CRONACHE
DA LONDRA:
CHIUDERE LA DSEi!
LONDRA,
MARTEDì 9 SETTEMBRE 2003
Dopo
la veglia notturna fatta dalle comunità religiose locali, oggi
hanno inizio le azioni organizzate dal coordinamento Disarm Dsei. La fiera
si svolge all'ExCel Center presso Docklands e Canning Town, una zona industriale
di fabbriche, porti, grandi magazzini e case popolari. Qui riesede ancora
una forte e maggioritaria comunità bianca della "tipica"
e sempre povera working class inglese, oltre a comunque un numero considerevole
di abitanti di altre etnie.
Fin
dal primo mattino gruppi di attivisti si incatenano all'entrata est della
fiera, mentre altri all'entrata ovest montano un treppiedi e vi si legano.
Vengono arrestati tutti. Una manciata di cattolici e cristiani manifestano
in un sit-in ininterrotto sotto alla Costum House Station (la metro di
fronte alla fiera) mostrando foto dei raccapriccianti effetti delle cluster
bomb (le bombe a grappolo - fra le tante che vengono vendute dentro la
fiera). Un gruppo di buddisti inscena delle preghiere contro le armi nei
vagoni della metropolitana che conduce alla fiera. Altri manifestanti
tirano secchiate di vernice rossa sul ponte della metro che conduce al
palazzo espositivo. Anche loro vengono arrestati.
Alle
10 del mattino alcune centinaia (circa 500) di persone si riuniscono in
corteo e partono da Prince Regent (altra metropolitana nei paraggi) e
raggiungono Custom House dove decine di poliziotti della Metropolitan
Police sbarrano il passo. Gli spezzono più nutriti sono di Globalise
Resistance e dei Pink. Aprono il corteo i tamburi del gruppo Samba e un
carro armato rosa con tutti i simboli delle multinazionali sbarrati. Si
manifesta per la chiusura della DSEI, assurda fiera d'armi dove vengono
invitati a comprare materiali e equipaggiamenti bellici, fra i tanti,
circa 25 ministri della difesa e degli interni di tutto il mondo tra cui,
per esempio, stati tra loro nemici come siria, israele e pakistan. La
follia di un mercato dove delegati di paesi in guerra l'uno contro l'altro
banchettano, comprano, fanno soldi tutti insieme e poi tornano a casa
ad ammazzarsi i civili a vicenda. Un'acquirente di lusso di questa fiera,
e in particolare delle fabbriche d'armi inglesi, è stato Saddam
Hussein.
Ma
è anche una manifestazione contro l'incontro del WTO in corso a
Cancun e contro il neoliberismo in genere. Molti flyer e molti slogan
ricordano quanto il business della guerra, e quindi il mercato delle armi,
sia per le multinazionali un affare come un altro. E come nel business
della guerra le multinazionali non tengono il conto delle vittime che
causano, allo stesso modo si disinteressano dei disastrosi effetti che
ogni loro scelta comporta, dal biotech all'industria farmaceutica, dalla
privatizzazione dell'acqua all'estrazione e la vendita del petrolio. Le
multinazionali esistono e si sviluppono con l'unico fine del proprio profitto
e il WTO e' nato solo per permettergli di raggiungere i loro obbiettivi
in tutto il mondo. Il WTO quindi non ha alcuna ragione di esistere e di
decidere sopra tutte le popolazioni del mondo!L'irriformabilità
del WTO è un dato comune a tutto il corteo, dai gruppi piu' radicali
alle Ong presenti, o alle cooperative di "Vegan Catering" (che
distribuiscono cibo a offerta libera lungo il corteo); poi ovviamente
ognuno lascia intravedere i propri diversi percorsi di liberazione e azione.
Il
corteo prosegue rumoroso a ritmo di samba e la polizia, 2000 guardie in
tutta la zona, controlla a distanza ravvicinata. Dopo che la manifestazione
viene bloccata, il corteo torna indietro a Prince Regent. Di nuovo la
polizia blocca il passo e invita i manifestanti a proseguire sciolti e
in piccoli gruppi. La richiesta pare assurda erche' l'appuntamento per
il prossimo presidio e' dietro l'angolo e cosi' facendo invece la polizia
costringe tutti a un inutile giro largo. Si alza un po' la voce e un manifestante
si getta contro il muro di guardie tentando di forzarlo; lo sbattono per
terra e lo arrestano. Seguono momenti di tensione con spinte e strattonamenti
fra manifestanti e polizia, il primo muro contro muro di una lunga serie.
Poco
dopo, alle 13 sotto Convaught Bridge, un ponte autostradale che porta
alla fiera, ci si riunisce in alcune centinaia per realizzare dei blocchi.
Ai partecipanti al corteo della mattina si aggiungono alcune decine di
anarchic* di vari gruppi. La situazione si sviluppa in totale disordine
e il blocco si divide in piccoli gruppi che vanno ognuno a prendere e
a bloccare un pezzo di strada diverso. Decidiamo si seguire un blocco
di un centinaio di pink e alcuni anarchici e andiamo giu' per i sentieri
che conducono alla fiera. Sempre a ritmo di samba, col sorriso di chi
sta nel giusto :) , raggiungiamo un ponte pedonale che delimita la zona
di accesso. Una manciata di MetPolice lo sorveglia, ma la giocosa e rumorosa
voglia di andare a insultare i delegati della fiera li travolge e quasi
tutto lo spezzone riesce a passare la linea degli sbirri che ci guardano
attoniti. Dall'altro lato del ponte c'e' un altra linea di guardie gia'
allertate. Ci si cordona e si sfonda, ci riusciamo e corriamo verso la
fiera. Quattro o cinque attivisti vengono comunque presi, sbattuti a terra
e ammanettati. Di solito il muro contro muro, che sembra una tattica usuale
degli attivisti qui in Inghilterra, termina con il primo cordone che cede
che, strano ma vero, e' solitamente quello dei poliziotti che ad un certo
punto si accaniscono su due o tre persone e per arrestarle e sciolgono
la loro linea, permettendo cosi' la fuga del resto dei manifestanti.Si
corre verso la fiera fino a quando decine di poliziotti formano l'ultimo
cordone. Tentiamo uguale il passaggio ma giunge anche la Riot Police e
l'aria si fa pesante con gli sbirri che cominciano a tirare calci e cazzotti
(con i guanti rinforzati di metallo!). Il piccolo blocco (quello che e'
rimasto da un filtro e l'altro della polizia) rimane li' ad insultare
e sputare a tutti i delegati che passano per una ventina di minuti. Quando
arrivano le guardie a cavallo da davanti e nuovi furgoni di polizia da
dietro, capiamo che stiamo per essere chiusi e quindi riscappiamo indietro
correndo e giocando a calcio con i cappelli e i caschi sottratti ai bobbies
;)
Tentano
piu' volte di chiuderci e ci riescono pero' solo dopo che abbiamo riattraversato
il ponte e ci siamo ricongiunti agli altri compagni. Anche nella fuga
al ritorno alcuni attivisti sono stati arrestati, nei nuovi muro contro
muro che abbiamo dovuto riaffrontare. A guidare le nostre fughe ci sono
una ventina di teenagers del quartiere, cresciuti con l'odio per la polizia
e la voglia di far casino, due buoni motivi che li conducono a solidalizzare
estosamente con noi.
Ci
chiudono in un quadrato con un numero di poliziotti triplo del nostro
e ci tengono li per quasi due ore, permettendo ai fotografi della polizia
di riprenderci in faccia ad uno ad uno. Una nota interessante in quei
lunghi minuti di attesa: quando il capo della polizia e' intervenuto per
aprire una trattativa sul proseguimento della manifestazione e la nostra
liberazione, non ha trovato NESSUN@ disposto a fare da portavoce.Veniamo
a sapere che alla metro Royal Victoria un altro gruppo di alcune decine
di compagni e' allo stesso modo circondato e bloccato dalla polizia. Alla
fine ci lasceranno tutti andare senza condizioni.
La
giornata, anche se priva di una coordinazione decente e di un numero consistente
di manifestanti, e' riuscita a creare piu' caos (attorno alla fiera) di
quanto se ne poteva prevedere. La metro e tutte le strade che conducevano
all'Excel Center sono rimaste, seppure a singhiozzo, chiuse. La volonta'
di tutt* gli/le attivist* presenti di mettersi in gioco in prima persona,
indifferentemente dalla repressione della polizia ha sortito gli stessi
effetti di una magari ben piu' grossa ma "statica" manifestazione.
Il bilancio degli arresti e' di circa 50 persone, quasi tutte in base
alla legge antiterrorismo (sul sospetto).
LONDRA,
MERCOLEDì 10 SETTEMBRE 2003
E' il giorno delle azioni di blocco coordinate dai gruppi più radicali
che compongono il Destroy Dsei. La mattina presto la metro DLR che porta
all'esposizione viene sabotata e bloccata. Inoltre ci sono due appuntamenti
alle 11 del mattino, uno ad ovest dell'Excel dei pink alla rotonda di
Canning Town e l'altro ad est dei gruppi piu' "militanti" presso
Royal Albert.
Ma
in realtà tutto diventa molto caotico. Il blocco ad est, dei Wombles
e di altri collettivi anarchici, viene caricato e respinto subito dalla
polizia. I manifestanti sono dispersi nei prati circostanti. Decine di
attivisti (di tanti gruppi come Revolution o GR, dai troskysti a Earth
First!) girano in piccoli gruppi vagando senza meta e improvvisando blocchi
appena possono.
Si
forma di nuovo sotto Convaught Bridge al valico autostradale un blocco
di circa 200 dimostranti, quasi tutti giovanissimi. Si scandiscono slogan
e, come al solito si tenta di passare premendo contro il cordone di poliziotti.
Lo sfondamento non riesce perche' la forza dei poliziotti e' soverchiante
e tentano piu' volte di fare quadrato attorno al blocco. Ogni volta che
la polizia avanza dai fianchi per chiuderci si corre indietro per poi
riavanzare appena riarretrano. Il tira e molla dura un'ora e mezza quando
con un gruppo di una quarantina di studenti e anarchici ci si stacca e
ci si svincola dalla morsa del controllo passando in mezzo ai cespugli
del bosco affianco. Anche se piccolo il gruppo avanza cordonato e sfonda
una prima linea di una mezza dozzina di poliziotti schieratisi sul sentiero
e subito dopo supera un secondo filtro di sbirri perchè questi
si precipitano tutti ad arrestare un giovane caduto fra i rovi.
In
un modo o nell'altro, in un continuo nascondino fra i boschi e le autostrade
ad eludere gli sbirri, si arriva a bloccare un cavalcavia lasciato incautamente
(quasi) non sorvegliato dalla polizia. Gli studenti si siedono a terra
e bloccano per alcuni minuti la strada, nonostante l'arrivo indiscreto
e la pressione di una volante e due moto.
Quando
raggiungiamo Prince Regent troviamo un gruppo di circa 200 attivisti con
tamburi e samba e proprio mentre ci ricongiungiamo a loro arriva inaspettata
la violenta carica della polizia, con manganelli e guanti rinforzati,
da ambo i lati. La via e' abbastanza stretta e senza traverse e si devono
rovesciare le transenne di ferro a terra per rallentare gli sbirri che
pero' chiudono il corteo addosso alle inferriate del parco adiacente.
Chi puo' scavalca, chi non fa in tempo si prende un po di botte e qualcun'altr@
viene, come al solito, trascinato a terra e arrestato. Una volta sgombrata
Victoria DocK Road, strada di scorrimento abbastanza importante, ci lasciano
perdere. Ci raduniamo nel parco e andiamo lungo Prince Regent Lane, cioe'
dentro il quartiere popolare. Ragazzi della zona, gia' persenti alla carica
della polizia, si aggregano al corteo gridando agli sbirri che gli assassini
sono nella fiera non nelle piazze. E' sorprendentemente piacevole ogni
volta scoprire come l'odio per le guardie faccia solidalizzare questi
teenagers direttamente con noi, scavalcando pregiudizi e ignoranza politica.
Appena
cominciamo ad andare da una strada laterale si congiunge con noi un altro
nutrito blocco di pink e altri manifestanti. Siamo quindi di nuovo un
bel gruppone e viaggiamo spediti per le vie del quartiere, mentre i bambini
da dietro i cancelli di scuola ci salutano sorvegliati dalla polizia dentro
il loro cortile (poiche' il giorno precedente approfittando del caos molti
alunni avevano scalcato ed erano fuggiti!).
Questi
cortei improvvisati, rumorosi e totalmente non autorizzati fanno impazzire
la polizia che ci segue con centinaia di uomini e mezzi, sorvegliandoci
dall'alto con l'elicottero. Tentano di chiuderci nel solito quadrato-trappola;
ma ogni volta che li vediamo correre lungo i lati per cercare di raggiungere
la testa raddoppiamo il passo e corriamo all'impazzata lontano da loro.
Questa corsa infinta fatta di scherzi, trappole, sgambetti, risate, cadute
e piccole barricate con gli oggetti piu' fantasiosi a portata di mano,
prosegue per circa mezzora. Ma non e' un gioco, ce ne accorgiamo ogni
volta che la polizia inferocita dal ritmo incessante e stressante con
cui la teniamo dietro, prende un compagno a caso, lo butta a terra e lo
arresta, innescando la solita mischia di calci e spinte e di nuovo fughe...
Il
caos totale e' quando raggiungiamo Newham Way, un'arteria stradale importante
della zona. Scappiamo dalla polizia prima bloccando una corsia, poi andando
nell'altra gia' intasata dal traffico. La scena deve essere apparsa surreale
agli autisti bloccati nelle macchine. Centinaia di manifestanti, alcuni
col volto coperto e tutti neri altri truccati rosa e argento con tamburi,
che passano fra le loro vetture scavalcando autobus, tir, macchine, inseguiti
da altrettanti centinaia di poliziotti imbufaliti e goffi che cercano
di acchiappare chiunque capita a tiro.
All'arrivo
di altri rinforzi dalla corsia libera della strada ci bloccano davanti,
formando, immaginate la scena!, un cordone fra decine di auto bloccate
nel traffico con tanto di autisti e passegeri dentro. Bloccati e pressati
non demordiamo e nell'inusuale campo di battaglia formiamo l'ennesima
testuggine e travolgiamo (con un altissimo prezzo di arrestati e feriti)
il muro di guardie e corriamo, corriamo, corriamo...
La
"salvezza" viene di nuovo dai giovani del quartiere, sempre
piu' numerosi ed eccitati dall'insolita situazione, che ci guidano ancora
per le strade del quartiere dopo per ancora una mezzora continuamo a beffare
il meccanismo della polizia inglese a spintoni e corse. Ma alla fine chiudono
diretttamente gli accessi e le uscite della grande zona e dispiegano tutte
le forze in campo per fermarci. E quando infine riesce loro fare quadrato
sul "corteo", poco e niente e' rimasto del blocco iniziale perche'
quasi tutti gli/le attivist* sono riusciti a sparpargliarsi e a nascondersi
nella zona, con l'aiuto degli abitanti. ;)
Tutto
questo e' accaduto entro le 15, e alle 16 c'e' un nuovo appuntamento per
il reclaim the streets, il "dancing party" di protesta. Mentre
andiamo passiamo per i condomini interni delle fatiscenti case popolari
e scorgiamo qualche decina di ragazzi che vivono lì incappucciarsi
e ingaggiare tafferugli con gli agenti intorno alla loro zona. L'appuntamento
e' alla piazza del mercato di Canning Town, ma ancora una volta la polizia
vuole impedire il raduno. Appena formato un gruppo di neanche 200/300
persone, la Metpolice comincia a chiudere la piazza e a pressare. Non
resta che cambiare posto a passo svelto. Ricomincia di nuovo la solita
fuga cercando di non farsi barrare il passo, cambiando continuamente strada
e direzione. Si unisce a noi la critical mass e il loro carretto con l'impianto
stereo. Diamo inizio, volente o nolente, al reclaim "mobile",
mentre altrove, alcune centinaia di compagni sono assediati e bloccati.
Fuggiamo su e giu' per le vie di Canning Town con i bambini che ci vengono
dietro come fosse una sfilata di carnevale di corsa, con dei strani tipi
tutti vestiti uguali che cercano di fermarci, che i piccoli abitanti della
zona chiamano "pigs". Rifiniamo di nuovo su Newham Way, ma questa
volta non li cogliamo di sorpresa e ci chiudono in un batter d'occhio,
sfoggiando una truppa inaffrontabile. Il tentativo del muro contro muro
permette solo al carretto del sound e a pochi altri attivisti di passare,
ma il grosso rimane chiuso tanto che anche il carretto fa dietro front,
venendo a consolarci con un po di musica.
Rimaniamo
bloccati, spinti e pigiati per un'ora e mezzo da una trentina di blindati
e dai loro agguerriti passeggeri, guardie a cavallo, elicottero, metropolitan
e city police. Il responsabile di piazza al megafono spiega che stiamo
facendo qualcosa di illegale e non autorizzato e ci invita a disperderci.
Ma siamo troppo impegnati a ridere e a ballare sotto la pioggia per sentirlo.
Cominciano dunque a premere scortesemente e a spintonarci verso un parco
adiacente. I cordoni in fondo al blocco, quelli a contatto fisico con
la polizia, fanno resistenza passiva, rimanendo serrati e rallentando
il passo alla polizia. Ci si da il cambio a fare l'ultima fila perche'
le spinte e le prese della polizia non sono proprio delicate. Ci intimano
di entrare nel parco dove hanno creato una prigione delimitata da decine
di agenti e telecamere mobili della polizia. Chi non entra con i propri
piedi viene spinto, calciato e gettato dentro con violenza dalle guardie.
La tensione e' altissima, volano oggetti, scattano violente reazioni della
polizia e per ogni persona che viene spinta e malmenata nel parco scoppia
una rissa. E' una lunga e snervante guerra fatta di impotenza, rabbia,
calci, pugni, sputi resistenza e tensione, finche' tutti e tutte, ad uno
a uno, siamo schiaffati nel recinto di guardie, sorvegliato anche da truppe
a cavallo. Rimaniamo li' per un'ora finche' la polizia decide di far uscire
i manifestanti uno ad uno, a condizione che questi passino attraverso
un corridoio di poliziotti, si facciano filmare in faccia e accettino
di andare via senza riformare alcun corteo. Il legal team riesce a ottenere,
punto determinante, di non far prendere nomi e documenti (fra l'altro
non obbligatori in Inghilterra) e a non fare perquisizioni. E cosi' finalmente,
dopo l'ennesima zoomata sulle nostre facce, torniamo a casa.
Il
bilancio degli arresti delle due giornate, stando alle agenzie di stampa,
e' di 114 arresti.
LONDRA,
GIOVEDì 11 SETTEMBRE 2003
La
fiera della morte si conclude con una cena di gala con tutti i delegati
in un lussuoso Hotel centrale. La localita' rimane segreta fino all'inizio
della cena stessa, al fine di evitare proteste. Ma ovviamente riusciamo
a sapere comunque in tempo presso quale albergo questi avvoltoi banchetteranno,
cioe' al Royal Lancaster Hotel, presso Hyde Park, una zona centrale e
di lusso. Del resto non bisogna essere dei genii per capirlo, basta vedere
il dispiegamento di forze di polizia che circonda l'edificio.
Alle
19 il palazzo e' assediato da tre piccoli ma rumorosi gruppi di manifestanti
posti in tre lati diversi dell'isolato su cui sorge l'albergo. La polizia
si schiera e spinge i tre gruppi ognuno al lato della propria strada.
Piazzate le transenne per impedire ai manifestanti di occupare la via,
fra l'altro molto trafficata, fanno il solito quadrato a forza di spinte
e botte. Alcuni attivisti vengono arrestati e caricati sui furgoni.
Poi
arriva la Critical Mass e con la solita strategia del passo di lumaca,
che fa imbufalire automobilisti e guardie, e questo gruppo di ciclisti,
con carretto e impianto stereo, continua a "girotondare" attorno
all'albergo fra un cordone e l'altro della polizia.
Da
un altro lato ancora arrivano i samba e con il gruppo che si trovava alle
spalle dell'albergo, occupano la strada e si gettano di corsa di fronte
all'entrata insieme ai ciclisti della CM. Ovviamente l'ingresso e' strasorvegliato
da cordoni di sbirri, ma restiamo comunque li di fronte a far rullare
i tamburi e a gridare "Assassini!". Il gruppo blocca il traffico
per lungo tempo, fino a quando una breve ma determinata carica lo schiaccia
anch'esso lungo le transenne dove erano inchiodati i manifestanti precedentemente
intervenuti. Altri attivisti vengono arrestati.
Invece
di farci chiudere, scalvachiamo le transenne da un altro lato e riformiamo
il piccolo gruppo di pedoni affianco ai ciclisti che continuano ad andare
(non li possono fermare poiche' non fanno alcuna infrazione, sono dei
normali cittadini in bicicletta che "casualmente" vogliono tutti
fare sempre lo stesso giro dl palazzo).
La
tensione sale un bel po e infine piuttosto che farci bloccare il traffico
a noi, che cominciamo ad avere animate discussioni con gli autobilisti
di auto di lusso che circolano da quelle parti, la polizia decide di isolare
la zona e deviare lo scorrimento delle auto altrove.
Ovviamente
allora andiamo a intasare anche le altre zone, con questo strano e piccolo
gruppo fatto di una ventina di ciclisti e una trentina di pedoni. Bastiamo
veramente in pochi per mandare in tilt il centro di Londra, mentre i nostri
compagni continuano ad assediare la tana delle iene.
La
polizia mentre camminiamo chiassosamente cerca di farci arrivare dei fogli
con presumibilmente scritto sopra che "stiamo facendo un azione illegale".
Una trappola, appena un attivista prende il foglio e fa per leggerlo,
la polizia vi si avventa sopra e lo arresta. Lo capiamo subito e cominciamo
a correre con le guardie che, che scena ridicola!, ci inseguono cercando
di infilarci questo stupido foglio negli zaini o nelle tasche delle giacche...
assurdo!
Infine
ci schiacciano con una raffica di spintoni contro la ringhiera di Hyde
Park, ma scavalchiamo e corriamo all'interno. Delle volanti cominciano
a inseguirci dentro il parco, al buio, e scopriamo che se ci prendono
bisogna pagare 300 sterline di multa, perche' e' vietato entrare nel parco
quando e' chiuso. Alcune pattuglie dentro al parco cominciano a bloccare
chi trovano. Ovviamente se riscavalchiamo verso l'esterno ci sono i bobbies
che fermano e multano. Ma la pazienza e la furbizia sono dalla nostra
parte e quasi tutti, una quarantina di persone, riusciamo di volta in
volta a fuggire da punti diversi... ;)
Al
momento non sappiamo dirvi precisamente quanti arresti sono stati confermati
per stasera, sappiamo solo di un ragazzo italiano del gruppo samba che
stava rullando con il tamburo finche' non ha preso per grancassa un elmetto
di uno sbirro. L'hanno arrestato e portato via per aggressione a pubblico
ufficiale. Poi, per fortuna, e' stato rilasciato.
Si
parla, comunque, di 150 arresti complessivi in tutti e tre i giorni, quasi
tutti rilasciati.
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Foto
dalle manifestazioni
09/09 - corteo di apertura delle proteste
carro armato pink ;-)
Il gruppo pink
Le tue tasse per la guerra
il carro armato di fronte alle guardie
il cordone di polizia a difendere il van con un compagno arrestato all'interno
l'aquila imperialista americana ricostruita in un carro allegorico
10/09 - blocchi autostradali
la polizia si accinge a levare un blocco
un altro blocco
gruppo di studenti blocca ingresso cavalcavia
fuga dentro un parco dopo una carica
reclaim the street
la polizia ci circonda
chiusi da tutte le parti, la polizia comincia a premere
ci spingono via dalla strada principale
chiudono con violenza i manifestanti in un parco
inizia il sequestro
non usano buone maniere
sequestrati e in attesa...
11/09 demo davanti all'Hotel dove cenano i potenti
Rolls Royce support israeli terror!
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