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La
fuga in avanti ad alta tecnologia si rivela
un fallimento costoso. Tutto da rifare.
da:
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=4187&numero=999
[ZEUS
News - www.zeusnews.it - 14-06-2005]
Electric
news riferisce che gli USA stanno per abbandonare
il progetto del passaporto biometrico in
quanto la tecnologia è stata finalmente
riconosciuta inaffidabile. Potremo quindi
tenerci i nostri normali passaporti senza
incorrere in schedature da Minority Report
se vogliamo andare in vacanza in USA.
Secondo
il programma Visa Waiver, sarebbe diventato
più facile e veloce entrare negli
Stati Uniti per chi avesse avuto un passaporto
biometrico, contenente un chip con dati
sulle impronte digitali e i reticoli retinici
del titolare.
Concepito
come misura antiterrorismo e subito criticato
dagli esperti di settore, il passaporto
biometrico doveva entrare in vigore entro
ottobre 2004 per i 27 paesi (compresa l'Italia)
che partecipano al Visa Waiver, ma il Dipartimento
USA per la Sicurezza Nazionale ha poi disposto
un rinvio di dodici mesi.
In
sintesi, la biometria attualmente genera
troppi "falsi positivi": ossia
errori di riconoscimento, per cui rischia
di segnalare erroneamente che chi esibisce
il passaporto non è il vero titolare
quando in realtà lo è. Lo
confermano anche i test condotti su 10.000
volontari nel Regno Unito nel 2004, quando
si tentò inutilmente di introdurre
una carta d'identit high-tech: il tasso
di fallimento è inaccettabilmente
alto. Così alto da non offrire nessuna
delle garanzie promesse.
Così
gli USA ripiegano su un passaporto a "media
tecnologia": potranno infatti continuare
a partecipare al programma Visa Waiver i
titolari di passaporto recante una fotografia
digitale contenente appositi codici di autenticazione.
Niente chip o impronte, insomma.
E'
prevedibile quindi che il grande progetto
di biometrizzare i passaporti italiani finisca
quatto quatto nel dimenticatoio.
Va
chiarito, comunque, che anche la biometria
più affidabile del mondo non farebbe
nulla contro il terrorismo: un passaporto
biometrico si basa infatti su altri documenti
non biometrici, che possono essere falsificati
con le normali tecniche o essere autentici
ma provenienti da paesi inaffidabili.
Se
Osama bin Laden volesse un passaporto biometrico,
non avrebbe problemi a procurarselo, insomma,
e ci sarebbe anzi il rischio che i controllori
si fidino ciecamente della biometria e quindi
abbassino la guardia di fronte a chi esibisce
il superpassaporto.
Ancora
una volta, la predilezione per le soluzioni
magiche basate sulla supertecnologia deve
arrendersi di fronte alla realtà.
Paolo
Attivissimo - Olimpo Informatico
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