4. I DATI 5/5
4.5. Il finanziamento
Le ultime 3 domande del nostro questionario riguardavano un tema centrale nel dibattito dei centri sociali: il finanziamento.
Alla domanda rivolta agli intervistati se conoscessero le fonti di finanziamento del centro,
solo il 31,8% (compresi coloro che entravano per la prima volta nel centro sociale in cui veniva svolta
l’intervista) ha risposto negativamente (tab.85). Il 68,2% ha dichiarato di conoscere le fonti di
finanziamento del centro, e in particolare (tab.86) il 92,6% di questi ha indicato come tale fonte sia
l’autofinanziamento. Percentuali veramente trascurabili hanno risposto “finanziamento pubblico” (1,7%) e
“altro” (5,7%). Segno questo, sicuramente, del fatto che i centri sono riusciti a trasmettere un messaggio
non trascurabile circa la loro organizzazione autonoma da altre istituzioni e che d’altronde si accompagna
ad altri settori di intervento, come autogestione e autoproduzione.
Constatato dunque il livello di conoscenza delle modalità di finanziamento dei centri sociali, si è chiesto al campione quale fosse la sua opinione circa un possibile finanziamento pubblico dei centri:
Come si può veder quasi la metà degli intervistati considerano il finanziamento pubblico in modo positivo, il 33,3% in modo negativo mentre il 17,8% e incerto (tab.87). Bisogna comunque tener conto del fatto che la formulazione della domanda permetteva di spiegare sinteticamente il motivo per cui si considerava giusto o meno un finanziamento pubblico: elemento comune in molti dei commenti riportati2, siano essi relativi a risposte favorevoli o sfavorevoli, è il timore che attraverso un finanziamento pubblico passi anche un condizionamento da parte delle istituzioni nei settori di intervento dei centri. Nell’appendice F viene riportata un’ampia rassegna di tali commenti: si tratta di una lettura comunque fondamentale per la comprensione della tabella 87. Incrociando le considerazioni fatte sul finanziamento pubblico con altre variabili si ottengono dei risultati interessanti. Può essere interessante verificare in che misura la definizione di centro sociale influisce sull’atteggiamento degli intervistati nei confronti del finanziamento pubblico.
Maggiormente favorevoli a un finanziamento pubblico si sono mostrati coloro i quali definiscono il centro sociale come una “associazione culturale”, un “gruppo di impegno sociale” o un “luogo di ritrovo”. Maggiormente contrari gli intervistati che hanno scelto come definizione “centro di iniziativa politica”. Sicuramente favorevoli al finanziamento pubblico sono senza meno coloro che hanno definito i centri come “luogo di ritrovo”.
Per la “sottoscrizione obbligatoria” le posizioni sono molto più definite: è evidente che il tema è molto più “toccante” per tutti coloro che frequentano i centri sociali tanto che la percentuali degli indecisi è solo del 5%.
Anche qui, per questa domanda, veniva offerta la possibilità di motivare la propria risposta in senso favorevole o meno; e qui si è trovata un’omogeneità di commenti ancora più singolare perché proveniente sia da coloro che considerano positivamente che da coloro che considerano negativamente l’obbligatorietà della sottoscrizione: chi non ha i soldi deve poter entrate. Nell’appendice G sono riportati i commenti forniti dagli intervistati su tema della sottoscrizioni: consultare questa appendice anche in questo caso è fondamentale per una reale comprensione del significato della tabella 89. Da questa emerge che gli intervistati si distribuiscono tra chi (31,9%) considera che ci debba essere una sottoscrizione obbligatoria e chi è contrario (63,4%).
Diventa interessante vedere come questa risposta si distribuisce a seconda che gli intervistati svolgano o meno attività politica.
Le percentuali non si discostano di molto, ma può essere interessante notare come il 35,7% di coloro che svolgono attività politica sono favorevoli ad una sottoscrizione obbligatoria.
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