Oramai da più di un anno dalla prima fiera delle autoproduzioni sul monte peglia e la seconda di questa estate al Forte,i punti teorici espressi nelle varie situazioni/incontri hanno preso la testa di molti.Di fatto al di la di forti espressioni individuali e al di la ancora del tempo,le condizioni soggettive/sociali/economiche,sono di molto peggiorate.Il potere ha ben radicato le sue radici cambiando più volte la pelle ed è quasi riuscito a disintegrare le forme,le vite,di chi dalla campagna se ne è dovuto/voluto andare.Socialmente,ad un certo punto,il senso come chiarezza ed il bisogno come tale (in senso totale) ha finito quasi del tutto di esistere.Il senso come unico e vero momento dentro il quale si chiariscono i passaggi e si determinano le idee con le azioni,è diventato il forse,il faremo,il nulla,fino ad arrivare a non comprendere che quasi tutti quelli che hanno fatto una scelta che comprende la differenza e lo scontro culturale/materiale,hanno ben capito che la realtà è fatta di differenza tra fatica e lavoro,tra reddito e lavoro,tra difficoltà soggettive ed oggettive nel continuare a lavorare la terra,i mezzi con cui lavorarla,il denaro,vanno al di la dei livelli di produzione. Oggi razionalmente puoi trovare si di tutto,che faccia più o meno schifo,ma sto' tutto ha un costo e questo lo paghiamo noi come soggetti o se non noi,qualcun'altro in qualche sud del mondo o nazione.Si sa bene che non è per tutti così:chi decide di non "contaminarsi"anche con il minimo,tutto ciò è il minimo,ma penso che se si vuole creare,montare,organizzare,trasformare,riutilizzare,liberare una qualsiasi cosa poggiata sulla terra (anche difenderla) l'energia non è solo i muscoli,la caparbietà,la passione,il piacere,.....:ECONOMIA!!! SOTTRARRE!!! con qualsiasi mezzo e metodo economia al potere tutto,diverso,di colore unico o misto,partito o grossa mente.ARGINARLI!!! significa costringersi (anche) a dover fare a meno di loro,ma sostanzialmente non può divenire liberazione questo:da qui il bisogno.Se non si è chiari con se stessi e con chi ci si confronta,sul bisogno,9 volte su 10 il nostro popolo,quello fatto di piaceri,gusti,sensazioni,sarà come lo è e lo è sempre stato un popolo di passaggio,fatto di giovani e meno giovani che passano per le valli,le pianure,le montagne e poi dopo un po' di esplorazioni ,rinunce (vale per pochi) sacrifici più o meno grandi,vita all'aria aperta,vivande create tra la terra e le proprie mani,si riperdono. Le terre si sono spopolate si,perchè si sono comprati le persone con 10.000 troiate del capitale,ma le stesse (uomini e donne della campagna) sono quelle del cervello fino,quindi al di la delle parti hanno deciso di contribuire come soggetti a questa merda sovrumana di mondo.Quindi credo che capire le componenti,definendo un senso che ovviamente non deve essere unico,fa in modo che questo abbia come minimo un freno e frenare non è fermarsi,ma definire come sostanza il reale bisogno che questo popolo ha.Senza questo le teorie faranno più teorici i teorici e i cani sciolti...cani sciolti!!! Sicuramente le varie taste con i rispettivi mondi sanno bene che sono cose dette e ridette ognuno a modo suo,ma centrare il bisogno o i bisogni ci lega inevitabilmente ai cicli e ci rende più incazzati contro il potere tutto,compreso la mancanza dello stesso bisogno (scusate il giochino). Ridefinire un'economia,significa anche aprire gli occhi,come vivere in campagna a contatto,sulla terra e rendersi conto di come è fatto il terreno e i suoi abitanti...compresi noi.La terra arriva lontano e lontano da noi e non solo,si paga per come si vive nei paesi "sviluppati".Il vivere isolati può essere bello ed è una scelta più che leggittima,ma questo non ha molto a che fare con con una costruzione antagonista e di lotta contro un sistema che ti sfila saliva! "Definire o ridefinire" un popoloin una qualsiasi forma non è difficile,di fantasia nei lunghi silenzi di suono della madre terra ne è venuta un po' a tutti,quindi la cosidetta forma ha una relativa importanza per quanto ovvia:ridefinire le forme già esistenti,creare punti di riferimento forti,di quella differenza tra lo stato tutto e noi che viviamo dentro i ritmi del sole,o noi che viviamo sull'asfalto di qualche metropoli satura di veleni invisibili che passano e coprono anche i punti più isolati del mondo,ma anche di ritmi dettati da uno scontro continuo di chi detiene.Non ci si può sentire lontani o differenti per un ambiente:ricchi strafottenti,le divise di qualsiasi colore,i boia che fanno morire persone in carcere per/con colpe assurde,l'insensibilità,l'egoismo,ilmenefreghismo,sono realtà identiche.Qui non si può scegliere,accettare è l'ordine del potere mondiale!!! Creare quindi un vero e ricco rapporto di comunicazione/sociale e non solo tra metropoli e "realtà rurali",che passi a/traverso le proposte di occupazioni "razionali"delle terre,info sulle leggi di uso delle terre private non utilizzate,terre delle comunità montane,insomma aprire ed aprirsi. Anche questo è qualcosa su cui bisognerebbe riflettere perchè questo distacco avvenuto tra campagne e città nel tempo,sia rimarginato da un unica forza fatta da 1000 diversità ma fondata sulla conoscenza ed il rispetto come base. La comunicazione rendiamola piena di pratica.Stringere rapporti,vedersi è giusto,ma renderlo incisivo significa trasformarlo in pratica di tutti i giorni in ogni luogo.I confronti come le differenze saranno così forse un po' più costruttivi. Speriamo di venire numerosi da queste parti per ora grazie dello spazio. Speriamo di venire numerosi da queste parti per ora grazie dello spazio.