guerriero
INCONTRO DEI POPOLI INDIGENI
D'AMERICA

Vicam, Sonora - Mexico. 11/14 Ottobre 2007


L'apertura dell'Incontro dei Popoli Indigeni d'America
Giovedì 11 ottobre 2007, da TmCrew

palcoArrivare a Vicam significa, venendo da Sud, attraversare gran parte del Messico, più di 24 ore di pulman dalla Capitale, lungo una litoranea infinita che costeggia il Pacifico e accarezza ininterrotte catene montuose, sorprendentemente verdi in questa stagione. Da nord, cioè dagli Stati Uniti, bisogna solcare un deserto arido e spietato, lo stesso che ogni anno infrange i sogni di migliaia di migranti. In entrambi i casi per raggiungere questo angolo di Messico nello stato di Sonora, il compagno di viaggio insostituibile è il caldo torrido.

Stazione di Vicam, paese del territorio della Tribù Yaqui, si trova in una polverosa spianata di vari chilometri che dal mare corre fino alle pendici di monti aspri e ricoperti da un fitto manto di arbusti. Percorsa da strade sterrate, assediata da raffinerie dall'aspetto decadente, Vicam è cresciuta attorno a una stazione abbandonata con tanto di carrozza arruginita, che giace riversa tra l'erbaccia stepposa come sfiancata dal tempo. Siamo nell'avamposto del deserto, più per l'aria trasandata e indolente che vi si respira che per esatta ubicazione geografica.

Eppure i Yaqui che ci ospitano sono tutt'altro che i pigri personaggi della caricatura del nortegno messicano. Sono una tribù che è riuscita a mantenere il controllo del suo territorio a prezzi inumani, nonostante le guerre di sterminio attuate da tutti i governi della Repubblica. Difendono questi acri polverosi con una guardia armata propria e un ferreo rispetto della tradizione, che non sfugge a forti influenze sincretiche cattoliche.

Subcomandante MarcosNel mezzo di un'ampia spianata hanno eretto, con l'aiuto di tutti i presenti, dei vasti tendoni per riparare il pubblico dal sole implacabile. Circa un migliaio di persone, molte del luogo, ronzano attorno al palco, piazzato di fronte ai teloni che riparano gli ascoltatori. A metà mattino irrompe la Commissione Sesta dell'Ezln, cioè il Subcomandante Marcos e alcuni collaboratori. Dopo una rapida discussione con le Autorità Tradizionali della Tribù Yaqui, la Commissione Sesta e altri importanti delegati dei popoli indigeni presenti, sono saliti sul palco, intonando l'inno messicano e dando l'avvio ufficiale ai lavori.

L'evento prende vita con le parole di benvenuto delle Autorità degli Otto Popoli della Nazione Yaqui, del subcomandante Marcos che, attraverso il racconto della luna che illumina la notte e rappresenta la luce che fende l'oscurità in cui si trovano i popoli indigeni, ha esortato all'unione dei popoli "color de la tierra"; ha concluso l'anziano J. Chavez per il Congreso Nacional Indigena, con un formale ringraziamento ha tutte le organizzazioni e i popoli che hanno indetto l'evento, nonostante le difficoltà della distanza, quelle politiche, quelle economiche e quelle linguistiche. Inizia il più grande incontro di nativi d'America, il primo autoconvocato e dichiaratamente anticapitalista.

Inizio

Convocazione

Comunicati e Appelli

Corrispondenze

Galleria Fotografica

Gli Yaqui, la tribù ospitante

Sito ufficiale dell'Incontro
(in spagnolo)

Sito dell'EZLN
(in spagnolo)

 

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