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i tetti del Leonka
L E O N C A V A L L O

16 agosto ore 7.00: La repressione colpisce con i mezzi la forza e tutta l'aggressività che il potere può esprimere a Milano.
Nella notte precedente, la tensione, la paura, l'ansia di una fine annunciata... ma insieme la rabbia, la forza di una nuova ribellione... non si ha voglia di subire... questa volta... troppe volte lo abbiamo già fatto.
Ore 7.00: la polizia si schiera, sul tetto ci si organizza, fuori le telefonate a Radio Popolare, l'arrivo dei compagni alla spicciolata, le richieste del compagno avvocato non accolte, l'ordinanza di sgombero fittizia che lui rifiuta di sottoscrivere. Loro sfondano una porta dell'asilo di via Mancinelli, i 100 compagni sui tetti rispondono, partono i lacrimogeni e i primi sassi, ancora lacrimogeni.... ancora telefonate.... La tensione si alza, nessuna trattativa è possibile, loro non mediano; non siamo interlocutori o controparte, con cui discutere. No siamo solo da spazzar via, terra bruciata attorno, il potere di chi comanda, di chi ha la possibilità di speculare..... di distruggere; solo quello che conta, e loro per quello che sono li a proteggere chi specula e a ripulire dal diverso la città.... e non solo. La corsa in tribunale perchè si interrompa "il macello", la battaglia continua. Loro sono riusciti a sfondare il soffitto... questi sono i loro mezzi (ma chi è il violento?) contro i nostri sassi e la nostra voglia di esistere.... Intifada!
In trbunale per la ricerca del pretore di turno sempre disponibile (sic!) con il tesserino in mano e tutti i diritti per entrare, ma non ci è possibile, i carabinieri di turno al cancello non riconoscono diritti quando si accenna al Leoncavallo, il pretore lo chiamano loro e chissà perchè non si trova.... attese, proteste, ....è inutile. "Non si trova! Ripassi alle 8.00..." E' una presa per il culo .... alle 8.00 sarà già tutto finito là sui tetti. Bella mossa!
Si ritorna al centro.
La scena è pazzesca! I  N.O.C.S. sui tetti, sui balconi delle case adiacenti che tirano lacrimogeni verso il basso, gli elicotteri che volano a bassa quota e spingono il fumo verso i compagni. E ci si difende.
Si piange, di rabbia e di lacrimogeni. Fuori sulla strada, i compagni fermati, circondati, ci è impossibile anche urlare la nostra rabbia. Dentro le mura la battaglia continua, loro sono entrati, i primi arraesti, le prime botte...
L'avvocato chiede di poter entrare, chiede una tregua, gliela concedono, ma una volta dentro picchiano anche lui, e un giornalista de "Il Manifesto", escono senza essere riusciti a parlare con nessuno... ma con un occhio nero in più.
La rabbia cresce, loro si ostinano a non trattare, sui tetti non si cede, ci si difende, nonostante i lacrimogeni, con la nostra voglia di lottare, con la forza di chi crede in ciò che sta difendendo.
Loro fanno fatica, sono spiazzati, non si aspettavano una risposta così... per una volta ci siamo presi gioco di loro... Ma loro hanno i mezzi, la forza e tutta l'aggressività di cui sono capaci; si riorganizzano, ormai sono dentro... arresti e botte. La gente dalle finestre è sgomenta per ciò che vede e grida la rabbia dell'esssere impotente.
Per i compagni presi nei cortili minuti interminabili, con le mani contro il muro... i calci dei fucili come mazze... ma chi sono i violenti?
Fuori sulla strada si urla, si vorrebbe fare qualcosa, ma circondati dai celerini c'è poco da fare... Una mamma del Leoncavallo piange in prima fila e si aggrappa al funzionario di polizia urlando il suo disgusto. L'unica cosa che si riesce ad ottenere è di far uscire i compagni da davanti, direttamente dal tetto con una scala dei pompieri.
Le braccia sono alzate, le mani chiuse a pugno, c'è silenzio, ma un silenzio pesante...
I compagni entrano nei cellulari , ore 8.30 la battaglia è finita, il loro ordine è ristabilito.
Ore 9.00 arrivano le ruspe e i Caterpillar, non solo vogliono il silenzio, ma anche distruggere fisicamente 14, 100, 1000 anni di storia antagonista.
I primi muri vengono giù... il Leoncavallo non esiste più... con le connivenze di coloro che i celerini sono venuti a difendere: il Comune, la prefettura, il fratello di Pillitteri (consulente dell'immobiliare Scotti), le immobiliari, ma chi è il violento?
16 agosto '89: la loro bomba è stata lanciata... ma noi abbiamo saputo raccoglierla, da queste macerie la lotta si rinnova, ed è più forte 10, 100, 1000 Leoncavallo.
12 dicembre '69: una bomba esplode in Piazza Fontana, 12 dicembre '89 il fumo ancora non si è diradato, ma noi sapremo raccogliere anche questo, 20 anni di silenzio sono troppi...
18 marzo '78: Fausto e Iaio uccisi da mani fasciste e dopo 10 anni non c'è nessuna chiarezza... Altre date sono ben impresse nella nostra memoria, altre bombe che ci hanno lanciato, altre botte che ci hanno dato...
In questi anni il filo conduttore della repressione è stato sempre lo stesso, cambiate le dinamiche, i mezzi: il fine è sempre quello di disperdere, distruggere, mettere a tacere, normalizzare tutto ciò che è diverso, antagonista. Ma al Leoncavallo è stata data una risposta a questa logica, con la ricostruzione in corso, con la massiccia presenza alle manifestazioni, alle assemblee.
E' per questo che è necessario crearci i mezzi per difenderci, contrapporci a chi ci vorrrebbe integrati a un sistema normalizzato...
                                                                                                       (tratto da "Il foglio")

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