La salute si conquista e conserva
a tavola imparando sin da bambini le regole di una corretta alimentazione.
Secondo un recente studio condotto dall'Istituto di neuropsichiatria infantile dell'Universita' La Sapienza di Roma, il 12% dei bambini italiani con un'eta' compresa tra i 7 e i 10 anni, sono obesi; nello specifico poi della situazione romana una ricerca dell'assessorato comunale alla citta' dei bambini e delle bambine, eleva la percentuale al 30%. Inoltre, un recente sondaggio condotto nelle scuole del Piemonte, ma il cui risultato risulta estendibile al resto del Paese, afferma che piu' dell'83% dei bambini con meno di 10 anni mangia quantita' insufficenti di verdura rispetto ai quantitativi guida stabiliti dall'Istituto nazionale della nutrizione; di tale percentuale il 55% dei bambini giudica le verdure disgustose. Riconoscendo ormai certo il dato che una alimentazione corretta ed equilibrata e' la principale fonte di prevenzione verso le piu' gravi malattie di questo fine secolo, quasi tutte le amministrazioni comunali hanno adottato nelle mense scolastiche, menu' variati affinche' i bambini assumano durante la settimana tutti i componenti nutrizionali utili al loro organismo e salubrita'. Il principio e' sicuramente giusto cosi' come pero' lo stesso risulta poco valido laddove la maggior parte dei bambini a scuola non mangia oppure mangia sempre le stesse cose. I motivi di tale insuccesso vanno ricercati in parte nella scarsa qualita' delle mense scolastiche (cibi freddi, piatti e posate di plastica, combinazioni di cibi poco appetibili), nella scarsa attenzione se non impreparazione di maestri e altri addetti a seguire ed incentivare i bambini durante il pranzo, ma anche nella quasi totale mancanza di "gusto" nei bambini verso quei cibi che si situano al di fuori dello stereotipo del cibo d'impulso(merendine e altro cibo da sgranocchio) o quello da fast food tutto carne e patatine. Per risolvere questo grave problema dell'alimentazione scolastica oltre ad approntare menu' mirati si sono varati programmi di educazione alimentare per alunni ed insegnanti che pero' al di la' della loro oggettiva importanza, hanno dato al problema un approccio puramente didattico, una materia in piu' da studiare insomma, non risolvendo per niente il rifiuto da parte dei bambini di certi cibi e non catturando il loro interesse su un problema per loro di vitale importanza. A partire da tali problematiche e a seguito di numerosi studi, quest'anno il Ministero della Pubblica Istruzione, ha autorizzato corsi d'aggiornamento per gli insegnanti sui temi dell'educazione sensoriale ed alimentare, per la creazione di veri e propri laboratori del gusto per bambini e ragazzi. Tali laboratori traggono spunto dal lavoro svolto dall'associazione Arcigola slowfood di cui e' responsabile e coordinatore Rossano Nistri, un maestro alimentare esperto nutrizionista. In che cosa consiste tale progetto; elemento di partenza e' non impostare l'argomento alimentazione come una lezione, simile ad altre materie, ma come un laboratorio interrativo. Il laboratorio si articola in tre parti: 1) acquisizione dei termini elementari sensoriali, con la scoperta dei sensi e la loro specializzazione. In questo modo si stabilisce un lessico comune fondamentale nella comunicazione durante il lavoro di scoperta e riconoscimento dei sensi. 2) analisi dei singoli alimenti dal punto della vista (forma,colori,dimensioni), del tatto, dell'olfatto (riconoscere gli odori) e del gusto(scoperta dei 4 sapori fondamentali, dolce-amaro-salato-acido). 3) combinazione degli
alimenti attraverso la preparazione di ricette, osservando le variazioni
di sapore con l'aggiunta di ingredienti e aromi. Studio dei componenti
nutrizionali di una ricetta e di un menu'.
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