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INPOL
Tradotto da Indymedia
Germania
INPOL
è la spina dorsale di tutti i sistemi
informatici di polizia tedeschi degli uffici
di polizia giudiziaria, di protezione dei
confini federali, di dogana e delle polizie
locali. Con INPOL 270mila funzionari di
polizia hanno accesso a dati di identificazione
e ad altre raccolte dati di polizia riguardanti
la Germania. Dalla sua installazione avvenuta
il 16 agosto 2003 la polizia lavora con
questo sistema. Questa ristrutturazione
segna una svolta tecnica per l'unione informativa
INPOL al suo diciassettesimo anno di vita;
il nucleo centrale di questo rinnovamento
è l'introduzione di nuove tecnologie
per le banche dati, abbinati ad una moderna
struttura di client-server. La memorizzazione
di fotografie digitali, la possibilità
di collegamento di dati, e la visualizzazione
delle relazioni tra questi elementi offrono
nuovi strumenti per un efficiente lavoro
di polizia. I dati disponibili riguardano
dati segnaletici e anche i dati collegati
ai casi, quindi informazioni riguardanti
luoghi dei reati, date e tipi di crimine.
Tramite INPOL-new si può accedere
anche ad archivi dati esterni, per esempio
sal Sistema Informatico di Schengen o dall'ufficio
federale per il controllo del traffico (Kraftfahrtbundesamt)
di Flensburg. INTERPOL-new non è
un sistema chiuso; per di più è
solo al primo livello di una serie di ampliamenti
previsti. La nuova struttura del sistema
verr progettata in relazione al successivo
potenziamento delle possibilità di
utilizzo.
Dal
24 ottobre 2000 esiste una sezione di INPOL
chiamata LIMO, essa è un archivio
contenente dati su "soggetti politici
violenti di sinistra". In questo archivio
finiscono informazioni su "imputati",
"condannati", così come
persone detenute perché colte "in
flagranza di reato", e soggetti con
mandato di espulsione i cui dati anagrafici
vengono conservati, alla luce di questi
fatti. Sono state anche registrate persone
cui era stata trovata o sequestrata un'arma
o un "oggetto pericoloso". Inoltre
i dati personali vengono immagazzinati,
quando è giustificata l'ipotesi che
il reato commesso abbia un particolare significato.
In questo modo si fa a meno di un procedimento
penale, di informazioni alla persona interessata,
di ogni possibilità di riabilitazione
nel caso di errori, e tutto questo dalle
conseguenze ben note di Genova riguardo
agli espatri con lo scopo di andare a manifestare
all'estero. In quell' occasione le persone
accusate, alla richiesta di quali informazioni
fossero state immagazzinate sul proprio
conto, ricevettero indicazioni non pertinenti
o nulle a riguardo, e - cosa ancora più
grave - non ebbero alcuna possibilità
di riabilitazione, nel caso fossero stati
identificati e fotografati erroneamente
o arbitrariamente, o nel caso che il procedimento
penale che li riguardava fosse stato ritirato.
Collegati all'inserimento nell'"archivio
dei violenti" sono le limitazioni di
viaggio e le condizioni di denuncia da parte
della polizia, provvedimenti che rimandano
alle leggi anti hooligans varate in occasione
dei mondiali di calcio 1998 in Francia.
Durante la preparazione della protesta contro
il vertice EU a Goteborg molti tedeschi
(e anche parecchi giornalisti) sono stati
bloccati nel viaggio verso la Svezia, a
causa di ritrovamenti di loro appunti. Per
lo stesso motivo, in occasione delle proteste
contro il vertice dei G8 a Genova 81 persone
sono state fermate ed è stato impedito
loro dalle autorità di uscire dalla
Germania. 79 di queste persone erano state
preventivamente avvertite. Solo a Berlino
c'erano 50 segnalazioni di soggetti potenzialmente
pericolosi, i quali sono stati avvertiti
dalla polizia che in caso di reato commesso
all'estero avrebbero dovuto fare i conti
con un procedimento penale una volta tornati
nella repubblica federale. Per altri il
viaggio verso Genova finì già
al confine con la Svizzera, come per 5 attivisti,
ai quali le autorità svizzere negarono
l'ingresso, perché uno di loro aveva
partecipato anni prima ad un sit-in. E nonostante
il viaggio fosse stato sospeso, i dati dello
stesso ragazzo si trovarono nell'archivio
dati su Genova.
Anche
nel territorio nazionale le informazioni
contenute negli archivi INPOL hanno portato
a continue repressioni, come ad esempio
per le proteste contro i trasporti Castor.
Alla manifestazione contro la conferenza
di sicurezza a Monaco (febbraio 2003) si
arrivò ad una retata al centro di
convergenza dei manifestanti. Persone che
si trovavano lì in gruppo vennero
identificate, fotografate e registrate.
Circa 30 persone, tra cui un giornalista,
vennero prese in custodia preventiva senza
alcuna imputazione giudiziaria, ma solo
sulla base dei dati già registrati
sul loro conto. E' possibile reperire una
intervista video del portavoce della polizia
di Monaco a proposito di questa vicenda,
su http://kanalB.de/spezial-muenchen2003/20030208-ccl.ram;
su http://kanalB.de/spezial-muenchen2003/20030208-cc_3.ram
sono documentati alcuni dei provvedimenti
sulla "Verifica estesa dei dati anagrafici"
(IDF).
Fonti:
http://www.terz.org/texte/texte_07_01/italien.htm
http://www.schroedercoors.de/kessel/index2.htm?/kessel/daten/kessel_daten.htm
http://www.bmi.bund.de/top/dokumente/Pressemitteilung/ix_92885.htm
http://www.x1000malquer.de/pa66262.html
http://www.sopos.org/rightnow/presseartikel.php3
http://www.sopos.org/rightnow/010828-fr.php3
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