Marija
Gimbutas
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intervista
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David:
Che cosa ha inizialmente inspirato il tuo interesse per la dimensione
archeologica e mitologica delle religioni dell’Europa Antica orientate
sulla Dea?
Marija:
Penso che abbia a che fare con tutta la mia vita. Sono sempre
stata una pecora nera. Ero molto indipedente. Anche mia madre
era molto indipendente. Lei fu una delle prime studentesse di
medicina in Svizera e Germania, quando non c’erano altre ragazze
che studiavano. Sono nata in Lituania quando ancora il 50% della
popolazione era pagana. Ho avuto parecchi legami con le dee. Durante
la mia infanzia erano ovunque. La Dea Laima stava li, ti poteva
chiamare nella notte e guardarti attraverso le finestre. Quando
una donna partorisce lei appare, e la nonna sta sempre vicino
ad organizzare le cose. La nonna ha dei regali per la Dea, tovaglie
e stoffe tessute disposte per lei, perchè la Dea tesse
la vita, lei è la filatrice. Oggi la Dea Laima potrebbe essere
sul punto di scomparire, ma 50 anni fa era ancora molto viva nella
tradizione pagana.
Rebecca: Quando dici
"pagani" ti riferisci alle persone che vivono in campagna, vicino
alla natura?
Marija: Si.
La Lituania fu cristianizzata solo nel XIV secolo e anche allora
ciò non significava molto perchè la cristianizzazione fu
fatta da missionari che non comprendevano la lingua, e la campagna
rimase pagana per almeno altri due o tre secoli. Poi, nel XVI
secolo, arrivarono i Gesuiti che iniziarono a convertire la gente.
In alcune zone, fino al dicianovesimo e ventesimo secolo, c’erano
ancora vive credenze in Dee e in tutti tipi di esseri. Quindi,
nella mia infanzia, sono stata esposta a molte cose che erano,
direi, quasi preistoriche. Quando ho studiato archeologia, fu
più facile per me afferrare il significato di queste sculture
che per un’archeologo nato a New York, il quale non sa niente
circa la vita di campagna in Europa. (ride)
Prima ho studiato linguistica, Etnologia e Folclore. Ho preso
Folclore quando stavo alle Scuole Superiori. Avevo sempre una
domanda in testa: quale è la mia cultura? Avevo sentito molto
sugli Indoeuropei e che la nostra lingua, il lituano, era una
lingua Indoeuropea molto antica e tradizionale. Ero interessata
a questo. Ho studiato la lingua Indoeuropea e gli studi comparativi
Indoeuropei, e a quei tempi non c’era nessun interrogativo su
come fossero le cose prima degli Indoeuropei. Era
sufficiente sapere che gli Indoeuropei già stavano lì.(ride)
La questione su che cosa potesse esserci prima di loro, arrivò
molto dopo.
Allora, perchè c’era la guerra, sono dovuta scappare dalla Lituania.
Ho studiato in Austria, a Vienna, ed ho ottenuto il dottorato
in Germania. Ero ancora molto interessata alla mia antica cultura
lituana, e ho aggiunto degli studi a quegli che avevo già
fatto ufficialmente. Facevo ricerca sul simbolismo e ho raccolto
materiale dalle biblioteche. Questa è una mia tendenza ed interesse:
religione antica, religione pagana e simbolismo. La mia tesi di
laurea fu anche collegata con questo; scrissi sui riti funerari
e sulle credenze nella vita dopo la morte, ed è stata pubblicata
in Germania nel 1946.
Quando sono venuta negli Stati Uniti, ho avuto la possibilità
di iniziare gli studi di archeologia dell’Est europeo, e nel 1950
sono diventata ricercatrice per la Harvard rimanendovi per 12
anni. Ho dovuto imparare da zero perchè non c’era nessuno in tutti
gli Stati Uniti che fosse bene informato sui tempi preistorici
in Russia o Unione Sovietica. Allora, mi invitarono a scrivere
un libro sulla preistoria nell’Est europeo e ho passato quasi
15 anni a farlo.
Rebecca:
Hai previsto l’interesse incredibile che questa ricerca avrebbe
suscitato?
Marija: No. A quel
tempo ero solo un’archeologa intenta a fare il suo lavoro, studiando
tutto ciò che potevo. Dopo di ché, arrivarono gli studi sull’Età
del Bronzo, che mi hanno chiarito un altro aspetto di questa cultura
Indoeuropea. Nel mio primo libro scrissi sull’archeologia dell’est
europeo, iniziai la mia ipotesi sulle origini degli Indoeuropei
in Europa, la quale ancora funziona senza aver subito molti cambiamenti.
Rebecca: Puoi descrivere
la tua ipotesi?
Marija: Questi popoli
Indoeuropei arrivarono in Europa dal sud della Russia, introdussero
la cultura Indoeuropea, ibridando la cultura europea. L’antica
cultura si mischiò ai nuovi elementi: le Steppe, gli elementi
pastorali e patriarcali. Così, già 30 anni fa, avevo intuito che
c’era qualcos’altro prima degli Indoeuropei. Ma ancora non focalizzavo
affatto sulla Dea, sulle sculture, sull’arte o sulle ceramiche
dipinte. Sapevo solo che esistevano, ma non avevo avuto ancora
l’opportunità di immergermi nel campo.
L’occasione arrivò quando sono venuta all’UCLA nel 1963, iniziando
gli scavi nel sudest europeo nel 1967, in Jugoslavia, Grecia ed
Italia, facendo questo lavoro per 15 anni. Quando sono stata in
Europa a visitare musei, mi ero già fatta una conoscenza di come
potesse essere stata questa cultura prima degli Indoeuropei, prima
ancora del patriarcato. Questo, per me, é sempre stato un punto
interrogativo: come sarà stata? E’ talmente diversa. Ceramiche
dipinte, per esempio, ceramiche bellissime. E poi le sculture.
Nessuno stava effettivamente scrivendo qualcosa a riguardo. C’erano
tanti di questi reperti, a centinaia. Ed ho iniziato a scrivere
ciò che costattavo. Allora, ho iniziato i miei scavi da
sola e ho trovato, per lo meno, centinaia di sculture.
Rebbeca: A quale profondità
hai dovuto scavare?
Marija: Dipende. A
volte un sito del V secolo a.C. stava in cima. Potevi caminare
tra le case di 7.000 anni fa! Altre volte, dovevi scavare in profondità
per raggiungerle. Normalmente, si scavano siti che sono già esposti,
che sono conosciuti e dove la gente trova degli oggetti di grande
interesse. Molte cose sono state distrutte in questo modo. Alcuni
scavi di rilevante interesse sono stati effettuati, specialmente
in Grecia, e ho iniziato a capire sempre di più sulle sculture.
Non so dire come ne quando, ma ad un certo punto fui in grado
di distinguere alcuni tipi di sculture dalle loro copie. Per esempio,
la dea-uccello e la dea-serpente, che sono le più semplici da
distinguere.
Così, lentamente, ho aggiunto sempre più informazioni. Il mio
primo libro si intitolava "Godesses and Gods of Old Europe"
(Dee e Dei dell’Europa Antica). Veramente, la prima edizione si
intitolava "Gods and Godesses of Old Europe"
solo che allora non mi è stato permesso di usare "Godesses"
prima di "Gods".
David: Chi non lo ha
permesso? L’editore?
Marija: Si. L’editore
non me lo ha permesso. Dopo otto anni è apparsa una seconda edizione
con il titolo originale, "Godesses and Gods of Old Europe".
Rebecca: Quella prima
edizione varrà molto un giorno. (ride) Il tuo lavoro interessa
un vasto pubblico, e anche se queste persone non hanno una preparazione
accademica, spesso intuiscono bene ciò di cui parli.
Marija: Le persone
intuitive sono sempre le prime a capirlo. Poi per ultimo anche
l’ambiente universitario riesce ad afferrare qualcosa perchè
sono le persone meno intuitive. (ride)
Rebecca: Ci puoi descrivere
brevemente le maggiori differenze tra le tradizioni dell’antica
cultura della Dea e il patriarcato Indoeuropeo che è venuto a
dominare, e quali aspetti della cultura patriarcale hanno causato
la volontà di dominare quella matrifocale?
Marija: Sono sistemi
simbolici molto differenti. Tutto questo riflette la struttura
sociale.
La struttura sociale Indoeuropea è patriarcale, patrilineare e
la forma mentis è guerriera. Ogni dio è anche un guerriero.
I tre principali Dei Indoeuropei sono il Dio del Cielo Splendente,
il Dio degli Inferi e il Dio del Tuono. Le divinità femminili
sono solo delle spose, moglie o fanciulle prive di alcun potere,
prive di alcuna creatività. Stanno solo lì, sono delle bellezze,
sono delle Veneri, come vergini dell’alba e del sole.
Il sistema da cui proveniva la cultura di matrice materna antecedente
agli Indoeuropei, era molto diverso. Dico di matrice materna e
non matriarcale perchè quest’ultima desta sempre idee di
dominio, ed è semanticamente contrapposta al patriarcato.
Quella era una società equilibrata, non è vero che le donne fossero
talmente potenti da usurpare tutto ciò che fosse maschile.
Gli uomini occupavano le loro legittime posizioni, facevano il
proprio lavoro, avevano i loro compiti e avevano anche il loro
potere. Ciò è riflesso nei loro simboli dove si trovano
non solo dee ma anche dei. Le dee erano creatrici, creavano da
se stesse. In un tempo così lontano come il 35.000 a.C., dai simboli
e dalle sculture, possiamo osservare che le parti del corpo femminile
erano parti creative: seni, ventre e natiche. C'era una visione
differente dalla nostra, che non aveva niente a che fare con la
pornografia.
La vulva, per esempio, è uno dei primi simboli incisi, ed è simbolicamente
collegato alla crescita, e al seme. A volte, vicino ad essa o
anche al suo interno c’è un ramo o un motivo di pianta. Questo
tipo di simbolo è molto duraturo, persiste da almeno 20.000 anni.
Tuttoggi, in alcuni paesi, la vulva è un simbolo che offre una
sicurezza di creatività, di continuità e di fertilità.
Rebecca: Perchè la cultura patriarcale ha
scelto di dominare?
Marija: La questione sta nella cultura in sé. Loro
avevano armi e avevano cavalli. Il cavallo è apparso solo con
gli invasori che arrivavano dal Sud della Russia, perchè
nell’Europa Antica non c’erano armi, niente pugnali, niente spade.
C’erano solo strumenti per la caccia. Le abitazioni erano molto
diverse. Gli invasori erano un popolo semi-nomade mentre in Europa
c’era un popolo di agricoltori, che vivevano in una determinata
zona per periodi molto lunghi, prevalentemente nei posti più belli.
Quando arrivarono questi guerrieri, si stabilirono in cima alle
colline spesso in posti di difficilissimo accesso, perciò sono
dell’opinione che gli antichi europei non avrebbero potuto sviluppare
la loro cultura in condizioni di patriarcato e di guerra. Sarebbe
stata una forzatura. Abbiamo delle prove archeologiche che queste
due culture si scontrarono. E poi, chiaramente, chi cominciò a
dominare? Quegli che avevano cavalli e armi, che avevano piccole
famiglie e che si potevano muovere di più.
Rebecca: Come pensi
sia stata la vita quotidiana delle persone nella società
matrilocale?
Marija: La religione aveva una parte enorme e il
tempio era una specie di fulcro della vita. I manufatti più belli
si facevano per il tempio. Erano molto riconoscenti per tutto
ciò che avevano. Dovevano ringraziare sempre la Dea, farle offerte,
ed apprezzarla. Le gran sacerdotesse e le regine erano un’unica
persona e c’era una sorta di gerarchia di sacerdotesse.
David: La religione della Dea era, sostanzialmente,
monoteista?
Marija: E’ molto difficile
rispondere a questa domanda. Era monoteista o non lo era? C’era
una sola Dea o no? Verrà il tempo in cui sapremmo di più, ma per
il momento non possiamo andare più a fondo nella preistoria. Quello
che vedo, è che sin da molto presto, sin dai tempi del Paleolitico
Superiore, abbiamo già tipi diferenti di dee. Dunque, queste sono
dee diverse o sono diversi aspetti di un’unica Dea?
Prima di 35.000 o 40.000 anni a.C. non esiste quasi nessun tipo
di arte, però il tipo di rappresentazione della Dea con grandi
seni, natiche e ventre voluminoso esiste già all’inizio del Paleolitico
Superiore. Ma in un periodo più tardo, ad esempio, nella cultura
Minoica a Creta, abbiamo una Dea che tende ad essere più un’unica
Dea piuttosto che diverse. Anche le dee serpenti che esistono
a Creta, sono collegate moltissimo alla Dea principale che viene
raffigurata seduta su di un trono o venerata in queste cripte
sotterranie. Forse, in tempi molto remoti, c’era anche una stretta
interrelazione tra i diferenti tipi di rappresentazione di essa.
Forse
arriveremo alla conclusione che questa era già una religione monoteista
anche se tendiamo a chiamarla "la religione della Dea". Dobbiamo
solo ricordare che c’erano molti tipi diversi di dee.
Rebecca: Vedi tracce
della religione della Dea in diverse religioni attuali nel mondo?
Marija: Si, mi sembra così. La Vergine Maria è
ancora estremamente importante. Lei è l’erede di molti tipi di
dee, veramente. Lei rappresenta quella che dà la vita,
ed è anche la rigeneratrice e la madre terra insieme. Troviamo
traccie di questa madre terra molto in profondità nella preistoria;
lei è la madre gravida e continua
ad esserlo per, forse, 20.000 anni, ed è molto bene preservata
in quasi tutta Europa como anche in altre parti nel mondo.
David: Vedi l’ipotesi
di Gaia come una rinascita dell’originale religione della Dea?
Marija: Penso che ci
sia qualche collegamento, probabilmente in un senso Junghiano.
Questa cultura è esistita così profondamente e così per tanto
tempo che non può essere ininfluente nel nostro pensiero.
Rebecca: Deve aver
condizionato le nostre menti per un lungo periodo. Come rispondi
alla critica frequente che vede la religione della Dea unicamente
come un rito della fertilità?
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Marija:
Come rispondo a tutte queste critiche sciocche? (ride) La gente
che lo dice, in genere , non è bene informata e non ha mai studiato
la questione. La fertilità era importante per la continuità della
vita nella terra, ma la religione riguardava la vita, la morte
e la rigenerazione. I nostri antenati non erano primitivi.
David: Hai avuto molte
resistenze da parte della comunità accademica circa le tue interpretazioni?
Marija: Non direi tantissime,
ma alcune sì. E’ naturale. Per decadi gli archeologi raramente
hanno toccato il problema della religione.
Rebecca: Dici per così
tanto tempo?
Marija:
Beh, gli archeologi accettavano, probabilmente, l’esistenza di
una religione del Paleolitico Superiore e del Neolitico, ma l’istruzione
era tale che gli studenti non avevano l’occasione di essere esposti
a questo tipo di questioni. Non c’era nessun insegnamento riguardo
la religione preistorica. Solo in alcuni posti, come all’Università
di Oxford, sessanta o settanta anni fa, il Professore James faceva
un corso sulla Dea. Nessuno a quei tempi faceva
resistenza. Adesso abbiamo più resistenze
perchè alcune persone non accettano automaticamente l’idea
di una religione della Dea.
Critiche di questo tipo (il rifiuto della Dea) per me non hanno
senso. Ciò che è vero è vero, e ciò che è vero rimarrà. Forse
ho commesso alcuni errori nel decifrare i simboli, ma cercavo
continuamente di capire di più. Oggi so di più rispetto a quando
scrivevo trent’anni fa. Il mio primo libro non era completo, e
così ho dovuto produrre un’altro libro e un’altro libro ancora
per dire sempre di più. E’ un lungo processo.
Rebecca: E’ vero che
fu incredibilmente difficile trovare fonti e riferimenti scritti
per la tua ricerca?
Marija: C’era talmente
poco, era sbalorditivo! C’erano dei libri buoni negli anni 50.
Nel 1955 fu pubblicato un libro sulla dea madre dal psicologo
Junghiano Eric Neumann.
Rebecca: Quando ho
cercato di ottenere alcuni dei tuoi libri in biblioteca erano
già tutti presi, e il bibliotecario ha detto che era sempre
così, segno che i lavori su questo argomento sono ora, effettivamente,
molto richiesti.
Marija: Non me lo sarei
mai sognata una cosa del genere. Ma ho sempre pensato che i libri
di archeologia non fossero, generalmente, letti e che uno scrivesse
solo per i propri colleghi.
David: Ti sei mai sentita
sorpresa, durante i tuoi scavi e anche di quegli altrui, dal design
avanzato delle dimore e degli insediamenti nella cultura della
Dea?
Marija: Si, fui molto sorpresa. E' stata una rivelazione
vedere che la cultura successiva fosse molto meno avanzata di
quella iniziale. L’arte è incomparabilmente inferiore rispetto
a ciò che era prima, ed è esistita una civiltà di 3.000
anni, circa, prima che fosse distrutta.
Quello ci ha dato una prospettiva riguardo la durata di queste
culture, e si poteva vedere un magnifico sviluppo, dal più semplice
al più sofisticato, nell’architettura e nella costruzione di templi.
Alcune case e templi erano a due piani e avevano le pareti dipinte.
Catal Huyuk fu una grandiosa scoperta in Anatolia. I muri dipinti
furono pubblicati solo nel 1989, venticinque anni dopo gli scavi
effettuati da Myler. Centoquaranta muri dipinti - e gli archeologi
non ci volevano credere perché questi dipinti erano talmente sofisticati.
E pensare che sono del settimo millennio!
Da trent’anni a questa parte abbiamo la possibilità di datare
gli oggetti usando la datazione con carbonio 14. Quando ho iniziato
a fare la mia ricerca, la cronologia era molto poco chiara e lavoravamo
duramente per capire a quale periodo potesse appartenere un oggetto.
Poi, negli anni sessanta, tutto diventò molto più semplice. Ho
passato molto tempo a fare cronologia che è un lavoro molto tecnico.
Rebecca: Pensi che
la società matrilocale possa avere sostenuto delle città, o la
natura della religione e dello stile di vita ha solo permesso
di sostenere dei piccoli centri generalmente non più grandi di
piccoli villaggi?
Marija: Avrebbe sostenuto
delle città. Iniziò a svilupparsi in una cultura urbana, soprattutto
in una zona della civiltà Cucuteni, che è oggi la Romania e la
parte ovest dell’Ucraina. Lì abbiamo delle città da dieci a quindici
mila abitanti in torno al 4.000 a.C. Quindi, lo sviluppo urbanistico
iniziò ma fu troncato.
Rebecca: Hai detto
di pensare che il significato dell’arte e della religione preistorica
possa essere decifrato e che dobbiamo analizzare le prove dal
punto di vista dell’ideologia. Pensi che lo possiamo effettivamente
fare senza farci influenzare troppo dai pregiudizi delle nostre
ideologie?
Marija: E’ sempre difficile.
La maggior parte degli archeologi ha estrema difficoltà nell’accettare
che la vita fosse così diversa. Per dirti, uno scavatore pubblica
la mappa di un villaggio a pianta circolare con le case distribuite
a forma di cerchio concentrico nel cui centro c’è anche un'altra
casa. La spiegazione immediata è che quella al centro è la casa
del capo intorno a cui si dispone la sua scorta, e l’ultimo cerchio
corrisponde alle case di chiunque altro. Poi, quando analizi il
materiale è proprio il contrario. Il cerchio più ampio di case
corrisponde a quelle più importanti, con le case più grandi fornite
di pavimenti migliori e così via, poi in ordine crescente verso
l’interno del cerchio ci sono le case più piccole. Allora puoi
scrivere aneddoti sulla loro interpretazione perchè vediamo solo
dal prisma del ventesimo secolo.
David:
Che cosa indica la tua ricerca circa lo status sociale delle donne
nella cultura preindoeuropea?
Marija:
Le donne erano esseri ugualitari, questo è certo, e forse anche
di più, forse anche più onorate perchè erano molto
influenti nella vita religiosa. Il tempio era gestito da donne.
Rebecca: E per
quanto riguarda la vita politica?
Marija: Chiaramente
è tutto un’ipotesi, non puoi ricostruire facilmente, puoi solo
giudicare da quello che rimane e da ciò che ancora esiste nella
mitologia, perchè entrambe le cose sono il riflesso della struttura
sociale. Le mie scoperte suggeriscono che la vita politica fosse
strutturata con il sistema "avuncular". I governanti
del paese sono la regina, che è anche la gran sacerdotessa, insieme
a suo fratello o zio. Il sistema viene così chiamato "avuncular"
che deriva dalla parola in inglese "uncle" (zio).
L’uomo, il fratello o lo zio, era molto importante nella società
e, probabilmente, c’era parità tra donne e uomini. Nella mitologia
troviamo le coppie di sorella-fratello di dee femmine e di dei
maschi.
E’ sbagliato dire che questa fosse una cultura di solo donne,
in cui esisteva una sola dea ma nessun dio. Nell’arte il maschio
è meno rappresentato, è vero, ma non c’è alcun dubbio sull’esistenza
di dei maschili. In tutte le mitologie, per esempio in Europa,
nella Germanica o Celtica o Baltica, troverai la terra madre o
la dea terra e il suo compagno maschio (o equivalente) accanto
a lei. Ci sono anche altre coppie come la dea della natura, rigeneratrice,
che appare in Primavera e da la vita a tutti gli animali della
terra, agli esseri umani e alle piante. Lei è Artemide nella mitologia
greca. Viene chiamata la Signora degli Animali, e esiste
anche la sua controparte maschile dello stesso tipo chiamato Signore
degli Animali. La rappresentazione di questo appare a Catal
Huyuk nel VII millennio a.C. e si trovano ovunque nella preistoria,
di tal modo che non dovremmo assolutamente trascurare questo aspetto.
C’è un equilibrio tra i sessi ovunque, sia nella religione che
nella vita.
David: Esistono prove
che la presa di potere sia stata violenta e di quanto la gente
abbia cercato di difendersi?
Marija: Fu violenta,
ma è difficile stabilire il quanto abbiano cercato di diffendersi.
Ma furono sconfiti. Esistono prove di emigrazione e di fuga da
questi avvenimenti violenti e molta confusione, moltissi cambiamenti
di popolazione. La gente iniziò a fuggire verso posti come isole
e foreste e zone collinari. Negli insediamenti abbiamo prove di
omicidi.
Rebecca: E per
quanto riguarda i Kurgan, la cultura invadente, furono sempre
patriarcali? Quando è che inizia il patriarcato?
Marija: Questa è una
questione molto seria alla quale gli archeologi ancora non possono
rispondere. Possiamo osservare che il patriarcato esisteva, di
sicuro, già intorno al V millennio a.C e che i cavalli sono stati
adomesticati non più tardi di questo periodo.
Rebecca: Pensi
che siano venuti da una cultura matrilineare?
Marija:
E’ molto probabile. Il problema è che proprio lì, nel sud della
Russia, non abbiamo delle prove. Non abbiamo vasti scavi nella
zona di siti anteriori al 5.000 a.C.
Rebecca: La
"sacra scrittura" che hai tradotto dalla cultura della dea, si
sviluppò mai, che tu sappia, in frasi o proposizioni?
Marija: Di nuovo, sta
al futuro decidere. E’ possibilie che sia stata una scrittura
sillabica e che si sarebbe probabilmente sviluppata in qualcosa
se non ci fosse stata la distruzione della cultura. La scrittura
è scomparsa in quasi tutta l’Europa ed è nel centro e ovest europeo
che troviamo conservati la maggior parte dei segni.
Nell’Età del Bronzo, a Cipro e a Creta, la scrittura persisteva,
cosa che ha molto a che fare con ciò che esisteva prima del V
millennio a.C.. Qualcosa è stato preservato ma non abbiamo ancora
dei collegamenti molto chiari per causa del cambiamento di questa
cultura.
Gli studiosi stanno facendo ricerche al riguardo e spero che,
in qualche modo, venga decifrato. Il problema consiste nel fatto
che questa lingua preindoeuropea viene studiata molto poco. La
gente studia i sostrati della lingua in Grecia, in Italia, ma
prevalentemente ciò che riesce a ricostruire sono nomi di posti
come Knosso, che è un nome preindoeuropeo. La parola per "mela",
per esempio, è preindoeuropea e quindi i linguisti piano piano,
parola per parola, hanno scoperto quali parole non sono indoeuropee.
I nomi per i semi di vari alberi, piante e animali, sono facilmente
ricostruibili. Esistono anche diversi nomi preindoeuropei attribuiti
alla stessa cosa (come ad esempio per il maiale) e si usano tutti;
alcune lingue usano nomi preindoeuropei, altre usano nomi indoeuropei,
o entrambi.
Questo è un campo di ricerca che dovrebbe essere ulteriormente
sviluppato nel futuro, e in questo senso penso di esercitare una
certa influenza. E’ estremamente importante avere una ricerca
interdisciplinare. A lungo nelle università esistevano tante facoltà
e nessun collegamento tra loro. Succedeva questo soprattutto in
Archeologia, che non aveva legami con gli studi linguistici ne
con la mitologia ne con il folclore.
Rebecca: Hai parlato
della necessità di creare un campo di archeo-mitologia.
Marija: Si. Quando
non ignori le altre discipline ti si apre un mondo. E’ una tale
rivelazione vedere nella mitologia veri elementi antichi che possono
essere applicati all’archeologia. Per molti archeologi questa
non è scienza, e vabbene, lasciamo che non sia scienza! Non ha
importanza come la chiami. (ride)
Rebecca: Molte persone
credevano che il linguaggio fosse iniziato con l’uomo cacciatore,
ma ora c’è più inclinazione verso l’idea di che sia iniziato dentro
casa. Secondo te, quando e come inizialmente si è sviluppato il
linguaggio?
Marija: Molto, molto
presto, nel Paleolitico Inferiore. E si sviluppò nella famiglia.
Alcuni linguisti stanno eseguendo una ricerca sulle prime parole
conosciute, e alcune informazioni mostrano che certe parole sono
molto, molto antiche e che esistono in tutto il mondo.
David: Hai raccolto
molte leggende popolari europee. Poichè i miti sulla creazione
si trovano in quasi tutte le culture del mondo, hai mai trovato
alcuno attinente a questo tema?
Marija: Si. Come quello
del uccello di acqua e l’uovo cosmico. Il mondo inizia con un
uovo e l’uccello di acqua lo sta portando, poi l’uovo si spacca
e una parte di esso diventa terra e l’altra cielo.
David: Hai mai trovato
nelle fiabe lituane un collegamento con Adamo e Eva?
Marija: No. Ma è interessante
notare che la prima moglie di Adamo fu Lilith. E chi era Lilith?
Lilith era un’uccello predatore, la Dea Avvoltoio della Morte
e Rigenerazione, era estremamente potente. Era colei che fu trasformata
in una figura demoniaca per aver osato rifiutare la sottomissione
ad Adamo. Ed
é volata via. Adamo non la poteva controllare. Cosí, gli
è stata data una seconda moglie, Eva, che fu creata da
una sua costola per assicurare, naturalmente, l'ubidienza al proprio
uomo. Gli rimase accanto per sempre.
(Ride)
Rebecca: Nella
mitologia e nel folclore ci sono tante trasmutazioni della dea
che si sviluppa da una figura positiva in una negativa. Vedi questo
come un tentativo consapevole di deformazione della figura femminile?
Marija: Si lo è. Questo
è proprio il modo di fare della cristianità...hanno avvertito
il pericolo. Hanno demonizzato colei che era più potente. Colei
che poteva realizzare molte cose, che era collegata ai fenomeni
atmosferici, alle pioggie e alle tempeste. Così era la Dea che
governava sulla morte e sulla rigenerazione, colei che diventò
la strega. Quindi era molto potente e nei giorni dell’Inquisizione
viene descritta come davvero pericolosa.
Da varie descrizioni puoi percepire che c’era paura. Lei poteva
controllare la sessualità maschile, per esempio, lei poteva tagliare
la luna e fermarle la crescita, lei era chi manteneva l’equilibrio
del potere della vita. Questa dea poteva fare molti danni. Ma
devi capire perchè faceva tutto questo. Non poteva permettere
alle cose di crescere per sempre, doveva fermarle, causando la
morte in modo da ricreare il ciclo dall’inizio. Lei è la principale
rigeneratrice del mondo intero, di tutta la natura.
Rebecca: Allora la
cultura patriarcale dovette spaventare la gente in relazione alla
dea in modo che l’abbandonassero.
Marija: Si. Nel XV
e XVI secolo, che sono critici per questo cambiamento, lei divenne
un demonio, un mostro. Questa immagine è ancora con noi. Viene
più o meno preservata in ogni paese. Nei Paesi Baschi è ancora
molto viva. E’ l’avvoltoio, vive in caverne. E a volte i pastori
predispongono delle croci cristiane per tenere lontani gli avvoltoi.
(ride)
David: Sei ampiamente
responsabile per il riemergere della coscienza della Dea nell’emisfero
occidentale. Come ti senti per il modo in cui questa prospettiva
viene socialmente e politicamente interpretata?
Marija: L’interpretazione
della Dea a volte è un po eccessiva. Non vedo in che modo possa
essere ricostruita, così come era, e ritornare nelle nostre vite,
ma dobbiamo cogliere il meglio di quello che riusciamo ad afferrare.
La migliore comprensione è della divinità stessa. Il Dio cristiano
punisce ed è adirato e non si adatta per niente ai nostri tempi.
Abbiamo bisogno di meglio, di qualcosa di più vicino, che possiamo
toccare con mano. Abbiamo bisogno di un po di compassione, di
amore e anche di un ritorno alla natura delle cose.
Attraverso una comprensione di ciò che era la Dea, possiamo comprendere
meglio la natura e possiamo costruire le nostre ideologie di forma
che ci sia più facile vivere. Dobbiamo essere contenti di quello
che abbiamo, e di tutta la bellezza che c'è. La Dea è esattamente
questo. Lei è la natura stessa. Penso che ciò debba essere restituito
all’umanità. Non credo che la cristianità continui ancora per
molto, ma è come il patriarcato, non è facile liberarsene, (ride)
ma in qualche modo ci si sta riuscendo.
Rebecca: Il
patriarcato esiste da circa 5 mila anni rispetto alla cultura
della Dea che è durata forse milioni di anni. Perchè è durata
così tanto?
Marija:
Per i motivi di cui ho parlato. Era naturale avere questo tipo
di divinità ed è assolutamente innaturale creare un dio punitore
e degli dei guerrieri che stimolano i nostri istinti peggiori.
David:
Molti dei temi affrontati da te come il dare vita, il rinnovo
della terra eterna, la morte e la rigenerazione, l’energia che
si espande, sono temi archetipi molto conosciuti che capitano
durante un’esperienza psichedelica. Sono curioso di sapere se
pensi che le culture orientate sulla Dea facessero uso di funghi
o di qualche tipo di pianta psicoattiva nei loro rituali, e se
prendi Terence Mckenna sul serio quando dice che l’uso di sostanze
psichedeliche fu il segreto perduto a Catal Huyuk?
Marija: Sono sicura che l'avessero. Questa conoscenza
esiste ancora in rituali come Eleusis in Grecia dove si sa perfettamente
che l’uso di sostanze psichedeliche era ricorrente. Dalla descrizione
dei funghi forse puoi giudicare che fossero sacri, ma forse è
un’aspetto poco importante. Nelle incisioni dei sigilli minoici,
per esempio, abbiamo spesso indicati dei papaveri. Inoltre, in
insediamenti neolitici furono trovati semi di papavero. Quindi
ne erano coscienti, raccoglievano, usavano e forse coltivavano
papaveri come le altre piante domestiche.
David:
Pensi che questo abbia influenzato la cultura?
Marija: Si. Dai rituali
Dionisiaci in Grecia, che possono andare indietro fino a tempi
molto remoti, si trovano tutti questi balli, l’eccittazione sempre
al limite, una frenesia, quasi ai limiti della pazzia. Ciò accadeva
perfino nell’epoca paleolitica, suppongo, ma che cosa usassero
è difficile da ricostruire. Si, abbiamo i semi di papavero, e
vabbene. Funghi? Forse. Che altro? La prova inconfutabile non
fu preservata nelle testimonianze archeologiche. E’ scomparsa.
Rebecca:
Quali pensi siano le differenze significative tra una cultura,
come quella della Dea, che ha un concetto di tempo ciclico, in
confronto a una cultura come la nostra che vede il tempo lineare,
progressivo verso un futuro?
Marija: E' molto più
facile vivere quando tieni conto della ciclicità della
vita. E' folle pensare ad uno sviluppo lineare come nelle credenze
europee sulla vita dopo la morte.
Rebecca:
Questo aspetto della cultura della dea, l'idea che le cose si
muovano in cicli. Pensi che questo li abbia reso molto più
filosofici circa la vita?
Marija:
Molto più filosofici. Ed é un'ottima filosofia.
L'intera evoluzione si basa molto su l'idea di rigenerazione della
vita e di stimolazione delle forze vitali. La cosa che ci interessa
maggiormente é proprio la preservazione della forza vitale,
svegliandola in ogni primavera, e vedere che continua e che la
vita prospera.
David: Quanto pensi
sia importante rispetto ai problemi attuali, la comprensione del
nostro passato più remoto?
Marija: Penso che sia
arrivato il momento di essere più pacifici, di calmarsi
(ride), e questa filosofia di vita in qualche modo ci riappacifica,
portandoci ad una qualche armonia con la natura in cui possiamo
apprendere il reale valore delle cose. E' importante sapere che
sono esistite, durante molto tempo, culture senza guerra, soprattutto
perché la maggior parte della gente del XX secolo crede
che le guerre siano sempre esistite.
Ci sono molti libri che ancora affermano cose folli come questa
o come l'idea che l'agricoltura e la guerra siano nate contemporaneamente.
Dicono che quando i villaggi iniziarono a crescere si doveva difendere
la proprietà, ma questo non ha alcun senso! Non c'era un
concetto di proprietà per come lo intendiamo oggi; c'era
la proprietà ma era una proprietà comune. In effetti,
c'era una specie di comunismo, nel miglior senso del termine.
Cosa che non protrebbe esistere oggi nel ventesimo secolo. Inoltre,
credevano che tutti fossero uguali in relazione alla morte. Mi
piace molto questa idea. Non sei nessuno, ne regina ne ré,
quando le tue ossa sono raccolte insieme ad altre ossa. (ride)
David: Siccome
la rinascita costituisce uno dei grandi temi del tuo lavoro, cosa
senti, personalmente, che succeda alla coscienza umana dopo la
morte?
Marija:
Forse la stessa cosa che pensavano gli antichi europei. L'energia
vitale continua ad un'altro livello, che non scompare. Le forme
individuali scompaiono.
David:
Credi che parte della tua individualità persista?
Marija: Ma é
quello che lascio intorno a me, la mia influenza, ciò che
ho detto nei miei libri - tutto questo continuerà per un
po'. In qualche modo non morirà del tutto.
Rebecca: Ti senti ottimista
all'idea che possa sorgere nuovamente una società di tipo
mutuale?
Marija:
Non so se sono ottimista. Da una parte forse sì, altrimenti
sarebbe difficile vivere. Ma in ogni caso lo sviluppo sarà
lento, è chiaro. Dipende molto da chi è il governo.
La nostra vita è così piena di immagini di guerra.
I bambini vengono insegnati dall'inizio a sparare e ad uccidere.
L'educazione deve cambiare, i programmi televisivi devono cambiare.
Sembra che ci sia una tendenza verso un cambiamento di questo
genere. Forse uno dovrebbe essere ottimista.
David:
Se potessi riassumere tutto il lavoro di una vita in un messaggio
elementare, quale sarebbe questo messaggio?
Marija:
Insomma, non so se potrei dirlo in una frase, ma il mio maggiore
contributo è forse la ricostruzione del significato e della
funzione della dea. E' successo a me e non a qualcun altro. Fu
solo il fato - Laima - che mi ha condotto. (ride)