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L38 Squat/Laurentinokkupato

Roma Calling presidio 24/1/11

roma calling manifesto

 

 

 

14 dicembre: contro la crisi esplode la rabbia.

L'unica risposta di governo e magistratura è la repressione.

 

Il 14 dicembre, a Roma, la piazza era gremita di studenti, lavoratori e lavoratrici, precari e precarie, migranti, cittadini aquilani e di Terzigno e molti altri ancora, a cui il governo da anni sta facendo pagare il prezzo della crisi, negando loro qualunque prospettiva di una vita dignitosa.

Quel giorno la piazza ha manifestato in massa la sua giusta rabbia, mentre a poche centinaia di metri uno dei governi più corrotti che questo paese abbia mai avuto si assicurava la sopravvivenza attraverso la compravendita di consensi parlamentari.

Per tutta risposta le forze dell'ordine rastrellavano persone per le vie del centro di Roma, e si scatenavano le dichiarazioni forcaiole degli uomini politici di vario colore. Costoro, abbandonando per un momento le loro invettive alle “toghe rosse”, hanno invocato un vigoroso intervento della magistratura.

Quel giorno sono state arrestate 23 persone. Uno di loro, Mario, è tutt’ora in regime di arresti domiciliari nonostante sia incensurato ed accusato di reati “minori”. Un altro, benché minorenne, sarà sottoposto fino a giugno agli arresti domiciliari.

 

Il 23 dicembre 2010 si è tenuta la prima udienza del processo contro Mario e gli altri compagni/e arrestati\e. Il processo è stato rinviato al 24 gennaio.

Il motivo per il quale i giudici hanno negato la libertà a Mario è la permanenza in Italia di un “clima di tensione sociale”. Per fortuna è stata almeno respinta l'assurda richiesta avanzata da Alemanno per la costituzione di parte civile del Comune di Roma, in quanto a Mario non è addossata nessuna “lesione dell’arredo urbano”.

Ai numerosi compagni/e presenti in aula – studenti, lavoratori, amici degli imputati – l’atteggiamento dei giudici non è apparso né sereno, né imparziale , ma anzi costoro sono sembrati partecipi e schierati con il clima fazioso e colpevolista voluto dal governo all’indomani del 14 dicembre.

Ad oggi è ormai noto alla cittadinanza che gli arrestati sono stati rastrellati a caso e accusati genericamente del reato di “resistenza in concorso”.

 

Del resto, è fallito anche il tentativo di dividere i manifestanti in “buoni e cattivi” sia per la compattezza del movimento, sia perché larga parte della società ha riconosciuto alla protesta motivazioni valide e concrete: la crisi economica e sociale che il paese sta attraversando non solo mette in pericolo il nostro futuro, ma cosa ben più grave, è un attacco al nostro presente e la protesta contro tutto ciò non può essere semplicemente ignorata e repressa.

 

Tenere ulteriormente agli arresti domiciliari Mario è una iniqua punizione, una pena prima della sentenza.

Inoltre si preannunciano ulteriori e numerosi provvedimenti penali nei confronti di centinaia di partecipanti alla giornata del 14 dicembre.

E' quindi quanto mai necessario che tutti coloro che hanno animato la piazza del 14 dicembre facciano sentire la loro voce durante la prossima udienza per esprimere la loro solidarietà a Mario e a tutti e tutte gli/le arrestati/e.

 

Lunedì 24 gennaio

Ore 9:30

Presidio a Piazzale Clodio

 

La nostra passione Contro la vostra repressione

Mario libero

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