Nella società feudale il carcere inteso come pena, nella forma della privazione della libertà, non esiste. Il carcere medievale, punitivo e privatistico si fonda sulla categoria etico-giuridica del "taglione", a cui si associa il concetto di espiatio, forma di vendetta basata sul criterio di pareggiare i danni derivati dal "reato"; ossia privando il colpevole di quei beni riconosciuti universalmente come valori sociali: la vita, l’integrità fisica, il denaro. La crudeltà e la spettacolarità assolvono la funzione di deterrente nei confronti di coloro che intendono trasgredire le regole imposte dal "signore".L’unico tribunale è quello del signore, solo lui emana gli ordini, a lui debbono obbedienza tutti coloro che hanno in concessione la terra o che vivono sui suoi fondi. Alcuni feudi sono formalmente dotati di codici e leggi, spesso di origine romana, ma questi sono scarsamente utilizzati, per lo più vale la consuetudine e la diversa attribuzione delle pene a seconda del soggetto da giudicare se proviene cioè dai ceti abbienti o dai diseredati da reprimere duramente.
Accanto a questa forma di diritto, nell’epoca medievale opera in concomitanza il "diritto penale canonico". Questo si fonda prevalentemente sulla categoria della "penitenza", il cui scopo correzionale ha più a che vedere con finalità ideologiche.La "privazione della libertà" come sanzione penale (principale prima e successivamente forma esclusiva di punizione) si affermerà solo quando tutte le forme della ricchezza verranno ridotte alla forma più semplice ed astratta del lavoro umano misurato nel tempo; dunque è necessario che si affermi il lavoro salariato e che il valore di scambio diventi un valore dominante. Sarà altresì necessario che si compia il processo che porterà la borghesia (mercantile prima e poi capitalistica) al ruolo di classe dominante e, dall’altra parte, che cresca a dismisura quel fenomeno di masse di vagabondi, mendicanti e sradicati dalle campagne, nei confronti dei quali la borghesia -arrogante e spregiudicata- si porrà il problema del controllo sociale e dell’imposizione dell’ideologia del lavoro con i mezzi più terribili conosciuti dall’umanità.
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