La nascita dell'istituzione carceraria moderna


L’avvio del processo di accumulazione capitalistica porta alla dissoluzione la società feudale e alla nascita del futuro proletariato industriale; in una prima fase questo passaggio costringe i più, per sopravvivere, a trasformarsi in mendicanti, vagabondi, briganti. Una massa di non occupati che Marx chiama "esercito industriale di riserva" che vive di espedienti e contro di cui, nel secolo XV e XVI, si svilupperà, in tutta Europa, una legislazione sociale fortemente repressiva, caratterizzata da durissime pene corporali: un vero e proprio sterminio della massa dei disoccupati per attenuare la pressione sociale che esercitavano.

La necessità crescente di forza-lavoro portò in Inghilterra nel 1530 all’ approvazione di uno statuto per la registrazione di tutti i vagabondi che vennnero distinti in abili e inabili. Contro gli abili, se trovati a mendicare o a vagabondare, venivano applicate pene durissime; gli inabili venivano autorizzati a chiedere la carità.
Da questo momento in poi si assiste ad un cambiamento so-stanziale del concetto di pena e si forma il nucleo dell’ideologia pena-le pre-illuminista. I ladri e le prostitute, insieme ai vagabondi, ai poveri e ai ragazzi abbandonati anzichè essere inviati nelle carceri comuni venivano raccolti nel palazzo di Bridewell (concesso dal sovrano) e obbligati a "riformarsi" attraverso il lavoro e la disciplina. Nasceva così nel 1557 la prima house of correction o workhouse, caratterizzata dall’organizzazione rigida del tempo strutturato in gesti sempre uguali e ripetitivi.


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