenga
obiettivo materiale per azioni di questo
tipo, non ci stupisce che un ghetto abitato
da immigrati sia diventato il bersaglio
di una delle prime cannonate che Bossi vuole
lanciare contro gli immigrati
Come
tradizione anche questa volta gli assessori
direttamente responsabili della situazione
non si sono fatti trovare e dopo che una
delegazione ha riconsegnato il documento
dell assamblea permanente abbiamo
deciso di uscire dando di nuovo l
appuntamento, se continuera il silenzio
del comune, per lunedi prossimo alle
17 presso la piazza del nettuno per una
nuova iniziativa di lotta.
...
La
baracca della vergogna e la noborderzone
al consiglio comunale
Piazza
del Nettuno, lunedi', ore 17. Qualcuno
volantina, altri cercano un po' di ombra
e a gruppetti di compagni e immigrati si
discute delle ultime news su Arcoveggio,
ovvero sul silenzio e l' indifferenza che
comune e istituzioni locali continuano a
mantenere sulla situazione; a destra un
paio di camionette di sbirri, e poco piu'
giu due carabinieri chiedono i documenti
ai ragazzi seduti intorno alla fontana.
Saremo gia' un centinaio, quando inpiazza
arriva l' eco di pentole e padelle sbattute
a ritmo di samba, fischietti e slogan, arrivano
i migranti dello Scalo internazionale di
via Casarini... non facciamo neanche il
tempo a salutare il corteo (un centinaio
di persone tra immigrati e compagni), che
ci uniamo alla corsa e in qualche secondo
raggiungiamo il palazzo di Guazzaloca, entriamo
dentro e diamo il via ad una rumorosissima
e comunicativa NOBORDER ZONE nelle sale
del consiglio comunale: striscioni e cartelloni
appesi ovunque, grida e slogan, discorsi
in quattro lingue. Comincia l' assemblea
e si decide di mandare delle "numerose"
delegazioni dall'assessore Monaco. Le delegazioni
vengono ricevute e noi continuiamo con la
nostra noborder zone, sbeffeggiando decine
di vigili, lanciandoci in improbabili discorsi
e micro- azioni di disturbo. Dopo una buona
ora di delirio noborder escono le delegazioni,
gli immigrati prendono il megafono e raccontano
all' assemblea come e' andata: l' assessore
si e' riufiutato di ricevere i giornalisti,
mostrando ancora una volta la paura di rendere
pubbliche le sporche operazioni di deportazione
che sta organizzando. Gli immigrati di Arcoveggio
hanno preteso di aprire un tavolo delle
trattative sui modi della deportazione e
sulle condizioni di base che dovrebbero
regolare la vita nei nuovi Cpa, facendo
presente all' assessore che se le istituzioni
non saranno disponibili al dialogo dovranno
assumersi tutta la responsabilità
di ordinare e organizzare una deportazione
violenta, lo sgombero e lo smembramento
coatto di un' intera comunità. Naturalmente
queste le parole dell' assessore: "ah
si? ma io non lo sapevo, a si, vedremo,
chissà, forse, ma noi, potrebbe,
se no..." Ogni commento è superfluo!!!
Alla fine dell' assemblea si decide di tornare
in piazza, non appena entrati nel cortile
del comune alcuni immigrati armati di legno,
martelli e chiodi iniziano a costruire una
baracca e dopo averla avvolta con striscioni
e cartelloni la lasciamo all' ingresso del
comune. Guazzaloca questa baracca è
tutta tua!
...
Sabato,
ore 12, sotto la prefettura! Striscione
SENZA FRONTIERE, slogan contro la bossi-fini
e per la liberta' di movimento e installazione.
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