Apolide,
Multiplo e Cyborg
Relazione
sull'incontro con Adriana Cavarero
(esponente del "pensiero della differenza sessuale" e docente di
Filosofia Politica all'Università di Verona), tenutosi a Vicenza
il 18 Aprile 1997 presso la libreria SpazioPiú nell'ambito dell'iniziativa
Cavalieri Elettrici.
Nel
femminismo classico si cercava di costruire l'identita' femminile
partendo da un soggetto centrale, il maschio, ed elaborando differenze
rispetto a questo. La donna manteneva connotati di marginalita'
e risultava essere un polo contrapposto e non paritetico rispetto
alla dominanza del polo maschile, che cosi' diveniva quasi un soggetto
universale neutro.
Oggi, nell'epoca del post-moderno, lo sviluppo delle nuove tecnologie
porta a riflessioni diverse. In Europa, e in genere nei paesi di
lingua latina, prevalgono atteggiamenti quasi anti-tecnologici,
che identificano nella Tekne ancora un simbolo del predominio maschile,
portando in se' il rischio di arrivare ideologicamente a posizioni
metafisiche.
Nei paesi anglosassoni, la tecnica viene invece assorbita fino ad
arrivare, in particolar modo nella Bay Area di San Francisco, alla
nascita del cyberfemminismo, presente soprattutto nell'opera di
Donna Haraway (autrice di "Manifesto Cyborg", edito in Italia da
Feltrinelli). La tecnologia non e' piu' isolata e dicotomica di
fronte all'umano, essere sessuato che nel processo si dissolve,
incorpora e viene incorporato, fino ad arrivare ad un nuovo soggetto,
fatto di uomo-animale-macchina, il CYBORG, ibrido di cibernetico
e organismo. Il cyborg post-moderno accoglie il processo di autodissoluzione,
senza preoccuparsi di mantenere un'identita' sessuale, e si riconosce
in tutti i frammenti che rimangono e che non possono piu' essere
ricomposti in una qualsiasi totalita' organica e narrazione.
Per Donna Haraway, le identita' di classificazione sono inutili
e obsolete, costruite e determinate dall'ambiente, mentre l'identificazione
in generi multipli diviene sovversiva nei confronti degli stereotipi
dominanti. Adriana Cavarero ha un approccio critico rispetto a queste
posizioni: affermando che si puo' fare a meno del concetto di appartenenza
sessuale, si rischia di creare un immaginario non corrispondente
al reale e non utilizzabile sul piano politico.
Nello Stato moderno si ha un dominio di tipo territoriale con un
ambito spaziale ben definito (i confini), centralizzato, razionalizzato
e legittimato dal comando dato a chi in esso ha la rappresentanza.
Nel territorio si delegano a presenze centrali compiti non sostenibili
dalle assenze periferiche, dislocando cosi' le presenze con scansioni
anche temporali e cerimoniali (elezioni). La rete, con la sua struttura
a nodi inter-comunicanti, mette in crisi questo modello.
Nascono contatti multipli e incontrollabili tra molteplici presenze
virtuali, saltano i ritmi temporali, si sfasa lo stesso ciclo giorno-notte,
anche perche' il tempo del soggetto e' insufficiente rispetto ai
tempi della rete. In un ambiente in cui saltano tempo e spazio,
entrano anche in crisi i quadri di riferimento della politica fisica,
e causa prima di questo e' proprio la comunicazione inter-attiva.
Il mondo fisico non riesce piu' a contenere il mondo virtuale, e
questo comporta un ripensamento radicale del concetto di democrazia.
La Cavarero critica inoltre l'approccio della Haraway paragonandolo
alla nascita di un nuovo pensiero mitologico, in cui tutte le figure
hanno polivalenza semantica in quanto ibridi, si veda la Sfinge.
E osserva che tutte le mitologie sono allusive sul problema sessuale,
che non e' invece superfluo, ma viene sempre ribadito anche nello
scambio dei ruoli, in cui mai si cancella la differenza. Pur sostenendo
la validita' del superamento delle dicotomie (es. uomo-donna come
visto sopra), la relatrice vede un pericolo: un nuovo pensiero che
non si da' pero' la possibilita' di ri-pensare, e che, soprattutto
nel concetto di genere, potrebbe portare ad una fuga dalla "datita'"
verso l'astrazione. Si rischia un nuovo processo di omologazione
che, pur essendo fluido, diventa nuovamente uno stereotipo, in quanto
tutto viene risucchiato dall'identita' comune.
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