Come 
              la maggior parte degli uomini di pensiero, Augusto Guerriero si 
              è rifiutato di esaminare la validità o meno della 
               
              vivisezionecome metodo di ricerca. Secondo lui, il fatto che questo 
              metodo infligge inenarrabili sofferenze a un numero  
              illimitato di creature sensibili, dovrebbe essere ampiamente sufficiente 
              per squalificarlo da tutti i punti di vista, anche se,  
              anzichè arrecare danni, apportasse benefici all'umanità. 
              Invece è interessante constatare come proprio degli scienzati, 
              tra cui il famoso fisiologo, chirurgo e medico Sir CharIes Bell, 
              hanno rilevato che questo metodo di ricerca è scientifico 
              proprio perché disumano: perché praticato da persone 
              insensibili o 
              incallite, nelle quali le qualità più squisitamente 
              umane sono state distrutte o non sono mai esistite; dunque persone 
              prive 
              di vera intelligenza, la sensibilità essendo una componente, 
              e non certo la minore, dell'intelligenza umana 
              Che la vivisezione sia un metodo eticamente inammissibile dovrebbe 
              essere evidente ad ognuno, ma verrà dimostrato a  
              oltranza nel corso di questo trattato. Per il momento illustriamo 
              in che cosa consiste lo sbaglio scientifico. 
              La pretesa di trovare cure per i malanni umani infligge deliberatamente 
              torture agli animali contiene due errori  
              fondamentali: il primo sbaglio consiste nel voler estrapolare all'uomo 
              risultati ottenuti su altre specie, le quali reagiscono in  
              modo diverso dall'uomo. Il secondo errore riguarda l'inattendibilità 
              della ricerca sperimentale nel campo della vita organica  
              in sé, verrà analizzato nel prossimo capitolo. In 
              questo esaminiamo il primo. 
              Dato che gli animali reagiscono in modo del tutto differente e spesso 
              opposto all'uomo, qualsiasi nuovo prodotto o metodo  
              provato sugli animali va sperimentato daccapo sull'uomo, mediante 
              prove cliniche, con le dovute cautele, prima che vi  
              siano garanzie di sicurezza. Questa regola non conosce eccezioni. 
              Per cui ogni prova sugli animali non solo rischia di portare a  
              conclusioni 
              errate, con tutti i pericoli che ne conseguono, ma ritarda e fuorvia 
              la ricerca clinica, che è l'unica  
              valida.Nonostante ciò, le autorità sanitarie, formate 
              alla mentalità vivisezionista, le richiedono nella maggior 
              parte dei  
              paesi, tra cui da pochi anni quelli del MEC, e i produttori di farmaci 
              e cosmetici le compiono anche quando non richieste, a  
              scanso di responsabilità. Questo spiega la lunga lista di 
              prodotti perfezionati in laboratorio, ossia ritenuti innocui in 
              base a  
              prove animali, ma che col tempo si rivelano rovinosi per l'uomo.Così 
              si va dal Paracetamol, un analgesico per il quale nel  
              1971 vennero costrette al ricovero in ospedale in Inghilterra 1500 
              persone, ai casi più gravi dell'Orobilex, che causò 
              danni 
              renali mortali rivelatisi solo dopo le autopsie, dell'Isoproterenol, 
              uno spray che uccise migliaia di asmatici in Europa,  
              America Latina e Australia - tanto che il dott. Paul D. Stolley 
              dell'Ospedale Johns Hopkins parlò del <(peggiore disastro 
              da  
              medicinale mai registrato» (Science-Nature Annual 1973, ed. 
              Time & Life.) -, del Talidomide, che produsse 10.000 bambini 
               
              focomelici, del Metaqualone, lo psicofarmaco che procurò 
              squilibri mentali tra cui centinaia con esito mortale, del MEL,29, 
               
              che causò cataratte, del Cloramfenicolo, responsabile di 
              alterazioni mortali del sangue, dello Stilbestrolo rivelatosi causa 
              di 
              cancri. In verità è ingiusto fare solo pochi nomi. 
              Se ne dovrebbero fare migliaia. Lo scandalo dei farmaci sul prontuario 
               
              dell'INAM, di recente memoria, è stato sbandierato a sufficienza 
              da tutta la stampa italiana. Comunque il fenomeno non ha  
              frontiere.Naturalmente la fallacia del metodo si esprime anche in 
              senso Inverso, precludendo l'impiego di farmaci benefici.  
              C'è il grande esempio della penicillina, che non sarebbe 
              mai entrata in uso se prima che sull'uomo la si fosse sperimentata 
               
              sulle cavie, poiché queste ne rimangono fulminate. Molti 
              estrogeni sintetici, che non danneggiano il fegato dell'uomo,  
              distruggono il fegato dei gatti, che pure ha. proprietà antittossiche 
              di gran lunga superiori al nostro; ma poi si sono  
              dimostrati mortali per l'uomo per altri versi. 
              Esistono bacche di bosco letali per l'uomo, ma gli uccelli se ne 
              nutrono. Una dose di belladonna che ucciderebbe un uomo  
              non nuoce nè al coniglio nè alla capra. Cavie e scimmie 
              sopportano la stricnina, l'uomo no. Il calomelano, che non influisce 
               
              sulla secrezione di bile nel cane, può triplicarla nell'uomo. 
              Per contro la digitalina, che alza pericolosamente la pressione 
              nel  
              cane, non influisce su quella e uomo. 
              La datura e il giusquiamo sono veleni per l'uomo, ma cibo per la 
              chiocciola. L'amanita falloide, un fungo di cui basta una  
              dose . 
              Il porcospino può ingoiare in una sola volta senza danno 
              tanto oppio quanto un drogato abituale ne può fumare in due 
               
              settimane, e innaffiarlo con tanto acido prussico da avvelenare 
              un reggimento. Lo stesso acido prussico, di cui una sola  
              goccia è le-tale per l'uomo, lascia indifferenti i rospi 
              e le pecore anche in grosse quantita'. 
              Il cianuro di potassio, per noi letale, lascia indifferente la civetta, 
              ma una delle nostre: zucche di campo può mettere in stato 
              di grave agitazione un cavallo. Una dose di, oppio che ucciderebbe 
              un uomo può essere data impunemente ai polli e ai cani. 
              È molto difficile addormentare un gatto con l'etere, ma una 
              volta addormentato è facilissimo che il gatto ne muoia. 
              Il cloroformio è talmente tossico per i cani che, essendo 
              stato provato prima di tutto su di essi <dal francese Flourens), 
              il  
              suo impiego sull'uomo fu ritardato di moltissimi anni. La morfina, 
              che calma e anestetizza gli uomini, causa eccitamento  
              maniacale nel gatto e nel topo, pecore e maiali ne vengono stimolati 
              anziché depressi, e i cani possono sopportarne dosi 50 
              volte maggiori di un uomo senza avvertire alcun effetto. Viceversa 
              il succo di limone è veleno per conigli e gatti, le  
              mandorle sono veleno per le volpi, il prezzemolo è veleno 
              per i pappagalli. 
              L'alcool è un veleno universale, tranne che per l'uomo. I 
              maiali sono immuni da quasi tutti i veleni, tranne che dall'alcool.  
              All'uomo non è trasmissibile la gastroenterite virale che 
              falcia la maggior parte dei gatti in tenera eta', né il cimurro 
              che fa  
              strage di cani; per contro gli animali sono immuni dalle più 
              gravi infezioni a cui vanno soggetti gli esseri umani.  
              Perfino le pulci conoscono la differenza tra cane e uomo, e quelle 
              dell'uno rifiutano l'altro. 
              Il Talidomide, che fece nascere 10.000 bambini deformi, oltre a 
              causare nevrite periferica irreversibile in innumerevoli 
              adulti, è sostanza totalmente innocua per quasi tutte le 
              specie di animali; invece la comune aspirina, che da un secolo  
              l'umanita' 
              consuma a tonnellate, causa nascite deformi nei ratti. I fabbricanti 
              dell'Ente-ro-Vioformio, tanto usato dagli uomini,  
              raccomandano di 
              non somministrarlo agli animali domestici, per i quali può 
              risultare mortale.finora 
              il farmaco più usato per  
              prolungare la vita dei malati di 
              leucemia, malattia del sangue considerata di natura cancerosa, ha 
              l'effetto opposto sugli animali  
              da esperimento, nei quali provoca 
              il cancro anziché arginarlo. Si potrebbe andare avanti cosi 
              riempiendo volumi interi,  
              ma è da ritenere che chiunque non 
              sia un maniaco della vivisezione 
              abbia ormai capito che sarebbe difficile trovare un metodo di ricerca 
              più assurdo e meno scientifico. 
              Inoltre l'angoscia e le terribili sofferenze degli animali strappati 
              al loro ambiente abituale, terrorizzati dalle scene di  
              laboratorio e dalle brutalità cui vanno soggetti, ne alterano 
              talmente l'equilibrio mentale e le capacità di reazioni organiche 
               
              da falsare a priori qualsiasi risultato. L'animale da laboratorio 
              è un mostro, reso tale dagli sperimentatori.  
              Fisicamente e mentalmente esso ha ben poco in comune con un animale 
              normale, e tantomeno con un uomo.  
              «L'animale da esperimento non si trova mai in uno stato normale»: 
              lo aveva già scritto il fondatore della moderna vivi- 
              sezione, Claude Bernard, in Physiologie operatoire (p. 152), aggiungendo 
              che «lo stato normale è un'ipotesi, una semplice 
              supposizione» (une pure conception de I'esprit). 
              Per di più c'è da considerare che non solo le varie 
              specie di animali reagiscono in modo differente, anche quando si 
              tratta di 
              specie affini come il topo e il ratto, o come il ratto bianco e 
              quello bruno, ma che due esemplari dell'identico ceppo non  
              reagiscono mai nell'identico modo, e inoltre possono essere affetti 
              ognuno da malattie diverse. A tale inconveniente si è  
              cercato di ovviare iniziando allevamenti di ceppi di animali batteriologicamente 
              sterili, soprattutto topi e cani, i quali  
              vengono al mondo per parto cesareo in ambienti sterili, allevati 
              in ambienti sterili e nutriti con cibi sterili, sperando cosi di 
               
              assicurarsi un "materiale biologico uniforme", su cui 
              sperimentare finalmente con una certa attendibilità. Un'illusione 
              ne  
              genera un'altra. É stata necessaria una moltiplicazione degli 
              insuccessi per incominciare a far capire  che animali tirati 
              su in condizioni così anormali si discostano più che 
              mai dall'organismo umano. Tali animali non sviluppano le 
              naturali facoltà di rigetto, ossia il potere immunologico 
              delle più importanti caratteristiche di ogni organismo vivente, 
              per 
              cui sarebbe difficile immaginare un materiale da esperimento meno attendibile. 
              Dato che gli animali sono immuni dalla quasi totalità delle 
              grandi infezioni umane - difterite, tifo, scarlattina, vaiuolo, 
              colera, 
              febbre gialla - mentre le altre come la tisi e le varie setticemie 
              assumono in essi forme del tutto meno gravi che nell'uomo, 
              l'affermazione che attraverso gli animali si può imparare 
              a controllare le malattie umane sembrebbe un segno di follia, se 
               
              non si sapesse che essa serve come pretesto per svolgere e ampliare "ricerche" 
              che di anno, per quanto inutili per la medicina,  
              si fanno sempre più lucrose per chi non si fa scrupolo di praticarle. 
              
            
            
             
     | 
         
       
       
       |