La
diga di Ilisu in Turchia
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All'inizio della Conferenza internazionale sull'acqua a Bonn, l'Associazione
per i Popoli minacciati (APM) si appella al governo federale tedesco
per porre un segno contro la rilocazione forzata di milioni di appartenenti
a minoranze, a causa di mega dighe e per negare una garanzia statale
per la discussa diga di Ilisu nel Kurdistan turco.
"Il governo perde la sua credibilità per l'impegno per un utilizzo sostenibile
dell'acqua, se promuove con una garanzia la rilocazione forzata di 60.000
Kurdi", dichiara l'APM.
Per rafforzare la coalizione contro il terrorismo i diritti umani non
possono essere calpestati. Il cancelliere tedesco Gerhard Schröder,
con la sua personale iniziativa di concedere una garanzia assicurativa
della Hermes per la diga Theri in India nell'ottobre 2001, ha reso un
cattivo servizio allo sforzo internazionale per un miglioramento dei
diritti umani nel caso di mega progetti di dighe. Il governo dell'India
con questa decisione si sente rafforzato nella sua politica di rilocazione
forzata di centinaia di migliaia di indigeni Adivasi per la costruzione
di 4000 dighe lungo il fiume Narmada.
La decisone arbitraria del cancelliere mostra chiaramente, che la riforma
della coalizione rosso-verde del sistema di garanzie della Hermes non
è degna del suo nome. A causa dell'impegno che mostra nella coalizione
contro il terrorismo internazionale, la Turchia si aspetta come l'India,
accondiscendenza nella concessione di una garanzia della Hermes, richiesta
dalla sede tedesca della ditta tedesco-austriaca Sulzer Hydro.
Costruita la diga di Ilisu, più di 313 Km quadri di terreno lungo il
Tigre verrebbero inondati, tra essi anche parte del sito archeologico
e storico di Hasankeyf. 101 paesi e città kurdi dovrebbero sprofondare.
15.500 Kurdi di 88 paesi hanno dovuto lasciare le loro case. I contadini
non sono stati ancora rimborsati adeguatamente. La rilocazione forzata
minaccia più di 43.700 Kurdi. In seguito alla lotta contro il PKK, in
una campagna senza precedenti durata tutti gli anni 90, le forze di
sicurezza turche hanno distrutto sistematicamente 3.428 villaggi kurdi
e reso profughi 2,5 milioni di Kurdi - con essi anche Cristiani assiro-aramaici.
Fino ad oggi le autorità hanno rifiutato la ricostruzione dei paesi.
L'Apm mette in guardia sul fatto che il megaprogetto della diga Ilisu
comprende anche un fattore di rischio sicurezza politica. La Siria e
l'Iraq, il cui confine sta a 65 chilometri di distanza, hanno già protestato
energicamente.
Temono, che venga danneggiata qualità e quantità dell'acqua per i loro
paesi. Ma una guerra a causa dell'acqua è l'ultima cosa che servirebbe
a quella regione già in crisi.
Due settimane fa l'azienda inglese Balfour Beatty e l'italiana Impregilo
si sono ritirate dal controverso progetto sul fiume Tigri, dopodiché
uno studio di sostenibilità ambientale del luglio 2001 ha dato un risultato
più che negativo.
Ormai fanno parte del progetto di Ilisu quasi solo aziende turche.
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