Presenza
internazionale in Palestina - primavera 2002
Corrispondenze dai territori occupati
1 aprile 2002 Manifestazione a Beit Jala Preparativi Partiremo da Dheisheh verso le 3 insieme al gruppo di Internazionali dell`ISM e insieme a 2 pullman di italiani della Carovana di Action for Peace per andare a Beit Jala e portare avanti un` azione di interposizione con i carrarmati, con il fine di introdursi nel villaggio osccupato. Beit jala e` al momento sotto il controllo di circa 50 di carraarmati. Gli osservatori attivisti Internazionali cercheranno di passare attraverso le file di mezzi per introdursi nella case palestinesi, salutare le famiglie ed eventualmente rimanere nelle case a protezione dei civili. Tutta la zona e` completamente militarizzata e ci sono anche parecchie truppe, quindi sara` difficile attraverso un` azione di opposizione pacifica, passare la fila di carriarmati. Purtroppo Betlemme e` al momento assediata e i carriarmati si stanno stringendo attorno ai campi profughi di ora in ora sempre di piu. Insieme a noi dovrà prendere parte all`azione anche la parlamentare di rifondazione comunista Gabriella Masha che da Gerusalemme si sta recando adesso qui a Betlemme con il resto della carovana. attivisti e mediattivisti dal Campo di Deheishe, Palestina Beit Jala: proiettili sul corteo Il corteo di attivisti pacifisti a Beit Jala che volevano visitare le case occupate dall'esercito israeliano e' stato disperso con colpi di fucile dai carri armati della IDF (Israeli Defence Force, l'esercito israeliano). Alle 15.00 ora locale gli attivisti italiani del coordinamento nazionale in sostegno dell'intifada e di indymedia italia, i francesi e svizzeri del GIPP, e gli internazionali dell'International Solidarity Movement si sono riuniti di fronte allo Star Hotel per dare vita a un piccolo corteo che arrivasse fino a Beit jala per visitare le case occupate dall'esercito israeliano e portare solidarieta' al popolo palestinese. In circa 100 persone ci siamo mossi verso Beit Jala, in una Betlemme deserta che niente di buono lasciava presagire. Anche il fatto che due bus di attivisti di Action 4 peace che insieme a una parlamentare dovevano raggiunngerci fossero stati fermati al checkpoint, non ci dava grandi speranze nei confronti dell'IDF. Scanditi dal suono del clarino di A., e dal battimani ci siamo incamminati sulla salita che porta al villaggio di Beit Jala. "Stop the Occupation" "Sharon you will see palestina will be free" gli slogan scanditi mentre ci inerpichiamo. Arriviamo al punto in cui due giorni fa abbiamo incrociato i carri armati e la strada e' deserta. Continuiamo quindi verso le case in cui si sono posizionati i cecchini, davanti alle quali sappiamo essere parcheggiati i carri, per tentare di portare la solidarieta' ai palestinesi che sono confinati in esse. A un certo punto si presenta davanti a noi un carro armato. Nella torretta un soldato sui 20-25 anni ci guarda con indifferenza. Con la freddezza di chi sa che cosa deve fare e sa che cio' fa parte della sua vita. Si avvicinano i negoziatori del gruppo per tentare di trattare un avanzamento. Subito partono le prime raffiche a qualche metro dai loro piedi. Non sono proiettili di gomma. Sono proiettili veri. Fanno male. Le persone non panicano, si raggruppano, e si cerca di mandare nuovamente avanti i negoziatori. I colpi di fucile mitragliatore non lasciano spazi a commenti. Cominciamo a indietreggiare lentamente per evitare il panico e situazioni di caos ancora piu' pericolose. I colpi si fanno semrpe piu' frequenti e vicini. Vedo colpire il marciapiede a dieci centimetri dalla caviglia di un signore di mezza eta'. vedo colpi sui muri. Vedo colpi in direzione di telecamere e di macchine fotografiche. Il carro avanza. Il grosso delle persone si allontana con passo sostenuto, mentre un paio di file camminano indietreggiando lentamente. I soldati continuano a spararci addosso. Alcuni di noi rimangono bloccati dietro un cancelletto in un pertugio laterale, e nonostante i nostri richiami siamo costretti a lasciarli rifugiati in una casa. Poco dopo un colpo arriva sul muiro di fianco a me. Sento un urto in mezzo allo sterno. Ci penso un attimo. Bestemmio ma non sento dolore e quindi penso che va tutto bene. Mi giro e vedo una ragazza sbiancare e voltarsi e svenire nelle braccia di M.. Il sangue sulla sua felpa. Le sirene dell'ambulanza. Per me sarà sempre la prima persona ferita. Non so se sia cosi'. So che l'indietreggiamento continua inesorabile per venti lunghi minuti. Piano piano la tensione si allenta e pensiamo solo a quando finalmente il carro smettera' di starci a due metri di distanza. E a tenere la fila sullo stesso passo. In una vietta laterale un cameraman e una giornalista tentano di salire in macchina. I soldati non gradiscono e li riempiono di raffiche sotto i nostri sguardi impotenti, fino a che questi non si decidono, illesi ma terrorizzati, a unirsi al corteo che indietreggia. Finalmente uno slargo. I carri si fermano. Esce una macchina fotografica dalla botola di ingresso nel tank. Ne esce un braccio che tiene in mano una macchina fotografica. Foto ricordo per la mamma, altre 100 persone a cui ho sparato addosso. Sono talmente attonito che non riesco a scatttare una foto alla scena. Ci giriamo finalmente e torniamo verso Betlemme. Ci informiamo sui feriti: sono 7, di cui una, la ragazza, in sala operatoria. Era di fianco a me. Altri hanno screzi vari causati da schegge e sassolini impazziti sotto i proiettili. Ci dirigiamo al centro Ibdaa, per comunicare. L'occupazione e' una realta' piu' viva adesso per noi. Come per migliaia di palestinesi tutti i giorni. Come la guerra. Non si puo' stare a guardare 01 aprile 2002 Betlemme Palestina Una roulette russa: testimonianza di prima mano dalla Palestina by q 5:05pm Mon Apr 1 '02 E` stata una roulette russa. Una donna inglese ora e` in sala operatoria colpita in pieno, un francese ha il gomito a pezzi, quindici feriti dei quali sette lievi. Camminiamo all`indietro in discesa, lentamente. Il Tank ci insegue pressandoci, ogni tanto sgasa, e` a quattro metri da me. Dalla Finestrella appare una faccia poliedrica, di plastica, il fucile e` puntato su di noi. Da dietro appare un`altro Tank, ci tiene costantemente sotto tiro con il mitra. Beit Jalla lungo il colle, parte vecchia della citta`, e` luminosa e polverosa, ferita e deserta. Siamo una quarantina tra attivisti e pacifisti, tutti europei piu` quattro americani. Neanche due minuti dall`incontro del Tank. Davanti siamo due o tre italiani, qualche francese e dei belgi. Stradina Strettissima e chiusa. Il Tank inizia a sparare sui muri e davanti hai nostri piedi. Non ho il tempo di avere paura. Qualcuno dietro arretra correndo, non capisco la gravita`, tra la polvere ed il dolore ai timpani non capisco che qualcuno si sta ferendo, sono sotto un carroarmato e guardo la faccia di quell`uomo con il corpo d`acciaio. La prima fila continua a non girare le spalle e resistere. La RAI scappa. Un altra troupe finisce in un angolo, dal Tank scarrellano un mitra e glielo scaricano tra i piedi. Vedo la giornalista immobile dalla paura. Il cameramen rimane ferito. Riescono a salire sul loro pulmino con la scritta BBC. I carriarmati avanzano, sparano, noi continuiamo a rimanere li`, io continuo a non capire. Vedo una donna cadere, penso velocemente che sia svenuta dalla paura. Polvere, le schegge mi sfiorano la faccia. Non mi rendo ancora conto, propongo una tarantella li davanti, il sorriso e` la vittoria della resistenza... che idiota. Ora sono riusciti a eliminare i giornalisti, pochissime anche le nostre videocamere davanti, quasi niente. Hanno sparato con il mitra almeno sessanta volte durante i quindici minuti per fare la discesa. Non so` perche` non siamo scappati subito. Tanti i dettagli e le luci che mi confondono. Arrivati alla fine con il Tank lontano, capisco, mi dicono dei feriti. E` stata come una roulette russa. Non avevo mai visto sparare contro persone con le mani alzate, in una citta` deserta piena di rovine. E` stata una roulette russa. Una donna inglese ora e` in sala operatoria colpita in pieno, un francese ha il gomito a pezzi, quindici feriti dei quali sette lievi. Una roulette russa. q................ h 17:00 Dehisha Camp Davanti a deheishe e' cominciata la resistenza by imc italia a Deheishe 6:14pm Mon Apr 1 '02 Spari nella strada maestra di fronte al Centro Ibdaa. I ragazzi rispondono con pietre e copertoni bruciati. abbiamo la sensazione che stanotte cominci la resistenza. |
|