Parole
del Congresso Nazionale Indigeno allinaugurazione dellIncontro
Continentale dei Popoli Indigeni dAmerica
Giovedì
11 ottobre 2007
Parola di Carlos González - CNI
Buona
sera fratelli e sorelle, dei diversi popoli, tribù
e nazioni indigene
che oggi siete qui.
Innanzitutto
vogliamo informavi che abbiamo ricevuto l'iscrizione di 537
delegati all'incontro dei popoli indigeni d'America in questo
luogo fino a
questo momento. Questi 537 delegati rappresentano 52 popoli
indigeni, 52
villaggi, tribù o nazioni indigene in 12 paesi d'America,
tanto del nord
America, cioè degli Stati Uniti e del Canada, come
del Centro, del Sud-
America e del Messico.
Nel
caso del Messico sono presenti rappresentanze indigene di
21 stati del
paese, cioè, l'intenzione dello stato messicano che
nelle ultime settimane e
negli ultimi giorni, si è espressa con tutta la sua
forza affinché i nostri
popoli, i popoli originari del Messico non partecipassero
a questo incontro, è stata chiaramente frustrata, fratelli
e sorelle.
Lo
stato messicano, i governi locali, le istanze di governo che
si occupano
dei popoli indigeni hanno convocato fino all'ultima ora riunioni,
forum,
assemblee, convenzioni, presuntamente indigene, in buona parte
degli stati del paese. Questo con l'intenzione di far diminuire,
di scoraggiare la
partecipazione dei nostri popoli a questa riunione.
Ma
noi diciamo ai fratelli della tribù yaqui, ai fratelli
e sorelle di altri
paesi del continente, ai fratelli e sorelle di molti paesi
che vengono come
osservatori, che qui c'è una rappresentanza importante
del Messico Indigeno Ribelle, dal Messico Indigeno che lotterà
insieme ai suoi fratelli e sorelle perché finisca questo
mondo di oppressione e di permanente distruzione e di sterminio
per i nostri popoli.
Parola
di Juan Chávez - CNI
Buona
sera, chiediamo permesso con rispetto alle autorità
tradizionali della tribù Yaqui, di Vicam, di Sonora,
così come alle altre autorità tradizionali dei
popoli che si trovano qui, come ai delegati ed alle delegate,
ai giovani, ai bambini, agli adulti e agli anziano, ai media,
a tutti, fratelli e
sorelle, al Subcomandante Insurgente Marcos del Comando Generale
dell'Esercito Insurgente Zapatista di Liberazione Nazionale.
In
questo Incontro dei Popoli Indigeni d'America, del territorio
della tribù
Yaqui, Vicam, Sonora, 11 ottobre 2007.
Messaggio
del Congresso Nazionale Indigeno, plenaria inaugurale.
Sorelle
e fratelli dei popoli indigeni d'America, per tutti i popoli
indigeni
d'America è un alto onore trovarci in territorio della
tribù Yaqui che è
stato difeso col sangue e la vita per secoli dagli yoreme
contro l'ambizione
privatizzatrice degli interessi colonialisti, capitalisti
di spagnoli, yoris,
neocolonialisti e delle imprese transnazionali.
La
realizzazione di questo incontro dei Popoli Indigeni d'America
in queste
terre è in se stesso un messaggio di ribellione dei
nostri popoli in difesa
della madre terra e contro il capitalismo ecocida, etnocida
e genocida che
ormai pretende di spogliarci dei nostri territori abitati
da coloro che per
primi li abitarono, delle nazioni, dei popoli e delle tribù
d'America e del
mondo.
Per
i popoli indios del Messico e d'America la difesa delle nostre
terre, dei
territori e delle risorse naturali con valore e dignità
è stata definita
ribelle dai secoli passati fino a questi tempi di governi
neoliberali.
Ora
il capitalismo agonizzante ha messo gli occhi sulle nostre
selve, su
deserti, boschi, montagne, fiumi, acque, venti, mari, spiagge,
mais,
conoscenze che abbiamo imparato in migliaia di anni, difeso,
alimentato,
custodito
tutto quello che abbiamo ereditato dai nostri
antenati, dai nonni, dai genitori, che ci hanno permesso di
continuare ad essere quello che siamo.
Siamo
vivi dopo 515 anni di invasioni e siamo qui insieme per unire
le nostre forze in un solo cuore, per costruire un nuovo progetto
di vita per l'umanità contro i progetti di morte e
di distruzione dei programmi neoliberali capitalisti che sono
giunti distruggendo la vita, la natura con innumerevoli aggressioni
alla nostra madre terra.
Come
sarà reso noto in questo incontro, speriamo che le
esperienze di tutte le sorelle e fratelli nelle loro distinte
lotte in tutto il continente ci
permetteranno di liberarci di tutte questi forme di distruzione
e potremo
costruire un progetto di vita dove noi popoli del mondo possiamo
rispettare insieme la natura e farla finita col sistema di
guerre capitaliste che pretendono solo di far ereditare odio,
povertà, distruzione e morte a tutti i nostri popoli
ed a tutti i popoli dell'umanità.
Con
questo incontro è sicuro che si rafforzerà l'unità
delle nostre tribù,
delle nazioni, dei popoli e delle comunità indigene
d'America e del mondo,
perché sappiamo lottare e lottiamo dal basso e speriamo
che in incontri come questo possiamo trovare delle modalità
nuove, poiché non abbiamo bisogno di legislazioni nazionali
ed internazionali dei malgoverni che rafforzano solo il modello
neoliberale capitalista e che non sanno riconoscere e rispettare
l'autonomia che i nostri popoli stanno esercitando come un
diritto storico che di per sé ci compete da sempre:
il nostro diritto alla libera determinazione ed all'autonomia,
così come le nostre terre e territori non si vendono,
né sono soggette a negoziati.
È
necessario rafforzare le lotte dei nostri popoli con le nostre
vite, come
la vita stessa della nostra madre terra.
Sorelle
e fratelli indigeni d'America e del mondo, questa è
l'umile parola
del nostro Congresso Nazionale Indigeno, spazio che è
sempre stato aperto a tutti, sorelle e fratelli del mondo,
a coloro che oggi salutiamo sperando che in questi giorni
la parola di tutte e di tutti c'insegnino le strade che
cammineremo d'ora in poi insieme per il meglio dell'umanità,
della natura e
della madre terra.
Saluti,
fratelli.
(traduzione del Comitato Chiapas di Torino)
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