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ABOLISHING
BORDERS FROM BELOW! #11 - corriere
anarchico dallEuropa dellEst
Estratto
e traduzione di due articoli riguardo i
nobordercamp nell'Europa dell'Est durante
l'estate del 2003.
Da
"Abolishing the border from below"
n.11 Agosto 2003
Partiamo
dall'inizio...
ROMANIA
Un
paese di 22 milioni di abitanti con una
superficie di 230.000 km2. 10 milioni di
persone vivono fuori dalla Romania nel resto
del mondo (sebbene sembra che gli emigrati
siano più numerosi di quanto dicono
le informazioni ufficiali). Situata al Centro-Est
Europa, la Romania è stata uno dei
paesi dietro la cortina di ferro, nel 1989
ha fatto la sua "Rivoluzione"
e il cambio del sistema... un contributo
a questa è stata la rivolta e le
insurrezioni che hanno avuto luogo il 16/17
dicembre 1989 a Timisoara che hanno lasciato
numerosi feriti e morti.
I visti sono un bisogno per i rumeni per
entrare nell'Europa di Schengen dal gennaio
2001, data che li ha lasciati fuori. Il
27 novembre 2001 c'è stato l'invito
per la Romania a partecipare al summit della
Nato a Praga. Dopo l'invito per Ungheria,
Repubblica Ceca e Polonia per entrare a
far parte dell'Unione Europea, la Romania
riceverà un ruolo differente nelle
politiche europee per le frontiere, una
"zona cuscinetto" fra "gli
indesiderati" e la "terra promessa".
La scomparsa di visti per i cittadini rumeni
ha portato a nuove condizioni: 500 euro
da mostrare alla frontiera, biglietto di
andata e ritorno, assicurazione sanitaria;
e anche duri controlli alla frontiera per
cittadini di altra nazionalità.
Cittadini
della Republica della Moldova che hanno
avuto nel passato la possibilità
di ricevere la cittadinanza rumena solo
con il passaporto moldavo sono ora forzati
attraverso un duro e complicato processo
o sono costretti a rivolgersi alla mafia
per ottenerlo. Una volta che le frontiere
sono state aperte le persone che lavoravano
nelle fabbriche (ora privatizzate), che
sono state licenziate, pagate una miseria
o che avevano cattivissime condizioni lavorative
e nessun diritto hanno deciso di andare
"fuori" per riuscire ad appropriarsi
di una vita degna per sè stessi e
per la propria famiglia.
Questo
ha condotto ad attitudini razziste nella
comunità rumena, e non solo loro,
verso la comunità zingara/rom che
è stata a lungo accusata per tutte
i problemi che i rumeni incontrano nelle
nazioni occidentali e per ritardare il processo
d'ingresso della Romania nella comunità
europea (noi tutti vogliamo entrarci bene!!?).
Questi
attacchi alla popolazione Rom sono il più
delle volte spinte dai media e dal governo
e da istituzioni internazionali (o da altri
governi straniere/occidentali...).
Il
traffico di esseri umani si è sviluppato
dopo la scomparsa dei visti; soprattutto
la prostituzione è diventata uno
dei canali che mostra una smisurata crescita
(in Romania la prostituzione è illegale
- questo risulta da numerosi contrasti fra
la polizia e le donne che fanno questo mestiere,
quasi niente per i loro sfruttatori, e una
alta percentuale di donne ammalate) - e
molte volte le donne che ricevono lavoro
da strane inserzioni sui giornali vengono
successivamente forzate alla prostituzione
sia in paesi occidentali (Italia, Spagna...)
sia da altre parti (Grecia, Albania, Bulgaria...).
Ancora
dati ufficiali mostrano come più
o meno l'80-90 % della popolazione rumena
è per l'ingresso della Romania nell'Unione
Europea. Questo perchè il governo
e i media mentono a proposito di una vita
migliore, salari più alti, maggiori
posti di lavoro, maggiore ricchezza, blahblahblahblah.
Invece molta e molta gente vede ogni giorno
povertà, disoccupazione, miseria,
cattive condizioni di lavoro e cattivi salari,
così loro vanno per loro stessi in
Europa per prendere quello che gli era stato
promesso per tempo. Questo è il motivo
per cui l'Europa occidentale e il governo
rumeno hanno stipulato accordi per posti
di lavoro stagionali. Il governo rumeno
vorrebbe avere quello che ha lanciato negli
occhi della gente alle scorse elezioni e
anche per far pressioni sull'agenda europea.
I paesi UE avranno a disposizione una forza
lavoro economica e disorganizzata da sfruttare
e un'altra ragione per rigettare gli indesiderati
"sans-papiers" in Romania. Pochi
rumeni riceveranno un salario alto per poi
ritornare a casa e avere la possibilità
di scoprire qual'è la VERA FACCIA
dell'EUropa.
TIMISOARA
Una
città con più o meno 400.000
abitanti in qualche parte della Romania
occidentale. Situata a 50 km dal confine
con la Serbia e a 100 Km dal confine con
l'Ungheria, Timisoara è la più
grande città nella parte ovest del
paese e una delle più sviluppate
economicamente/industrialmente in Romania.
Parte una volta dell'Impero austro-ungarico
Timisoara ha una diversità etnoculturale
mantenuta anche dopo 45 anni di comunismo
che ha tentato di distruggerla. Ungheresi,
rumeni, serbi, tedeschi e bulgari vivono
assieme in comunità urbane e rurali.
Timisoara è anche una città
molto importante per l'economia di frontiera,
è il punto di partenza per molti
contrabbandieri per la Serbia. La "collaborazione"
serbo-rumena proseguita per qualche anno
[...] durante il regime di Ceausescu, contrabbandieri
serbi venivano a Timisoara con numerose
cose che non si trovavano nei mercati e
nei negozi rumeni. Dopo la "rivoluzione"
è venuto il momento per le persone
rumene di restituire il favore.
DUMBRAVITA
Un
piccolo villaggio 2 Km fuori da Timisoara.
Ci sono numerose etnie ungheresi e il villaggio
è stato un buon posto per il campeggio.
Nella vicina foresta c'è solo un
altro evento che si svolge ogni anno: il
festival dei motociclisti. La comunità
locale non ha avuto niente contro di noi
e ha anche aiutato molta gente che si era
persa a raggiungere il campeggio. Anche
le autorità locali, l'amministrazione
della foresta, la polizia sono stati ok
e qualcuno di loro ci ha dato una mano in
alcune cose (non di certo la polizia!).
Esattamente
nel giorno della nostra manifestazione anche
il villaggio ha partecipato,organizzandosi
nel villaggio. Loro hanno protestato contro
la costruzione di una discarica per la città
vicino al loro villaggio. Noi abbiamo anche
aiutato loro con uno striscione. una regressione
è stata che non abbiamo interconnesso
abbastanza con la gente del villaggio, ma
questa è stata una lezione per le
prossime volte.
IL
CAMPEGGIO
Il
campeggio NoBorder è stato la prima
grande azione a Timisoara organizzata da
un collettivo di attivisti anarchici locali
e non solo. Fra il 9 e il 15 giugno ci sono
state circa 100-150 persone durante tutta
la settimana, ma qualcuno dalla città
non campeggiava a Dumbravita, e qualche
persona non è rimasta per tutto il
periodo del campeggio. Workshop e discussioni
sono state su temi come: IOM, situazione
alle frontiere in Romania, libertà
di movimento, libertà d'informazione,
nuovo ordine mondiale, impero e imperialismo,
capitale, Romania (realtà o utopia?),
lavoro e sfruttamento, presentazioni dei
futuri eventi in Grecia (Salonicco) e in
Polonia (anti-border camp), migrazione e
lavoro... sono stati mostrati video sullo
IOM, G8 a Ginevra, Woomera... e anche sul
bus del Publix Theatre Carawan ci sono state
tutte le notti video su differenti argomenti.
2
concerti erano stati organizzatiin un centro
culturale nel centro della città
ma solo uno si è svolto e gruppi
dagli USA, Ungheria e Romania hanno suonato.
Un altro party era stato organizzato per
la giornata di venerdì per avvisare
delle azioni del giorno dopo ma la gente
non ha voluto accompagnarci per la paranoia
di possibili problemi con la polizia. Tanti
ringraziamenti al Publix Theater Carawane
dall'Austria e a Everyone is an expert dalla
Germania che hanno fornito una connessione
internet no-stop e il collegamento satellitare.
Il sabato una manifestazione ha attraversato
il centro cittadino. C'erano più
o meno 100 persone, avevamo un sound system,
qualche cheerleading dal Publix Theatre
Carawane (che erano vestite di sacchetti
di plastica con le bandiere dell'UE e degli
USA). C'era anche un grosso mostro costruito
da qualcuno che era stato al G8 a Ginevra
e dai bambini del villaggio. C' stato un
attacchinaggio per le strade e sono stati
fatti numerosi slogan. Dopo la manifestazione
la gente è andata al posto dove (speriamo!)
possa nascere un infoshop occupato e qui
si è stati per un po' di tempo parlando
e cantando con la popolazione Rom del circondario.
C'è stata anche nei giorni passati
azioni di pulizia nella foresta che è
vittima del turismo del fine settimana che
lascia numerosa immondizia. Per una settimana
una zona autonoma è stata aperta,
uno spazio libero per lo sviluppo e scambio
di idee e esperienze. La grande azione organizzata
da noi è andata bene e noi invitiamo
tutti voi per l'anno prossimo quando speriamo
la nostra UTOPIA accadrà. Noi invitiamo
i partecipanti al campeggio a spedirci le
loro impressioni sul campeggio e intorno
al mondo e pbblicare queste parole nei siti
web e nei giornali.
FARA
GRANITE! FARA NATIUNI!
Un
collettivo di attivisti anarchici di Timisoara
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Da
"Abolishing the border from below"
n.11 Agosto 2003
Anti-Border
camp in Kundzicze
Il
quarto anti-border camp in Polonia si è
svolto a Kundzicze vicino a Krynki, solo
ad un kilometro dal confine fra Polonia-Bielorussia
nei giorni tra il 2-7 luglio, direttamente
dopo gli eventi di Varsavia (il meeting
internazionale anarchico "Anarchy 2003").
200
persone circa hanno preso parte al campeggio
per tutta la durata. C'erano non solo attivist*
dalla Polonia, Russia, Bielorussia, Romania,
Finlandia, Repubblica Ceca e Germania ma
anche dal Portogallo, dalla Spagna, dalla
Francia, Belgio, Svezia, USA, Canada, Brasile,
Israele e da qualche altro paese. Un introduzione
al campeggio è stata fatta attraverso
un concerto anti-border allo squat di Bialystok
"Decentrum" il primo luglio con
lo slogan "Musica contro le frontiere".
Il
2 luglio è iniziato con una manifestazione
contro la Fortezza Europa nel centro cittadino.
150 persone circa vi hanno preso parte.
La polizia in questa occasione ha schierato
grandi forze (12 furgoni della polizia anti-sommossa,
qualche auto, numerosi poliziotti in borghese
e un'unità cinofila) e chiudeva alla
manifestazione, che era stata autorizzata,
qualsiasi via.
I/Le manifestant* si sono fermati davanti
al Consiglio Regionale dove si lanciato
"Burocrati della deportazione!"
e altri slogan "anti-UE" e antirazzisti.
Dopo la manifestazione si è mossa
verso il consolato Bielorusso dove è
stata letta una lettera che chiedeva libertà
di parola per le opposizioni (dopo che il
governo Lukashenko ha fatto chiudere il
giornale Navinki -n.d.t.-) e informato il
pubblico riguardo la scomparsa di oppositori
al regime e giornalisti. L'azione si è
conclusa senza nessuna conseguenza ed ha
avuto un buon impatto nei media. Dopo altre
piccole cose, gli/le attivist* si sono recati
con furgoni e automobili a Kundzicze, la
località che ospitava il campeggio,
sempre seguiti dalla polizia.Tutte le auto
e i furgoni sono stati fermati lungo la
strada dalle guardie di frontiera e sono
stati chiesti i documenti. Ma il campeggio
è comunque partito come si era pianificato
con numerosi meeting, discussioni, workshop
e preparazione delle azioni e numerosi contatti
sono stati stabiliti fra attivisti "anti-frontiere".
Il programma è stato completato con
allenamenti di auto-difesa, una cucina vegana
servita da un eccellente squadra di cuoch*
costituita da persone di Varsavia e Byalistok,
e party serali.
Il
secondo giorno gli/le attivist* hanno visitato
una piccola città, Krynki (6 km dal
campeggio), attaccato striscioni, distribuito
poster e volantini, hanno coperto il paese
di adesivi e messaggi contro la frontiera.
C'è da dire che molte persone del
paese hanno mostrato un attitudine aperta
e amichevole. Il supporto della popolazione
locale è stata una caratteristica
di tutti i campeggi Noborder in Polonia.
Loro hanno anche supportato le attività
del campeggio in diverse maniere ma la partecipazione
è stata comunque inadeguata (con
qualche eccezione come i bambini locali
che hanno partecipato quest'anno alle azioni).
Questa non una sorpresa per noi, molte persone
del posto hanno parenti, amici o vicini
che lavorano come guardie di frontiera e
quindi devono mantenere la fedeltà,
e benchè i campeggiatori siano cosiderati
simpatici e interessanti, loro sono sicuramente
dei pazzi vestiti stranamente e un po' spaventosi.
Questa volta la popolazione locale ci ha
fornito molte informazioni, ma forse sarebbe
stato ancora meglio percorrere strade non
scoperte per accrescere la partecipazione
verso un percorso adeguato. Nei giorni seguenti
a parte una performance per le strade di
Krynki, c'è stata per esempio l'idea
di organizzare un meeting generale (assemblea)
sulle tattiche da usare per la manifestazione
del sabato seguente nel centro di Krynki
e di invitare la popolazione locale così
che abbiano potuto vedere come il campeggio
prende le proprie decisioni. Per qualche
ragione questa idea non è poi stata
realizzata. Qualcuno ha detto che forse
sarebbe stata una buona idea, altri che
la democrazia diretta e l'anarchia non avrebbero
mai potuto coesistere...
Il
terzo giorno del campeggio, un piccolo team
di attivist* anti-border si spostato verso
un villaggio situato a 160 Km a nord (al
confine fra Polonia, Lituania e Russia).
Questo villaggio, Wizajny, è stata
la località scelta di un No-border
camp precedente, e il proposito è
stato quello di mantenere i contatti con
la popolazione del posto e fare propaganda.
E ancora, hanno scoperto che molti abitanti
simpatizzano con gli/le attivist* anti-border
e qualcuno ha preso parte a scambi di opinioni
su problemi locali e globali. Un video documentario
prodotto da attivist* anti-border l'anno
scorso stato presentato e la popolazione
locale ha ripetuto spesso il desiderio di
ospitare un altro No-border camp nel loro
villaggio! Durante la giornata di viaggio
a Wizajny il gruppo è stato più
volte fermato per controlli alle carte d'identità
da parte delle guardie di frontiera...
Intanto, unaltro gruppo di attivist* dal
campo sono andati a Bialystok per fare un'azione
durante la visita dell'ambasciatore americano
che prendeva parte ad una celebrazione per
il successo polacco-americano nella guerra
all'Iraq!!!
Il gruppo di attivist* aveva progettato
di entrare dentro il palazzo che ospitava
l'evento e srotolare uno striscione contro
l'occupazione in Iraq e lanciare slogan
adeguati. Poco prima di questo, 6 persone
sono state fermate dai servizi segreti (!!!)
ma nessun provvedimento è stato preso
contro di loro.
Il
giorno dopo a Krynki ci sono state diverse
attività: per esempio una performance
di teatro-guerriglia, con l'intento di spiegare
ogni cosa una persona deve sapere in maniera
compatta, per esempio l'Unione Europea,
il regime delle frontiere, cultura consumistica,
il pericolo degli organismi geneticamente
modificati e gli eventi del G8 a Genova
nel 2001. Dopo questo, circa 300 persone,
alcune delle quali persone e bambini del
posto, sono andati alla frontiera per protestare
contro l'isolazione pianficata della società
dell'Est Europa, contro il nuovo regime
dei visti d'ingresso, e generalmente contro
le frontiere, ma anche contro la guerra
russa in Cecenia e il regime di Lukashenko
in Bielorussia (che potrebbe essere stato
sentito dalle guardie di frontiera bielorusse).
Qualche segnale stradale di frontiera è
stato danneggiato, una ruota di un camion
stata lanciata contro il cordone delle guardie
di confine, qualche bambino locale ha coperto
di disegni la strada di fronte alle guardie,
mentre altri bambini tenevano uno striscione
anti-border. Per tutto il tempo dell'azione
la gente ha ridicolizzato le guardie di
frontiera in un gioco chiamato <<border
games>>.
L'azione è finita con un'altra performance.
Lo spirito durante tutta l'azione è
stato molto buono e fin dall'inizio è
stato chiaro che non sarebbe stato molto
radicale nei caratteri.
2
giorni dopo parte della gente che stava
al campeggio voleva fare qualcosa di più
radicale come altri volevano fare solo qualche
performance simbolica, come un attraversamento
illegale della frontiera. C'è stata
una lunga discussione, ma alla fine gli/le
attivist* polacch* hanno tenuto a precisare
il background delle loro scelte tattiche
per l'azione principale. La disobbedienza
civile non ha molto senso nel momento in
cui le guardie di frontiera hanno libertà
di usare le armi, che utilizzerebbero molto
volentieri nel caso i loro ordini venissero
ignorati. Le guardie non sono preparate
a gestire questo tipo di situazioni. E le
conseguenze se qualcuno si spostasse nella
parte bielorussa potrebbero essere non fortunate.
Le altre ragioni per fare un' azione in
caratteri più o meno pacifici è
stata la partecipazione dei bambini locali.
Ad ogni modo la situazione si è fatta
molto tesa subito dopo che l'azione era
stata portata a termine, quando qualche
manifestante ha srotolato uno striscione
con scritto "HWDP" e lanciato
slogan anti-polizia. (HWDP è l'equivalente
polacco di ACAB e manda su tutte le furie
la polizia). Ad un certo punto un gruppo
di persone ha anche iniziato a costruire
barricate di fronte alla polizia ma non
c'è stato un confronto. Durante il
campeggio molte attivià hanno ricevuto
qualche disturbo dalla polizia per differenti
ragioni che erano parte della repressione
generale contro tutto il campeggio. L'ultimo
giorno del campeggio quando gli attivisti
hanno giocato una partita di calcio con
la squadra locale e la maggior parte della
popolazione locale faceva il tifo per entrambi
i team, tutta Krynki era piena di polizia
in assetto antisommossa venuta da Bialystok
senza nessun motivo. Per fortuna, è
stata semplicemente una dimostrazione di
potere e nessun altra azione è avvenuta.
In questo caso le autorità hanno
solamente aperto uno squarcio fra loro e
la popolazione.
Qualche
riflessione sul possibile futuro delle iniziative
anti-border in Polonia
Prima che la gente lasciasse Krynki c'è
stata una discussione formale e una informale
sulle prospettive dei futuri No-border camp
e sulle attività. Durante questo
"brainstorm" qualche proposta
e tattica concreta è stata formulata
e le discussioni future saranno probabilmente
basate su queste. Guardando poi la campagna
No Border per intero, la critica principale
stata la scarsità di attività
tra un campeggio e l'altro. Prendere contatti
con gruppi di migranti che vivono in Polonia,
più pubblicazioni, migliore distribuzione
dell'informazione fra la società
polacca e in generale, il bisogno di un'ampia
campagna. La necessità di organizzare
il prossimo Noborder camp e il fatto che
questo succhi molte energie è stato
un problema. Ma nel momento in cui la maggior
parte delle persone si trovano d'accordo
sul fatto che una campagna di questo tipo
ha bisogno di numerose attenzioni, i No
border camp dovrebbero continuare, anche
organizzandoli sia meglio che più
grandi, qualche idea per una migliore e
un'effettiva organizzazione futura dei campeggi
è stata fissata:
-
Il campeggio dovrebbe essere localizzato
il più vicino possibile a "campi
per i rifugiati" o altri posti dove
i migranti sono rinchiusi per centrare l'obiettivo
su quei posti
- Il risultato più visibile dei campeggi
è stata la grande influenza sulle
comunità locali, sarebbe buono fare
2 (3?) campeggi mobili in differenti villaggi
di frontiera durante la stessa estate;
- Il processo preparatorio dovrebbe coinvolgere
molti gruppi da tutto il paese, così
da attrarre molta gente da tutta la Polonia;
- Miglior organizzazione nella propaganda
con info-pacchetti (info-materiali, poster,
video) spediti in differenti posti così
da essere usati per campagne di mobilitazioni
locali.
- Contatti con le comunità che hanno
ospitato i campeggi precedenti (Wizajny,
Krynki) dovrebbero essere presi e ogni estate
tutte queste località visitate durante
le attività No-border.
Dopo
diverse persone al campeggio noborder sono
state seriamente intenzionate a organizzare
il prossimo campeggio dall'altra parte (eventualmente
da tutte e due le parti) del confine est
della Polonia (!!!), sfortunatamente nessuno
dall'Ucraina e dalla Bielorussia era presente,
vedremo cosa verrà fuori da questo.
Ma il problema è che nell'Ovest dell'Ucraina
(dove il campeggio si è supposto
avvenga) il movimento anarchico praticamente
non esiste. Sulla Bielorussia, è
vero che il movimento bielorusso è
molto più debole rispetto a quello
polacco, ma molto del lavoro organizzativo
sarebbe fatto fuori dalla Bielorussia. Qualcuno
delle persone che sono state coinvolte nell'organizzazione
dei No border camp in Polonia è stata
coinvolta nell' organizzazione la marcia
anti-nucleare nell'estate del 1998. Il problema
qua è lo scetticismo degli attivisti
bielorussi. Questo è connesso con
la paura delle grosse responsabilità
e la paura della repressione. Ad ogni modo
qualche attivista bielorusso supporta l'idea...ma
è ancora scettico. A Krynki è
stato detto che si valuterà la situazione,
e se è possibile fare qualche decisione
preliminare alla prossima conferenza del
network Noborder.
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