AI COMPAGNI DEI CENTRI SOCIALI AUTOGESTITI DELL’AREA ROMANA
L’esigenza di affrontare un lavoro di ricerca sull’universo dei centri sociali autogestiti dell’area romana è nata in alcuni compagni, prevalentemente universitari, che stanno costruendo un gruppo di ricerca, di fronte al diffondersi di una certa immagine dei C.S.A. fornita negli ultimi mesi dagli organi di stampa. Tutti i giornali hanno parlato dei centri sociali, dicendo più o meno quello che si voleva: da qui sono nate vistose strumentalizzazioni e deformazioni della realtà di questa esperienza.
Da tale constatazione è scaturita l’idea di una ricerca sul campo che, teniamo a sottolineare, è di carattere prevalentemente conoscitivo e descrittivo, ma che speriamo possa offrire ai compagni dei centri sociali e di tutto il movimento antagonista sia una conoscenza, il più possibile ampia e precisa, della loro realtà e delle loro potenzialità, sia strumenti di lavoro che potranno essere utilizzati successivamente per ulteriori approfondimenti. E’ per questo che noi speriamo non solo in una disponibilità dei compagni dei centri sociali, ma anche in una loro eventuale collaborazione attiva, perché questo sia il primo passo per poi affrontare campi di indagine più specifici, riguardanti, per esempio, il rapporto fra centro sociale e realtà territoriale.
I risultati di questa indagine verranno raccolti in un opuscolo autoprodotto che abbia una distribuzione il più possibile ampia su scala nazionale. Una proposta non vincolante potrebbe essere quella di contattare strutture di compagni che già si occupano della stampa e della distribuzione di materiale informativo.
Il ricavato delle vendite (sempre che ci sia) andrà in parte in sottoscrizione ai centri sociali e in parte come contributo alle spese legali sostenute nell’ambito degli ultimi processi.
Sul finire degli anni ‘70 la componente più radicale e antagonista dei movimenti giovanili, dopo l’impegno svolto nella città, nelle scuole e nelle università, sembra optare per una scelta politica che privilegia nuove forme di intervento nel territorio della metropoli. Le aree periferiche e le borgate, luoghi dell’alterità sociale e del conflitto, diventano il terreno dove vengono trasferite strategie, prassi politiche e strumenti di lotta, come il movimento delle “occupazioni”.
La pratica dell’occupazione/riappropriazione di spazi sociali e materiali in ambito metropolitano ha avuto, negli ultimi anni, soprattutto nella realtà urbana romana, una notevole diffusione, concretizzatasi nell’occupazione fisica di strutture (edifici, stabili, locali in disuso, ecc.). Obiettivo di questa forma di intervento è l’utilizzo in forma autogestita di tali strutture come luoghi di aggregazione e di socialità, di iniziativa politica e culturale, indirizzata allo sviluppo/organizzazione di un potenziale antagonista.
L’esperienza dei “centri sociali autogestiti” ha avuto una forte evoluzione nel corso degli anni e oggi sembra svolgere la sua azione in due ambiti fondamentali: quello politico-contrattualistico e quello socioculturale. Nel primo ambito, i centri sociali sono luoghi dove si esprime e si organizza il dissenso e l’antagonismo sociale e si esercita una pressione politica sulle istituzioni nella richiesta di interventi sul territorio per una città meno alienante e più vivibile; l’esigenza è quella di una reazione alle dinamiche urbane che tendono alla disgregazione dei rapporti di socialità, impedendo di fatto anche la possibilità di riconoscere bisogni comuni. Nell’ambito socioculturale, invece, il ruolo dei centri sociali è quello di fornire degli spazi di socialità e cultura in un contesto metropolitano sempre più svuotato di contenuti, e quindi di farsi polo d’attrazione e luogo di espressione della diversità, in cui le varie forme di linguaggio e di espressione delle culture giovanili, schiacciate altrimenti dai modelli dominanti e dalla mercificazione, possano trovare possibilità di esistere.
2. Obiettivi
Sulla base di queste brevi considerazioni, ci sembra importante avviare una ricerca che analizza i diversi aspetti del fenomeno e la sua incidenza sulla realtà sociale della metropoli romana e delle sue aree periferiche.
Si intende raggiungere un duplice obiettivo: da un lato quello di conoscere e analizzare l’esperienza dei centri sociali sotto il profilo della genesi delle varie situazioni, degli elementi oggettivi di aggregazione, delle modalità organizzative e funzionali, delle finalità e dei modi di intervento sul tessuto urbano. Dall’altro ci sembra interessante conoscere le soggettività giovanili che danno vita a queste esperienze e quelle che ne fruiscono. Nel far questo si presterà particolare attenzione alla struttura dei bisogni socioculturali che caratterizzano la condizione giovanile relativa ai frequentatori dei centri sociali nella periferia romana negli anni ‘90, e si tenterà quindi di valutare le interazioni, attuali e future, tra nuovi soggetti sociali e l’”esperimento” dei centri sociali.
Per il conseguimento di questi obiettivi si prevede di utilizzare i seguenti strumenti:
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