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Corteo
migranti a Bologna - Sabato
scorso Bologna era senza frontiere!
In
piazza Maggiore la Bologna bottegaia celebrava
le sue radici mediovali, una pagliacciata
mesta che se non fosse stato per il tanfo
dello sterco equino sparso per le vie del
centro sarebbe passata nella più
totale indifferenza. Sul palco d'onore a
godersi la pagliacciata, come secoli orsono,
il sindaco, il cardinale Biffi (quel razzista
antimmigrati che conosciamo) e il Magnifico
Rettore; intorno, la corte di giornalisti
e personaggi vari...
A qualche metro, sotto la fontana del Nettuno
dalle 15 l'altra Bologna, quella che parla
il franco-barese-marocchino-romano-rumeno,
la bologna immigrata e precaria, quella
senza frontiere cominciava a riempire la
piazza: striscioni per il diritto alla casa
e alla dignità, contro la brutalità
poliziesca e i cpt, padelle procacerolazo,
bandiere della palestina , e un sound sistem
che sparava hip-hop (comprendo le tristi
note di due pseudo-menestrelli che tentavano
di omaggiare con il mandolino la corte del
Guazza) rompevano al routine del sabato
pomeriggio.
Dopo poco si parte, attraversiamo la piazza,
schivando lo sterco, arriviamo sotto il
palco (la corte, i dignitari e il re, sono
già scappati!) e iniziamo a gridare
"SIAMO TUTTI CLANDESTINI". Il
corteo è iniziato, passiamo per le
vie del centro, la gente stacca per un attimo
gli occhi dalle vetrine, c'è chi
accenna un sorriso e chi fa smorfie di indignazione,
da tutti gli spezzoni del corteo che unisce
le varie comunità immigrate locali,
gruppi e individualità antirazziste,
non si vuole lasciar libere le orecchie
di nessuno: slogan, padelle e sound! Arriviamo
sotto la prefettura, un pischello immigrato
di 15 anni va dritto al microfono del sound
sistem e comincia a gridare "ASSASENI",
tutto il corteo risponde al coro, sembra
quasi che le finestre dell'edificio stiano
per crollare sotto l'eco dello slogan.
Lasciamo la prefettura presidiata dalla
polizia e torniamo nel centro, molti gli
interventi di denuncia sulla brutalità
poliziesca e il suo razzismo, contro i cpt,
e il comune primo referente locale del razzismo
fatto istituzione! Decidiamo di tornare
il piazza, il pischello di prima riaffera
il microfono e si lancia in nuovi slogan
contro bossi-fini non prima aver teorizzato
sulla necessità dell'unità
tra gli immigrati (è un tajo!). Dopo
poco il corteo senza frontiere (e bandiere
di partito) si scioglie... si torna nella
quotidianità, a spaccare, sfuggire,
contrastare le mille frontiere che tutti
i giorni il potere ci mette davanti. Alla
prossima!!!
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