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Marija Gimbutas
vita e opera
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Marija Gimbutas
nacque a Vilnius, in Lituania, nel 1921.
Nel 1949, scappando dal regime sovietico, si rifugiò negli Stati
Uniti dopo aver conseguito nel 1946 il dottorato in Filosofia
dell’Archeologia presso l’Università di Tubingen in Germania.
La sua preparazione era interdisciplinare, comprendeva le basi
di studi linguistici, etnologia e storia delle religioni, cosa
poco comune tra gli archeologi.Per la sua vasta conoscenza delle
lingue europee, Marija fu scelta dalla Harvard University per
fare ricerca e per scrivere testi sull’Europa preistorica (molti
dei documenti sul Est europeo erano indecifrabili dai suoi colleghi
più anziani).
Rimase a Harvard per tredici anni dove divenne anche oratrice
alla facoltà di Antropologia. Nel 1955, Marija Gimbutas fu fatta
membro del Havard’s Peabody Museum. Nel 1956, Marija presentò
la sua "ipotesi dei Kurgan" in una conferenza internazionale a
Filadelfia. Con questa teoria, fu la prima studiosa a mettere
insieme la conoscenza linguistica e archeologica al fine di risolvere
il problema delle origini del linguaggio dei popoli proto-indoeuropei
(a cui ha dato il nome di "Kurgans" dopo la scoperta dei loro
particolari tumuli sepolcrali) e ad aver tracciato le loro migrazioni
in Europa. Questa ipotesi e l’atto di collegare le discipline,
ha avuto un impatto significativo sulla ricerca riguardante la
cultura Indoeuropea.
Marija Gimbutas ricevette nel corso della sua vita molti premi
prestigiosi incluso il The Outstanding New American Award nel
1960, il Humanities Endowment Award nel 1967, il Los Angeles Woman
of the Year Award nel 1968, il titolo di membro della Fulbright
e della American Academy of Sciences, e borse di studio dalla
Smithsonian Institution, dalla National Science Foundation, ed
il sostegno di importanti istituzioni. Fu scelta per essere membro
del Center for Advanced Study in the Behavioral Sciences (centro
di studi avanzati delle scienze del comportamento) alla Stanfor
University, per l’anno accademico 1961-62, dove ha redatto il
suo immenso tomo chiamato Bronze Age Cultures of Central and eastern
Europe (culture dell’Età del Bronzo nel centro e est europeo)
(Moulton, 1965).
Nel 1963, fu invitata ad insegnare alla University of California
a Los Angeles, dove rimase come professoressa ordinaria fino al
suo ritiro nel 1989. Durante quegli anni molto attivi le fu assegnata
la cattedra dell’European Archeology dove ha stimolato lo sviluppo
degli studi indoeuropei; diventò membro del consiglio d’amministrazione
del Old World Archeology al Cultural History Museum (museo della
storia culturale), e mantenne un’enorme attività produttiva
di pubblicazioni mentre viaggiava e teneva conferenze in tutto
il mondo. Ha collaborato costantemente con giornali e enciclopedie
Lituane e fu una figura importante negli studi Baltici. La cosa
più importante è che divenne direttrice progettuale in
cinque principali scavi di siti neolitici nel sudest europeo,
tra il 1967 e il 1980.
Questi scavi effettuati nell’ex Jugoslavia, Macedonia, Grecia
e Italia le hanno dato la possibilità di concentrarsi sull’indagine
inerente al periodo Neolitico (che ha chiamato "Europa Antica")
per comprendere lo sviluppo culturale antecedente all’influenza
Indoeuropea. Il suo lavoro preliminare risultò nella pubblicazione
del Gods and Goddesses of Old Europe (Thames and Hudson, 1974,
ripubblicato nel 1982 con il titolo originale Goddesses and Gods
of Old Europe), scritto durante la sua permanenza in Olanda come
membro del Netherlands Institute for Advanced Study in the Humanities
and Social Sciences (Istituto Olandese per gli studi avanzati
in scienze sociali e umanistiche), 1973-74.
Nonostante sia considerato sbagliato interpretare,in materia di
archeologia tradizionale, l’ideologia delle società preistoriche,
per Marija diventò ovvio che ogni aspetto della vita dell’Europa
Antica rivelasse un sofisticato simbolismo religioso. Di conseguenza,
si dedicò ad uno studio approfondito delle immagini e simboli
neolitici per scoprire il loro significato sociale e mitologico.
Per realizzare ciò dovette
allargare l’ambito dell’archeologia descrittiva per includere
la linguistica, la mitologia, le religioni comparate e lo studio
di documenti storici. A questo approccio interdisciplinare ha
dato il nome di archeomitologia.
Dopo anni di ricerca solitaria i temi principali dell’arte e della
religione dell’Europa Antica furono presentati nel The Language
of the Goddess (Harper, 1989). Marija osservò che la forma femminile
era presente in migliaia di immagini, riflettendo la centralità
della donna nella vita religiosa e culturale. Immagini di dee,
di dèi maschili, entrambi antropomorfi e zoomorfi, esprimevano
una sacra participazione nei grandi cicli naturali della fertilità
e della nascita, della morte e rigenerazione.
Con il libro The civilization of the Goddess, fu la prima studiosa
a dare una panoramica generale delle culture neolitiche in una
larga scala europea (includendo modelli di abitazione, struttura
sociale, arte, religione e alfabetizzazione) e che ha articolato
le differenze tra i sistemi dell’Età del Bronzo, matrilineari
dell’Europa Antica e quelli patriarcali indoeuropei.
Marija ha incoraggiato con entusiasmo i linguisti, archeologi
e altri studiosi a fare ricerca sulla transizione del periodo
Neolitico e dell’Età del Bronzo in Europa. Con questo intento,
organizò diverse conferenze internazionali per stimolare la ricerca
interdisciplinare. Prima di presentare le proprie idee sull’ibridazione
dell’Europa Antica e sugli elementi dello sviluppo culturale Indoeuropeo,
pochissimi studiosi la pensavano come lei. Ciò nonostante è
estremamente significativo ai nostri giorni la comprensione della
trasformazione radicale in Europa verso una struttura sociale
patriarcale e bellicosa.
E’ morta a Los Angeles il 2 febbraio del 1994. Verrà ricordata
per il suo brillante intelletto, per la sua generosità e visione
appassionata e originale. Marija Gimbutas ha avuto il coraggio
di parlare secondo le proprie percezioni e così di allargare
le frontiere della prorpria disciplina.
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