Campagna di boicottaggio Coca-Cola

COLOMBIA 21-26 GIUGNO 2004

CAROVANA INTERNAZIONALE PER LA VITA DEI LAVORATORI COLOMBIANI

vai al sito ufficiale della carovana internazionale

La Colombia è il paese più pericoloso del mondo per un sindacalista: nell'ultimo decennio ne sono stati uccisi almeno 1.500.
 
Per mettere fine a questo massacro e per chiedere giustizia, dal 21 al 26 giugno sindacati, organizzazioni dei diritti umani, personalità democratiche, uomini e donne solidali partiranno per la Colombia e saranno a fianco dei lavoratori colombiani.

OBIETTIVI E PROGRAMMA [italiano / spagnolo / inglese]

21 GIUGNO A ROMA: CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE [
comunicato stampa]

DIARIO [20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 28 giugno 2004]

FOTO DALLA CAROVANA [vai]

26 GIUGNO A BOGOTA': documento conclusivo [saluti e ringraziamenti, dichiarazione politica, piano d'azione]

 




DIARIO


Bogotà, 20 Giugno 2004: arrivo della delegazione italiana

E’ arrivata a Bogota’ la delegazione italiana che partecipera’ alla “Carovana Internazionale per la Vita dei Lavoratori e delle Lavoratrici Colombiane” che partira’ lunedi’ 21 e attraversera’ differenti citta’ colombiane nel corso di tutta la settimana.

L’obiettivo della carovana, promossa da organizzazioni sindacali, sociali, politiche e studentesche colombiane e’ quello di portare a conoscenza dell’opinione pubblica internazionale la drammatica situazione che si vive nel paese.

In Colombia la strategia di annientamento dei Sindacati fa parte di un piano piu’ complessivo con il quale il governo e l’oligarchia al potere cercano di annichilire qualsiasi forma di opposizione che chieda una soluzione politica del conflitto in corso.

La Colombia e’ un paese ricchissimo di risorse naturali e di contraddizioni sociali. La politica neoliberista del governo Uribe, sostenuto dagli Stati Uniti, sta accelerando il processo di impoverimento di una parte sempre piu’ consistente di popolazione.

Un altro degli obiettivi dichiarati della carovana e’ quello di condividere le esperienze internazionali e attraverso il processo di interscambio e solidarieta’ contribuire alla ricostruzione dei percorsi sindacali distrutti dalla repressione del governo colombiano e dall’azione dei gruppi paramilitari.

Alla carovana partecipano 57 delegati provenienti da diversi paesi quali: Germania, Belgio, Svizzera, Italia, Spagna, Inghilterra, Irlanda, Stati Uniti, Canada e Repubblica Domenicana.

Domenica 20 giugno il SINALTRAINAL, Sindacato degli alimentaristi affiliato alla CUT, ha accolto le delegazioni internazionali organizzando un evento culturale al teatro Sala Seki Sano di Bogota’. Nel corso dello spettacolo sono stati ricordati i massacri dei sindacalisti e delle comunita’ contadine impegnati nella lotta per il riconoscimento dei propri diritti.

La Delegazione italiana alla carovana

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Bogotà, 21 Giugno 2004: quadro della situazione colombiana

Sono cominciati oggi i lavori della “Carovana internazionale per la vita dei lavoratori e delle lavoratrici colombiane” alla quale partecipano 57 delegati di 10 Paesi.

La carovana e’ promossa dalle Organizzazioni sindacali, sociali, politiche e studentesche colombiane per denunciare lo stato di violenza sistematica operata dall’esercito e dai gruppi paramilitari nei confronti di leader sindacali, contadini, indigeni ma anche della semplice popolazione civile.

Durante la prima giornata le varie organizzazioni colombiane hanno fornito un quadro generale della grave situazione del Paese, approfondendo i seguenti temi:
· Relazione tra modello economico mondiale e Colombia.
La politica neoliberista mondiale in Colombia si traduce in un’ulteriore involuzione autoritaria e repressiva dello stato; presidenzialismo, rafforzamento dell’apparato paramilitare e vertiginoso aumento delle spese militari rientrano in questo progetto.
· Risorse strategiche, megaprogetti e conflitto.
La presenza militare e paramilitare si concentra nelle aree dove il pieno controllo e’ indispensabile allo sfruttamento delle materie prime e alla realizzazione di megaprogetti.
Esiste inoltre un programma di destabilizzazione dell’intera regione andina finalizzato a creare divisione tra i paesi di quest’area ed evitare che si crei un blocco unitario in grado di contrastare l’egemonia nordamericana.
· La politica di Uribe e il Plan Colombia.
In alternativa al processo di pace con la guerriglia, iniziato dall’ex presidente Pastrana, l’oligarchia nazionale in accordo con gli interessi delle multinazionali ha elaborato un piano di annientamento militare dell’avversario, ora promosso dal presidente Uribe.
In questo progetto rientrano gli ingenti aiuti militari statunitensi del Plan Colombia.
· Il terrorismo di stato.
Vogliamo citare alcuni dati di questa guerra (che lo stato non ha dichiarato), relativi allo scorso anno: 94 sindacalisti assassinati, 4 scomparsi, 156 minacciati e 28 detenuti ingiustamente.
Ancora piu’ numerosi sono stati i contadini e gli indigeni sfollati e vittime di violenze.

Nel pomeriggio la delegazione internazionale ha fatto visita all’ospedale di S. Juan de Dios di Bogota’, che e’ stato chiuso nel ’98 e poi occupato dai dipendenti rimasti senza lavoro.
Da 6 anni l’ospedale e’ un’interessante esperienza di lotta, di vita comunitaria e di rivendicazione del diritto al lavoro, alla casa e alla sanita’ pubblica.

La Delegazione italiana alla carovana

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Bogotà, 22 Giugno 2004: incontro con le Istituzioni e le forze politiche

Nella seconda giornata la carovana ha incontrato le istituzioni e le forze politiche colombiane.
Gli incontri sono stati con:
- la Fiscalia Generale (la nostra procura della Repubblica);
- il Ministero del Lavoro, dove siamo stati ricevuti dalla Signora Stella;
- l'ex presidente del Collegio di Difesa della Nestle';
- le Ambasciate dei vari Paesi rappresentati nella Carovana.

Ambasciate
L'Ambasciata Usa ha accettato l'incontro premettendo che non avrebbe fornito risposte circa i processi in corso negli Stati Uniti contro Multinazionali Usa.
La delegazione italiana è stata ricevuta dal Primo Segretario dell'Ambasciata, Livio Spadavecchia, al quale sono state esposte le ragioni della nostra presenza in Colombia e consegnati gli avalli ricevuti dalla Carovana e dalle Organizzazioni rappresentate.

Fiscalia Generale
Per quanto riguarda l'incontro con la Fiscalia della Repubblica, rileviamo che in precedenza le organizzazioni sociali, sindacali ecc. non erano mai state ricevute.
Si è trattato quindi di una prima volta, nella quale si è messo l'accento sullo squilibrio tra i processi intentati contro le Organizzazioni Sociali e sindacali e i loro Leader e le inchieste aperte per fare luce sui crimini subiti dalle stesse.
Le cifre relative ai delitti commessi contro i sindacati parlano di un 99% di casi irrisolti, senza indagini avviate, oppure archiviate per mancanza di prove.
La strategia del Governo Uribe vede una persecuzione giudiziaria contro i leader sindacali ma anche contro gli artisti, attraverso il meccanismo della "Rete degli informatori", i quali, reclutati dallo stato, hanno il compito di denunciare le attività considerate "sovversive" sulla base della nuova legge antiterrorismo.

Partiti politici
Gli altri due incontri della giornata sono stati col Polo Democratico Indipendente e con il Frente Social y Politico, il quale aderisce ad Alternativa Democratica.
Questi due soggetti si propongono come alternativa al Governo Uribe e al blocco di centro destra, partendo da punti di vista differenti.
Il Polo Democratico Indipendente è una coalizione di 7 partiti e ha recentemente eletto il sindaco di Bogota' Lucho Garzon. I suoi leader sono convinti di dover realizzare un fronte comune con Alternativa Democratica e con i Liberali di Sinistra. È su posizioni più moderate rispetto al Fsp.
Il Frente Social y Politico, nato nel 2004, aderisce ad Alternativo Democratica, nata quattro anni fa.
Questa rappresenta una formazione alla quale partecipano molte organizzazioni storiche della sinistra di classe colombiana: Moir, Corrente Sociale, Dignitad Obrera, Partito Comunista, Unità Democratica.
Hanno attualmente alcuni parlamentari e si candidano a rappresentare gli interessi del movimento sindacale e sociale, sostenendo un loro candidato, Carlos Gaviria, alle prossime elezioni.
Il loro programma politico prevede: riforma agraria, no all'Alca e al Tlc, soluzione politica del conflitto e riconoscimento dello stesso come frutto delle contraddizioni esistenti nel paese, difesa degli interessi e delle risorse nazionali contro lo strapotere delle multinazionali, lotta alla poverta', lotta alle privatizzazioni.

I principi espressi nella piattaforma politica di Alternativa Democratica, evidenziano le differenze con il Pdi, i cui parlamentari hanno votato alcune delle leggi neoliberali proposte dal Governo, come ad esempio la legge che tutela gli investimenti stranieri.
All'interno delle organizzazioni che compongono il FSP esistono diverse componenti contrarie al processo elettorale, ritenuto insufficiente a contrastare le gravi contraddizioni del paese e soprattutto lo strapotere dell'oligarchia colombiana e delle multinazionali.

La Delegazione italiana alla carovana

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23, 24, 25 Giugno 2004: visita a Medellin, Saravena e Barrancabermeja 

Il 23 giugno le delegazioni internazionali si sono divise nelle 5 città. La delegazione italiana ha partecipato alle visite che si sono realizzate a Medellin, Saravena, Barrancabermeja.

Medellin
Cittò industriale di 1.200.000 abitanti circa, a 400 chilometri da Bogotà, in una regione interessata dal megaprogetto del canale di collegamento transoceanico.
Il Sindacato ci spiega che, un'alleanza tra imprenditori e borghesia locale (chiamata Sindacato Antioqueno) condiziona e determina tutte le scelte in campo politico, economico e sociale.
A Medellin più di 100.000 persone vivono senza luce e acqua.
Alla fine del 2002 "La Comuna 13" quartiere alla periferia della città, venne attaccato dall'esercito e dalla polizia nell'operazione Orion, attuata per sradicare una comunità autoorganizzata e impegnata socialmente e politicamente.
Ci furono scontri durissimi con bombardamenti, feriti, arresti e con l'ingresso di gruppi paramilitari che ora controllano militarmente il quartiere.
In queste due giornate abbiamo incontrato istituzioni locali e comunità organizzate:
Defensoria del pueblo
Introdotta con la costituzione del 1991, ha il compito di promuovere il rispetto dello stato di diritto, raccogliere indicazioni e denuncie che provengono dalle organizzazioni sociali. Non ha potere esecutivo o coercitivo, si limita quindi a raccogliere le denuncie, svolgere proprie indagini e girare le conclusioni alla Procuradoria che apre eventualmente i provvedimenti giudiziari in sede civile, o alla Fiscalia General in sede penale.
Dall'incontro, al quale hanno partecipato anche rappresentanti delle organizzazioni di desplazados, è uscito un quadro desolante: la Defensoria del Pueblo ignora la maggior parte delle denunce, inoltre il Governo ha tagliato i finanziamenti. Questo è un elemento molto importante in quanto la Defensoria fornisce gli avvocati d'ufficio per seguire le cause o le denuncie presentate. Dopo il taglio dei fondi pubblici, gli avvocati sono destinati solamente alle persone già in carcere, rendendo così impossibile qualsiasi intervento su cause o denunce.
Sintraemdes
Sindacato delle imprese pubbliche di Medellin (Acqua ed energia).
L'80% delle sue sezioni regionali sono sotto la pressione di gruppi paramilitari.
Nel corso della sua storia sono stati assassinati 50 sindacalisti. L'impresa che finanzia i gruppi paramilitari è politicamente impegnata nella riduzione degli investimenti per opere pubbliche. L'obiettivo è quello di concentrare questi investimenti all'estero, nella realizzazione, ad esempio, di una centrale idroelettrica tra PANAMA e NICARAGUA.
Fabbrica occupata Gacela
Fabbrica occupata nel 1998, da quando, con l'inasprirsi della crisi della produzione della plastica, l'azienda venne messa in liquidazione.
Negli anni '80 occupava 670 persone. Venne chiusa nel 1998, quando ormai rimanevano 154 dipendenti. Con l'occupazione i Lavoratori hanno cercato di dare una risposta al problema del proprio sostentamento e all'impossibilità di potersi permettere una casa.
Attualmente lo stabilimento è occupato da almeno 10 famiglie, le quali sopravvivono attraverso una panetteria, un chiosco e un ristorante aperti all'interno della fabbrica.
Coca-Cola
Iniziativa davanti ai cancelli della Coca-Cola Femsa di Medellin e incontro con Lavoratori e sindacalisti della fabbrica. Un momento interessante per ribadire la necessità del boicottaggio. Attualmente Coca-Cola occupa 245 lavoratori, di cui 160 operai e 85 amministrativi.
Gli affiliati al sindacato sono 74. Vi sono enormi differenze salariali tra lavoratori fissi e temporanei. Altri 822 dipendenti sono impiegati nel settore della distribuzione.
Comunità desplazadas
Visita alle comunità La Mano de Dios, La Cruz, La Honda, dove vivono desplazados, esclusi ed emarginati.
La repressione dei gruppi paramilitare e delle forze statali si concentra sopratutto contro le comunità maggiormente organizzate.
Molti degli abitanti di queste comunità arrivano dalle Regioni di Uraba e del Chocò dove sono stati cacciati dai gruppi paramilitari con omicidi, intimidazioni e violenze.

Saravena
La città appartenente alla provincia di Arauca prende il nome dalla regione cui appartiene, la quale si trova al confine con il Venezuela.
La città di 40.000 abitanti è situata in una delle zone dove il conflitto in atto nel paese si è da qualche anno intensificato, al punto che è possibile parlare di una vera e propria zona di guerra, le strade di collegamento regionale sono tutte presidiate dall'esercito con continui posti di blocco, i quali fermano tutti i veicoli in transito attuando perquisizioni e controllo dei documenti e dove vige un non dichiarato coprifuoco dalle 18 alle 6 del mattino.
Al momento il centro della città e sostanzialmente blindato in un quadrilatero ai cui angoli, posti di blocco permanenti con fortificazioni di sacchi di sabbia, impediscono l'accesso alle persone in gruppi maggiori di quattro e solo dopo stretti controlli e perquisizioni.

Pueblo Nuevo
Piccolo villaggio situato tra Arauca e Saravena (per raggiungerlo sono occorse cinque ore di viaggio a causa dei militari) dove abbiamo incontrato le comunità di campesinos provenienti da tutta la zona.
L'incontro ci ha commosso tutti per la forza con cui queste genti affrontano la violenza quotidiana, causata dall'arroganza dell'esercito regolare e più drammaticamente dalle minacce, sparizioni e uccisioni di campesinos e rappresentati delle diverse organizzazioni sociali, sindacali e politiche messe in atto dai paramilitari.
Nella riunione a cui hanno partecipato più di 600 campesinos, indigeni e rappresentati, abbiamo raccolto le testimonianze degli abusi subiti e accolto l'appello a che esse vengano diffuse al di fuori della Colombia per incrementare un movimento di opinione e protesta internazionali contro l'attuale situazione.

Saravena
Il giorno successivo ci siamo incontrati con i rappresentanti di organizzazioni sociali, sindacali e politiche provenienti da tutta la regione. In ciascuna di esse vi sono storie di minacce, assassini, desaparesidos, e reclusioni. L'accusa del Governo è di appartenere alla guerriglia.
Oltre alla testimonianza sulla persecuzione di cui sono vittime le suddette organizzazioni, abbiamo ascoltato le relazioni sulla situazione economica e sociale che si è deteriorata a partire dall'applicazione del Plan Colombia.
Il piano prevede due megaprogetti: la Ruta de los Libertadores, una strada che andrà a collegare Caracas con Bogotà e Kito; l'incremento delle prospezioni petrolifere. 
Infatti nell'84 in Arauca sono stati rinvenuti giacimenti di petrolio. 
A Caño Limon si trovano dei pozzi attualmente in funzione. Qui si è insediata una colonia Nordamericana e per un raggio di venti chilometri i controlli sono ancor più rigidi. Il tempo massimo di percorrenza della zona è di venti minuti.
Petrolio, strade di collegamento, sfruttamento delle risorse idriche, costituiscono la causa primaria di tutti questi tragici fenomeni (sfollamento, violenza, uccisioni ecc.) che, come le delegazioni hanno constatato, interessano tutto il territorio Colombiano.

Barrancabermeja
E' la capitale petrolifera della Colombia e ospita movimenti sociali di massa e dalla grande forza d'impatto. Nel 2000 è stata sottratta dal parziale controllo della guerriglia e occupata dai paramilitari legati a doppio filo con l'industria petrolifera.
L'occupazione paramilitare continua nonostante la presenza formale della forza pubblica. Barrancabermeja è l'esperienza pilota della gestione paramilitare del potere. Nonostante le violenze e i massacri, selettivi e generalizzati, la Uso (il sindacato dei lavoratori del petrolio) è riuscita a portare avanti uno sciopero di 37 giorni e a organizzare grandi cortei di protesta, ottenendo un ridimensionamento del progetto di privatizzazione dell'Ecopetrol.
Il 23 Giugno la carovana internazionale si è recata a Barrancabermeja, dove ha incontrato i lavoratori dell'Uso e della Cut (Central Unitaria de los Trabajadores) e le organizzazioni sociali coordinate nel Foro Social del Medio Magdalena.
Abbiamo avuto l'occasione di ascoltare alcune vedove de numerosi sindacalisti uccisi nella città negli ultimi 4 anni. A Barrancabermeja la violenza non è praticata solo contro i leader sociali ma contro tutta la popolazione: contro gli sfollati, che rappresentano il 70 per cento degli abitanti, e contro tutta la popolazione, che sopporta quotidianamente le vessazioni dei paramilitari, che chiedono imposte alle famiglie e trattengono quote dei salari dei lavoratori.

Yondò
Si trova in Antioquia, a pochi chilometri da Barrancabermeja, dall'altra parte della riva del Rio Magdalena. Anche a Yondò i paramilitari esercitano un controllo di fatto del territorio.
Il 23 Giugno nel pomeriggio abbiamo partecipato a una rinione della Giunta, influenzata visibilmente dai paramilitari. A Yondò vige la povertà assoluta e si conosce almeno un caso recente di esecuzione extragiudiziaria per un furto di pane. Due sindacalisti sono stati uccisi di recente mentre portavano avanti una vertenza contro il municipio.

Bucaramanga
E' la capitale amministrativa del Santander, sede logistica dei paramilitari della regione, ospita impianti dell'Ecopetrol e un impianto della Coca-Cola dove i lavoratori subiscono la pressione costante delle Auc.
Nello scorso Aprile parte della famiglia di un sindacalista di questo impianto è stata sterminata dai paramilitari.

Il 25 giugno abbiamo incontrato i sindacati e le organizzazioni sociali del paese, anche loro sono vittime della violenza sistematica dei paramilitari.
Particolarmente toccante la visita alle favelas abitate dai desplazados, che ci hanno raccontato la loro esperienza diretta dei massacri.

La Delegazione italiana alla carovana

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Bogotà, 26 Giugno 2004: documento conclusivo della Carovana Internazionale

CAROVANA INTERNAZIONALE PER LA VITA DEI LAVORATORI E LAVORATRICI COLOMBIANE
21-26 GIUGNO

Saluti e ringraziamenti

Cari compagni e compagne,

un forte abbraccio dalle Organizzazioni che hanno convocato la Carovana Sindacale Internazionale per la Vita dei Lavoratori e le Lavoratrici Colombiane.

Con grande entusiasmo e allegria vi confermiamo che le relazioni che provengono dalle distinte regioni del paese visitate dalla Carovana, giudicano molto positivamente l'esito della missione; è stata molto importante per l'esistenza stessa delle nostre organizzazioni e per il morale dei nostri compagni e delle nostre compagne che hanno vissuto con voi queste giornate.

Ogni organizzazione, ogni uomo e donna della nostra terra ha pronunciato frasi di speranza per un futuro migliore dove i poveri possano conquistare la Pace con Giustizia sociale e Dignità.

Confermiamo il nostro impegno di continuare nella lotta per costruire la Colombia che sognamo.

I nostri cuori e le nostre braccia saranno sempre aperte pronti a ricevervi nuovamente.

Hasta Siempre compagni e compagne e nuovamente grazie per averci aiutato a sognare e a resistere

Con la speranza di rivedervi presto nella nostra terra, Vi inviamo i piu fraterni saluti

EDGAR PAEZ M.
Dirección Nacional SINALTRAINAL


Dichiarazione politica

Noi, uomini e donne, che abbiamo fatto parte della "Carovana Internazionale per la Vita dei Lavoratori e delle Lavoratrici Colombiane";

avendo constatato:

1. Che in Colombia si registra il più alto indice di sindacalisti assassinati;
2. Che la magnitudine della violazione sistematica e selettiva, attraverso le pratiche e processi storici di sterminio protratti nel tempo che impunemente attentano al diritto alla vita, alla libertà e alla integrità dei sindacalisti e alle loro proprie organizzazioni in Colombia, dimostra la grave situazione Umanitaria dei lavoratori e lavoratrici colombiane;
3. Che i lavoratori e le lavoratrici hanno da sempre lottato nonostante una sistematica pratica di violazioni permanenti dei Diritti Umani e un contesto generale favorito dalla più totale Impunità;
4. Che rispetto all'assassinio dei sindacalisti, esiste una chiara tendenza alla loro eliminazione selettiva e con il doppio scopo di eliminare fisicamente il dirigente sindacale e debilitare quindi di maniera graduale l'organizzazione dei lavoratori, nonchè distruggere le comunità, anche se da parte del Governo e del settore privato si giustifica che queste morti rispondono all'esistenza di un conflitto armato nel paese;
5. Che la mancanza di protezione e di garanzie per i lavoratori e le lavoratrici colombiane in materia lavorativa e sindacale, come prodotto della terziarizzazione e della precarizzazione delle condizioni di lavoro, è un fattore ulteriore della loro maggiore vulnerabilità;
6. Che, visitate le città di Arauca, Saravena, Tame, Medellín, Barranquilla, Cali, Bogotá, Barrancabermeja, Bucaramanga, e avendo interscambiato relazioni con diversi settori della popolazione, tra cui organizzazioni degli afro-discendenti, donne, sfollati interni, contadini, indigeni, studenti, giovani, operai, si sia reso evidente l'impatto sulla popolazione civile delle misure contenute nella politica di "sicurezza democratica" e di "Stato comunitario" del Governo Nazionale;
7. Che il 99% delle indagini per crimini commessi contro i sindacalisti si trovano tuttora nella totale Impunità. 8. Che gran parte della popolazione vittima delle violazioni ai loro propri Diritti Umani ha timore di denunciare, esprimere e in generale, di appellarsi alle istanze giuridiche considerando che non esistono garanzie. 9. Che lo sviluppo di mega-progetti, la costante azione delle imprese Trasnazionali e le reiterate firme dei trattati di libero commercio da parte del Governo colombiano, continuano a porre in rischio le precarie condizioni della popolazione colombiana.

Piano di azione

In conseguenza delle anteriori considerazioni le differenti delegazioni che hanno partecipato alla Carovana Internazionale per la Vita dei Lavoratori e Lavoratrici colombiane, dopo aver presentato i loro resoconti, abbiamo deciso le seguenti azioni che speriamo ci permettano rafforzare il lavoro in solidarietà con la Colombia già avviato nei nostri paesi, continuando a contribuire alla lotta del popolo colombiano.

Al ritorno nei nostri paesi continueremo a diffondere, sensibilizzare e presentare la situazione che abbiamo constatato in tutti i settori sociali e nelle regioni visitate dalla Carovana in Colombia. 
Per fare questo utilizzeremo i materiali elaborati e consegnati dalle organizzazioni ospitanti. 
Ci coordineremo attraverso la posta elettronica per scambiarci il materiale che ognuno possiede nei distinti paesi. 
I documenti finali della Carovana verranno inviati alle distinte delegazioni come materiale di lavoro.
Ci impegniamo a denunciare la grave crisi che abbiamo osservato in Colombia agli organismi ufficiali nei nostri paesi e ci compromettiamo ad esigere che si blocchi l'appoggio istituzionale al Governo colombiano; che gli si esiga il rispetto dei Diritti Umani e la riparazione integrale delle vittime.

Allo stesso tempo coordineremo una serie di attività puntuali tra i distinti paesi, unendo gli sforzi per ottenere una maggiore incidenza nella denuncia e nei processi di resistenza che sviluppano le comunità in Colombia.
Cercheremo di essere presenti nelle assisi internazionali (Foro Sociale Mondiale, Foro Sociale Europeo, Foro Sociale delle Americhe) e in altri ambiti possibili per rendere maggiormente visibile la situazione del paese e coordinare con altri popoli del mondo azioni che permettano rafforzare le campagne che si sviluppano contro la politica delle Multinazionali, il "Plan Colombia" e gli accordi di Libero Commercio.

Rispetto alla critica situazione in cui versa il movimento sindacale, è urgente che nei nostri paesi lavoriamo affinché nel minor tempo possibile l'Organizzazione Internazionale del Lavoro definisca una commissione d'inchiesta per la Colombia; che si esiga il rispetto dei Diritti Umani dei lavoratori e lavoratrici e si condanni la politica di Impunità esercitata dal Governo colombiano.

Gli esiti ottenuti da questa Carovana, evidenziano la necessità di istituzionalizzare questo strumento di lotta per la vita; questo sarà, partendo da questa prima iniziativa, una CAROVANA PERMANENTE PER LA DIFESA DELLA VITA E DEI DIRITTI UMANI DEL POPOLO COLOMBIANO. Sebbene è certo che questa Carovana ci ha dato l'opportunità di conoscere la drammatica situazione dei popoli indigeni, degli sfollati interni e di altri settori sociali, consideriamo importante che nelle successive carovane questi processi di resistenza vengano ulteriormente accompagnati.

Apprezzando la partecipazione dei movimenti delle donne, dei giovani, degli studenti e degli artisti, consideriamo importante diffondere questi processi di resistenza che ognuno di questi settori sviluppa.

La proposta di nuove carovane e le azioni che svilupperemo nei nostri distinti paesi, rafforzeranno la lotta contro la guerra, per la vita e di benessere dei popoli. · Rafforzeremo le campagne che si sviluppano contro le Multinazionali in Colombia (Nestlè, Coca Cola, Drumond) e ci vincoleremo alle altre campagne proposte contro le Multinazionali petrolifere come la OXI, REPSOL, BP, ed altre.

In relazione alla campagna mondiale contro la Coca Cola abbiamo stabilito:

A- Dichiarare il 22 luglio come il giorno Internazionale contro la Coca Cola,
attraverso azioni coordinate nelle differenti commissioni. Si propone che in questa data in ognuno dei paesi si realizzino attività di controinformazione attraverso distinti mezzi di comunicazione.
B- Generare un dibattito che stimiamo necessario per migliorare la campagna.
Per questo è importante condividere i risultati dell'esperienza accumulata fino ad oggi. Proponiamo di stabilire un dibattito attraverso la rete che ci permetta condividere limiti, risultati positivi, punti di forza e opportunità.
C- Condividere i materiali elaborati fino ad oggi da parte dei differenti gruppi che hanno promosso la campagna:
esposizioni fotografiche, contro-pubblicità, realizzazioni audiovisive, il tutto come utile strumento per concentrare materiali e raccogliere maggiori contributi.
D- Settimana di azione Internazionale contro la Coca Cola
e condivisione comune delle elaborazioni di materiali che servano per ottenere un maggior numero di alleanze; analizzando i motivi della campagna contro la trasnazionale dalle distinte ottiche, però sempre con lo stesso proposito: divulgare la realtà colombiana e denunciare i soprusi commessi dalle trasnazionali in tutto il mondo. Come nel caso del primo punto, questa settimana sarà strutturata intorno a varie attività sviluppate in tutto il mondo; queste iniziative rappresenteranno una necessaria retroguardia che ci permetterà di nutrirci dei risultati raggiunti con il punto B.

Fomenteremo la presenza permanente di internazionalisti in Colombia per aumentare i legami di fraternità e di appoggio con le Comunità in Resistenza, soprattutto nel caso dei dipartimenti di Arauca, Atlántico,Cauca e Antioquia.
È necessario continuare ad approfondire il processo di conoscenza delle Multinazionali per cui "l'Osservatorio sociale delle imprese Multinazionali, megaprogetti e Diritti Umani" è lo strumento che dobbiamo consolidare e rafforzare. Assumiamo il proposito di lavorare in maniera congiunta in questa importante iniziativa.
La Carovana manterrà la comunicazione ed una permanente pressione sugli organismi di controllo e di Giustizia che sono stati visitati; ad essi verranno segnalate le esigenze primarie del Diritto,come la necessità della difesa dei Diritti Umani, della Verità, della Giustizia e della "Riparazione Integrale" delle vittime. 
Da tali organismi bisogna esigere che nel processo di negoziazione con i paramilitari, quest'ultimo non sia basato sull'Impunità e l'oblio delle vittime. · In qualità dei componenti della Carovana, ci attiveremo per sviluppare azioni pertinenti con l'obiettivo di ottenere giustizia per i tanti crimini commessi contro i lavoratori e le lavoratrici negli ultimi diciotto anni in Colombia; tale situazione può configurarsi nel quadro di un vero e proprio GENOCIDIO SINDACALE.

L'Impunità che regna incontrastata in Colombia rispetto i crimini di Lesa Umanità è già ormai purtroppo un luogo comune; per questa ragione la Carovana darà priorità alla richiesta di Giustizia all'interno dello scenario Internazionale.

In campo giuridico, attiveremo maggiori relazioni con ONG, con associazioni di avvocati e giuristi con l'obiettivo di presentare le denunce corrispondenti contro il Governo colombiano e\o contro chiunque sia stato beneficiando da questo genocidio; ci attiveremo legalmente con i governi democratici e con le loro segreterie di giustizia con l'obiettivo di investigare e sanzionare i responsabili di questi crimini; rispetto al sistema interamericano di protezione dei Diritti Umani e all'ONU, cercheremo di attivarci per un loro pronunciamento attraverso la presentazione di casi concreti. Infine con il contributo e di consulto di esperti in materia, cercheremo di studiare la possibilità di portare il caso di "Genocidio Sindacale" o altri casi specifici presso la Corte Penale Internazionale.

Le persone che conformano la Carovana, hanno deciso che, nel campo non specificatamente giuridico, fomenteremo un meccanismo di ricerca della giustizia simile a un "Tribunale Internazionale di Opinione" che, per quanto si occupi di casi emblematici violatori della vita e della dignità umana, esamini principalmente le politiche di carattere economico e sociale che sono state rifiutate dai lavoratori e dalle lavoratrici; allo stesso modo si esaminino le politiche e la legislazione penale che hanno permesso il "Genocidio Sindacale". In questo modo il "TIO" rappresenterà una sfida alle strutture legali e para legali che hanno permesso le politiche di terrore contro movimento sindacale colombiano.

La Carovana ha potuto constatare che le violazioni dei Diritti Umani non si verificano solo nel settore sindacale ma al contrario in tutti i settori della popolazione povera della Colombia; pertanto, credendo fermamente che esiste una crisi Umanitaria nel paese, ci compromettiamo a denunciare questa cruda realtà.

La Carovana Internazionale Sindacale sollecita tutti gli attori armati presenti nel conflitto armato colombiano al rispetto del Diritto Internazionale Umanitario.

La Carovana Internazionale contribuirà nella diffusione dell' "SOS" per la vita dei sindacalisti colombiani lanciato dalle centrali internazionali per il secondo semestre del 2004.


Bogotà 26 giugno
Le delegazioni Internazionali alla CAROVANA INTERNAZIONALE

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 Bogotà, 28 Giugno 2004: boicottaggio in piazza contro Coca-Cola

Lunedì 28 Giugno alle ore 13 a Bogotà in Piazza Eduardo Umana Mendoza, la Rete Boicottaggio Coca-Cola (Italia) e la Colombia Solidarity Campaign (UK) promuovono a Bogotà un'iniziativa pubblica contro la Coca-Cola in solidarietà con i lavoratori e le lavoratrici colombiane.

Dopo il rifiuto della Coca-Cola Femsa di incontrare le delegazioni internazionali che hanno partecipato alla carovana internazionale, abbiamo deciso di portare in una piazza pubblica di Bogota' la denuncia contro i crimini della multinazionale.

In particolare dall'Inghilterra una mostra che denuncia i legami tra Coca-Cola e il nazismo quando venne inventata la Fanta.

La REBOC esporrà invece sulla medesima piazza come contributo le 7500 firme raccolte in un anno di attività.

In serata l'esposizione continuerà nella Galeria Mar.

Le delegazioni italiana e inglese

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